SCORPIONS – Cinquant’anni e non sentirli

Pubblicato il 26/02/2015 da

Con “Return To Forever”, i tedeschi Scorpions spengono cinquanta candeline. Sono davvero poche le formazioni, famose o meno, che possono vantare tanti anni di carriera ed ancora meno quelle che continuano a suonare ad altissimo livello. Il nuovo disco di Rudolf Schenker e compagni conferma l’ottimo stato di salute di una band che è entrata di diritto nella leggenda del rock grazie ad una musica senza età che ancora oggi riesce ad emozionare fan giovani e meno giovani. Insieme al cantante Klaus Meine, ripercorriamo diversi momenti salienti di una carriera davvero unica.

Scorpions - band - 2015

KLAUS, CIRCA TRE ANNI FA UN COMUNICATO UFFICIALE ANNUNCIAVA LA VOSTRA INTENZIONE DI CONGEDARVI E TERMINARE LA VOSTRA CARRIERA FESTEGGIANDO I CINQUANT’ANNI DI ATTIVITA’. OGGI VI TROVIAMO QUI, CON UN NUOVO DISCO E LA VOGLIA DI CONTINUARE…COSA VI HA FATTO CAMBIARE IDEA?
“La risposta più banale, ma allo stesso tempo più sincera che posso darti è che l’emozione, il calore dei fan e tutto il supporto che ci hanno dato durante questo lungo tour sono serviti a ricaricare le batterie e la nostra voglia di continuare a suonare. Tre anni fa eravamo davvero intenzionati a smettere, forse eravamo stanchi e credevamo di aver davvero dato tutto ciò che potevamo. Il tour a supporto di ‘Sting In The Tail’ doveva essere l’ultimo, abbiamo organizzato un sacco di date per girare il mondo un ultima volta. Tre anni di tour sono lunghi, ma ci avrebbero aiutato ad abituarci pian piano all’idea di arrivare al traguardo e di smettere definitivamente. Poi, avvicinandoci ogni giorno di più alla data finale del tour, qualcosa ha iniziato a cambiare dentro di noi. Ci siamo detti: ‘non è possibile, tutto questo sta davvero per finire? I nostri fan ci hanno dato un’energia grandissima, abbiamo suonato dei concerti grandiosi, pieni di passione, con il fuoco della musica che bruciava dentro di noi!’. La cosa buffa è che tutti noi pensavamo le stesse cose, ma non ne abbiamo mai parlato. Poi Rudolf e Mathias, durante alcune interviste, hanno dichiarato che magari avrebbero voluto suonare ancora qualche concerto sporadico dopo la fine del tour, oppure imbarcarsi in qualche progetto musicale. Tutto ciò accadeva a fine 2012, l’intenzione di smettere c’era ancora, ma avevo capito di non essere l’unico ad avere ancora voglia di suonare. Un’altra cosa che ci ha colpito molto è stato vedere ai nostri concerti un pubblico molto giovane, noi ci aspettavamo i nostri fan fedeli sin dagli anni ottanta e novanta, invece i nostri concerti erano pieni di ragazzi giovani, c’erano tre generazioni di fan pronti a vedere i nostri show. In un certo modo abbiamo realizzato che la nostra musica ha superato la prova del tempo, che non era qualcosa dedicata solo ai fan di vecchia data, riuscivamo invece ad incantare anche i ragazzi di vent’anni! Non è finita, devi sapere che tra il 2010 e il 2012, pur avendo suonato moltissime date, non siamo riusciti a toccare tutti i paesi che avremmo voluto. Ad inizio 2013 è arrivata la proposta di MTV Unplugged, all’inizio gli avremmo voluto rispondere: ’cari miei, siete arrivato troppo tardi, abbiamo finito il tour’. Invece abbiamo accettato e lo show è andato benissimo, inoltre abbiamo voluto preparare qualche pezzo nuovo per MTV Unplugged, così ci siamo messi nuovamente in moto a scrivere musica. Vedi sono molte le motivazioni che ci hanno spinto a continuare, all’inizio eravamo stanchi dei ritmi stressanti, di fare tour di cento date, per poi rinchiuderci in studio a registrare un disco e ripartire ancora a suonare. Ma sai una cosa? Ci siamo resi conto, alla fine, che ci sarebbe mancata troppo questa vita, ci sarebbe mancata troppo la musica ed il calore dei fan”.

