Cinque anni. Tanto abbiamo dovuto aspettare per il seguito dell’acclamato “Erase The Insignificant”, disco grazie al quale il nome dei Septycal Gorge si è imposto prepotentemente agli occhi della critica specializzata e di tutti i fan di Deeds Of Flesh, Disgorge e Suffocation. Un periodo lungo e travagliato – come ci spiegherà lo stesso chitarrista Diego nell’intervista che segue – ma dal quale la band si è risollevata a testa altissima con “Scourge Of The Formless Breed”, mirabile punto di incontro fra la scuola US death metal di tardi anni ’90/inizio anni 2000 e spunti groovy-melodici del tutto inediti per i Nostri, giustamente inserito fra i nostri Hot Album non più tardi di qualche mese fa. Curiosi di scoprire i retroscena di questa opera monumentale e i piani per il futuro del quartetto piemontese? Non vi resta che addentrarvi nella lettura!
CIAO RAGAZZI, BENTORNATI SULLE PAGINE DI METALITALIA.COM! LA PRIMA DOMANDA E’ ANCHE LA PIU’ SCONTATA: COME MAI E’ PASSATO TANTO TEMPO TRA LA PUBBLICAZIONE DI “ERASE THE INSIGNIFICANT” E L’USCITA DI “SCOURGE OF THE FORMLESS BREED”?
“Ciao a te Giacomo e a tutti i lettori di Metalitalia. La domanda è legittima: il nostro silenzio discografico durato 5 anni è stato dovuto a vari fattori: per prima cosa un break che inizialmente ci siamo presi dopo l’ultimo live tenutosi nel novembre 2011 per concentrarci a tempo pieno sul songwriting del disco. Poi sono intervenuti una serie di problemi, sia fisici (io e Los siamo stati afflitti dalla tendinite, nel mio caso purtroppo sono stato un anno quasi fermo) che personali, che gestionali. Si è rallentato tutto l’ingranaggio tipico di una band, ed è stata più dura del solito coordinarci al meglio per portare a termine il disco nella sua completezza”.
PER “SCOURGE…” AVETE FATTO TUTTO DA SOLI, RICORRENDO ALL’AUTOPRODUZIONE E ALL’AUTODISTRIBUZIONE (ALMENO IN EUROPA). COME SIETE GIUNTI A QUESTA DECISIONE? E’ ABBASTANZA INSOLITO VEDERE UNA BAND COME LA VOSTRA ALLE PRESE CON METODI “DIY”…
“E’ stata una decisione maturata da lontano. Ci siamo resi conto che avremmo avuto i mezzi per produrre il disco, stamparlo e distribuirlo, e nel contempo ci siamo resi conto che nessuna label avrebbe al 100 per cento soddisfatto le nostre necessità. Credo che alla fine abbia contato più di ogni cosa l’esigenza di gestire con libertà il nostro materiale (non ti parlo di songwriting ovviamente, ma di tutto ciò che ruota attorno alla musica: diritti di distribuzione, merch etc.). E’ stata molto dura autoconvincerci che sarebbe stata la mossa giusta, in un certo senso si è trattato di un azzardo, ma ora che la cosa è fatta noi tutti siamo totalmente soddisfatti di come stanno andando le cose”.
NEGLI STATI UNITI INVECE VI SIETE APPOGGIATI ALLA COMATOSE MUSIC: PERCHE’ LA VOSTRA SCELTA E’ RICADUTA PROPRIO SULL’ETICHETTA DI STEVE GREEN? CHE NE E’ STATO DEL CONTRATTO CON BRUTAL BANDS?
“Inizio col dirti che Brutal Bands è scomparsa dall’orizzonte circa un annetto dopo la nostra firma (avvenuta nel 2010 dopo la fine del tour americano), per cui abbiamo deciso di rompere qualsiasi legame avessimo con lei, e lo stesso hanno fatto tutte le band affiliate all’etichetta a quel tempo. Per quanto riguarda Steve, lo conosciamo di persona da un vita, sappiamo con quanta serietà e dedizione lavora con le sue band, le supporta, le fa crescere con la promozione. Non a caso Comatose Music è l’unica label underground in ambito death metal che ha saputo portare avanti coerentemente il proprio discorso senza perdersi negli anni o lasciarsi andare ad alcun tipo di trend vigente, proprio per questo ci eravamo già affidati ad essa per ristampare i nostri due primi lavori. Dunque è stato automatico per noi pensare a Steve nel momento in cui ci siamo resi conto che distribuire il disco oltreoceano, con una promozione degna di essere chiamata tale, era una cosa più grande di noi e che avremmo avuto bisogno di un appoggio competente”.
