Sono italiani e sono uno dei gruppi che, anno dopo anno e album dopo album, sta migliorando e progredendo nella lenta scalata verso il successo che il nuovo mondo musicale impone. Sono i Sawthis, e amano creare canzoni piene di groove, violenza e tanta melodia, con una particolare attenzione alle linee vocali. Il nostro portale ha recensito positivamente tutte le fatiche del gruppo che, con la pubblicazione del nuovo album “Youniverse”, si è data un’accelerazione verso la fama. Siamo tornati quindi in casa Sawthis per conoscere la genesi dell’album e ciò che riserva loro il futuro, parlando con il batterista e compositore Michele Melchiorre. Ecco il reportage della nostra chiacchierata!
ALLORA, COM’È ANDATO IL RELEASE PARTY NELLA VOSTRA TERRA, L’ABRUZZO?
“Benissimo! L’accoglienza è stata calorosissima e cogliamo l’occasione per ringraziare tutti: non era affatto scontato. La promozione del nostro precedente album ‘Egod’ ci ha tenuto lontani dall’Italia essendosi concentrata principalmente in Europa ed era qualche anno che non suonavamo nella nostra città. Per questo motivo si respirava un’aria carica di adrenalina che, fortunatamente, siamo riusciti ad incanalare in modo positivo. È stato bellissimo”.
RACCONTATECI COSA È SUCCESSO DOPO LA PUBBLICAZIONE DI “EGOD”, UN LAVORO CHE GIÀ VI AVEVA SEGNALATO COME MERITEVOLI NEL GRUPPO DELLE BAND ITALIANE EMERGENTI.
“Abbiamo ampiamente promosso ‘Egod’ grazie a due tour europei, come open-act di Vader, nel ‘Blitzkrieg-V tour 2011’, e Sepultura, nel ‘Kairos East European Tour 2012’, che ci hanno dato una grande visibilità. Inoltre abbiamo suonato in alcuni festival europei (uno su tutti: lo ‘Spirit Of Burgas’, Bulgaria, con Korn e Prodigy) insieme a nomi blasonati della scena internazionale. Questo ci ha tenuto occupati oltre le nostre previsioni ma siamo comunque riusciti a completare la stesura di ‘Youniverse’, il nostro nuovo album, che ha visto la luce in breve tempo”.
VUOI PARLARCI DI COME SIETE ARRIVATI ALLA SCELTA DI FARE UN CONCEPT ALBUM E INTRODURCI QUINDI COSA VOLETE DIRCI CON “YOUNIVERSE”?
“L’idea, ambiziosa, di fare un concept album è stata del nostro cantante Alessandro che ha scelto il tema e ne ha curato tutti gli aspetti. Certo, trattare questo tema (la sindrome da personalità multiple), elencando un tot di ‘casi patologici’, per quanto intrigante, ci sembrava piuttosto sterile, così abbiamo lavorato per dare un’accezione ‘positiva’ al concept trasformando la patologia in un percorso, intimo ed individuale, che espone al dolore, alla paura, alla solitudine ma che, alla fine, porta ad una profonda conoscenza di se stessi, del ‘Tuo Universo’, appunto: ecco perché ‘Youniverse’. Il messaggio che ne risulta è molto semplice: non omologarti per essere accettato ma coltiva ciò che ti rende irripetibile. Non sei malato: sei unico!”.
SINDROME DA PERSONALITÀ MULTIPLA: NON TROVI CHE PROPRIO L’UNIVERSO PERSONALE CHE OGNUNO DI NOI SI CREA PER VIVERE, IL PROPRIO ECOSISTEMA, POSSA ESSERE LA CAUSA DELLE GRANDI CRISI DI RAPPRESENTATIVITÀ CHE VIVONO TUTTE LE ASSOCIAZIONI, POLITICHE, CULTURALI E VIA DICENDO?
“Bellissima domanda! Sì, probabilmente lo è: ogni ambito che hai elencato (politico, culturale, ma anche economico, sociale, religioso), aggrega e sintetizza gli individui in macro-gruppi con specifici requisiti senza i quali è preclusa l’integrazione in quel ‘gruppo’. Ma se in noi ci sono degli aspetti che nessun ambito sopraelencato contempla? Dobbiamo reprimerli o esternarli? Per me la risposta, per quanto banale possa sembrare, è questa: sta a noi armonizzare le pulsioni egoistiche ed altruistiche che ci animano (entrambe fisiologiche e legittime), senza reprimerle o sacrificare le une in funzione delle altre. Il vero conflitto è dentro di noi e, risolto quello, smetteremo anche di affidarci a fantomatici ‘uomini della provvidenza’ di cui la cronaca offre ancora catastrofici esempi. ‘Beato il popolo che non ha bisogno di eroi’, scrive Bertolt Brecht”.
