Quando si prende in mano un catalogo di una etichetta e ci si accorge che sta per tornare un nome leggendario del passato, le reazioni sono sempre fra l’incuriosito e il chi va là. Eppure è difficile sbagliare, quando dietro a un moniker importante come quello che portano gli Scald si nascondono dei musicisti davvero innamorati dell’heavy metal nella sua versione più epica e tinta di cupezza, anche se qualche dubbio rimaneva circa chi avrebbe dovuto prendere il posto di Agyl, il leggendario cantante e fondatore della band, scomparso nel 1997 in circostanze mai del tutto chiarite.
Eppure eccoci qui, con una specie di miracolo, perché “Ancient Doom Metal”, uscito la scorsa estate con dietro al microfono Felipe Plaza dei Deströyer 666, ci è da subito sembrata la giusta continuazione del capolavoro “Will Of The Gods Is A Great Power”.
È quindi con piacere che abbiamo fatto qualche domanda al bassista Velingor, che ci ha restituito il racconto di una scena musicale in fermento e, soprattutto, una passione di quelle che non si spengono mai e restano a covare sotto alle ceneri, in attesa di essere riattizzate da un soffio di vento del Nord. Buona lettura!
CIAO VELINGOR, BENVENUTO SU METALITALIA.COM. PUOI RACCONTARCI LA STORIA DEL VOSTRO RITORNO SULLE SCENE, PARTENDO DALLA NON FACILE SCELTA DEL NUOVO CANTANTE?
– Conoscevo Felipe molto prima che si pensasse alla reunion. Intorno al 2015 scoprii una cover di “Night Sky” degli Scald fatta da una band chiamata Procession e ne rimasi davvero colpito, così mi misi in contatto con il cantante – Felipe. A volte ci parlavamo, ma non spesso.
L’idea della reunion fu proposta da una nostra amica, ora manager della band, Tatiana Krylova, ma all’inizio non avevamo piani definiti, era più un “riuniamoci e vediamo cosa succede“, ma appena postammo una foto di tutti e quattro i membri della band su Facebook, ricevemmo un’offerta per suonare al festival Hammer of Doom in Germania. È stata letteralmente questione di poche ore!
È successo così velocemente che la domanda su chi sarebbe stato il cantante ci ha lasciato un po’ perplessi, ma il problema è stato subito risolto per noi da Oliver, l’organizzatore del festival Hammer of Doom. Disse che Felipe dei Procession sarebbe stata la scelta perfetta, perché era un fan devoto degli Scald da molto tempo e il suo timbro era molto simile a quello di Agyl. Parlammo con Felipe di persona a Mosca all’inizio del 2019, nel backstage di un concerto dei Deströyer 666: a quel punto aveva già accettato la nostra proposta di suonare all’Hammer of Doom, ma c’erano alcuni dettagli da discutere.
Fu anche il momento cruciale in cui Harald (chitarrista della band, ndr) propose di non fermarsi solo a quel concerto, ma di continuare e creare un nuovo album. Felipe accettò felicemente di essere anche la voce sul nuovo disco, ma prima di tutto, dovevamo ricordare e quasi reimparare il nostro primo album, “Will Of The Gods Is Great Power”. Dopotutto, non lo avevamo più suonato insieme da oltre vent’anni, e Felipe non aveva mai eseguito queste canzoni dal vivo!
Inoltre decidemmo in quell’occasione di presentare una nuova canzone direttamente al festival, per far sapere ai fan che gli Scald erano tornati per restare. È così che è nata “There Flies Our Wail!”, pubblicata come singolo dalla High Roller Records poco dopo.
Il festival fu un enorme successo, la gente cantava insieme a noi e ci sentimmo perfettamente a nostro agio di nuovo sul palco insieme. Dopo questa fase, abbiamo iniziato a comporre i brani per il nuovo album: eravamo davvero tornati e nulla, nemmeno la pandemia, poteva fermarci ormai!
COME SIETE ENTRATI IN CONTATTO CON LO STAFF DELLA HIGH ROLLER RECORDS? IL LORO SUPPORTO È STATO ESSENZIALE PER LA PUBBLICAZIONE DI “ANCIENT DOOM METAL”?