L’EVOLUZIONE DEL VOSTRO SOUND E’ PALESE E SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI. SEMBRA CHE PIU’ PASSI IL TEMPO E PIU’ LE STRUTTURE DEI VOSTRI BRANI SI AVVICININO AL CONCETTO DI “FORMA CANZONE”, SIETE D’ACCORDO? ANCHE LA MELODIA HA UN PESO DECISAMENTE MAGGIORE RISPETTO AL PASSATO…
“Assolutamente daccordo. Abbiamo lavorato tanto in questi ultimi anni per arrivare a trovare un metodo di scrittura che ci permettesse di comporre vere e proprie canzoni che non fossero solo successioni di riff più o meno tecnici, più o meno brutali. Ci siamo posti l’obiettivo concreto che i pezzi futuri avessero un senso, una struttura ed una ‘storia’. Credo che con ‘Scourge Of The Formless Breed’ questo lavoro abbia dato i suoi frutti, visto che si tratta dell’esempio di scrittura Septycal più matura e completa finora raggiunta. A scanso di equivoci: siamo molto affezionati ai nostri dischi precedenti e soprattutto ad ‘Erase The Insignificant’ che ritengo sia un lavoro di grande importanza per la storia dei Septycal Gorge: semplicemente era figlio di un momento diverso della band soprattutto dal punto di vista compositivo, e ‘Scourge…’ rappresenta un ulteriore step evolutivo del nostro percorso.. La melodia ha sempre rivestito un ruolo nei nostri pezzi fin dagli esordi, ma con l’ultimo disco assume connotati più organici col resto delle composizioni, dunque credo che per questo risulti più in primo piano rispetto al passato”.
QUALI SONO SECONDO VOI GLI EPISODI PIU’ RAPPRESENTATIVI DELL’ALBUM? PERSONALMENTE ADORO “DEEDS OF ETERNITY”, BRANO INUSUALE SE PENSO AI VOSTRI STANDARD DI VELOCITA’…
“‘Deeds Of Eternity’ è sicuramente un brano a cui siamo molto legati ed infatti è uno di quelli che certamente porteremo dal vivo quando riprenderemo l’attività live (spero al più presto). E’ un esperimento che volevamo fare da tempo, il fatto di costruire brani atmosferici e profondi come suono, con mid tempos o cadenze meno veloci è sempre stata una cosa che ci ha affascinato, d’altronde se pensi al death metal degli anni ’90… Certe cose con cui sei musicalmente cresciuto ti rimangono nel sangue, c’è poco da fare”.
I TESTI DEL NUOVO DISCO VANNO A COMPORRE UN CONCEPT ALQUANTO PARTICOLARE, VI ANDREBBE DI ESPORLO AI NOSTRI LETTORI? E IN CHE MODO IL CONTENUTO LIRICO SI RIFLETTE SULL’ARTWORK?
“Il concept è basato sulla cosmogonia, l’origine dell’universo, reinterpretata attraverso diverse culture e miti differenti. Se leggi bene all’interno del cd troverai citazione da William Blake, da T.S Eliot, ma anche dalla mitologia classica. Mariano che ha fatto un lavoro molto approfondito sulle lyrcs per questo disco. La cosmogonia viene rappresentata non come un atto benevolo, come invece molte tradizioni religiose tendono a far credere, ma come un atto egoistico da parte del cosiddetto demiurgo. L’artwork (composto da Ygit Koroglu) vuole rappresentare esattamente questo: l’occhio formato dalle nuvole nel cielo è l’avida palpebra del creatore, che nell’infinitesimo di secondo di un battito può distruggere e creare, le uova di serpente racchiudono i sette distruttori. Il paesaggio è volutamente futuristico e primitivo per indicare una condizione ‘atemporale’ della concezione cosmogonica”.
