L’album congiunto realizzato da Selvans e Downfall Of Nur lo scorso autunno è stato sicuramente tra le più apprezzabili uscite in ambito estremo del 2016; entrambe le band, già con le loro precedenti produzioni, erano state sapientemente in grado di ridefinire il concetto stesso di musica estrema, per inciso: due miscele molto personali ma decisamente compatibili di black atmosferico, folk, e altre derive affascinanti, spesso rette da strumenti tradizionali. E proprio grazie a questa ‘comunanza’ di intenti, lo split album da loro rilasciato ha preso la forma di quattro brani collaborativi, in cui il risultato finale risulta ancora più potente della pura somma delle parti. Ne abbiamo parlato con Selvans Haruspex, voce e polistrumentista dei Selvans, e con Antonio Sanna, mastermind della one-man band argentina.
CIAO E BENVENUTI SU METALITALIA. VISTO CHE PER LA PRIMA VOLTA ABBIAMO IL PIACERE DI INTERVISTARVI, VI CHIEDEREI DI RACCONTARE AI NOSTRI LETTORI CHI C’È DIETRO AI VOSTRI DUE GRUPPI, PER INIZIARE.
Selvans Haruspex: “Selvans è un duo composto da me (voce, tastiere e strumenti antichi) e Fulgurator (chitarre e basso)”.
Antonio Sanna: “Downfall of Nur é un progetto solista, se cosi lo si può chiamare, composto principalmente da me, per facilitare i tempi senza dover dipendere da altre persone. Per ogni lavoro mi piace collaborare con altri musicisti, generalmente amici, che passano e lasciano la loro firma”.
UNA BAND ITALIANA, UNA ARGENTINA CON EVIDENTI RADICI ITALIANE, UN SOUND CHE RIESCE A TRASMETTERE UN CERTO FOLKLORE A NOI VICINO, MA CON UNA COMPLESSITÀ CHE CARATTERIZZA POCHE FORMAZIONI ITALIANE. DA DOVE TRAETE ISPIRAZIONE?
Haruspex: “Sono la mia passione per il folklore, i popoli e la storia della nostra penisola (meglio se in qualche modo ‘proibita’) ad ispirarci. Mi piace girare in lungo e largo l’Italia, si tratta di qualcosa che va oltre i confini regionali e che non può essere imbrigliata in campalinismi o roba del genere ed inevitabilmente si riflette nei testi e nelle atmosfere di Selvans”.
Antonio: “Sono nato nel 1996 in un piccolo paese in Sardegna (Bonorva) tra boschi di querce, colline e montagne, il luogo che ha visto la nascita e scomparsa della civiltà nuragica più di 4000 anni fa. Questo progetto è nato con l’intenzione di trascrivere in musica un omaggio alla mia terra e di parlare dei miei antenati”.
VI ANDREBBE DI RACCONTARE IL CONCEPT E I TEMI SOTTOSTANTI A QUESTO LAVORO?
“Il concept tratta del dualismo Sole/Luna. I quattro atti possono essere intesi come un rituale dedicato ai due Astri lungo una giornata: inizia al mattino con ‘Intro/ SOL’ e finisce quando la luna è già alta in cielo ‘Outro/ LUNA’. Come già successo nei nostri album di debutto, nelle lyrics c’è tutto un alternarsi di riferimenti a culti e simbolismi provenienti da epoche e culture lontane”.
QUANTO LO STUDIO DEL FOLKLORE, APPUNTO, LA COMPONENTE MISTICA E ANTROPOLOGICA INFORMANO LA VOSTRA VITA LONTANO DALLE BAND?
Haruspex: “Tanto. Come si può desumere dalle nostre risposte di poco fa”.
Antonio: “Certo! Dopo tutto, la musica è solo uno specchio”.
MUSICALMENTE, SI SENTONO DIVERSI ECHI, CHE VANNO DAI CLASSICI DEL BLACK METAL, ALLE DERIVE PIÙ PECULIARI DEL GENERE, FINO A UNA CERTA CADENZA DOOM; CHI CITERESTE, COME VOSTRI ‘MAESTRI’?
Haruspex: “Condivido la tua analisi. Non sono bravo in queste cose… Solitamente sono gli ascoltatori a percepire echi e rimandi ad altro. In generale, tendo a trarre ispirazione da concetti più che dalla musica altrui”.
