Tutto si può dire, ma non che Satyr non sia una persona determinata e ambiziosa, che crede ciecamente in ciò che fa. In oltre vent’anni di carriera, con i suoi Satyricon ha simultaneamente creato e sfidato mode, finendo per diventare a tutti gli effetti una vera icona del black metal e del metal estremo tutto. Da qualche anno a questa parte, le sue creazioni artistiche non incontrano completamente il favore dei fan di vecchia data, ma ciò non sembra affatto aver intaccato la risolutezza del musicista norvegese, che, imperterrito, si è appena ripresentato con il nuovo “Satyricon”, album che quasi certamente dividerà e farà discutere a lungo, viste le particolari scelte nel songwriting e nella produzione. Ne abbiamo parlato proprio con il Maestro in persona, prendendo accuratamente nota delle sue decise dichiarazioni…
PRIMA DI INIZIARE A LAVORARE A “SATYRICON” VI SIETE PRESI UNA LUNGA PAUSA. COME È MATURATA QUESTA DECISIONE?
“È stata una diretta conseguenza del tour estenuante che abbiamo intrapreso per promuovere ‘The Age Of Nero’. L’intera band era allo stremo delle forze e ho ritenuto che fosse più che mai necessario allontanarsi dal music business per un po’. Negli ultimi tempi non avevamo fatto altro che saltare da un aereo ad un altro, da un palco ad un altro. Ho iniziato a chiedermi se quello era effettivamente ciò che volevo fare nella vita. Dopo tutto, ho fondato la band per scrivere canzoni, non per trascorrere ore in viaggio. Certamente, la dimensione live e i tour sono importanti per il nostro genere di musica, ma non desidero più trascorrere interi mesi lontano da casa”.
IN AUTUNNO AVETE PERÒ IN PROGRAMMA UN NUOVO TOUR EUROPEO…
“Sì, abbiamo pensato che fosse il caso di rifarci vedere dal vivo in concomitanza con la pubblicazione del disco. Ma dubito che seguiranno molte altre date live. Non è poi un caso che questo tour avvenga in Europa: è da sempre il nostro mercato principale ed è un territorio nel quale è facile spostarsi. Niente viaggi da venti ore o lunghi tempi morti”.
AVETE IN MENTE QUALCOSA DI SPECIALE PER QUESTI PROSSIMI CONCERTI?
“Ormai molti anni fa abbiamo deciso che ad un concerto dei Satyricon solo la musica debba essere protagonista. Se volete vedere draghi spuntare dal palco, è il caso che andiate a vedere un’altra band. Proviamo duramente prima di ogni tour e facciamo in modo che l’esecuzione e la presenza scenica sul palco siano di alto livello, tutto qui. Il concerto lo fanno le nostre canzoni e l’interazione con il pubblico”.
SIETE RIMASTI SU ROADRUNNER RECORDS, MENTRE TANTE ALTRE METAL BAND HANNO CERCATO ALTRE SISTEMAZIONI DOPO AVER APPRESO DELL’ABBANDONO DELLO STORICO VICE PRESIDENTE MONTE CONNER, OVVERO COLUI CHE AVEVA MESSO SOTTO CONTRATTO GRAN PARTE DEL ROSTER…
“Sì, so che in molti se ne sono andati, ma noi non ne abbiamo sentito la necessità. Ci è bastato parlare con i responsabili e capire se effettivamente avevano voglia di produrre e promuovere il nostro album. Ci hanno risposto di sì, abbiamo ricevuto garanzie adeguate e alla fine siamo rimasti. La Roadrunner rimane una grande etichetta. Tante band si lamentano, ma forse ciò avviene anche perchè loro stesse non sanno cosa vogliono o cosa aspettarsi…”.
VENIAMO ORA A “SATYRICON”, IL VOSTRO PRIMO NUOVO ALBUM IN CINQUE ANNI…
“È sicuramente un disco influenzato dalla pausa che ci siamo presi e dal nuovo modus operandi che vige in seno al gruppo. Nei mesi di stallo sono giunto alla conclusione che con ‘The Age Of Nero’ avessimo terminato un capitolo della carriera dei Satyricon: non volevo più comporre brani black metal facendo largo uso di strutture rock. Gli ultimi tre album si basavano su questa idea ed era tempo di cambiare. Inizialmente non sapevo in che direzione muovermi, ma dopo aver ricaricato le batterie le idee sono finalmente arrivate…”.
QUALI SONO QUINDI LE DIFFERENZE PRINCIPALI CHE INTERCORRONO TRA “SATYRICON” E GLI ULTIMI ALBUM DELLA BAND, SECONDO TE?
“Il nuovo lavoro è molto più dinamico dei precedenti. Ci tengo davvero a sottolineare questo aspetto: il disco è un continuo saliscendi di emozioni. Abbiamo lavorato molto sulle ritmiche e sul feeling di ogni pezzo. Nel complesso, credo che sia un’opera malinconica, ricca di atmosfera, ma sempre assolutamente black metal. Non esistono due brani identici all’interno del disco ed è impossibile scovare qualsiasi tipo di effetto ‘copia/incolla’ al suo interno. Abbiamo registrato in analogico e il risultato si sente”.
