SEPULTURA – Avanti con orgoglio

Pubblicato il 25/01/2017 da

I Sepultura sono vivi e vegeti, e “Machine Messiah” è qui a confermarcelo: un disco che nel bene o nel male riporta il nome della band in un contesto qualitativo più che accettabile e che si fa portavoce di uno spirito di continuità e rinnovamento che sembra essere diventato motto della band nata in Brasile. Osare, cambiare, evolversi sembra essere diventato un dogma per la band, e, come un disponibile Derrick Green ci spiega con enfasi, non c’è nessuna intenzione di rimanere ancorati ad un passato che altro non è che parte del percorso che ha portato i Sepultura ad oggi, né di aderire ad alcun cliché. Vero è che i Sepultura vivono quella sindrome da ‘Metallica’ per cui ci sarà sempre un nugolo di fan che lamenteranno che ogni uscita del gruppo non è all’altezza“Arise”, e dunque proprio per questo abbiamo apprezzato la volontà di andare avanti a testa alta riuscendo a non snaturarsi e creando qualcosa di nuovo per il nome. Il disco appena uscito infatti, pur non essendo certamente un nuovo classico, è variegato e ben riuscito e, complice una produzione sapiente e moderna ad opera di Jens Bogren, ha saputo strappare consensi positivi anche su queste pagine. Abbiamo parlato di questo ed altro durante una chiacchierata telefonica con l’imponente singer, ed ecco cosa ci ha raccontato…

COMINCIAMO DAL CONCEPT DELL’ALBUM, DI COSA PARLA “MACHINE MESSIAH”?
“Abbiamo voluto affrontare diversi temi, anche piuttosto profondi. L’idea di base è la connessione che l’umanità ha oggi con la tecnologia, il punto in cui ci troviamo adesso, dove stiamo andando e quello che sta accadendo tra la società e il suo corrispettivo digitale. C’è un’entità tecnologica che fa parte della vita di tutti noi, tutti sono coinvolti in qualcosa, connessi, o almeno la maggior parte della gente lo è. L’idea è che appunto questo potere sia esso stesso un nuovo tipo di messia, un dio sotto forma di mondo digitale a cui la gente si rivolge ogni giorno e cui fa affidamento, ma che in qualche modo è diventato un’ossessione quotidiana, qualcosa che sa generare un attaccamento morboso. La tecnologia ha assunto un ruolo di rilievo nella società e ci ha portato a livelli inimmaginabili prima d’ora. E oltre questo tema c’è la politica; sai, quando stavamo componendo l’album avevamo davvero molti input, qui in Brasile il presidente stava affrontando un impeachment, c’è un sacco di gente che si sta riversando nelle strade insoddisfatta di come le cose sono state gestite per anni e per la corruzione che infesta da sempre; c’è disillusione, si, però anche la sensazione che tutti possano fare qualsiasi cosa, di poter dire ‘sono io il cambiamento che voglio vedere’… Ma allo stesso tempo posso essere il mio peggior nemico. A volte possiamo davvero essere i nostri peggiori nemici, e invece di dare la colpa agli altri per i problemi che ci circondano, dovremmo iniziare a fare un cambiamento dentro di noi, trovare qualcosa nel profondo. Ci sono davvero molti argomenti differenti alla base della creazione del disco”.

LA COPERTINA MOSTRA UNA SPECIE DI ‘FUTURO DI PLASTICA’, IDEALMENTE COLLEGABILE A INTERNET, ALLA TV. E’ UN’IMMAGINE CHE TRASMETTE PESSIMISMO, EPPURE LA MINACCIA NON SEMBRA CHIARA, APPARE MASCHERATA E OPPRESSIVA SEBBENE PRESENTATA SOTTO COLORI CHIARI E POSITIVI. NON NASCONDO CHE RICORDA QUALCOSA DI “ARISE”. COSA RAPPRESENTA PER TE?
“La cover è di un’artista filippina (Camille Dela Rosa, ndR) e ti assicuro che non ci sono assolutamente connessioni né col metal né coi Sepultura… Lei non ne sa proprio nulla di gruppi musicali, non ha mai fatto copertine per dischi o manifesti e simili, è semplicemente una pittrice che ci è capitato di incontrare tramite i suoi lavori! Quest’opera è effettivamente un dipinto che abbiamo avuto modo di vedere e ci ha colpito perché sembra davvero ricalcare il concept che stavamo elaborando, in particolare credo che calzi a pennello col titolo ‘Machine Messiah’: questo messia robotico che appare al mondo e ne prende il controllo. Ci siamo subito interessati. Internet è un ‘posto’ in cui la gente ha la possibilità di creare ‘se stessa’ nel mondo digitale, ma anche di mentire, di creare un falso ‘io’ con tutta la negatività che può andarci dietro. Ma vedo anche un aspetto positivo in questa tecnologia, e credo che d’altra parte sia diventato assolutamente necessario per le connessioni con letteralmente tutto il mondo”.

