SCARVE – La luce del death metal

Pubblicato il 11/03/2004 da


Il 2004 del death metal è iniziato nel segno della luminosità, grazie al nuovo album partorito dai potentissimi francesi Scarve, intitolato emblematicamente “Irradiant”. Un metallo moderno, feroce, ottimamente prodotto, ricco di sfumature e tecnicamente ineccepibile, promulgato da un sestetto che sa unire benissimo influenze datate a sonorità più all’avanguardia, senza dimenticare il tocco personale necessario per non finire immediatamente nel reparto “band-clone”. Grazie anche all’apporto di Daniel Bergstrand, producer da sempre stimato, e di un paio di prestigiose ospitate, gli Scarve sono pronti ad invadere il territorio europeo. Protagonista ai nostri microfoni è il growler Pierrick Valence! Lasciamo a lui il compito di guidarci attraverso il radioso mondo della band d’Oltralpe…


BENVENUTO SU METALITALIA.COM, PIERRICK! COMPLIMENTI INNANZITUTTO PER L’OTTIMO DISCO! PUOI RIASSUMERE IN BREVE LA VOSTRA STORIA?
“Ti ringrazio dei complimenti, prima di tutto! Be’, gli Scarve sono nati nel 1994 – io ancora non facevo parte dell’allora quartetto – e hanno esordito con un demo omonimo ed autoprodotto, bissato, due anni dopo, da ‘Six Tears Of Sorrow’. Il debutto sulla lunga distanza avvenne, però, soltanto nel 2000, quando uscì ‘Translucence’, nel quale già cantava Guillaume (Bideau, l’altro singer degli Scarve, nda), per la Furtive Records. A quel tempo, giunse l’offerta della Listenable, con la quale siamo tutt’ora sotto contratto: per loro sono usciti ‘Luminiferous’ e il nuovissimo ‘Irradiant’! Proprio questo disco rappresenta per me la prima registrazione ufficiale da quando sono membro degli Scarve, ovvero dal tour di supporto all’album precedente l’ultimo. In breve, questo è tutto!”.

E ALLORA ENTRIAMO NEI DETTAGLI DI “IRRADIANT”…CHE COSA E’ CAMBIATO NEL VOSTRO APPROCCIO AL SONGWRITING?
“Per come la penso io, è tutto migliorato! Non ho partecipato alla composizione dei precedenti lavori, ma devo dire che il suono, l’intensità, il groove…è davvero tutto così intenso! Abbiamo qualcosa in più da offrire, un qualcosa che dona emozione, che porta oscurità e che scarica parecchia aggressività sull’ascoltatore. Credo che gli Scarve siano potenti ora come non mai. Il fatto di aver svolto ogni parte della registrazione ai Dug-Out Studios di Daniel Bergstrand ci ha sicuramente dato una marcia in più…e la differenza rispetto al passato si sente, in quanto abbiamo davvero ottenuto il suono che desideravamo”.

FRA LE SONG, QUELLA CHE PREFERISCO E’ PROPRIO LA TITLE-TRACK. TROVO SIA LA MEGLIO RAPPRESENTATIVA DEL VOSTRO SOUND. TU HAI QUALCHE ALTRA PREFERENZA?
“Mmm…difficile dire quale fra le canzoni ci rappresenti meglio. Forse opterei per l’ultimo brano, ‘Boiling Calm’, una lunga track di sette minuti molto originale e piena di sorprese”.

IL BRANO “ASPHYXIATE” SEMBRA UNA SORTA DI TRIBUTO AI MESHUGGAH, NON SOLO PER LA PRESENZA COME OSPITE DI FREDRIK THORDENDAL. E’ COSI’, OPPURE E’ SEMPLICEMENTE UN ALTRO ASPETTO DELLA VOSTRA MUSICA?
“A dire il vero, la canzone a cui ti riferisci è stata composta assolutamente senza pensare ai Meshuggah…è venuta così, in modo molto spontaneo, esattamente come le altre. E’ vero, comunque, che è molto simile allo stile compositivo di Fredrik, ed ecco perché gli abbiamo chiesto di suonare l’assolo finale di ‘Asphyxiate’. Per ribadire il concetto, ti posso dire che gli Scarve non hanno mai composto nulla con l’intento di somigliare a questa o a quell’altra band…e non lo faremo mai. Abbiamo una definita personalità e non abbiamo bisogno di imitare o copiare altri…”.

PERFETTO, PIERRICK, SEI STATO MOLTO CHIARO!  SECONDO TE, E’ PIU’ COMPLICATO SCRIVERE CANZONI LUNGHE O BRANI PIU’ CORTI?
“Bella domanda! In entrambi i casi, è molto difficile. Direi che, in linea di massima, più si vuole comporre qualcosa di semplice e catchy, più è difficile renderlo originale ed interessante. Se spesso sembra che si voglia suonare tecnici, non vuole dire che lo si volesse veramente fare…voglio dire, è solo musica. Noi cerchiamo di non forzare la nostra ispirazione, non abbiamo bisogno di metterci alla prova o di dimostrare qualcosa”.

