SCAR SYMMETRY – Tra Massoni, Illuminati e Governi Ombra

Pubblicato il 30/05/2011 da


Con il nuovo “The Unseen Empire” gli Scar Symmetry cercano di bissare gli ottimi risultati ottenuti da “Dark Matter Dimensions”. La band svedese oggi si mostra più matura, consapevole ed avvezza ad un sound più melodico, nel tentativo di allargare il suo bacino di fan. Le tematiche occulte e misteriose, unite ad immagini cariche di forti significati simbolici non fanno che aumentare l’interesse per la proposta di una band che, disco dopo disco, è ancora capace di stupire. Il cordiale batterista Henrik Ohlsson, ai nostri microfoni, ci parla dell’ultima fatica firmata Scar Symmetry.

 

“DARK MATTER DIMENSIONS” E’ STATO UN ALBUM MOLTO IMPORTANTE PER VOI, SPECIALMENTE PER IL CAMBIO DI CANTANTE. A DISTANZA DI QUASI DUE ANNI DALLA SUA PUBBLICAZIONE, SIETE SODDISFATTI DI QUEL DISCO?
“Come giustamente hai ricordato, ‘Dark Matter Dimensions’ ha rappresentato una sorta di svolta per la band, in quanto il cambio di cantante è un fattore non di poco conto per una band. Inoltre il disco ha segnato l’inizio di un’evoluzione dal punto di vista musicale, cosa che portiamo avanti sul nuovo ‘The Unseen Empire’. Da quanto abbiamo potuto vedere, i nostri fan hanno apprezzato la scelta dei due cantanti e ci hanno dimostrato un enorme supporto, siamo davvero molto felici. Personalmente ritengo il nuovo disco ancora migliore del precedente, spero che i fan provino le stesse sensazioni dopo averlo ascoltato”.

PARLIAMO ALLORA DEL NUOVO “THE UNSEEN EMPIRE”…
“I lavori sul nuovo disco si sono svolti in modo molto spontaneo. Come sempre abbiamo iniziato a registrare le parti di batteria, ma presto abbiamo dovuto interrompere i lavori perché ci siamo imbarcati in un tour di cinque settimane negli Stati Uniti. Dopo una pausa natalizia, tra gennaio e febbraio abbiamo terminato le registrazioni del disco. In passato abbiamo sempre scritto i brani individualmente, per poi portarli al cospetto della band per discuterne insieme, questa volta abbiamo collaborato e interagito maggiormente fra noi, in modo più naturale e spontaneo. Questo è uno dei motivi per cui sono davvero soddisfatto di questo disco”.

UNO DEI PRIMI ELEMENTI CHE COLPISCE E’ L’IMMAGINE DELL’AQUILA CONTENUTA ALL’INTERNO DEL BOOKLET, PIENA DI SIMBOLI E RIFERIMENTI CHE NON TUTTI POTREBBERO COGLIERE AD UNA PRIMA OCCHIATA…
“Devi sapere che molti l’hanno erroneamente scambiata per la copertina del disco, in quanto l’etichetta l’ha fatta girare insieme ai promozionali. L’aquila è un simbolo massonico, legato ai liberi muratori (gergo usato per indicare gli aderenti alla massoneria, ndR), che universalmente simboleggia la vittoria e la dominazione. Il triangolo che qui abbiamo oscurato nella simbologia massonica dovrebbe contenere il numero 33 (che, sempre nella massoneria, rappresenta il massimo grado del cammino spirituale/interiore percorso dai membri dell’ordine, ndR), molto potente dal punto di vista simbolico. ‘The Unseen Empire’ non è un disco di critica alla massoneria, ma ne parla utilizzando anche immagini simboliche”.

I TESTI DEI NUOVI BRANI SI RIALLACCIANO QUINDI ALLA MASSONERIA?
“Sì, solo in parte. Dico questo perché molti massoni in realtà non conoscono o non fanno parte delle tematiche che portiamo avanti nei nostri pezzi. Il tema portante del disco prende in considerazione la massoneria, gli Illuminati e i governi ombra che stanno dietro ai governi ufficiali, per guidarli e muoverli come marionette. Ogni governo che sta alla base di uno stato è in realtà mosso secondo le regole di queste entità misteriose e segrete che non vogliono certo apparire in pubblico”.

TU E GLI ALTRI MEMBRI DELLA BAND SIETE VICINI A QUESTE TEMATICHE LEGATE ALLA MASSONERIA O LE AVETE PORTATE SOLTANTO SU DISCO?
“(ride per qualche secondo, ndR) Abbiamo solamente voluto portare la nostra critica verso questi governi. Nei nostri testi parliamo di quella parte di massoneria connessa con gli Illuminati e critichiamo questi governi ombra che tengono le redini del mondo. Ogni brano è stato scritto secondo differenti punti di vista, alcuni dal punto di vista propriamente politico, altri che trattano questi argomenti in modo più astratto e generale”.