Antonio: “Non saprei… Ci sono certamente molte influenze ma quando scrivo o registro non ascolto quasi mai metal o sub-generi. Cerco di prendere inspirazione dalle sensazioni che mi provoca un certo genere musicale, é in base a questo lavorare alla composizione di testo e musica. Comunque, la musica viene fuori quando vuole lei! I dischi forzati fanno cagare e lo sappiamo tutti”.
VENIAMO ORA NELLO SPECIFICO AL VOSTRO SPLENDIDO LAVORO COLLABORATIVO, CHE ABBIAMO CALDEGGIATO SULLE NOSTRE PAGINE CON PIACERE. SIETE CONCORDI CHE NON SIA UN ‘BANALE’ SPLIT? COM’È NATO E SI È EVOLUTO IL PROGETTO?
“Concordiamo che si tratti di un album collaborativo più che di uno split. Sin dall’inizio abbiamo deciso di sovvertire la triste prassi dello split dove le due band buttano dentro materiale di seconda scelta creando un miscuglio mal assortito e comporre qualcosa che fosse appositamente per questa release e che avesse una sua precisa identità. Ci siamo conosciuti virtualmente dopo l’uscita dei nostri due full-length e, parlando, abbiamo pensato che per quanto Selvans e Downfall Of Nur venissero da due ‘scuole’ diverse, ci fossero diversi elementi che, messi insieme ed incanalati nella giusta direzione, avrebbero potuto creare qualcosa di unico”.
LA FORMA SCELTA È SICURAMENTE QUALCOSA CHE INGOLOSISCE GLI ASCOLTATORI PIÙ CURIOSI, MA ANCHE UNA SCELTA PARTICOLARE DA PARTE VOSTRA; IMMAGINO SIA STATO UN PROGETTO IN CUI HA CREDUTO ANCHE AVANTGARDE, O AVETE DOVUTO ‘LOTTARE’ PER PORTARLO FINO IN FONDO?
“Roberto ha creduto nel progetto sin dall’inizio e ci ha aiutato a far sì che prendesse vita esattamente nel modo in cui l’avevamo pensato inizialmente”.
IMMAGINO POSSA ESSERE UN PO’ PRESTO PER DEFINIRLO, MA RITENETE POSSIBILE RIPETERE L’(ECCELLENTE) ESPERIMENTO?
“Solo il tempo potrà dirlo”.
AVETE IN MENTE – O MAGARI È SOLO UN SOGNO NEL CASSETTO – COLLABORAZIONI ANCHE CON ALTRI MUSICISTI O ALTRE BAND? ALTRI PROGETTI PER IL FUTURO?
Haruspex: “Al momento siamo concentrati sulla scrittura del secondo full-length, non ho altro in mente. Introdurremo delle sonorità che caratterizzeranno ulteriormente la nostra proposta. Da lì, saremo in grado di valutare nuove collaborazioni”.
Antonio: “In questo momento sto lavorando come produttore al primo lavoro di un progetto black metal con base in Argentina che vedrà la luce nel 2017, quando questo sarà concluso vedrò che fare, magari inizierò a scrivere il prossimo album di Downfall of Nur”.
SAPPIAMO CHE I SELVANS HANNO UN’ATTIVITÀ LIVE PIUTTOSTO INTENSA; POSSIAMO SPERARE DI VEDERE DAL VIVO DA QUESTE PARTI ANCHE I DOWNFALL OF NUR?
Antonio: “Ne dubito. Downfall of Nur è impostato per essere uno studio project. Non è mai stato pensato al di là delle mura del mio studio”.
E L’IDEA DI PROPORRE, MAGARI, QUESTO LAVORO IN FORMA CONGIUNTA? LA RICCHEZZA E LA CONTINUITÀ TEMATICA NE FAREBBERO UNO SPLENDIDO SPETTACOLO CONCETTUALE.
“Per ora lo escludiamo, ma il futuro potrebbe riservare sorprese in questo senso”.
VI CHIEDEREI DI ACCOMIATARVI DAI NOSTRI LETTORI DANDO UN MOTIVO A TESTA PER CUI NON DEVONO PERDERE QUESTO LAVORO – SE NON LI HA CONVINTI LA NOSTRA RECENSIONE!
Haruspex: “E’ un lavoro unico e, per la passione impiegata da noi e da Antonio, vale come un nuovo full-length di entrambi”.
Antonio: “E´ un’opera rara, un’opera che fa specchio al passato in forma riflessiva, e che di certo non vi lascerà delusi”.