In pochi nell’heavy metal sono riusciti a raggiungere i numeri ed i traguardi ottenuti dai britannici Saxon: diciannove album in studio sono un traguardo considerevole considerata anche la qualità media degli episodi che compongono la sterminata discografia del quintetto inglese. Abbiamo avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con Biff Byford durante la calata italica della band a Milano: seppur accompagnata da una serie interminabile di sbadigli di Biff, l’intervista si è conclusa nel migliore dei modi anche grazie alla gentilezza ed affabilità che da sempre contraddistingue il carismatico leader dei Saxon. Eccovi quanto siamo riusciti a raccogliere durante i quindici minuti in cui ci siamo intrattenuti con lo storico leader della band, unico sopravvissuto insieme a Paul Quinn della line-up originale della band.
CIAO BIFF, BENVENUTO SU METALITALIA.COM. FACCIO UN PASSO INDIETRO TORNANDO A “INTO THE LABYRINTH”: TI RITIENI ANCORA SODDISFATTO DEL RISULTATO OTTENUTO? C’E’ QUALCOSA CHE RIPENSANDOCI NON TI HA CONVINTO APPIENO?
“Sì, penso che sia tutt’ora un album fantastico, ci sono un sacco di ottime canzoni che ricordo con piacere. Per il nuovo album abbiamo però voluto virare verso qualcosa di più classico, qualcosa meno heavy e pesante rispetto a ‘Into the Labyrinth'”.
COSA VI HA SPINTO A QUESTO CAMBIAMENTO? C’ERA QUALCOSA NEL PRECEDENTE LAVORO CHE NON VI E’ PIACIUTO?
“No, non c’era nulla che non andava nell’album precedente: abbiamo semplicemente cercato di ottenere un suono più diretto e semplice, meno bombastico. Penso che il risultato sia veramente ottimo, il suono è puro e sembra venire direttamente dal cuore. Sicuramente sul risultato finale ha influito anche il team con cui abbiamo lavorato nella fase di registrazione dell’album”.
OK BIFF, INIZIAMO A PARLARE DEL NUOVO ALBUM, IL VOSTRO DICIANNOVESIMO IN STUDIO… AVETE ANCORA LA FORZA DI CONTARLI?
“Beh, no, ormai siete voi giornalisti a tenere il conto anche per noi (risate generali, ndR)”.
PENSO CHE SIA UN TRAGUARDO CHE IN POCHI NEL MONDO DELL’HEAVY METAL SIANO RIUSCITI A RAGGIUNGERE…
“Sì, ogni tanto ci penso e non so chi possa averne registrati più di noi… (pensa, ndR). Beh, forse solo gli Iron Maiden”.
SI’, PENSO DI SI’ ANCHE SE SONO QUASI CERTO CHE NON HANNO SUPERATO LA QUINDICINA…
“Ovviamente è una cosa che ci fa piacere e non vediamo l’ora di arrivare a quota venti a questo punto”.
UNA DELLE MAGGIORI DIFFERENZE CHE ABBIAMO RISCONTRATO NEL NUOVO ALBUM E’ SICURAMENTE LA PRODUZIONE: COME AVETE LAVORATO DA QUESTO PUNTO DI VISTA?
“Abbiamo registrato il nuovo album in due studio differenti. La batteria è stato il primo strumento ad essere registrato: abbiamo optato per una registrazione più diretta, prettamente live. Poi siamo passati a registrare le chitarre ritmiche: si è trattato di uno step veramente veloce, quasi un one-take. Penso che Paul e Doug abbiamo fatto un ottimo lavoro: il suono delle chitarre è generalmente più blues, rock e meno heavy metal. Abbiamo inviato il lavoro ad un ragazzo in Canada per il mixing finale: ha fatto un ottimo lavoro, siamo rimasti molto soddisfatti del risultato ottenuto”.
