Gli Schammasch sono ormai pronti a compiere il grande salto, quello che consentirà loro di emergere definitivamente dall’underground e di affermarsi ai vertici dello scenario black/death europeo (e non solo). La caratura di un’opera come “Triangle”, da molti considerato il disco-simbolo di questa annata musicale, il recente tour a supporto di Inquisition e Rotting Christ e la conferma al sempre più celebrato Roadburn possono essere visti come i passi di una scalata inarrestabile, davanti a cui non si può fare altro che togliersi il cappello e scansarsi. Obbligatorio, quindi, raggiungere la band per un’intervista, qui rappresentata dalle parole (a dire il vero piuttosto stanche e sbrigative) del leader Christopher Ruf…
BENVENUTI SULLE PAGINE DI METALITALIA.COM. QUESTA E’ LA VOSTRA PRIMA INTERVISTA PER IL NOSTRO SITO, VI ANDREBBE DI PRESENTARE LA BAND AI LETTORI?
“Gli Schammasch nascono a Basilea nel 2009, e da allora seguono il loro percorso artistico attingendo dalla tradizione black metal”.
PER QUANTO MI RIGUARDA, “TRIANGLE” E’ SENZA DUBBIO UNA DELLE SORPRESE MUSICALI DELL’ANNO. QUANTO TEMPO CI E’ VOLUTO PER COMPORLO? CHE TIPO DI EVOLUZIONE C’E’ STATA, A VOSTRO AVVISO, TRA “CONTRADICTION” E QUEST’ULTIMA OPERA?
“Ci sono voluti circa due anni, uno dei quali (più o meno a tempo pieno) per la scrittura e le registrazioni. ‘Contradiction’ è senza dubbio più limitato di ‘Triangle’ in termini di ispirazione. L’ultimo disco ha aperto l’orizzonte degli Schammasch in molti modi diversi, sia musicalmente che visivamente. C’è molta più sperimentazione, oltre alla volontà di mostrare diverse sfaccettature del nostro background”.
VI ANDREBBE DI APPROFONDIRE MEGLIO IL CONCEPT CHE FA DA SFONDO A “TRIANGLE”?
“Ogni nostro disco poggia su uno specifico concept, a sua volta interconnesso agli altri. ‘Sic Lvceat Lvx’, ‘Contradiction’ e ‘Triangle’ possono essere visti come una riflessione sulla vita e sulla morte suddivisa in tre fasi, in maniera simile alla numerologia della filosofia religiosa. ‘Triangle’ occupa la fase finale, che è lo stato di unità”.
ANCHE L’ARTWORK SEMBRA RIVESTIRE UN RUOLO FONDAMENTALE NELL’ECONOMIA DEL DISCO. QUAL E’ IL SUO SIGNIFICATO E IN CHE MODO SI RELAZIONA AI TESTI?
“Il simbolismo presente nell’artwork è piuttosto chiaro, non credo ci sia bisogno di spiegarlo. La gente dovrebbe essere in grado di arrivarci da sola”.
I TRE DISCHI DI “TRIANGLE” SONO DIVERSISSIMI FRA LORO, EPPURE RIESCONO A PRESERVARE UNA FORTE COERENZA DI FONDO, COME LE TAPPE DI UN UNICO VIAGGIO… CONDIVIDETE QUESTA VISIONE?
“Sì, sono esattamente questo”.
UN TRIPLO DISCO E’ UNA SCELTA MOLTO CORAGGIOSA IN UN’EPOCA DI ASCOLTI FUGACI E DISTRATTI. NON CREDETE CHE MOLTE PERSONE POTREBBERO SPAVENTARSI DI FRONTE ALLA DURATA DI “TRIANGLE”?
“Se lo sono, dovrebbero semplicemente ascoltare qualcos’altro. Il nostro obiettivo non è quello di attirare il maggior numero di ascoltatori possibile, ma di arrivare a coloro che realmente comprendono la nostra arte. Non abbiamo la necessità di convincere la gente di ciò che siamo o di ciò che facciamo. Le persone giuste sapranno trovarci in ogni caso”.
L’OCCULTO HA SEMPRE ESERCITATO UN PROFONDO FASCINO SULLA VOSTRA MUSICA, QUAL E’ IL CREDO RELIGIOSO O FILOSOFICO ALLA BASE DEGLI SCHAMMASCH?
“Non esiste alcun dogma alla base degli Schammasch, se non quello della libertà spirituale. Credo fortemente che la chiave della filosofia religiosa risieda nell’essenza della libertà, che è spesso mascherata da qualcos’altro. La libertà ha molte facce diverse e le sue connotazioni (nomi, etichette, ecc.) non mi interessano. Tutto ciò che conta è il messaggio essenziale, la creatività e l’ispirazione che le cose sono in grado di fornire”.
UN ALTRO PUNTO A FAVORE DI “TRIANGLE” E’ L’ECCELLENTE PRODUZIONE. COM’E’ STATO LAVORARE CON V. SANTURA AI MITICI WOODSHED STUDIOS? VI HA DATO QUALCHE CONSIGLIO DURANTE LE REGISTRAZIONI?
“Ci eravamo già affidati a lui per ‘Contradiction’, quindi sapevamo cosa aspettarci. Abbiamo lavorato come una squadra sul mastering e sul mixaggio, e la cosa ha funzionato molto bene. A dirla tutta, non c’è stato bisogno di ricorrere a molti consigli: prima di entrare in studio avevamo già pianificato meticolosamente ogni aspetto delle registrazioni”.
PRESTO SARETE IN TOUR CON INQUISITION E ROTTING CHRIST. QUANTO E’ IMPORTANTE PER VOI LA DIMENSIONE LIVE?
“Aggiunge una diversa dimensione alla nostra arte, raggiungibile da noi e dal pubblico solo in quel momento”.
COSA NE PENSATE DEL FENOMENO DEL DOWNLOAD ILLEGALE? COME VI SENTITE A SAPERE CHE CON DUE CLIC DEL MOUSE UNA PERSONA PUO’ FACILMENTE SCARICARE IL VOSTRO ALBUM E PERDERE TUTTI I VOSTRI SFORZI A LIVELLO DI PACKAGING?
“A dire il vero non ci ho mai pensato. Il fenomeno ha avuto inizio quando ero adolescente, quindi ormai ci sono completamente abituato. Ciò non significa che la ritenga una buona cosa, ma oggettivamente non c’è nulla che si possa fare per arrestarla. E’ inutile stare a perderci il sonno. Almeno la gente sta cominciando a pagare per la musica digitale, anche se solo una minima parte di quel denaro va a finire nelle tasche dell’artista. A meno che ovviamente non si parli di popstar. D’altra parte, il fatto che essere musicisti sia una delle occupazioni peggio pagate in assoluto (almeno in Europa) rende il tutto più faticoso e demotivante. Bisogna essere disposti a sacrificare tutto se lo si vuole fare come si deve”.
SIETE ORIGINARI DELLA SVIZZERA, PATRIA DI ALCUNI DEI GRUPPI PIU’ ECLETTICI E INNOVATIVI NELLA STORIA DELL’HEAVY METAL (CELTIC FROST, CORONER, SAMAEL, ECC.). COME SPIEGATE QUESTA RELAZIONE CON IL VOSTRO PAESE?
“Non saprei spiegartelo. Per lo più, sono stato ispirato da gruppi francesi e tedeschi. E’ solo una coincidenza. Non vedo molti elementi svizzeri nel nostro sound”.