Non si smorza la spinta creativa dei Septicflesh: anche se il gruppo è in attività dal lontano 1990 e ha ormai trovato un proprio stile ben riconoscibile – fra death metal, suggestioni orchestrali e profumi d’Oriente – i suoi sforzi per affinare il songwriting e proporre sempre materiale di alto livello risultano lampanti. Il nuovo album “Codex Omega”, successore del fortunato “Titan” e decimo full-length della discografia del quartetto originario di Atene, presenta infatti alcune delle migliori composizioni del recente repertorio, unite ad una produzione e ad una resa sonora sempre più curate e imponenti. Ci descrive il tutto il sempre disponibile chitarrista/cantante Sotiris Vayenas, membro storico della formazione ellenica assieme ai fratelli Antoniou…
COME VEDI “CODEX OMEGA” RISPETTO AI VOSTRI ULTIMI LAVORI?
– “Secondo me “Titan” era un disco un po’ troppo uniforme, una cosa che non posso certo dire per “Codex Omega”. Credo che i nuovi pezzi godano di una maggiore personalità e siano più facili da ricordare. Ognuno possiede un suo carattere specifico. Va poi sottolineato come il disco sia più pesante e affilato del precedente. Ci sono più chitarre e più riff in tanti stili differenti. Ovviamente la componente orchestrale è sempre presente, ma credo che questa volta vi sia un bilanciamento migliore fra l’anima metal e quella sinfonica.
DEL RESTO, UNO DEGLI ASPETTI PIU’ IMPORTANTI DELLA VOSTRA MUSICA E’ PROPRIO IL CONTINUO CONTRASTO FRA ELEMENTI BRUTALI E PARTITURE PIU’ SINUOSE…
– Certo, e non si tratta di qualcosa nato per caso. Abbiamo sempre lavorato duramente per rendere questo contrasto il più interessante possibile. Dopo tanti anni di esperimenti, crediamo di avere raggiunto un livello di padronanza considerevole.
QUESTA DUALITA’ PUO’ ESSERE RINTRACCIATA ANCHE NELLA COPERTINA: PUOI DIRCI QUALCOSA DI PIU’ A RIGUARDO?
– Il protagonista della copertina è la cosiddetta “Faceless Queen”, una figura spaventosa con un viso che sembra un utero aperto. All’interno del cranio, al posto del cervello, vi è un feto innocente. Le apparenze tuttavia potrebbero essere ingannevoli. Il prologo nel libretto del disco per il brano “The Gospels of Fear” dà un indizio a riguardo. Ciò che continui a nutrire con emozioni e pensieri cresce all’interno della tua mente, fino a quando esso inizia a nutrirsi da solo. E spesso con la nostra energia nutriamo delle idee molto oscure.
CHI E’ IL PRINCIPALE COMPOSITORE DELLA BAND OGGIGIORNO? OGNUNO PORTA DEI BRANI COMPLETI O LAVORATE ANCORA COME UNA SQUADRA?
– Tutti i membri dei Septicflesh sono soliti comporre canzoni. Vi sono pezzi che vengono principalmente composti da uno di noi e poi rifiniti dal resto della band e vi sono pezzi che invece sono il frutto di una collaborazione più ampia: “Dark Art” è uno di questi. In ogni caso, tutte le idee vengono prese in considerazione e ogni brano viene sempre approvato da tutti prima di essere registrato. Per quanto riguarda i testi, questi sono mia responsabilità, ma parlo sempre con Seth prima di completarli. Essendo lui il nostro frontman, ha senso che abbia piena dimestichezza con le linee vocali e le parole che scelgo.
RACCONTACI QUALCOSA IN PIU’ SUI TESTI DI “CODEX OMEGA” ALLORA…
– Ogni canzone affronta un tema diverso. Vi sono episodi dai riferimenti occulti, come “Trinity” e “Faceless Queen”. Altri, come “Enemy of Truth” e “Portrait of a Headless Man”, sono invece riflessioni sul mondo moderno. Per quanto riguarda il titolo del disco, ‘omega’, come ultima lettera dell’alfabeto greco, indica un atto conclusivo. Il libretto contiene diversi giochi di parole, numeri e indizi per svelare il significato dei titoli dei brani e del disco. Mi sono divertito a creare questo gioco per i nostri fan.
TORNANDO ALLA MUSICA, NONOSTANTE ABBIATE SEMPRE FATTO UTILIZZO DI VOCI PULITE, AVETE ACCURATAMENTE EVITATO DI ABUSARE DELLA ORMAI CLASSICA FORMULA ‘VERSO AGGRESSIVO / RITORNELLO MELODICO’…
– Sì, come dicevo, abbiamo sempre cercato di far sì che i vari contrasti non risultassero mai banali o prevedibili. Sono solito lavorare molto a casa sullo sviluppo delle linee vocali pulite, anche se a volte capita che mi venga una bella idea direttamente in studio. In generale, è importante che sia l’atmosfera del brano a guidare le linee vocali e non il contrario.