– Fu Felipe a consigliarci questa etichetta. I suoi album con i Procession erano già stati pubblicati lì, e ci assicurò che la High Roller Records era un’etichetta con un’ottima reputazione, che mantiene sempre i suoi impegni e offre buone condizioni alle band. Abbiamo anche ricevuto feedback positivi da alcuni nostri amici tedeschi che lavorano con HRR da molti anni.
Così nel 2021 l’etichetta ha pubblicato l’EP “There Flies Our Wail!” e contemporaneamente una ristampa di “Will Of The Gods Is Great Power”. Devo dire che questa riedizione è sicuramente la migliore, sia in termini di design che di distribuzione. Sapevamo subito di aver fatto la scelta giusta e siamo felici di lavorare con High Roller Records.
PARLANDO DELL’ALBUM: ASCOLTANDOLO, SEMBRA ESSERE LA GIUSTA CONTINUAZIONE DI “WILL OF THE GODS IS A GREAT POWER.” TUTTE LE CANZONI SONO STATE SCRITTE NEGLI ULTIMI ANNI? O AVETE USATO IDEE DEL VOSTRO PERIODO ATTIVO NEGLI ANNI ’90?
– Beh, la nostra idea iniziale era di rimanere fedeli al nostro stile, quindi “Ancient Doom Metal” doveva essere nello stesso stile del nostro debutto.
Ma, allo stesso tempo, in tutti questi anni siamo diventati più esperti musicalmente e abbiamo anche assorbito nuove influenze musicali che non avevamo negli anni ’90. Pertanto, sentiamo che “Ancient Doom Metal” è un album più maturo rispetto a “Will Of The Gods Is Great Power”; forse è per questo che alcune recensioni dicono che “Will of the Gods…” era più ‘vero epic doom’ rispetto al nuovo album, ma siamo tutti molto soddisfatti del risultato.
Per rispondere al resto della domanda, non sono state utilizzate vecchie idee degli anni ’90 su questo album: tutte le canzoni sono state composte tra il 2020 e il 2023, con l’eccezione di “The Master Of The Lake” che risale al 2018. In origine era destinata a una canzone degli Intothecrypt, il progetto studio che ho con Harald e Ottar (batterista della band, ndr), ma l’abbiamo riarrangiata per gli Scald.
Certo, ci sono alcune vecchie canzoni che non sono state registrate a causa della tragica morte di Agyl, e forse un giorno le recupereremo e le pubblicheremo, ma per ora abbiamo troppe nuove idee interessanti per concentrarci sul passato.
COM’È STATO RITROVARSI IN STUDIO PER REGISTRARE? ALCUNE IDEE COMPOSITIVE SONO NATE SPONTANEAMENTE O AVETE DOVUTO LAVORARCI INTENSAMENTE?
– Non avevamo scritto nulla insieme per gli Scald dalla fine del 1997, quindi sarò onesto: non è stato facile per noi, sebbene fossimo tutti d’accordo su come dovessero essere le nuove canzoni. Felipe è stato bravissimo a cogliere le nostre idee e a creare ottime parti vocali che si adattavano perfettamente al nostro stile.
È stato ancora più difficile a causa del fatto che eravamo in paesi diversi – noi quattro qui in Russia e Felipe in Svezia – e non potevamo fare nulla a riguardo a causa della pandemia di Covid-19. Quindi non avevamo altra scelta che lavorare a distanza, inviandoci le canzoni avanti e indietro. La stessa cosa con la registrazione: noi abbiamo registrato la nostra parte a Yaroslavl presso il Bog Morok Studio a Rybinsk, mentre Felipe nei Silence Studio nel nord della Svezia.
UN ALTRO PUNTO CHE CI HA COLPITI È LA PRODUZIONE: MODERNA, DIRETTA ED EFFICACE. PERCHÉ AVETE PUNTATO SU UN SOUND PIÙ MODERNO INVECE DI SEGUIRE LA “TENDENZA” DELLA NEW WAVE OF TRADITIONAL HEAVY METAL DI USARE SUONI VOLUTAMENTE RETRO?