SAPPIAMO CHE UN PAIO DI TRACCE DEL NUOVO LAVORO SONO STATE UTILIZZATE COME SOUNDTRACK DEL NUOVO FILM “HYBRID THEORY”: COME SIETE ENTRATI IN CONTATTO CON IL TEAM DI PRODUZIONE DEL FILM?
“Ci ha contattati il produttore (Lionel Hicks, ndR) dicendoci che era interessato ad inserire dei nostri pezzi nella loro opera: a questo punto abbiamo deciso di scrivere due nuovi brani per l’occasione”.
IL FILM E’ GIA’ USCITO?
“No, inizieranno a girarlo a Giugno, non sarà nelle sale fino al prossimo anno”.
ABBIAMO SAPUTO CHE IL NUOVO ALBUM HA SUBITO NUOVAMENTE DI RITARDI: A COSA SONO DOVUTI?
“Sì, è già la seconda volta che dobbiamo ritardare l’uscita del lavoro: inizialmente abbiamo avuto dei ritardi per via delle condizioni meteo, poi altri ritardi si sono accumulati quando abbiamo deciso di inserire una versione remixata della nostra prima esibizione a Castle Donington come bonus DVD per la limited edition. Tutto ciò ci ha spinto sempre più avanti con la data di pubblicazione”.
QUINDI SI TRATTA DI UN’EDIZIONE VIDEO?
“No, si tratta di un’edizione esclusivamente audio, l’audio è stato completamente rimasterizzato e remixato dai nastri originali che contenevano la registrazione. Non so perché abbiano scelto come supporto un DVD, forse per via del mixing multi-canale, ma non ne sono sicuro”.
IN QUALE MOMENTO DELLA VOSTRA CARRIERA AVETE CAPITO DI AVER REALIZZATO IL VOSTRO SOGNO DI ESSERE MUSICISTI PROFESSIONISTI?
“Penso che fosse il 1980, quando è uscito ‘Wheels of Steel’. C’era un movimento molto forte, non solo per i Saxon. Sì, il 1980 è stato un grande anno per noi, per i Maiden, Priest, Whitesnake, Motorhead, Rainbow… tutti loro in quegli anni hanno dato alle stampe i loro album migliori”.
REALIZZATE UN ALBUM QUASI OGNI DUE ANNI, DA DOVE PRENDETE ISPIRAZIONE?
“Penso che per il nuovo album l’ispirazione sia arrivata più dai classici inni verso la classe lavoratrice come ‘Never Surrender’ e ‘Backs To The Wall’. Potrei dire che è un album nato dall’ispirazione per la vita di tutti i giorni oltre che, ovviamente, dalla storia”.
SEI QUINDI UN APPASSIONATO LETTORE DI LIBRI STORICI?
“Sì, leggo moltissimi libri di storia oltre che ovviamente film che trattano di argomenti storici. La storia è una buona cosa”.
NELLA STORIA DEL SAXON TI SEI SEMPRE OCCUPATO SOLO DEI TESTI O HAI ANCHE AIUTATO LA BAND NELLA COMPOSIZIONE DELLE PARTI STRUMENTALI?
“Ogni tanto mi occupo anche delle parti strumentali: solitamente mi occupo della fase di arrangiamento dei pezzi. Quando i ragazzi arrivano con il loro carico di riff, io mi occupo di metterli insieme e di farli funzionare per formare una canzone. A questo punto mi occupo di scrivere i testi. Ognuno nella band fa qualcosa per la creazione dell’album”.
BIFF, PARLIAMO UN PO’ DELLA TUA BIOGRAFIA: PER QUANTO TEMPO CI HAI LAVORATO ED IN CHE MODO HAI COLLABORATO CON L’AUTORE JOHN TUCKER?
“Ho iniziato a scrivere la mia biografia prima che incontrassi John: quando abbiamo iniziato a collaborare insieme abbiamo impiegato circa due mesi per mettere a fuoco alcuni dettagli e rifinire il tutto. Si è trattato di un periodo abbastanza lungo anche se, ovviamente, non ci siamo sentiti tutti i giorni. Ci abbiamo lavorato nel 2007 e dopo la sua pubblicazione abbiamo iniziato a lavorare sulle varie traduzioni, tra cui anche quella italiana”.
