SEPULTURA – Noi non mediamo

Pubblicato il 17/11/2013 da

Un nuovo album, “The Mediator Between The Hand And The Head Must Be The Heart”, e la soglia dei trent’anni di carriera: sono i Sepultura e hanno ancora voglia di stupirvi. Non sono ancora stanchi di sorbirsi le critiche che gli arrivano fin dai loro esordi, quando il problema era la loro immagine satanica, mentre oggi le critiche vertono sulla parte musicale – quelle generose – e addirittura sulla formazione, da molti ritenuta inadeguata. Il parafulmine dei Sepultura 2013 è Andreas Kisser, non un membro fondatore, ma chitarrista storico del gruppo. È ancora lui a rispondere con dovizia di analisi alle critiche e a illustrare le ragioni di questo nuovo concept album, incentrato sull’importanza dell’essere umano. Portate pazienza: i Sepultura non torneranno mai in formazione originale ma sicuramente hanno ancora qualcosa da dire e da offrire nel panorama musicale odierno. Ecco il resoconto della chiacchierata con Andreas, tipo molto loquace e determinato.

 

Sepultura - band - 2012


PARTIAMO DAL TITOLO. ABBIAMO LETTO CHE QUESTO SI RIFERISCE ALL’IMPORTANZA DELL’ESSERE UMANO, DI AGIRE SECONDO IL CUORE PER NON DIVENTARE DEI ROBOT. COME VI È VENUTA QUESTA IDEA? E VUOI PARLARCI DI COME L’AVETE SVILUPPATA?

“Ho trovato questa frase nel film di Fritz Lang ‘Metropolis’, un’opera molto importante e conosciuta, uscita in Germania negli anni ’20 e che viene considerato il classico per eccellenza della fantascienza. Penso che la frase rifletta quello che noi viviamo oggi: sta a significare che se come individuo sei in possesso di informazioni, senza metterci il cuore e la testa, non vai da nessuna parte. Non riesci a crearti un tuo punto di vista, una tua attitudine. Ricevi solo informazioni preconfezionate e agisci come un robot, senza neanche sapere il perché delle tue azioni. Oggi c’è tanta roba di questo genere che accade nel mondo: si va in guerra senza neanche sapere il perché, con i media che ci ficcano in testa le loro idee, per non parlare poi della religione o della politica. Tanta roba ci viene propinata senza alcuna spiegazione, come ad esempio il concetto che ruota attorno ai soldi o al tempo, entrambi non spiegati. Non sappiamo definire il concetto di soldi ma viviamo per questi, ammazziamo per i soldi addirittura. Non abbiamo poi il controllo del tempo e ci troviamo ad affidare la nostra vita e la nostra energia a cose che di fatto ignoriamo. Penso quindi che la frase significhi questo, usare la mente e il nostro cuore pulsante per dimostrare le nostre abilità, per avere le nostre idee e formare il nostro punto di vista. Oggigiorno Internet amplia le nostre possibilità in materia. Altra cosa sul titolo scelto: molta gente pensa che sia troppo lungo. Ecco, sono anche loro già robotizzati. L’arte è infrangere le regole. Si prenda ad esempio Mozart, o Salvador Dalì o i Beatles. Senza arte saremmo tutti dei robot. Questi artisti hanno infranto le regole, dimostrando la loro esistenza. Credo quindi che il titolo sia potente, diretto. Il film ‘Metropolis’ è stato molto profetico in tal senso, mostrando la robotizzazione della società, illustrandoci quello che vediamo oggi. Da questo film abbiamo preso le idee per sviluppare il concept dell’album”.