– Gli Scald non sono una band heavy rètro. Certo, la nostra musica è stata ed è molto influenzata dalla musica heavy degli anni ’80, soprattutto epic doom e il cosiddetto ‘early viking metal’, ma siamo convinti che le tecnologie di registrazione moderne riflettano meglio l’atmosfera dei nostri pezzi.
Il primo album “Will Of The Gods Is Great Power” risultò essere così ‘vero’ e in molti modi ‘underground’ semplicemente perché negli anni ’90 non avevamo esperienza di mixaggio/mastering e il tecnico del suono dello studio non aveva mai lavorato con un suono heavy come il nostro. Mai ci saremmo immaginati che proprio il suono di “Will Of The Gods Is Great Power” nel tempo lo avrebbe elevato allo stadio di ‘disco di culto’.
GUARDANDO INDIETRO, QUALI SONO LE PRINCIPALI DIFFERENZE COMPOSITIVE CHE POTRESTI INDICARE TRA “WILL OF THE GODS…” E “ANCIENT DOOM METAL”?
– Negli anni ’90 Agyl, che era più di un semplice cantante, ma anche il leader della band, era convinto che per il pubblico la cosa più importante nelle canzoni fosse l’atmosfera complessiva.
Pensava che l’ascoltatore non si sarebbe mai preoccupato dei dettagli tecnici, ma avrebbe percepito ogni canzone nel suo insieme, senza analizzarne gli elementi. Agyl credeva, quindi, che la band non dovesse spiegare cose come la composizione o la struttura delle canzoni; questo doveva rimanere tra i musicisti stessi. Quindi cerchiamo ancora di seguire questo principio.
COSA AVETE FATTO IN QUESTI LUNGHI TRENT’ANNI DAL VOSTRO DEBUTTO? AVETE CONTINUATO A SUONARE O AVETE INTRAPRESO STRADE DIVERSE?
– Dopo la morte di Agyl e la fine degli Scald, nel 1997, noi quattro abbiamo formato la band di prog folk metal chiamata Tumulus, in cui ci siamo uniti a un nuovo cantante e a un tastierista.
All’epoca credevamo che non potessimo continuare senza Agyl: semplicemente non conoscevamo un cantante che potesse essere all’altezza. Il cantante dei Tumulus era davvero bravo, ma aveva un timbro e uno stile di canto completamente diversi: ecco perché abbiamo deciso che la nostra nuova band avrebbe suonato un genere completamente diverso. Ma dopo sei mesi di esistenza, i membri degli Scald iniziarono ad andarsene, per varie ragioni, fino a rimanere solo io e il batterista Ottar. Tuttavia, continuammo la strada intrapresa col nuovo progetto: trovammo nuovi membri, registrammo cinque album e facemmo molti concerti, anche nell’Europa orientale. Sfortunatamente, il successo della band fu molto modesto rispetto a quello che gli Scald hanno ottenuto negli anni. Entro il 2013 era chiaro a tutti che non aveva molto senso continuare, e così i Tumulus si sciolsero.
Nonostante ciò, resta il nostro più grande risultato musicale e sia io che Ottar ne siamo molto orgogliosi. Ottar ha suonato per diversi anni anche con una band prog metal di Yaroslavl, i Santerno, e ora suona con gli Halter, che fanno doom metal. Negli anni 2000, Karry ha registrato e suonato parti di chitarra su due demo della band di black metal melodico Emerald Night, Harald ha registrato due album con la band pagan metal di Rybinsk, gli Smuta.
Subito prima della reunion degli Scald, io, Harald e Ottar avevamo formato il progetto studio chiamato Intothecrypt e pubblicammo un album intitolato “Vakor”, che definiamo nello stile ‘pagan shaman metal’. Nessuno di noi ha mai smesso di suonare musica; anche dopo delle pause, abbiamo sempre trovato il modo di tornare.
PENSI CHE VIVERE A YAROSLAVL ABBIA INFLUENZATO LA VOSTRA MUSICA E IL VOSTRO MODO DI COMPORRE?