NON TROVATE ANCHE VOI CHE – SOPRATTUTTO NEGLI ULTIMI ANNI – MOLTI ESPONENTI DELLA COSIDDETTA SCENA “BRUTAL” STIANO FRAINTENDENDO LA LEZIONE DI DEEDS OF FLESH E DISGORGE? SEMBRA FACCIANO A GARA PER AVERE IL RIFF PIU’ CONTORTO O IL TEMPO DI BATTERIA PIU’ IMPOSSIBILE, TUTTO QUESTO A DISCAPITO DEL SENSO LOGICO E DELLA MUSICALITA’…
“Il mio punto di vista è che il genere sta vivendo un periodo di stagnazione. Sono davvero poche le band che mi hanno coinvolto nell’ultimo periodo, proprio perchè si tende a prendere un concetto (di solito quello dei Disgorge) e di portarlo all’estremo, ma senza una logica e soprattutto senza avere qualcosa da dire. I primi anni 2000 ci hanno regalato una fioritura incredibile di band (quelle del primo periodo Unique Leader, che sono ancora adesso i nostri punti di riferimento), ognuna delle quali aveva un proprio suono, una propria identità precisa, che poteva piacere o meno, ma che era unica. Potevi forse dire di non distinguere i Severed Savior dai Pyaemia, per dire? Oggi si suona tutti uguali. Stessa produzione, stessi pattern, stessi riff, stesse vocals. Il problema è che ‘She Lay Gutted’ ce l’ho già e mi piace sentirlo eseguito dai suoi autori originali. In effetti è molto più difficile scrivere una bella canzone che una decina di riff tecnicamente impegnativi. E’ anche vero che alcune band che cercano di ritagliarsi il loro spazio con voglia di dire qualcosa di proprio ci sono e continuano a proporre il loro punto di vista senza mai tradire le proprie. Bisognerà ripartire da questo discorso altrimenti si rischia di appiattire tutto a sequele di riff e cambi di tempo che hanno poco senso e soprattutto non aiutano il genere perchè non fanno altro che specchiarsi in sè stessi”.
SIETE ATTIVI ORMAI DA UN DECENNIO: COME GIUDICATE IL VOSTRO OPERATO FIN QUI? CHE RICORDI AVETE DEI PRIMI ANNI DELLA BAND?
“Abbiamo fatto parecchia strada da quel 2004, tant’è che della formazione primigenia rimaniamo solo io e Mariano (vocalist). All’inizio, pur provenendo da altre band eravamo molto più ingenui e sprovveduti, ma ricordo perfettamente che in tutta la scena death metal in quel periodo aleggiavano una convinzione ed un entusiasmo irripetibili. L’abbiamo vissuto in pieno. Una cosa che posso dirti con sicurezza è che ci abbiamo sempre messo l’anima in questo progetto, con alti e bassi come tutte le band ma credendo sempre fortemente nella nostra musica”.
IMMAGINO CHE I VOSTRI ASCOLTI NON SI LIMITINO AL DEATH METAL O AL METAL ESTREMO. COSA PASSA NEL LETTORE DEI SEPTYCAL GORGE OLTRE AI VARI ALBUM DI DEEDS OF FLESH E SUFFOCATION?
“Si spazia molto nella band: dall’hardcore/punk, noise, rock in generale, jazz, musica d’autore. Io sono un fan degli Alice In Chains ed in generale ascolto diverse cose, dai Down ai Kyuss, passo dallo stoner al grunge anni ’90 al blues”.
STATE PROGRAMMANDO QUALCHE TOUR PER LA PROMOZIONE DI “SCOURGE OF THE FORMLESS BREED”? QUANDO AVREMO LA POSSIBILITA’ DI RIVEDERVI DAL VIVO?
“Per ora stiamo lavorando per riprendere i live e stiamo provando costantemente per rimettere in piedi una scaletta. Non so dirti con precisione quando succederà perchè alcuni problemi fisici di cui prima ti parlavo ci hanno rallentato molto, ma siamo fiduciosi nel fatto che entro breve torneremo a suonare dal vivo, in fin dei conti la dimensione live è la linfa vitale di qualsiasi band che voglia definirsi tale e ti assicuro che ci manca moltissimo”.
L’INTERVISTA E’ FINITA, A VOI L’ULTIMA PAROLA!
“Nulla da aggiungere se non un ringraziamento per Metalitalia e per tutti coloro che leggeranno l’intervista e ci supportano o ci hanno supportato nel corso degli anni. Fate un salto sulle nostre pagine, trovate tutto quello che vi serve qui se volete il nostro nuovo CD o il merch che abbiamo prodotto”.
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