VENENDO ORA ALLA MUSICA: SEMBRA CHE IL VOSTRO LAVORO SIA SUDDIVISO IN DUE PARTI, LA PRIMA CHE RIMANDA AI VOSTRI ESORDI DEATH/THRASH E LA SECONDA, MOLTO PIÙ NEL MOOD PRESENTE IN LAVORI COME “ROOTS”, “AGAINST” E “NATION”. COSA NE PENSI?
“Sì, sono d’accordo. È molto naturale per noi suonare cose che abbiamo fatto in passato, rielaborare un po’ di quelle idee. Non abbiamo mai provato a rompere la tradizione dei nostri album passati, anche quando c’erano in formazione Max e Igor. Certo, all’epoca ad esempio di ‘Schizophrenia’, anno 1987, eravamo di fatto una band differente. Eravamo giovani, nessuno era sposato, nessuno aveva bambini. Con ‘Roots’ siamo cresciuti, abbiamo viaggiato molto, e di conseguenza anche la nostra musica ha maturato aspetti differenti. Di certo non siamo schiavi di noi stessi; i Sepultura sono uno spirito libero a livello artistico. Abbiamo sempre qualche elemento di novità mantenendo sempre qualcosa del passato…le parti thrash, le percussioni. Tutto ciò ci connota come Sepultura”.

COME SONO NATE LE CANZONI? SEI TU A OCCUPARTI DEL MATERIALE?
“Di base sono io a scrivere la musica, questa volta con il nuovo batterista (Eloy Casagrande, ndR). Poi facciamo molte jam con queste idee. Si parte sempre da delle mie demo, poi andiamo in sala prova e lavoriamo con Derrick sulle sue idee vocali; poi Paolo aggiunge il basso e le canzoni quindi si sviluppano strada facendo. Poi si va in studio, con il produttore, questa volta Ross Robinson, che ci dà consigli su cosa lasciare, cosa togliere. Fa il suo mestiere di produttore insomma, prende le idee dal di fuori e aiuta le nostre canzoni a suonare in maniera più dura, sicuramente migliore. Le canzoni quindi partono da me, ma poi ognuno fa il suo compito”.

CHI HA SCELTO DI LAVORARE NUOVAMENTE CON ROSS ROBINSON, RESPONSABILE DELLA PRODUZIONE DI “ROOTS”?
“È stato un suggerimento del capo di Monte Connor, ex responsabile della A&R di Roadrunner (la divisione che si occupa della ricerca di nuovi talenti, ndR), ora capo di Nuclear Blast USA. Pensava che lavorare con Ross fosse una grande idea. Robinson è nostro grande amico, un grandissimo produttore e ci siamo trovati benissimo all’epoca di ‘Roots’. E quindi siamo andati a registrare in Usa nei suoi studio, a Venice Beach, perfetti per il concept dell’album. Abbiamo lavorato benissimo, evitando il più possibile l’uso delle macchine, in una piccola stanza assieme a Ross suonando assieme, tutto in maniera naturale e libera. Lui è riuscito a creare la giusta atmosfera, liberandoci dalle ancore del passato, aiutandoci a non pianificare nulla e a concentrarsi sul vivere nella maniera più forte il momento attuale. Penso che l’album suoni molto live, come se stessimo sul palco con molto rumore di fondo e qualche errore; questa è l’essenza della musica, passione ed energia fin da quando la registri. ‘The Mediator…’ è un album che devi ascoltare diverse volte, che non si lascia piacere subito, visto che è un CD di non facile digestione, proprio come la musica libera e viva dovrebbe essere. Ross è stato perfetto per questo album, siamo decisamente felici di come suona e del risultato finale”.

QUINDI A MONTE DI “THE MEDIATOR…” NON AVEVATE IN TESTA UN PRODUTTORE CON CUI LAVORARE?
“No, per niente. Non abbiamo regole da seguire in materia di scelta della produzione. I Sepultura non hanno mai copiato cose sulla scia di successi precedenti. Noi seguiamo le coordinate artistiche del momento, stante le nostre esperienze passate che sono lì e che vengono inglobate nei nostri passi in avanti. Questo è lo spirito dei Sepultura di oggi, con tutti i cambiamenti al nostro interno, ed ecco perché siamo qui dopo tutti questi anni, ci divertiamo così”.