CI SONO BRANI CON SUONI INASPETTATI, FLAUTI, ORCHESTRAZIONI: “ICEBERG DANCES”, AD ESEMPIO, HA MOLTISSIMO AL SUO INTERNO, QUALCOSA DI LATINEGGIANTE, QUALCOSA QUASI PROG, QUEL TRIBALE CHE VI APPARTIENE DA MOLTI ANNI… COME SONO NATI QUESTO TIPO DI BRANI?
“(Riflette, ndR). Sai, normalmente cerchiamo di fare in modo che ogni disco sia differente dal precedente, qualcosa di nuovo che ovviamente non porti a perdere gli elementi di riconoscimento dei Sepultura. Quindi direi che stavamo semplicemente guardando avanti, al futuro, ed è anche per questo che abbiamo voluto registrare in Svezia, da dove ormai provengono un’enormità di produzioni fresche e moderne, con suoni puliti, precisi, ed era qualcosa a cui abbiamo pensato anche noi, visto anche che l’ultimo album era esattamente l’opposto. La produzione è stata davvero interessante, per noi è stato emozionante lavorare con un artista come Jens Bogren, una persona con le idee chiarissime: ha pensato lui all’orchestra come parte fondamentale dell’album, che peraltro si è integrata perfettamente creando questo suono così unico. Credo che l’obiettivo fosse di creare brani che ti portano in viaggio, volevamo fare un disco in cui letteralmente ci si possa sentire trasportati in un girovagare nel quale non sei mai sicuro di aver capito dove stai andando, e penso che ci siamo riusciti con gran parte dei pezzi. Molta roba inclusa nel disco è venuta fuori in maniera davvero molto naturale”.

IL CONCEPT MUSICALE IN EFFETTI E’ MOLTO EUROPEO E MODERNO. LAVORARE CON JENS E’ STATA DUNQUE UN’ESPERIENZA FONDAMENTALE PER IL RISULTATO FINALE DEL DISCO?
“Assolutamente, è stato fantastico lavorare con Jens, penso che abbia avuto un influenza enorme non tanto nella fase di scrittura o compositiva quanto nella vera e propria esperienza di produzione. Avevamo le canzoni pronte prima di arrivare lì, più varie idee e demo che continuavamo ad ascoltare, e il suo apporto negli arrangiamenti è stato essenziale, anche come dicevo l’dea di usare archi, e di enfatizzare il cantato pulito. Ha una capacità di ascolto incredibile ed è assolutamente meticoloso nel suo lavoro, tutto deve essere perfetto con lui, e credo che questo rapporto con un produttore sia qualcosa che i Sepultura non avevano da molto tempo, è stato qualcosa di diverso per noi. E’ stata una grande combinazione incontrare Jens e avere l’opportunità di lavorare con lui nel bel mezzo del nulla svedese, dove il suo lavoro prende forma. Si è creata una grande unità con lui e la band che penso si possa sentire nel disco, avevamo la consapevolezza di scrivere un album ‘corale’, d’insieme, un disco in cui tutti hanno avuto la possibilità di esprimersi e portare a termine un lavoro di tutti”.

A PROPOSITO, HAI AVUTO UN BELLO SPAZIO IN CUI POTER CANTARE IN PULITO. HAI DOVUTO PREPARARTI IN MODO PARTICOLARE PER LE PARTI CLEAN?
“Ma sai, sono sempre stato un cantante ‘pulito’, ho iniziato a cantare molto giovane, anche se effettivamente non ho mai avuto troppe opportunità in tal senso coi Sepultura… Le canzoni che abbiamo scritto non ne avevano bisogno, non c’era spazio per clean singing, mentre penso che invece in quest’album ce ne fosse. La preparazione per me è stata veramente facile, come detto ho cominciato a cantare da giovanissimo, e credo che questa sarà una notizia abbastanza inaspettata per molti fan… Molti probabilmente non hanno mai pensato che io sia veramente in grado di cantare, e quindi trovo molto bello l’aver finalmente trovato un brano in cui ci stesse questo modo di cantare. Per me è stato molto naturale”.