QUELLA PILLOLA BIANCOBLÙ CHE IL CANTANTE PORGE IN FAVORE DELL’OBIETTIVO IN UNA DELLE FOTO PROMOZIONALI COSA STA A SIGNIFICARE? C’ENTRANO LE FAMOSE PILLOLE DI MATRIX?
“No, ma la morale è simile; cerco di spiegarlo meglio: in Matrix, le pillole erano due e rappresentavano il libero arbitro: ‘scegli se sapere (pillola rossa), o non sapere ma vivere meglio (pillola blu)’. La pillola di ‘Youniverse’ invece, è una provocazione perché è l’ostentazione della malattia. Il messaggio è: se non conformarsi significa essere pazzi, noi siamo pazzi. Ma noi ‘scegliamo’ di indagare e non ci accontentiamo di alcuna spiegazione preconfezionata. In questo, la nostra ‘scelta’, è la stessa di Neo”.
A LIVELLO DI PRODUZIONE, ARRANGIAMENTO E PROGRESSO IN FASE DI SCRITTURA, QUALI ERRORI/IMPERFEZIONI AVETE COLTO SU “EGOD” E CHE QUINDI AVETE CERCATO DI NON FARE SU QUESTO NUOVO LAVORO?
“‘Egod’ fu un album molto ambizioso. Un ibrido di influenze diversissime. Volevamo ibridare la nostra formula con nuove influenze e il risultato fu ‘Egod’: un album fondamentalmente eclettico. Una vera e propria sfida. ‘Youniverse’ beneficia di questa sperimentazione ma in una veste carica di feeling e un approccio molto più live-oriented. Siamo passati da un album iper-prodotto, com’era ‘Egod’, a ‘Youniverse’, un album quasi naif, liberatorio, organico come mai prima, che ci ha dato molti stimoli nuovi ed una padronanza di ‘linguaggio’ che non rende improprio parlare di ‘trademark Sawthis’. Come vedi però, non c’è nulla di premeditato in tutto ciò: credo piuttosto che il legame tra questi due album stia nel fatto che l’uno è la reazione dall’altro. In questo sono inscindibili. Ma non saprei descrivere ‘Youniverse’ meglio di quanto tu abbia già fatto nella tua recensione”.
NELLA RECENSIONE ABBIAMO FATTO QUALCHE RIFERIMENTO STILISTICO IN TERMINI DI PARAGONE A GRUPPI SVEDESI COME THE HAUNTED E SOILWORK. DETTO CHE I PARAGONI SONO LA RAPPRESENTAZIONE PIÙ IMMEDIATA DELLA MUSICA DI UN GRUPPO DA SCOPRIRE PER MOLTI FAN, COSA NE PENSATE DEGLI ACCOSTAMENTI?
“Come descrivere un album usando le parole? Impossibile! Infatti vi ammiro moltissimo per questa vostra capacità descrittiva. Le band da te citate sono band che ascoltiamo e con cui abbiamo anche condiviso il palco, quindi è probabile che ci siano dei punti di contatto. Forse le atmosfere sabbathiane dei The Haunted (del corso ‘The Dead Dies’) potrebbero essere accostabili ad alcuni episodi di ‘Egod’, mentre il paragone coi Soilwork è plausibile per la frequente presenza di soluzioni armoniche in ‘Youniverse’. I Soilwork però, usano le armonie per creare tappeti atmosferici di supporto alle linee vocali, mentre in ‘Youniverse’ il contesto armonico è esso stesso una ‘voce’ perché sempre in primo piano. Questo rende molto diversi i due risultati, per cui non direi che ci siano dei parallelismi stilistici. Chiaramente potrei anche sbagliarmi ma, in conclusione, direi che sicuramente ci accomuna lo stesso background. Questo però è normale: cambiano le parole, i concetti e le sensibilità ma non l’alfabeto”.
