SCHIZO – Psycho Thrash Heroes

Pubblicato il 31/05/2007 da
 
Dopo aver dato loro il benvenuto su queste pagine in occasione della pubblicazione della ristampa del grandioso debut “Main Frame Collapse”, Metalitalia.com riaccoglie con piacere gli Schizo per parlare del loro tanto atteso secondo full-length, “Cicatriz Black”. Il bassista Alberto Penzin ha risposto ancora una volta alle nostre domande…
 

LA RISTAMPA DI “MAIN FRAME COLLAPSE” ED UN NUOVO ALBUM NEL GIRO DI UN ANNO… SI PUÒ DIRE CHE GLI SCHIZO SIANO DEFINITIVAMENTE TORNATI! A QUANTO PARE, PERÒ, NON VI ERAVATE MAI SCIOLTI: PER QUALE MOTIVO ALLORA LA VOSTRA ATTIVITÀ È TORNATA AD INTENSIFICARSI PROPRIO ORA?
“Il ritorno di S.B. Reder, naturalmente. L’alchimia originaria si è ricomposta ed i ‘nuovi’ componenti (per così dire, Dario suona la batteria con me da più di 12 anni e Nico è nel gruppo dal 2001…) si sono calati nella parte a meraviglia. Siamo un gruppo nel vero senso della parola, oggi. Il ‘non-segreto’ è tutto li, amico”.
 
COME AVETE VISSUTO TUTTI QUESTI ANNI DI RELATIVA PAUSA? CHE COSA AVETE FATTO DI PRECISO?
“Uhm, abbiamo registrato diverso materiale, tra cui anche un paio di dischi mai usciti (che rimarranno nel cassetto/cestino), fatto alcuni selezionati concerti, e fronteggiato una serie di indicibili sfighe varie ed assortite diatribe interne tali che l’Odissea a confronto ti sembrerebbe Topolino… ed il dettaglio te lo risparmio. Ma in fin dei conti è oramai solo acqua passata, ed anche le più cocenti delusioni sotto il profilo strettamente umano sono in fondo servite per forgiare (se mi passi il verbo/svolazzo alla Manowar) il nostro spirito, aiutandoci a rimanere vivi e consapevoli, oltre il bene ed il male… Guardiamo al presente ed al futuro con occhi diversi, adesso”.
 
COME TROVATE LA SCENA METAL AL GIORNO D’OGGI? RISPETTO A QUANDO VOI AVETE ESORDITO, C’È FORSE STATO UN MIGLIORAMENTO SOTTO IL PROFILO DELLA POPOLARITÀ, GRAZIE AD INTERNET E ALLA NASCITA DI PARECCHIE RIVISTE SPECIALIZZATE, MA DAL PUNTO DI VISTA PRETTAMENTE MUSICALE SI PUÒ DIRE CHE IN GENERALE LE BAND NON OSINO PIÙ COME UNA VOLTA. CHE NE PENSI?
“Beh, penso che il vero problema oggi sia la mancanza di una certa base/cultura musicale, a prescindere dal genere (parlo sempre di metal) che si predilige. E’ chiaro che se un ragazzo che inizia a suonare fa degli – chessoio – In Flames il perno chiave della propria avventura musicale, non è che in tutta sincerità verranno fuori delle cose particolarmente originali o significative alla distanza… Sarebbe veramente un lungo discorso da fare. Lungi da me voler insegnare qualcosa od educare le masse, ma un ‘ripassino’ molte volte non guasterebbe. Se dovessi quindi descrivere la scena attuale con giusto un paio di parole, non potrei non usare termini come ‘scontata’ e ‘priva di gusto’, purtroppo. E di questo, da appassionato di heavy metal, me ne rammarico non poco”.
 
UN ALBUM COME “MAIN FRAME COLLAPSE” CONTINUA AD ESSERE DECISAMENTE ATTUALE ANCORA OGGI. COME TI SPIEGHI CHE NON SIA RIUSCITO A LASCIARE UN SEGNO A LIVELLO INTERNAZIONALE? MANCANZA DI SUPPORTO E/O PROMOZIONE? PREGIUDIZI NEI CONFRONTI DELLE BAND ITALIANE?
“Non saprei dirti con esattezza, anche se un discreto pregiudizio c’era di certo (ricordo ancora alcune sconcertanti recensioni di Kerrang! o Metal Forces, ad esempio) ed il supporto in patria non era esattamente il massimo… All’epoca le cose erano molto più complicate anche a livello logistico, e forse la nostra collocazione geografica non ci ha favorito idem. Senza considerare il fatto che quando si è giovani scavezzacollo non è semplice prendere le giuste decisioni, poi…”.
 
VENIAMO ORA AL VOSTRO NUOVO ALBUM, “CICATRIZ BLACK”. TROVO QUESTO TITOLO MOLTO CURIOSO, CHE COSA SIGNIFICA?
“Dopo il ‘collapse’ non poteva che venire la ‘cicatriz’. Il nero di fondo (black) è d’obbligo, nel nostro caso. Ho infine preferito usare la parola cicatrice nella sua traduzione spagnola/latino-americana piuttosto che inglese (cicatrix). Se l’hai trovato curioso (spero nell’accezione di ‘interessante’), allora non abbiamo proprio toppato a riguardo. Fra l’altro, dando un’occhiata all’interno del booklet del CD si può intuire che non si tratta solo di un concept a livello ‘mentale’…”.
 