NEGLI ULTIMI ANNI DELLA VOSTRA CARRIERA AVETE AVUTO MODO DI LAVORARE CON NUMEROSI PRODUTTORI AFFERMATI: FREDRIK NORDSTROM, PETER TAGTGREN, LOGAN MADER, JENS BOGREN… PERCHE’ AVETE CAMBIATO COLLABORATORI TANTO SPESSO? E COSA AVETE IMPARATO DA CIASCUNO DI LORO?
– Il cambio di produttore rientra nel nostro processo di sperimentazione. Ogni produttore fra quelli che hai menzionato si è avvicinato al nostro sound con un’attitudine diversa e queste esperienze ci hanno sempre insegnato qualcosa di nuovo. Non siamo una band giovane, ma troviamo essenziale espandere continuamente le nostre conoscenze ed entrare in contatto con persone che possono avere una visione più ‘fresca’ della nostra musica.
LA VOSTRA DISCOGRAFIA PUO’ VANTARE BEN DIECI FULL-LENGTH ADESSO. VI CAPITA MAI DI RIASCOLTARE VECCHI ALBUM O BRANI PER VEDERE SE SIETE ANCORA IN GRADO DI RICORDARLI?
– Sì, ogni tanto capita ancora di ascoltare nuovamente uno dei nostri primi album. Tuttavia quando suoniamo dal vivo la scaletta comprende quasi esclusivamente brani composti nell’ultimo decennio.
NON SEI SOLITO SEGUIRE LA BAND IN TOUR: E’ UNA CONDIZIONE DETTATA DA IMPEGNI PERSONALI O LAVORATIVI OPPURE NON AMI PARTICOLARMENTE VIAGGIARE?
– Non sono in grado di assentarmi più di tanto dal mio posto di lavoro. Siccome, album dopo album, i tour diventano sempre più lunghi e impegnativi, ho deciso di farmi da parte per quanto riguarda l’attività concertistica del gruppo.
BAND COME PARADISE LOST, SATYRICON E KATATONIA HANNO REGISTRATO DEI CONCERTI CON IL SUPPORTO DI UN’ORCHESTRA NEGLI ULTIMI ANNI. AVETE MAI PENSATO DI FARE LO STESSO?
– Non abbiamo mai preso in considerazione la pubblicazione di un live album, tantomeno di uno orchestrale, però credo che potrebbe essere una buona idea, vista la natura del nostro sound attuale. Tutto dipenderà da quanto budget avremo a disposizione per un’operazione simile in futuro.
I SEPTICFLESH SONO SEMPRE STATI UNA BAND RAFFINATA E COMPLESSA. IN UN’EPOCA IN CUI GLI ASCOLTI SONO SEMPRE PIU’ DISTRATTI E ‘USA E GETTA’, PENSI CHE PER VOI SIA PIU’ DIFFICILE IMPORSI ALL’ATTENZIONE DI UN ASCOLTATORE E VENIRE VALORIZZATI?
– Sono dell’idea che, alla lunga, la qualità paghi sempre. Ciò che manca di spessore è destinato ad imporsi subito, ma anche ad appassire in fretta. Il pubblico può essere ingannato per un po’, ma non per sempre. Chi è in grado di creare qualcosa capace di restare a lungo vivo nei sogni degli ascoltatori non potrà essere ignorato per sempre.
I SEPTICFLESH COME VENGONO VISTI IN GRECIA? SIETE CONSIDERATI UNA SORTA DI PIONIERI E UN CULTO INTOCCABILE, COME AVVIENE PER I SEPULTURA IN BRASILE?
– Diciamo che noi e i Rotting Christ veniamo considerati fra le prime band che sono state capaci di portare in alto il nome del metal greco. Tuttavia non vanno sottovalutati gli sforzi di realtà più giovani, che stanno facendo il possibile per mantenere viva la fiamma. Ascoltate gruppi come W.E.B., Vermingod, Scar of the Sun, Dead Congregation, Hail Spirit Noir o Katavasia per farvi un’idea.
CHE COSA STAI ASCOLTANDO ULTIMAMENTE? QUALI SONO I TUOI DISCHI PREFERITI DEL 2017?
– Il 2017 è stato un buon anno per certi vecchi colossi. Ho apprezzato particolarmente i nuovi lavori di Mastodon, Kreator, Immolation, Obituary e Accept.