COME NASCE UNA CANZONE DEI SAWHIS? COM’È CHE LE ANIME GROOVE, AGGRESSIVE E MELODICHE SI FONDONO PER DARE VITA ALLE VOSTRE CANZONI?
“Nascono sempre da una idea portante, una melodia, uno spunto vocale o anche ritmico, attorno al quale viene sviluppata la canzone. La struttura del brano può evolversi in continuità con l’idea portante, sviscerandone tutte le caratteristiche in modo progressivo (ad esempio in ‘The Spotlight’, in ‘The Impure Soul’ o in ‘The Disturbed’, o in antitesi, accostando ad essa soluzioni per contrasto (come accade in ‘The Mad’, in ‘The Voice Falls On Me’ o in ‘The Walking’). Questo processo, mai lineare, risulta sempre stimolante e impegnativo ed ha come unico fine quello di valorizzare le potenzialità espressive delle idee depurandole del superfluo”.
PERCHÉ L’OSPITATA DI ROB CAVESTANY SULL’ALBUM? PERCHÉ AGGIUNGERE UN SOLO DI CHITARRA, SEBBENE PROVENIENTE DA UN NOME ALTISONANTE, AD UN ALBUM GIÀ OTTIMO PER ARRANGIAMENTI COME IL VOSTRO? NON TROVI CHE SIA SOLO UNA OPERAZIONE SPENDIBILE DAL PUNTO DI VISTA COMMERCIALE?
“Ogni nostra release deve essere perfetta (compatibilmente con i nostri limiti) e non rischieremmo mai di inficiarla per un’operazione di marketing. Mai! Avevamo solo una gran voglia di verificare la versatilità di ‘Youniverse’ arricchendolo con un tocco diverso. Così abbiamo pensato di usare ‘The Disturbed’ per una collaborazione. Rob, oltre ad aver accolto il nostro invito con un entusiasmo che ci onora, ha interpretato il suo solo con una classe ed un’eleganza che, più di tante parole, dimostrano la genuinità della collaborazione”.
A TAL PROPOSITO, COSA HA PORTATO PROPRIO IN SENO COMPOSITIVO L’ENTRATA NEL GRUPPO DEL NUOVO CHITARRISTA?
“Janos (il nuovo chitarrista) è entrato nella line-up troppo tardi per influenzare la stesura di ‘Youniverse’ ma ha comunque impreziosito il risultato finale con escursioni soliste, a mio parere ispiratissime, che segnano un’altra grande differenza tra ‘Youniverse’ ed i nostri precedenti albums. ‘Youniverse’ è l’album in cui sono presenti più assoli e, gli stessi refrain, in alcuni casi (penso a ‘The Switch’ o a ‘The Walking’), presentano partiture che fungono sia da arrangiamento che da vero e proprio solo. Questo è del tutto inedito per noi. Quindi diciamo che Janos ha sicuramente arricchito la rosa di soluzioni da cui attingere in futuro”.
AVETE UNA PERCEZIONE DI COME LE INFLUENZE DEI GRUPPI MAGGIORI, SPECIE QUELLI CON I QUALI AVETE CONDIVISO IL PALCO, DIRETTAMENTE O INDIRETTAMENTE VADANO A FARE PARTE DEL VOSTRO SUONO FINALE?
“Impossibile! Forse a volte, dopo molto tempo, si realizza la fonte di ispirazione. Le influenze sono ciò che si sedimenta degli ascolti e, mentre per un ascoltatore il rimando all’originale può essere lampante, ciò non accade a chi quel brano l’ha composto. Altrimenti come si potrebbe credere alla buona fede di alcuni, clamorosi, plagi nella storia della musica? ‘Youniverse’ poi presenta elementi caratteristici e sempre ben definiti: in un contesto simile, è quasi impossibile non notare eventuali rimandi a canzoni già edite. Al contrario, credo che ‘Youniverse’, sia riuscito ad ampliare, senza renderlo derivativo ne stravolgerlo, il nostro trademark. Ciò non toglie che il rischio sia sempre dietro l’angolo e chiunque compone vi si espone”.
UN BUON ALBUM, ANCHE DUE DI FILA MOLTE VOLTE, NON IMPLICANO CHE IL GRUPPO SIA DESTINATO AD ASCENDERE NEL PANORAMA MUSICALE, STANTE IL PROFLUVIO DI (BUONE, OTTIME) PUBBLICAZIONI DEGLI ULTIMI ANNI. COSA INTENDETE FARE QUINDI PER RIMANERE SULLA CRESTA DELL’ONDA NEL LUNGO PERIODO?
