SELBST – Fuga dalla realtà

Pubblicato il 29/10/2020 da

Sin dal primo ascolto della seconda opera dei Selbst ci siamo resi conto delle grandi potenzialità di questo progetto sudamericano: “Relatos De Angustia” è un album eclettico e pieno di spunti, con un approccio moderno ed ‘europeo’ che non nasconde tra le trame della propria musicalità una sensitività e un’apertura mentale ragguardevole. La band, in realtà progetto solista del venezuelano emigrato in Cile N, racchiude all’interno delle proprie composizioni quanto di meglio si sia ascoltato negli ultimi anni in campo black metal, andando a rielaborare le varie influenze in una maniera comunque personale, sentita e assolutamente esaltante all’ascolto; magari con un ché forse accostabile a nomi noti, come rivela scherzando lo stesso N nell’intervista che state per leggere, senza tuttavia risultare derivativo o clone di altri gruppi, anzi. Ascoltare per credere. 

POTRESTI PRESENTARE LA BAND AI NOSTRI LETTORI?
– Selbst nasce come progetto personale nel 2010, in Venezuela. È li che ho registrato i miei primi lavori, come il demo “Veritas Filia Temporis” e gli split, che sono “Three Ways Of Consciousness” con gli Aversio Humanitatis e i Nihil dalla Spagna, “Aversio A Deo Et Conversio Ad Creaturas” con la band venezuelana Holbach, e l’EP “An Ominous Landscape ” tramite Sun & Moon Records dalla Romania. Nel 2016 sono andato a vivere in Cile e mi sono messo a lavorare al primo full-length, intitolato semplicemente “Selbst”. Nel 2018, c’è stata la prima apparizione live con musicisti locali, e ora, nel 2020, ho pubblicato il secondo album, “Relatos de Angustia” tramite Debemur Morti Productions.

COME DESCRIVERESTI LA TUA MUSICA?
– La descriverei semplicemente come modern black metal, credo… O forse potrei semplicemente compararla a quella di Deathspell Omega e Mgla, come fanno tutti i media, così da non complicarmi troppo la vita! (Risate, ndr)

DEL RESTO LA TUA MUSICA È A MODO SUO PIÙ EUROPEA CHE SUDAMERICANA. È ATMOSFERICA E MOLTO APERTA ALLA LEZIONE DI SCUOLE DIFFERENTI (SCANDINAVA, FRANCESE, ISLANDESE), SEI D’ACCORDO? COSA TI HA SPINTO A CREARE QUESTA BAND?
– Si, è vero, e ricevo questo tipo di commento sin dal primo demo, nel 2011. Non è qualcosa che ho cercato, è semplicemente venuto da sé. Credo sia il risultato delle mie varie influenze!

COME TI APPROCCI ALLA SCRITTURA DELLE TUE CANZONI?
– Non ci penso troppo, credo, lascio semplicemente che accada poco a poco, in modo naturale. Inizio a scrivere piccole frasi che mi vengono in mente e poi inizio a svilupparle e a dar loro una forma in modo che abbiano un significato… Lascio semplicemente che il dolore scorra attraverso esse. Questo è quanto.

HAI AVUTO ESPERIENZE MUSICALI PASSATE CHE HANNO INFLUENZATO I SELBST?
– Posso dirti che ho semplicemente iniziato a suonare in una band con amici e la cosa è poi diventata, di fatto, i Selbst un po’ dopo. E da lì ho realizzato che non sono fatto per lavorare in gruppi. Non fa per me. Ecco perché mi sono semplificato la vita e sono rimasto solo io con un cantante. Mi è sempre piaciuto lavorare da solo, mi sembra molto più facile.

ECCO, TRA L’ALTRO IL NOME DELLA BAND SEMBRA RICALCARE QUESTO CONCETTO, PORTANDOMI POI A PENSARE A JUNG: COME MAI DUNQUE HAI SCELTO QUESTO NOME, E COSA RAPPRESENTA PER TE?
– Anche se Selbst significa letteralmente ‘io’, la cosa interessante di questa parola è che gli si può dare più di un unico significato o interpretazione, e quello che io ho identificato è quello relativo al processo di individuazione riconducibile come dicevi a Carl Jung. Ho apprezzato il senso, per l’appunto, individuale che può essere assegnato a questa parola, visto che sono l’unico compositore e, di fatto, forza motrice dietro alla musica della band.