ED INFATTI IL NUOVO DISCO SI INTITOLA PROPRIO “RETURN TO FOREVER”, SEMBRA QUASI VOGLIATE DIRE CHE SIETE TORNATI PER RIMANERE QUI FINO ALLA FINE.
“Questa è la perfetta traduzione per il titolo del disco. Nella vita non si può mai sapere come andranno le cose, potrebbe succedere qualche evento anche domani in grado di fermarci per sempre, ma sicuramente finchè ci saranno lo spirito e la voglia di suonare, noi continueremo a farlo. Noi continuiamo ad andare avanti senza fare piani a lunga scadenza, per noi è un privilegio poterci esibire di fronte a migliaia di fan ogni sera, è un privilegio poter festeggiare con tante date il nostro cinquantesimo anniversario e noi siamo intenzionati a divertirci e a goderci la nostra vita finchè potremo. Dopo tutti questi anni i promoter e i fan sono ancora molto affezionati a noi, l’anno scorso ricordo che abbiamo suonato in Italia a Padova ed è stato fantastico. Da anni non suonavamo nel nostro Paese e per noi è stato come un nuovo inizio! Negli anni Ottanta abbiamo sempre suonato nella parte nord dell’Italia, mai in stupende città come Roma ad esempio, presto invece riusciremo a venire a suonare anche nella vostra capitale. In ottobre suoneremo in posti in cui non mettiamo piede da molto tempo, come l’Inghilterra o in Cina, dove non siamo mai stati…è davvero incredibile. La vita compie scherzi imprevedibili, oggi possiamo andare in Paesi in cui per cinquant’anni non abbiamo mai suonato, questo ci da la carica e la voglia di andare avanti. Continuiamo a vivere il nostro sogno…siamo consci che non potremo suonare altri cinquant’anni, stiamo vivendo la parte finale della nostra carriera con lo spirito giusto e con la voglia di continuare finchè ci sarà la possibilità. La carriera degli Scorpions, se là fuori non ci fosse stato nessuno a venirci a vedere suonare e a comprare i nostri dischi, si sarebbe chiusa tanti anni fa, invece fan sempre più giovani vengono ai nostri concerti, è incredibile. Su facebook abbiamo qualcosa come sei milioni di fan, di cui gran parte giovanissimi, ed è davvero una cosa unica per una band che suona da cinquant’anni! La nuova generazione di supporter è per noi una grande fonte di ispirazione”.

IL PRIMO BRANO CHE AVETE FATTO SENTIRE AL PUBBLICO, “WE BUILT THIS HOUSE”, PARLA DELLA VOSTRA FILOSOFIA DI VITA E DELLE ESPERIENZE CHE AVETE PASSATO CON LA BAND. QUAL E’ LA LEZIONE PIU’ IMPORTANTE CHE HAI IMPARATO DURANTE IL TUO LUNGO VIAGGIO INSIEME AGLI SCORPIONS?
“La lezione più importante, dal punto di vista umano, che ho imparata è quella di stare con i piedi per terra e di essere sempre se stessi, nel bene e nel male. Con gli Scorpions noi siamo sempre stati prima di tutto amici, poi possiamo vantare un grandissimo lavoro di squadra, non ci sono mai stati degli individualismi o qualcuno che ha tentato di primeggiare nella band. Per noi non conta quanto sia bravo il cantante o quanto suoni bene il chitarrista, pensiamo all’insieme , alla band come unione di tutti i suoi membri. E questo vale soprattutto per i momenti difficili, dove si vede davvero l’amicizia tra di noi. Ad inizio anni ottanta ho avuto dei problemi molto seri con la mia voce e la band, Rudolf Schenker in primis, mi ha sempre spronato a non arrendermi! Dopo il grande successo ottenuto negli anni ottanta, la decade successiva è stata difficile per noi, l’ascesa del grunge fece diminuire molto l’interesse verso l’hard rock, ma anche in questo caso tutti insieme non ci siamo arresi, abbiamo sempre creduto nelle nostre potenzialità e lavorato duramente per cercare di tornare al top. Ci siamo riusciti, questa è la dimostrazione che l’amicizia e l’onestà portano sempre a risultati. Non c’è nessuna lezione più importante, essere sempre onesti e seguire il proprio cuore”.