C’E’ UN BACKGROUND SINFONICO IN OGNI BRANO, CHE A VOLTE PRENDE UN POSTO DI PRIMO PIANO. COME DESCRIVERESTI LA VOSTRA MUSICA DI OGGI?
“Uhm, bella domanda. Penso che si tratti di brani epici ed emozionali, che come ho detto danno questa sensazione di portarti via per un viaggio, di entrare letteralmente dentro la testa dell’ascoltatore. Spesso penso che la nostra musica che sia bella da ri-ascoltare, qualcosa che non ti va di sentire solo per un paio di volte, bensì che necessiti di tornarvi ancora e ancora. Credo che per noi sia un passo in avanti, nel reparto compositivo siamo diventati capaci di spremere maggiormente le meningi e realmente mettere all’interno della nostra musica un po’ tutti gli input che riceviamo ad esempio dai posti che visitiamo viaggiando e le esperienze ad essi connessi, è una cosa molto ‘vera’ nella nostra musica”.

C’ERA QUALCHE OBIETTIVO PARTICOLARE CHE VI ERAVATE PREPOSTI IN TERMINI DI COMPOSIZIONE?
“Si, avevamo delle idee piuttosto chiare: volevamo fare un album di musica dura, nostra, ma anche originale e molto differente dall’ultimo disco, sia per quanto riguarda il suono che le emozioni sprigionate al suo interno. Volevamo qualcosa che sorprendesse noi per primi, e direi che questo obiettivo primario l’abbiamo raggiunto”.

SE DOVESSI ASCOLTARE IL NUOVO ALBUM AL BUIO, SENZA SAPERE CHI E’ IL GRUPPO CHE SUONA, NON SO SE RISPONDEREI ‘SEPULTURA’ AL PRIMO COLPO. I SEPULTURA DEL 2017 SONO DI CERTO LA BAND CHE HA SCRITTO “MACHINE MESSIAH”, MA CHE CONNESSIONI DIRESTI CHE SONO RIMASTE CON QUELLO CHE I SEPULTURA SONO STATI SIN DAL LORO INIZIO?
“Capisco cosa intendi. Credo però che ci siano alcuni elementi, soprattutto in fase ritmica, che esistono da sempre in Brasile e che da sempre sono parte dei Sepultura, e tale parte appartiene anche a ‘Machine Messiah’, è lì ed è sempre stata lì. Certo, questo disco non è certamente cosa ti aspetteresti dai Sepultura, ma questo è quello che siamo diventati nel tempo anche come persone. Voglio dire, non ci piace ripeterci e fare qualcosa che abbiamo già fatto, sarebbe anche stupido e sicuramente un passo indietro rispetto all’evoluzione continua della band. Direi che seguendo il nostro percorso degli ultimi vent’anni dovrebbe essere più facile realizzare in quale strada siamo andati e come queste cose siano collegate. Ma capisco perfettamente cosa intendi, soprattutto per chi non ha magari seguito troppo a fondo la nostra storia recente: metti su, ad esempio, ‘Arise’ e subito dopo ‘Machine Messiah’, beh potrebbe essere bizzarro, tipo ‘oddio come sono potuti passare da questo a questo!?’. Ma appunto, se guardi tutto quello che è successo nel mezzo direi che si possano trovare tutti i collegamenti nel tempo, e capire a fondo come sia possibile che siano sempre i Sepultura”.

IL VOSTRO NOME RICOPRE UN RUOLO MOLTO IMPORTANTE NELLA FORMAZIONE DI UN NUMERO ENORME DI PERSONE. CREDI CHE ABBIA ANCORA SENSO FARE CONFRONTI TRA I SEPULTURA DI “MACHINE MESSIAH” E QUELLI DI “ARISE” O “BENEATH THE REMAINS”?
“Uhm si, credo di si. Sai, quando sono entrato nella band, nel ‘97 – ’98, i ragazzi erano davvero determinati nel tenersi il nome e andare avanti, era qualcosa per cui avevano lavorato duramente e per tanti anni, qualcosa in cui credevano fermamente, e ‘arrendersi’ e perderlo era qualcosa che proprio non volevano fare. E quindi si, per me ha totalmente senso pensare ai Sepultura come a un gruppo irripetibile e in continuità. E’ una band davvero speciale e con un storia unica, e quindi è importante avere rispetto per il suo nome, e di conseguenza portare rispetto per la musica che compone. E’ qualcosa che abbiamo sempre avuto nel cuore, e credo che questo si possa vedere nei nostri live show e nel fatto che continuiamo ad andare sempre avanti, così come nel fatto che tante persone continuino a supportarci, tanto in Brasile quanto nel resto del mondo. E’ qualcosa di profondo, è una specie di appunto che ci ricorda che stiamo facendo qualcosa che ci fa sentire bene che vogliamo continuare a fare”.