ESISTE UN CONCEPT CHE LEGA LE CANZONI IN QUESTO SENSO?
– L’unica cosa che mi viene da definire come concept in quest’album è la sofferenza. Ecco il perché del titolo, l’aura della mia musica, i miei testi in generale. Non c’è altro che pessimismo all’interno dei brani… di tutti i pezzi.

COSA FAI QUANDO NON SUONI?
– Quello che fanno tutti, presumo, vado fuori ogni tanto, vengo schiavizzato da qualche azienda di merda per guadagnarmi da vivere, per la mia casa, eccetera. La musica è quello che davvero mi tiene fuori dalla routine, rappresenta una fuga per me. Mi sento estremamente fortunato ad essere in grado di creare qualcosa di così personale.

QUINDI LA TUA QUOTIDIANITÀ, A MODO SUO, DIVENTA ISPIRAZIONE?
– Credo che quello che può ispirarmi di più nella vita di tutti i giorni è quanto monotono tutto finisca per essere, e, cosa più importante, il fatto che siamo completamente soli al mondo, e quanto tutto è futile e terribilmente fragile. Un giorno stai bene, l’altro semplicemente no, o magari non lo sai neanche. Tutto può cambiare dal bene al male e dal male al peggio in ogni momento.

PER QUANTO RIGUARDA LA MUSICA, LIBRI, O ALTRI MEDIA, COSA TI ISPIRA?
– Per quanto riguarda la musica può essere qualsiasi cosa, non ascolto solo e sempre black metal (ride, ndr)! Dunque le mie influenze sono varie e disparate, posso passare dagli Svartidaudi ai King Crimson, poi magari un po’ di alternative metal, tipo Chevelle, o Bjork, … Insomma, un po’ tutto. Non leggo libri da un bel po’ di tempo, quindi non mi viene da dire un titolo in particolare ora come ora. Stessa cosa per i film. Guardo alcune commedie giusto per far passare un po’ il tempo.

COME MAI TI SEI SPOSTATO DAL VENEZUELA AL CILE? COMA VANNO LE COSE DA QUELLE PARTI?
– Beh, la situazione politica ed economica nel mio paese è terribile. Ed è andata peggiorando, negli ultimi anni, è davvero spiacevole. Per me era davvero difficile concentrarmi nella musica, beh, in qualsiasi cosa a dire il vero, in un ambiente così complicato. Quindi ho preferito lasciarmi alle spalle tutto quello che conoscevo e ricominciare da capo in un altro luogo. Qui in Cile, d’altra parte, la vita è molto più stabile. Tutto ovviamente è andato complicandosi per questa pandemia di merda, ma, in ogni caso, trovo la vita molto migliore in questo paese, per ora.

COME TROVI LA SCENA METAL IN CILE?
– Piuttosto buona, direi! Ci sono dozzine di band, etichette, organizzatori, club, etc… Tutto quello che serve per avere una buona scena. Inoltre, il livello musicale qui è superiore che in molti altri paesi latinoamericani, almeno secondo me.

STAI SCRIVENDO NUOVA MUSICA?
– Assolutamente niente! Sono completamente asciutto, svuotato! Ci vorrà un po’ per riprendermi creativamente ed essere in grado di scrivere qualcosa di nuovo. Ho giusto buttato giù qualche testo, che è l’unica roba che mi è venuta in mente; potenzialmente un prodotto di questi tempi che stiamo vivendo.

QUINDI NON CI SONO PIANI CERTI NEL FUTURO DEI SELBST?
– No, del resto non mi piace pianificare a lungo termine in generale, dunque per ora posso solo dirti che aspettiamo che questa situazione cambi e si possa tornare a provare regolarmente. Parteciperemo ad un festival online chiamato “Mexico Black Metal Fest” a novembre, e siamo abbastanza motivati da quest’idea. Spero vada bene, in generale.

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