KLAUS, NEL MOMENTO IN CUI AVETE RAGGIUNTO I CINQUANT’ANNI DI CARRIERA, COSA VI E’ PASSATO PER LA TESTA? NON E’ DA TUTTI RAGGIUNGERE UN TRAGUARDO DEL GENERE…
“Beh, il mio primo pensiero è che io ho suonato con la band soltanto per quarantacinque anni (ride, nda). Rudolf ha dato vita alla band nel 1965, mentre io ai tempi suonavo ancora nel mio primo gruppo. Io sono entrato negli Scorpions tra il 1969 ed il 1970, ma poche band possono vantare una storia lunga come la nostra, penso ai Rolling Stones, ai Beach Boys o ai The Who, non ce ne sono molte altre in giro. Tra queste ancora meno possono vantare di festeggiare i cinquant’anni con un disco nuovo, di inediti, in questi casi è molto più facile pubblicare un box celebrativo o un best of, ma non è il nostro modo di fare le cose. Se ci penso a volte mi spavento, cinquant’anni… allo stesso tempo è bellissimo!”.

COME DICEVI PRIMA, IL GRANDE SUCCESSO E’ ARRIVATO NEGLI ANNI OTTANTA. IN QUEL PERIODO AVETE SUONATO DI SUPPORTO A GRANDI NOMI, ANCHE IN AMERICA. C’E’ MAI STATA QUALCHE BAND CHE HA TENTATO DI DANNEGGIARVI O CHE ERA SPAVENTATA DAL VOSTRO POTENZIALE?
“Fortunatamente no. Ricordo tra fine anni settanta ed inizio anni Ottanta il nostro primissimo tour in America. Ovviamente abbiamo dovuto farci le ossa, eravamo una delle prime rock band tedesche a suonare negli States, ma questo vale per altre grandi formazioni come gli Ac/Dc, che suonarono con noi in quel tour, anche loro mettevano piede nel nuovo continente per la prima volta. Eravamo il gruppo spalla di Ted Nugent, c’è sempre stato un grande rispetto fra di noi, con gli Ac/Dc siamo ancora in buonissimi rapporti tutt’oggi e ci conosciamo da quando c’era ancora Bon Scott al microfono. Noi e loro abbiamo scoperto insieme l’America (ride, nda). Non riesco davvero a ricordare un particolare evento negativo, abbiamo sempre cercato di essere rispettosi, soprattutto durante la vita on the road. Lo stesso rispetto viene dato da noi nei confronti delle giovani band che aprono i nostri concerti, ricordo nel 1984 dei giovanissimi Bon Jovi come nostro gruppo di apertura. Loro hanno suonato per la prima volta in grandi arene proprio nel tour di supporto agli Scorpions e li abbiamo sempre trattati con grande rispetto e correttezza. Questo è il modo in cui abbiamo imparato il business e così ci siamo sempre comportati”.

IN CINQUANT’ANNI DI CARRIERA AVETE SCRITTO UN SACCO DI CANZONI CHE HANNO OTTENUTO GRANDE SUCCESSO A LIVELLO INTERNAZIONALE. SE TU DOVESSI DIRMI LA CANZONE CHE, SECONDO TE, HA VERAMENTE CAMBIATO IL CORSO DELLA STORIA PER GLI SCORPIONS, QUALE NOMINERESTI?
“Personalmente sono molto legato a diverse canzoni, ma dovendo scegliere un brano che ha davvero cambiato le cose per noi, ti direi senza dubbio ‘Wind Of Change’. Onestamente non mi piace concentrarmi solo su una canzone, ne abbiamo scritte davvero tante, ma dovendone nominare una sola penso che ‘Wind Of Change’ sia quella perfetta, e ti spiego il motivo. Tra fine anni Ottanta ed inizio anni Novanta eravamo al culmine della nostra carriera, poi qualcosa è successo, l’ascesa del grunge ha smorzato in modo netto l’interesse del pubblico verso le formazioni classic rock. Molti nostri colleghi sono finiti in declino, ‘Wind Of Change’ è stato il brano che ci ha salvato. Il successo che ha ottenuto è stato strepitoso, perché le radio di tutto il mondo la trasmettevano in continuazione e noi siamo tornati al top. Questa canzone ci ha fatto compiere un grande salto, anche se a dire il vero non era molto popolare tra i fan dell’heavy metal e dell’hard rock. Però ha colpito nel segno, ci ha permesso di conquistare un ambiente più mainstream e di raggiungere anche i fan del pop, della musica radiofonica, non solo i nostri tipici ascoltatori. Solo questo ci ha permesso di sopravvivere agli anni Novanta. Ci sono però altre canzoni che vorrei nominare, almeno tre o quattro ci hanno portato sulla vetta del rock, ma visto che me ne hai chiesta una soltanto, ‘Wind Of Change’ è la mia risposta”.