“Perché, siamo sulla cresta dell’onda? Mi sono perso qualcosa? Mi hai fatto pensare ad una frase bellissima che dice: ‘C’è la rivoluzione e non so cosa mettermi!’. Che gli altri del gruppo abbiano clonato la mia carta di credito lo escluderei, perché non ce l’ho! Diciamo che l’unica cosa che ci interessa è portare la nostra musica in giro per il mondo, non importa se di fronte a quindici o quindicimila persone. Poi puntare al consenso e al successo significa prefiggersi obiettivi effimeri perché decretati da un fragilissimo ‘mi piace’. Un ‘mi piace’ ha una componente irrazionale che lo rende insuperabile e impossibile da codificare. Quindi, posto che il segreto del successo è una chimera, non resta che trarre il massimo della felicità da questa passione. Per il resto, vedremo cosa ci riserverà il futuro”.
AVETE IN MENTE DI GIRARE UN VIDEO? SE SÌ: PER QUALE CANZONE, E COME PENSATE DI RAPPRESENTARE PROPRIO NEL VIDEO IL CONCETTO DI “YOUNIVERSE”?
“Assolutamente sì! In realtà ci piacerebbe girarne più di uno ma non so se sarà possibile. Il brano scelto per il primo video è ‘The Crowded Room’ per la sua musicalità e per la capacità di sintetizzare molte delle caratteristiche di ‘Youniverse’. Le registrazioni del video dovrebbero iniziare entro il prossimo mese. In questi giorni stiamo completando la sceneggiatura e quindi, a breve, saremo in grado di stilare un calendario verosimile delle varie tempistiche. Vi aggiorneremo in tempo reale!”.
A COSA È DOVUTO IL CAMBIO DI LABEL, DA SCARLET A BAKERTEAM? NON HANNO CREDUTO IN VOI PER QUESTO NUOVO ALBUM?
“È semplicemente successo che la Scarlet si è ‘splittata’ in due label la cui differenza è, essenzialmente, il roster. Lo staff che ha gestito la promozione di ‘Egod’ è vivo e vegeto e, grazie a opportuni nuovi innesti, sta promuovendo molto bene ‘Youniverse’. La Bakerteam Records è quanto di meglio potessero architettare per valorizzare l’intero roster a seconda delle aspettative e delle ambizioni reciproche. Grazie alla Bakerteam, i ragazzi sono riusciti a razionalizzare le loro mansioni, garantendo un miglioramento gestionale che conviene a tutti. Come diceva sempre Maradona dopo le analisi anti-doping: ‘Il risultato è… positivo!'”.
COME AVETE IN MENTE DI PROMUOVERE L’ALBUM? ESISTE UN PROGRAMMA DI UN TOUR ESTESO?
“Anche questo è in pianificazione in questi giorni. Ma dato che ci è appena saltato un tour cinque minuti prima di annunciarlo, ci andremo con le pinze prima di confermare le date. Non vogliamo né illudere né deludere nessuno, e non ci piace passare per millantatori. Speriamo solo di chiudere il discorso tour il prima possibile perché ‘Youniverse’ necessita della migliore esposizione che siamo in grado di offrirgli. Faremo il possibile per suonare in ogni buco del globo munito di corrente elettrica”.
A VOI LE ULTIME PAROLE DELL’INTERVISTA.
“Prima di tutto ringrazio te, Claudio, per questa ampia e bellissima chiacchierata (spero di essere stato esaustivo) e tutto lo staff di Metalitalia.com per il supporto che dà, da sempre, alla scena italiana. L’Italia è piena di ottime realtà che hanno soltanto bisogno di una possibilità. Ringrazio anche i vostri lettori e tutti i ragazzi che ci onorano del loro supporto. In fine, ai ragazzi e le ragazze che ancora non ci conoscono, dico: il 30 settembre è uscito il nostro nuovo album ‘Youniverse’, buttateci un orecchio! Magari troverete una quarantina di minuti di musica che vi farà stare bene. Per il resto ci vediamo on stage o di fronte ad uno spillatore! Stay Sawthis! CHECK YOUR HATE!”.