– Beh, parlando di musica, Yaroslavl non è mai stato un grande centro del metal.
Negli anni ’90, quando abbiamo iniziato a suonare doom metal, qui andavano di moda punk, grunge, ecc., oltre al cosiddetto ‘rock russo’. In questo senso, non siamo stati tanto influenzati dalla scena locale ma eravamo piuttosto ‘outsiders’, scegliendo il nostro percorso nonostante le tendenze popolari dell’epoca.
E, onestamente, non saprei dire com’è la situazione attuale: al giorno d’oggi comunichiamo raramente con la comunità musicale locale, ma non credo che le cose siano cambiate molto.
Per quanto riguarda Yaroslavl come città, ha una storia molto più affascinante, con oltre mille anni di vita. Originariamente qui vivevano tribù finno-ugriche, che poi cominciarono ad assimilarsi con gli slavi migranti. Anche i vichinghi vissero qui, come mercanti e membri di squadre mercenarie.
Il famoso percorso commerciale dall’Europa all’Asia passava da qui – la ‘rotta commerciale greco-variaga’. Quindi, non c’è dubbio che la nostra terra, Yaroslavl, questo crocevia di culture con una predominanza di cultura e costumi nordici, abbia avuto una grande influenza sugli Scald.
A PROPOSITO DI QUELLO CHE AVETE FATTO IN QUESTI ANNI: HAI CONTINUATO AD ASCOLTARE METAL? SE SÌ, QUALI BAND STAI SEGUENDO DI RECENTE?
– Certo, non abbiamo mai smesso di ascoltarlo! L’heavy metal degli anni ’80 è stato una parte fondamentale della nostra crescita e della nostra formazione come musicisti. Ma, ovviamente, nel corso degli anni i nostri gusti musicali sono diventati molto più vari, ognuno di noi ascolta generi diversi oltre al metal.
Per quanto riguarda le band che ho trovato interessanti negli ultimi anni, menzionerei Vo Skorbyah: suonano un mix originale di funeral doom/drone e folklore del nord della Russia. Devo anche citare la band epic doom di Mosca, i Vendel: hanno un cantante molto potente ed emozionante.
HAI MENZIONATO NEI COMUNICATI STAMPA CHE AVETE MOLTE INFLUENZE FOLK, DALLA MUSICA AI TESTI: PUOI FARCI QUALCHE ESEMPIO?
– ‘Molte’ è forse una parola un po’ esagerata. Gli Scald non sono mai stati una band esattamente folk metal: tuttavia, alcuni elementi e influenze possono essere trovati in certe canzoni, ed è vero.
Nel primo album “Will Of The Gods Is Great Power”, questi elementi si trovano in “Sepulchral Bonfire” e “A Tumulus”: entrambe le canzoni hanno motivi folk slavi nella musica e sono dedicate alla mitologia e alla storia slava.
Nel nuovo album “Ancient Doom Metal”, il brano che ne porta l’influenza è “The Master Of The Lake”: il ritornello principale di questa canzone ha motivi folk slavi e i testi si basano su un’antica leggenda finno-ugrica che parla dello spirito guardiano di uno dei laghi della regione di Yaroslavl. Anche “The Spells Of Liberating Fire” contiene elementi di mitologia slava nei testi, anche se la canzone stessa si basa su una saga poco conosciuta di un giovane schiavo che apparteneva a un crudele jarl (capi militari scandinavi che controllavano i territori per conto dei loro sovrani, ndr). Questo schiavo, non riuscendo a sopportare le beffe, usa il potere della magia per bruciare sé stesso, lo jarl e tutta la sua squadra.
ORA CHE AVETE DUE ALBUM ALL’ATTIVO, AVETE IN PROGRAMMA DI FARE UN TOUR? O L’ESPERIENZA SARÀ LIMITATA A QUALCHE CONCERTO SELEZIONATO?
– Sono in corso trattative preliminari in merito, e molto probabilmente si tratterà di pochi concerti selezionati piuttosto che di un tour esteso. In ogni caso, speriamo davvero che i nostri fan e tutti coloro che sono interessati agli Scald possano vederci e sentirci in Europa e oltre!