VI SENTITE PIU’ VICINI ALLA SCENA EUROPEA O A QUELLA AMERICANA? E CONSIDERI IL VOSTRO SOUND ORIGINALE?
“Noi proviamo ad essere originali! Crediamo di esserlo anche, dato che nessuno suona la nostra stessa musica. Ci sentiamo più vicini al mondo ed allo stile del Nord Europa…voglio dire, mi piacerebbe veder comparati gli Scarve a gente del calibro di Opeth, Strapping Young Lad (non sono proprio nord-europei, però il senso l’abbiamo capito, nda), gli stessi Meshuggah, pur essendo noi molto diversi da loro. Comunque, è difficile dirlo”.

PASSIAMO AI TESTI, ORA. DI CHE COSA VI INTERESSA PARLARE NELLE VOSTRE LYRICS?
“E’ il nostro batterista, Dirk (Verbeuren, ora in prestito ai Soilwork, nda), a scrivere la maggior parte dei testi. Io ho dato il mio contributo solo in due canzoni di ‘Irradiant’. Il concept di base riguarda un’oscura profezia, uno sconosciuto timore per il futuro e per quello che il mondo e l’umanità potrebbero diventare. Non siamo dei predicatori, ci piace occuparci piuttosto di nano-tecnologia, assassinii di massa e cose di questo genere. Ma non preoccupatevi, non stiamo certo a lamentarci per tutto il tempo!”.

E’ LA TERZA VOLTA CHE VI TROVATE A LAVORARE CON DANIEL BERGSTRAND. E’ SICURAMENTE UNA GARANZIA, MA NON AVETE MAI PENSATO DI CAMBIARE PRODUCER?
“No davvero! Come hai detto tu, lui è un ‘must’ per gli Scarve. Riesce a capirci in maniera totale e a rendere reali le nostre idee. E’ praticamente un genio. Senza di lui, il gruppo non sarebbe dove è ora. Si dedica talmente tanto a quello che fa…ogni parola, ogni nota, qualsiasi cosa non è mai fuori posto con lui, tutto funziona alla perfezione! Non si può sbagliare con Daniel”.

RACCONTAMI PIU’ DETTAGLIATAMENTE COME SONO NATE LE DUE IMPORTANTI OSPITATE CHE AVETE AVUTO SU “IRRADIANT”…
“Allora, Gustaf dei Defleshed è nostro buon amico…facciamo sempre festa con lui quando andiamo in Svezia! Abbiamo pensato che lasciarlo cantare su ‘Molten Scars’ fosse un’ottima idea, dato che è la song più veloce e i Defleshed sono la band più veloce del pianeta! Inoltre, è un ragazzo molto simpatico e sappiamo che apprezza la nostra musica; è stato un piacere dividere le vocals con lui. E anche ubriacarsi con lui (ride, nda)! Per quel che riguarda Fredrik: i Meshuggah sono una delle nostre band preferite, per cui, durante le registrazioni, spedimmo loro un demo di ‘Asphyxiate’, chiedendo a Fredrik se per caso non volesse metterci del suo…ebbene, con nostro grande stupore, ha accettato! E’ stato l’avverarsi di un sogno! E il suo assolo è, come sempre, originalmente contorto”.

SO CHE DIRK SI UNIRA’ AI SOILWORK PER IL LORO TOUR EUROPEO. QUESTO VI CREA QUALCHE PROBLEMA?
“Assolutamente no. E’ una buonissima opportunità per lui e anche per gli Scarve, suppongo. La sua partecipazione al tour dei Soilwork, i quali gradiscono la nostra musica, ci porterà molta promozione…e poi non è una dipartita definitiva, Dirk sarà di nuovo con noi il più presto possibile. Anche noi dobbiamo andare in tour, eh!”.

COME CONSIDERI LA SCENA METAL FRANCESE? IO CREDO SIA IN NETTO SVILUPPO!
“E hai perfettamente ragione, direi! Si sta sviluppando eccome! Loudblast, Gojira, No Return, SUP, Kabbal, The Old Dead Tree, Antaeus e anche altri: tutti nomi che stanno venendo fuori alla grande. Sono sicuro che qualcosa stia per succedere, l’assalto del metal francese cambierà la mentalità di molte persone, che ora credono che nel mio paese non ci sia nulla di buono. E’ solo falso!”.

AVETE IN PROGRAMMA QUALCHE APPUNTAMENTO LIVE?
“Sicuro! Un sacco di date in Francia, ovviamente…e poi stiamo preparando piani per un tour europeo. Tenete d’occhio il nostro sito internet, www.scarve.net”.

SIAMO AGLI SGOCCIOLI, PIERRICK. QUALI ALBUM TI VA DI CONSIGLIARE AI LETTORI ON LINE?
“Guarda, ultimamente mi sono molto piaciuti ‘The Blessed Hellride’ dei Black Label Society, l’ultimo Darkthrone, l’ultimo Gojira e ‘Volcano’ dei Satyricon”.

OK, GRAZIE MILLE! L’INTERVISTA E’ FINITA, A TE LA CONCLUSIONE…
“Grazie a tutti voi per il supporto mostratoci, speriamo di vedervi in tour. L’ultima volta che cercammo di venire in Italia, di supporto ai Nile, ci si guastò il tourbus e dovemmo tornare a casa. Ci rimanemmo davvero male, ma avremo presto la nostra rivincita!”.

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