E’ VERA LA LEGGENDA CHE, APPENA SCRITTA “WIND OF CHANGE”, NON ERAVATE CONVINTI DEL SUO POTENZIALE?
“Credo che la canzone piacesse a tutti, ma non ci eravamo resi conto di cosa sarebbe potuta diventare. Abbiamo lavorato molto su ‘Wind Of Change’, specialmente sulle parti di chitarra. Partendo dalle mie linee vocali, gli altri ragazzi della band proposero alcuni cambiamenti per rendere il brano più forte e ricordo che non obiettai, fui molto aperto alle idee dei miei compagni. Nel comporla mi ero occupato anche dei riff di chitarra, ma non essendo bravo tanto quanto Mathias o Rudolf, loro hanno saputo intervenire sui miei accordi e perfezionare gli arrangiamenti nel modo migliore. Ricordo che lo staff della nostra casa discografica era entusiasta e convinto che la canzone sarebbe diventata un top singolo in America, ma mi proposero alcuni cambiamenti che io non accettai. Tempo dopo vennero da me e mi dissero che avevo avuto ragione e che loro erano in torto marcio! Una canzone all’opposto di ‘Wind Of Change’ è ‘Rock You Like A Hurricane’, un vero hit hard rock che ottenne un grandissimo successo. Questo pezzo venne usato in un sacco di film e in diverse trasmissioni televisive, persino un grandissimo attore come Tom Cruise nel suo ‘Rock Of Ages’ si è servito del brano. Questa attenzione mediatica ci ha permesso di ottenere grande fama e successo”.

INDUBBIAMENTE BALLATE COME LA GIA’ CITATA “WIND OF CHANGE” O “SEND ME AN ANGEL” O ANCORA “STILL LOVING YOU” SONO STATE IMPORTANTISSIME PER VOI. NON E’ STRANO PER UNA BAND HARD ROCK?
“Vedi, io penso che una canzone come ‘Still Loving You’ sia un classico del rock e non abbia nulla da invidiare a canzoni più pesanti e veloci. L’energia che sprigiona questo pezzo è davvero unica. Questa è la ragione per cui a distanza di tanti anni, ancora oggi dal vivo suoniamo tutte queste ballate, perché non sono melense, ma danno carica, possiedono pathos e noi ci divertiamo molto a suonarle. Mi piace pensare a ‘Still Loving You’ come il perfetto punto di incontro tra gli Scorpions più melodici ed emozionanti e quelli più incazzati. Nel coro i riff di chitarra sono puro rock, un po’ come accade per un alto classico immortale come ‘Stairway To Heaven’ dei Led Zeppelin”.

PRIMA HAI RICORDATO QUANDO, AD INIZIO ANNI OTTANTA, DEI SERI PROBLEMI ALLA VOCE TI CONTRINSERO AD OPERARTI. IN QUEL PERIODO, HAI MAI PENSATO CHE LA TUA CARRIERA FOSSE GIUNTA AL CAPOLINEA?
“Certo che l’ho pensato, più di una volta! Ero tremendamente spaventato perché temevo di non riuscire più a registrare il disco ‘Blackout’. Ricordo che parlai con Rudolf e gli dissi che sarebbe stato meglio trovare un nuovo cantante, la vita doveva andare avanti e non sarebbe stato giusto fermare l’attività della band. Ora mi riallaccio al discorso che ti facevo prima sull’amicizia, perché Rudolf mi disse di non preoccuparmi, di curarmi e di prendermi tutto il tempo necessario per guarire. Ero molto giù di morale perché vedevo la mia carriera finita, ma Rudolf mi spronò a combattere e guarire senza fare le cose in fretta. Così mi operai , guarii e tornai in studio per registrare il disco ed imbarcarmi in tour con la band. Non credevo di poter avere una seconda chance, ma tutto fu davvero fantastico. Dimostrazioni di amicizia come queste non si dimenticano, me le porterò sempre nel cuore”.

CIO’ CHE DICI COLPISCE MOLTO, PERCHE’ FA CROLLARE LE CREDENZE CHE VEDONO LE BAND FAMOSE SFALDARSI PER MOTIVI FUTILI O DI DANARO. C’E’ ANCORA POSTO PER L’AMICIZIA…
“Non posso parlare per le altre band, ma in casa Scorpions l’amicizia è il fattore più importante che ci ha sempre tenuti legati. Non saremmo durati cinquant’anni senza amicizia, credimi. Oggi siamo qui a festeggiare mezzo secolo di vita, con un disco nuovo e con un tour alle porte, l’amicizia ancora una volta è stata la chiave che ci ha permesso di andare avanti”.

4 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.