SPIEGACI QUESTA SCELTA…
“Trovo disgustose le produzioni musicali recenti. In qualsiasi campo… pop, metal… i dischi di oggi suonano in maniera così perfetta e asettica che mi risultano alieni. A quanto pare c’è chi gode a produrre musica che non abbia anima. Ho deciso che i Satyricon dovevano mandare un segnale forte in questo senso: abbiamo speso tantissimo per le registrazioni del nuovo album, ma ne è valsa la pena. Chiunque sia in possesso di uno stereo degno di questo nome potrà rendersi conto del feeling e dello spessore che ha il nostro nuovo album. È appunto un’opera molto dinamica, dove puoi sentire tutto il tocco dei musicisti coinvolti, libero da qualsiasi condizionamento tecnologico. Abbiamo prevalentemente registrato in una casa in mezzo ai boschi e spero che il risultato finale riesca ad influenzare altri musicisti, black metal e non. Siamo un gruppo noto e credo che sia nostra responsabilità tracciare la via e solleticare l’intelletto di chi ci segue”.
QUAL È IL PIÙ GRANDE COMPLIMENTO CHE VORRESTI RICEVERE PER “SATYRICON”?
“Chiaramente, mi piacerebbe che la gente notasse gli sforzi in sede di produzione. Tuttavia, desidero in primis che il disco venga visto come un’opera senza tempo, come uno di quegli album che davvero hanno qualcosa da dire. Si tratta di un lavoro che necessita di essere assimilato nella sua interezza; non è soltanto una raccolta di canzoni. È una sorta di viaggio nel quale si possono sperimentare vari tipi di emozioni, da quelle più aggressive a quelle più pacate e riflessive”.
PER QUALE MOTIVO AVETE OPTATO PER IL TITOLO “SATYRICON”?
“Credo che questo sia il disco perfetto per rappresentare l’attitudine e l’arte dei Satyricon. Non avrebbe avuto senso pubblicare un album omonimo all’inizio della nostra carriera, quando non eravamo ancora maturi. ‘Satyricon’ contiene tutti i classici trademark della band, elevati all’ennesima potenza”.
IL BRANO “PHOENIX” È DESTINATO A FAR SCALPORE, VISTO CHE VEDE LA PARTECIPAZIONE DI SIVERT HOYEM, EX CANTANTE DEI MADRUGADA. RACCONTACI COME È NATA QUESTA COLLABORAZIONE…
“Sivert Høyem è un artista piuttosto noto in Norvegia e spesse volte l’ho sentito menzionare il suo interesse per il black metal. Alcuni dei suoi brani sono addirittura influenzati da quest’ultimo, almeno a livello di arrangiamenti. Ho pensato che provare a scrivere un brano per la sua voce sarebbe stata una sfida interessante, così mi sono messo in contatto con lui e abbiamo iniziato a lavorare al progetto. È quindi nato ‘Phoenix’, un pezzo che ad un ascolto distratto può suonare atipico per i Satyricon, ma che in realtà possiede una forte impronta black metal”.
LA VOCE PULITA DI SIVERT GETTERÀ NEL PANICO I COSIDDETTI PURISTI…
“Coloro a cui ti riferisci non sono puristi, secondo me. Io sono un vero purista. Il black metal è nato per sfidare i luoghi comuni e per risultare destabilizzante. E questo è ciò che faccio io. Chi sfrutta all’infinito formule che erano già abusate venti anni fa non è un vero black metaller e non è un vero artista. Una persona come Tom G. Warrior è un purista… qualcuno che ha davvero fatto qualcosa per il metal estremo e che ha dimostrato che non vi erano limiti per interpretarlo. Al contrario, chi si trucca e recita una parte non è reale ai miei occhi e non merita alcuna considerazione”.
COME DEFINIRESTI IL FAN TIPO DEI SATYRICON?
“Il nostro ascoltatore ideale è una persona che rispetta e comprende le esigenze di un artista. È qualcuno che si aspetta un’evoluzione logica e coerente da parte nostra e che sa che esistono diversi modi per trasmettere un’emozione. Sa che dai Satyricon deve sempre aspettarsi del black metal che guarda avanti e che non vive nel passato”.
DOVE CONTINUI A TROVARE STIMOLI E ISPIRAZIONE DOPO VENT’ANNI DI CARRIERA?
“Comporre e suonare musica è ciò che faccio. Credo di essere nato per questo. Ho sempre avuto un approccio molto progressista in tema di composizione, quindi non sono mai arrivato al punto di trovarmi annoiato dalla mia stessa musica. Puoi sentire questa mia attitudine chiaramente se ascolti l’intera nostra discografia in ordine cronologico. Amo passare ore in studio, amo comporre e sperimentare… è per questo che trovo i tour indigesti oggigiorno. Sono troppo lunghi ed estenuanti e mi impediscono di dedicarmi a ciò che realmente desidero fare per il gruppo”.
IL TUO AMICO PHIL ANSELMO HA DI RECENTE PUBBLICATO UN ALBUM SOLISTA. TI CI VEDI A FARE LO STESSO, UN GIORNO?
“Era un pensiero che avevo qualche anno fa, ma che ho accantonato quando gli impegni dei Satyricon sono diventati sempre più pressanti. Come ti dicevo, ho dato un taglio a certe attività della band perchè desidero avere maggior tempo a mia disposizione. Se in questo momento mi dedicassi ad un album solista o ad un altro progetto, tornerei al punto di partenza e mi ritroverei in una situazione poco salutare. Mai dire mai, ma per ora non trovo che sia un’idea concretizzabile”.
INFINE, COME PROCEDE LA TUA ATTIVITÀ DI VINICOLTORE?
“Molto bene. Ho già prodotto quattro vini, fra Italia e Francia, ed è un’attività ed un business che mi intriga molto. Sono un grande appassionato di vino e questa è certamente una delle cose che più amo fare quando non sono impegnato con il gruppo”.