HAI VIAGGIATO IN TUTTO IL MONDO, REGISTRATO UN FILM (HEAVY METAL THUNDER) E SCRITTO LA TUA AUTO-BIOGRAFIA: COSA CREDI CHE MANCHI DAVVERO NELLA CARRIERA DEI SAXON PER CONCLUDERE IN BELLEZZA?
“Il prossimo anno faremo un concerto con l’orchestra, sarà la nostra prima volta e sinceramente non so se sia una buona cosa… forse sì, forse no. Penso che comunque dovremmo fare un tentativo”.
FARETE UNA SOLA DATA O DARETE SPAZIO AD UN TOUR PIU’ ESTESO?
“Non lo sappiamo ancora, staremo a vedere. La prima data verrà immortalata anche in formato video, vedremo come verrà accolto questo esperimento”.
LO REGISTRERETE CON L’AUSILIO DELLA POLISH PHILHARMONIC ORCHESTRA?
“Non abbiamo ancora fatto una scelta definitiva, possiamo scegliere tra tre o quattro orchestre. Il luogo dell’esibizione sarà quasi sicuramente Praga o Varsavia”.
DURANTE LA VOSTRA CARRIERA AVETE MAI SUONATO CON UNA BAND CHE SECONDO VOI PUO’ PRENDERE LA VOSTRA EREDITA’?
“Abbiamo suonato con ottime band nel corso degli anni: questa sera ci saranno con noi i Vanderbuyst e i Crimes of Passion, due ottime band. A fare la differenza, come sempre, sono le canzoni vere e proprie, la capacità di scrivere belle canzoni che ti rimangano in testa. Noi e gli Iron Maiden ai tempi abbiamo avuto anche la fortuna di ottenere molti passaggi in radio e la cosa ci ha aiutato moltissimo. Senza delle belle melodie e delle belle canzoni non ce l’avremmo fatta. Bisogna dare del tempo a queste giovani bands per far sì che maturino”.
PENSI CHE LA VOSTRA CARRIERA SAREBBE POTUTA ESSERE MIGLIORE CON DELLE SCELTE DIFFERENTI DI MARKETING NEL CORSO DEGLI ANNI?
“Mmm, non saprei, è difficile guardarsi indietro e pensare a come sarebbe potuto essere il tuo futuro con delle scelte differenti. Penso che nel corso degli anni abbiamo fatto delle buone scelte e anche quando il mercato musicale in ambiente rock è cambiato penso che nessuno potesse farci nulla. Quando a fine anni ottanta è scoppiato il fenomeno grunge con bands come Nirvana e Pearl Jam l’intera industria discografica ha cambiato atteggiamento. Penso che la nostra forza sia stata quella di non cambiare, di rimanere true e direi che ci ha dato ragione”.
NELLA TUA DECENNALE CARRIERA QUAL E’ IL MOMENTO CHE RICORDI CON PIU’ PIACERE?
“In generale penso che siano gli anni ottanta anche se non posso fare a meno di accostargli quest’ultimo periodo. In questo tour abbiamo fatto delle date sold-out e non posso negare che la cosa mi faccia molto piacere. E’ interessante in questi anni vedere molti dei nostri vecchi fans insieme alle nuove generazioni o magari vecchi fans portare i loro figli ai concerti. E’ una cosa che ci inorgoglisce”.
NON HAI MAI PENSATO A METTERE IN PIEDI UN “BIG4” DELLA NWOBHM?
“No, però sarebbe una bella idea. In Spagna abbiamo fatto delle date Priest-Motorhead-Saxon e sono state splendide. Penso che sarebbe una bella cosa, soprattutto per i fans. Magari qualcosa come Maiden, Saxon, Praying Mantis ed Angel Witch”.