SECONDO IL VOSTRO PUNTO DI VISTA, QUAL E’ IL MESSAGGIO CHE “THE UNSEEN EMPIRE” DOVREBBE DIFFONDERE?
“Noi semplicemente siamo contro questo tipo di manipolazioni, spesso non percettibili dalla gente, che interferiscono con il governo dei paesi. I media stessi tendono a nascondere l’operato dei governi ombra, noi vogliamo porre il nostro punto di vista critico”.

TEMETE FORSE L’INIZIO DEL FAMIGERATO “NUOVO ORDINE MONDIALE”, TANTO DECANTATO DAI COSIDETTI “COMPLOTTISTI”?
“Più che temerlo, probabilmente bisogna dire che il New World Order è già iniziato (ride, ndR)!”.

“THE UNSEEN EMPIRE” A LIVELLO DI SOUND SI DIMOSTRA ANCOR PIU’ MODERNO E ORECCHIABILE RISPETTO AI VOSTRI PRECEDENTI LAVORI. E’ STATA UNA VOSTRA PRECISA SCELTA?
“Sono d’accordo, ma ti assicuro che quando sono iniziati i lavori di songwriting, non abbiamo mai pianificato nulla a livello di sound. Tutto è nato sul momento, mentre provavamo insieme la nostra musica. Credo che avere due cantanti in formazione ci abbia permesso di espandere ulteriormente i nostri confini e di provare qualcosa di nuovo, sperimentare soluzioni che fino a qualche anno fa gli Scar Symmetry nemmeno immaginavano”.

C’E’ UNA CANZONE PARTICOLARE CHE RITIENI LA PIU’ RAPPRESENTATIVA DEL DISCO?
“Credo che il bello della musica heavy metal sia gustarsi un intero disco. Nel pop di grande successo accade quasi sempre di comprare un disco, trovare un paio di buoni brani ed i restanti sembrano tutti riempitivi. Fatta questa premessa, la nostra etichetta discografica ha scelto ‘Illuminoid Dream Sequence’ come primo brano da mettere a disposizione su internet. Noi tutti all’interno della band siamo stati d’accordo perché questo pezzo racchiude tutte le sfaccettature della musica firmata Scar Symmetry, dalla melodia al death metal”.

CREDI CHE I FAN DI OGGI SIANO PIU’ OPEN MINDED RISPETTO A QUALCHE ANNO FA?
“Sì, la scena metal ed in generale i fan di oggi sono più avvezzi ad ascoltare musica dalle svariate influenze. Anni fa c’era più tradizione, un defender ascoltava quasi esclusivamente heavy metal classico, tanto per fare un esempio. Ora generi come l’heavy metal, il progressive, il death e il black riescono tranquillamente a convivere ed i fan ascoltano musica di tutti i tipi. Questa apertura mentale fa bene alla musica, ma anche a noi stessi perché nei nostri brani uniamo un sacco di influenze diverse. Metal Will Never Die!”.

SE RIPENSIAMO AI TEMPI DEL VOSTRO PRIMO DEMO NEL 2004, DA ALLORA GLI SCAR SYMMETRY HANNO OTTENUTO DEGLI OTTIMI RISULTATI. SEI SODDISFATTO DELLA VOSTRA CARRIERA?
“Quando abbiamo formato la band non ci siamo posti obiettivi particolari, volevamo solo suonare perché amavamo la musica. I buoni risultati del nostro primo disco ci lasciarono letteralmente di stucco, senza parole, non ci rendevamo conto di quel che stava succedendo. Etichette e media ci dedicavano un sacco di attenzioni, per noi era qualcosa di nuovo. Oggi siamo molto soddisfatti della band”.

LA SVEZIA E’ CONSIDERATA LA PATRIA DEL DEATH MELODICO, PORTATO ALLA GRANDE FAMA DA BAND COME IN FLAMES E DARK TRANQUILLITY. IN QUESTO CONTESTO, COME VANNO VISTI GLI SCAR SYMMETRY?
“Sin dagli inizi con la band, siamo stati etichettati come melodic death metal, ma non seguivamo mode, suonavamo la musica che ci piaceva. A partire dal nostro disco d’esordio, abbiamo portato qualche elemento di novità, o meglio di diversità, rispetto al sound di In Flames, Soilwork e Dark Tranquillity, i tre più grossi nomi della scena, ma le etichette, per ovvi motivi di promozione, ci hanno da sempre descritto come band di death metal melodico, e a noi andava bene. Noi non siamo interessati alle etichette, gli Scar Symmetry suonano heavy metal e credo siamo riusciti a costruirci una personalità concreta”.

L’EVOLUZIONE DELLA VOSTRA MUSICA HA CONTRIBUITO IN GRAN PARTE A DARVI L’IDENTITA’ DI CUI PARLAVI…
“L’evoluzione per un musicista è importante, ovviamente lo è anche per noi, ma senza che questa arrivi a stravolgere il trademark della band. Noi cerchiamo sempre di mettere qualcosa di nuovo nella nostra musica, ma senza arrivare a proporre qualcosa di totalmente diverso dalla nostra identità. Migliorare sì, stravolgere no”.

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