EVITATE DI ROBOTIZZARVI ANCHE VOI, QUINDI…
“Esattamente. Se inizi a fare qualcosa per qualche determinata ragione, senza provare dentro qualcosa di sincero verso quella azione, allora inizi a perdere la bussola. Mi ripeto: per noi è molto importante esplorare quello che ci piace, essere liberi”.

SULL’ALBUM TROVIAMO UNA COVER DEI CHICO SCIENCE & NAÇÃO ZUMBI. QUANDO VOI COVERIZZATE UNA TRACCIA CERCATE DI CATTURARE LE VOSTRE EMOZIONI O LE EMOZIONI DELLA VERSIONE ORIGINALE DEL BRANO? PERCHÉ AVETE SCELTO QUESTA CANZONE POI?
“Penso che cerchiamo di catturare lo spirito di entrambe le versioni, mantenere quindi lo spirito originale ma ‘sepulturizzarlo’. La versione originale è molto pesante. Era dal 1994, anno in cui coverizzammo ‘Policia’ e ‘Crucificados Pelo Sistema’, che non sceglievamo un brano di una band brasiliana per una cover. Su questo pezzo canto io perché Derrick parla portoghese ma non così bene per preservare lo spirito del portoghese. Il brano è fantastico. Chico morì nel 1997 in un incidente quando era molto giovane, ma ha fatto la sua parte nella rivoluzione musicale brasiliana, mescolando le percussioni con le chitarre. All’epoca era un nuovo modo di fare per la musica brasiliana. Noi e loro ci siamo influenzati vicendevolmente. Era tempo quindi di fare qualcosa per lui, per ricordarlo”.

SE DOVESSI SINTETIZZARE CON UNA FRASE LA DIFFERENZA SOSTANZIALE FRA QUESTO E IL PRECEDENTE ALBUM, COME RISPONDERESTI?
“Be’, il precedente lavoro è di due anni più vecchio. Nel frattempo siamo stati in tour, abbiamo visto tanti posti nuovi e quindi sviluppato nuove idee. Ma la novità più grande è il nuovo batterista. Ha ventidue anni, ha portato una nuova energia e tante nuove possibilità dal punto di vista tecnico. È una macchina con un grande cuore, nel senso buono del termine. È decisamente il miglior batterista con il quale abbiamo mai suonato. Nonostante l’età poi, ha molto cervello. Puoi parlargli di qualsiasi argomento. È coinvolto, professionale, intelligente, e poi con le sue qualità dietro le pelli noi possiamo fare molte più cose e questa è la più grande differenza fra ‘Kairos’ e ‘The Mediator…’”.

COSA CI DICI A LIVELLO DI VIDEO PROMOZIONALI PER L’ALBUM?
“Gireremo il video per ‘The Vatican’ (già disponibile in rete, ndR) qui a San Paolo. E poi faremo un secondo video proprio per la canzone di Chico Science, con lo stesso regista. Li registreremo assieme anche se usciranno in tempi diversi”.