COME SI È SVOLTA LA STESURA DEI BRANI PER L’ALBUM? SI TRATTA DI MATERIALE GIÀ PRONTO DA DIVERSO TEMPO E “RIESUMATO” PER L’OCCASIONE O AVETE SCRITTO TUTTO DI RECENTE?
“Tutto materiale di S.B., alcune cose già pronte, ma la maggior parte scritta di getto dopo la reunion, ed a ruota assemblata freneticamente con vibrante entusiasmo in sala prove. Un brano risale addirittura ai tempi di ‘M.F.C.’, credo l’avessimo anche suonato dal vivo… ‘Coma’s Grip’, per la cronaca”.
 
IL DISCO, NONOSTANTE UNA PRODUZIONE SENZ’ALTRO AL PASSO COI TEMPI, PRESENTA PARECCHIE AFFINITÀ CON “MAIN FRAME COLLAPSE”, SOPRATTUTTO A LIVELLO DI ATTITUDINE. SEI D’ACCORDO?
“Sono assolutamente d’accordo. In fondo era quello che volevamo, pur senza rimanere nostalgicamente vincolati ai bei tempi andati. Tecnologia al servizio della spontaneità, insomma. La prossima volta mi piacerebbe che il tutto fosse ancora più intenso, musicale, dirompente e nel contempo rozzo, se possibile. I brani adatti a questo scopo li abbiamo già. Basterà solo far combaciare i pezzi del mosaico…”.
 
PARLIAMO DELLE COLLABORAZIONI CON STEVE SYLVESTER, AC WILD E FLEGIAS… TI ANDREBBE DI SPENDERE QUALCHE PAROLA SU CIASCUNA DI ESSE?
“Con piacere. Flegias è un amico, e da quando si era unito a noi per una estemporanea versione live di ‘Necroschizophrenia’, all’Agglutination del 2005, se non erro, ci eravamo riproposti di fare qualcosa assieme. Detto, fatto, vedi ‘Phanatical XXX’. A.C. Wild è un pò il vero prime mover dell’intera scena estrema nazionale, e non potevamo non ‘convocarlo per ‘M.G.1942’! Dopo aver idealmente ricomposto così la triade Bulldozer – Necrodeath – Schizo, un alfiere del metal sulfureo più tradizionale come Steve Sylvester non poteva mancare all’appello, e ‘Shine of Scars’ è il degno risultato. Tutto ciò, almeno per noi, ha una valenza profonda e non casuale quindi”.
 
VI SIETE MAI SENTITI PARTE DI UN DETERMINATO FILONE MUSICALE? DOVE PENSI CHE RISIEDANO LE VOSTRE PRINCIPALI INFLUENZE? PERSONALMENTE MI SONO SEMPRE TROVATO IN DIFFICOLTÀ A CATALOGARE LA VOSTRA MUSICA (THRASH-BLACK-GRIND??), COSA CHE OVVIAMENTE TROVO POSITIVA…
“Beh, anche noi, in effetti! Il background di S.B., ma anche del sottoscritto, se vuoi, è sempre stato sì ristretto ma nello stesso tempo eterogeneo. Black Flag, Discharge, Venom, Hellhammer, Dark Angel e molta altra roba marcia ma ‘giusta’. Metti tutto in un frullatore, aggiungi una parte (malata) di noi medesimi, ed otterrai quello che ultimamente ci piace chiamare ‘psycho thrash’. Ti suona bene?”.
 
“CICATRIZ BLACK” VIENE PUBBLICATO DALLA SCARLET RECORDS, COME SIETE ENTRATI IN CONTATTO CON QUESTA ETICHETTA E QUALI SONO LE VOSTRE ASPETTATIVE PER IL DISCO?
“Dopo aver completato in totale autonomia il master del disco, abbiamo fatto girare una ventina di copie con i brani del CD in versione promo fra le label che ritenevamo più serie ed adatte al nostro caso, o con cui eravamo già in contatto tempo addietro. La Scarlet è stata una delle prime a farsi viva contattandoci telefonicamente ed a manifestare un più che concreto interesse. Trovare un accordo, comunque al momento relativo solo a questo album, è stato piuttosto semplice. La nostra principale aspettativa con questa release è di avere la possibilità di incidere un nuovo CD nel 2008. Non credo, in un modo o nell’altro, verrà disattesa…”.
 
HO INFINE TROVATO DAVVERO ELEGANTE LA VESTE GRAFICA DEL CD, CE NE VUOI PARLARE?
“Grazie, in effetti era nostra intenzione realizzare qualcosa di molto semplice ma non banale, a riguardo. Il disegno di copertina è opera di Lorenzo Mariani, un ragazzo e un artista che stimiamo molto. Poi tutto il successivo lay-out è stato curato dal sottoscritto assieme ai miei ‘soci’ nella band. Il riferimento alla copertina di ‘M.F.C.’ credo sia evidente”.
 
NEGLI ULTIMI TEMPI AVETE AVUTO MODO DI TENERE QUALCHE CONCERTO… POSSIAMO ASPETTARCI UN TOUR SU LARGA SCALA NEL PROSSIMO FUTURO OPPURE VI RISULTA DIFFICILE SUONARE LIVE CON UNA CERTA FREQUENZA?
“Il problema non è ‘risultare difficile’, anche se è chiaro che abbiamo tutti un lavoro e degli impegni extra-musicali. Il fatto è che ci piacerebbe riuscire a proporre qualcosa di ‘nostro’, pur senza un budget rilevante, anche a livello concerto / impatto visivo. Roba tipo teloni e scenografie ad hoc, luci particolari, proiezioni di immagini e testi ad esempio. Vedremo come il tutto sarà realizzabile e valuteremo di conseguenza. Di certo non abbiamo fretta a riguardo. Con l’attuale line-up non abbiamo ancora suonato in giro, anche se proviamo spesso diverse potenziali scalette live durante le prove. La prima uscita è prevista per il Frozen Rock open air il prossimo 14 luglio. Aspettatevi anche molte chicche dal passato mai proposte finora…”.
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