MAX E IGOR CAVALERA HANNO PARLATO RECENTEMENTE DI REUNION E DI RIFIUTI DA PARTE DI ANDREAS KISSER E PAUL JR. CHE NE PENSI? PENSI CHE POTREBBE MAI ACCADERE, E, DOPO QUASI VENT’ANNI CHE SEI NELLA BAND, QUALE SAREBBE EVENTUALMENTE IL TUO RUOLO?
“Ecco, appunto (ride NdR)! Si rifà a quello che ti dicevo prima no? Queste sono domande frequenti, ma c’è davvero molto di non detto, cose che giustamente la gente non sa, è come una fotografia di cui si vede solo una parte, e che spiega chiaramente perché non c’è alcuna reunion in ballo. Voglio dire, questi ragazzi non hanno parlato fra di loro per anni, sin dallo split. Igor stesso ha di fatto ricominciato a parlare con suo fratello non poi così tanto tempo fa, e comunque sono stati un bel po’ di anni senza rivolgersi la parola, la ‘connessione’ che c’era se n’è andata, la realtà della situazione è davvero distante da quella che si può immaginare… Max sta facendo le sue cose, vive negli States, ha molti progetti che vanno per la loro strada, e noi intanto eravamo impegnati a fare… beh, i Sepultura! Non ci siamo mai fermati, siamo andati avanti, ci piace quello che facciamo, ci piace fare roba nuova, creare nuova musica e continuare a farlo, perché per quanto possa essere difficile è qualcosa di incredibilmente importante per noi. Andare indietro solo perché ci sono soldi di mezzo o per fare contenti alcuni fan non sarebbe qualcosa di bello. E ovviamente quando fai cose per far contenta altra gente non va mai come dovrebbe. Troverai sempre qualcuno che dice ‘alla fine era meglio prima, perché sono tornati insieme?, è venuta fuori una merda’. Ci sarà sempre qualcuno che si lamenta, è sempre negativo fare qualcosa solo per compiacere gli altri. Per noi sarebbe qualcosa di falso, non sarebbe onesto e soprattutto non sarebbe mai quello che la gente si aspetta. Quindi penso proprio che per noi la cosa migliore sia rimanere concentrati in quello che stiamo facendo, ancorati alla realtà. Nessuno di questi ragazzi vuole farla, fidati, proprio non sembra né il momento né il caso di farla accadere, quindi, onestamente, noi non ci pensiamo davvero troppo. Anzi, proprio per niente (ride, ndR)!”.

STATE PER VENIRE IN ITALIA CON KREATOR, SOILWORK E ABORTED. HA TUTTO L’ASPETTO DI UNA GRAN BELLA DATA! AVETE QUALCOSA IN MENTE PER QUESTO TOUR? CHE SETLIST POSSIAMO ASPETTARCI?
“Stiamo lavorando alla scaletta per il tour proprio ora, stiamo pensando a un paio di chicche. Credo sia un fantastico pugno di band, sono davvero contento di iniziare il tour con delle band del genere! E’ una grande accostamento,tra l’altro anche i Kreator stanno per pubblicare il nuovo album, quindi ci sarà una bella energia, e siccome ogni band ha un suo stile particolare sarà un grande show per tutti i gusti”.

COME VEDI IL FUTURO DEI SEPULTURA?
“Vedo un gran numero di opportunità, vedo idee da sviluppare con tenacia, nuova musica da creare, un grande tour davanti e c’è anche un film che sta per uscire, un documentario sui Sepultura, e questo sarà nel corso del 2017. E’ tutto davvero eccitante, anche aspettare i responsi del nuovo album! Inoltre ci sono alcuni prodotti a cui stiamo lavorando, una nostra linea di birra e vino. Abbiamo voglia di crescere in diverse direzioni, questo è il nostro futuro, una continua evoluzione della nostra musica, idee diverse e nuove. Diversi prodotti. Sono davvero molto emozionato per quanto riguarda il nostro futuro, non vedo l’ora di vedere che cosa succederà”.

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