TUTTI QUANTI SONO AL CORRENTE DELLE CRITICHE CHE PUNTUALMENTE RICEVETE. MA RICEVEVATE CRITICHE ANCHE ALL’EPOCA IN CUI C’ERANO I FRATELLI CAVALERA IN FORMAZIONE, MA FORSE ALL’EPOCA ERANO PIÙ ORIENTATE VERSO IL VERSANTE MUSICALE RISPETTO ALLE RIMOSTRANZE ODIERNE CHE VERTONO SULLA VOSTRA FORMAZIONE. CHE CI DICI AL RIGUARDO?
“Mah, non penso nulla. La gente può dire quello che vuole. La storia dei Sepultura è piena di critiche, fin da quelle ricevute dal primo giorno, quando Max, Igor e Paulo crearono la band e cominciarono a ricevere giudizi severi a partire dal nome della band, passando per i testi e per l’iconografia, non tralasciando quelle strettamente musicali per il fatto di suonare con le chitarre non accordate e registrando malamente gli album. Ci sono sempre state critiche attorno alla band. Quando queste non arrivano significa che qualcosa non va. Penso che la gente sia cieca o sorda, ma allo stesso tempo rispetto tutte le opinioni, la libertà di parola per tutti. Figurati che ci sono così tanti punti di vista diversi all’interno dei Sepultura, sia politicamente che religiosamente. Ad ogni modo tutto ciò è bellissimo e rende ogni album diverso dal precedente, e dopo trent’anni ancora sopravviviamo. Nel 2014 festeggeremo i trent’anni di attività con apparizioni ai festival, con tante date nei tour, godendoci la vita. Quello che la gente pensa è un suo problema. Noi non potremmo chiedere di più. Fa parte della nostra storia ricevere critiche. La gente ama criticare, specie su internet. Giudicano tutti, tranne loro stessi. Puntano il dito e si mettono fuori dal contesto. Gene Simmons dei Kiss diceva: ‘Talk shit or talk good, talk about Kiss’. Noi siamo qui non per piacere a tutti ma per fare quello che ci pare”.

SARETE IN TOUR IN AMERICA MOLTO PRESTO. QUANTO È DURO IL MERCATO AMERICANO PER VOI? L’EUROPA RIMANE IL VOSTRO MIGLIOR MERCATO?
“Sicuramente l’Europa rimane il posto dove abbiamo più mercato dopo il Brasile. Abbiamo avuto il privilegio di suonare ovunque nel mondo è questo è fantastico. Il Vecchio Continente è il posto dove suoniamo più di tutti dopo il Brasile, specialmente in Germania. Dal vivo poi non facciamo setlist politiche; suoniamo di tutto, cercando di rappresentare tutta la storia della band. Abbiamo così tante canzoni fra le quali scegliere che potremmo fare due o tre set differenti per uno show e ci piace molto questa cosa”.

QUANDO SARETE QUINDI IN EUROPA, E CON CHI?
“Saremo in Europa a cavallo fra febbraio e marzo assieme ai Legion Of The Damned. Torneremo poi d’estate per qualche festival”.

HAI TEMPO PER ASCOLTARE QUALCOSA DELLA SCENA METAL ODIERNA? HAI TROVATO QUALCOSA CHE TI PIACE?
“Assieme a mio figlio sedicenne conduco uno show su una radio brasiliana. Mettiamo quindi dischi di vari generi, dal rock all’estremo, ascoltando così molta roba che non ascolto di solito, fra cui molte band brasiliane che cantano in portoghese, una cosa rara in passato. C’è una band che ricordo, i Lost Society, che suona un thrash metal molto potente, molto energico”.

SE LA PROSSIMA ESTATE SARETE IN EUROPA VI PERDERETE QUINDI I MONDIALI DI CALCIO IN BRASILE. CE LA FARETE A VINCERE IL SESTO TITOLO?
“Il Brasile è sempre nella rosa delle favorite assieme a Italia, Germania, Spagna e Argentina, tutti team molto forti. Saremo ad agosto in Europa quindi non dovremmo perderci i mondiali. Come Sepultura ci piacerebbe anche fare qualcosa di speciale per la Coppa del Mondo”.

SPERO CHE NON VI VADA COME L’ULTIMA VOLTA CHE AVETE OSPITATO LA COPPA RIMET, QUANDO PERDESTE LA FINALE AL MARACANA’ CONTRO L’URUGUAY…
“Spero proprio di no”.

ALTRO DA AGGIUNGERE?
“Grazie per l’intervista, grazie a tutti per il supporto, siamo molto contenti del nuovo album e non vediamo l’ora di partire in tournée”.

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