I Serenity hanno conosciuto diversi cambiamenti nella loro carriera, ma hanno dimostrato recentemente di poter confermare tutte le loro qualità con il disco “Lionheart”, le cui canzoni sono ispirate alla vita e alle imprese di Re Riccardo ‘Cuor di Leone’, protagonista di importanti vicende storiche ma anche di tante leggende. Abbiamo contattato dunque il nostro connazionale Fabio D’Amore, bassista/cantante in forza alla band austriaca, il quale ci ha raccontato qualcosa in più su com’è nata l’idea alla base di quest’album, approfondendo diversi aspetti legati alla sua realizzazione. Abbiamo rivolto a Fabio poi anche qualche domanda più personale, concludendo infine l’intervista parlando di quelli che saranno i progetti futuri della band.
IL VOSTRO NUOVO ALBUM, “LIONHEART”, E’ UN CONCEPT ISPIRATO ALLA BIOGRAFIA DI RE RICCARDO D’INGHILTERRA: COME MAI AVETE SCELTO QUESTO PERSONAGGIO STORICO?
– Ci tengo a precisare che l’album vede come protagonista Riccardo ‘Cuor di Leone’, ma non è un concept, nella maniera classica: non c’è una time-line, una linea guida o una storia comune. Le tracce si basano su fatti storici realmente accaduti e parlano di diverse situazioni, epoche e problematiche che re Riccardo ha dovuto affrontare, con un pizzico di fantasia ed immaginazione, dato che nessuno di noi è potuto esserne testimone! La scelta è stata abbastanza spontanea, come sempre: ci siamo ritrovati nella catering area di una delle date in tour di supporto ai Powerwolf, ricordo precisamente a Madrid, quando Georg, il nostro lead singer, ha intavolato l’argomento ‘nuovo album’ e ha proposto il tema di “Lionheart”. Tutti quanti erano d’accordo e quindi abbiamo cominciato a capire come costruirci un disco attorno.
RE RICCARDO E’ STATO DEFINITO “UN CATTIVO FIGLIO, UN CATTIVO MARITO, E UN CATTIVO RE, MA UNO SPLENDIDO E VALOROSO SOLDATO”: SEI D’ACCORDO CON QUESTA FRASE?
– Credo che dipenda dal punto di vista dal quale lo si guarda: è stato senza dubbio un personaggio non infallibile, con tutte le sue debolezze e le sue ‘umanità’ ed è proprio di questo che parliamo in svariati brani del disco: Re Riccardo come uomo, che sbaglia, che paga, che reagisce e che trova nella fede la speranza di proseguire.
CREDO CHE SIATE STATI ALQUANTO VELOCI NEL REALIZZARE L’ALBUM: CI SONO STATE SIGNIFICATIVE DIFFERENZE NEL VOSTRO MODO DI LAVORARE RISPETTO AI VOSTRI PRECEDENTI ALBUM?
– No, la formula è stata sostanzialmente la stessa, e come ben sai, squadra che vince non si cambia! Abbiamo provato ad alzare l’asticella, come è giusto fare, e provato ad ottimizzare I tempi ed aumentare il livello qualitativo, ma spetta ai fan decidere se questo è effettivamente avvenuto ed il risultato finale è l’unica cosa che conta.
HO AVUTO L’IMPRESSIONE CHE FORSE QUESTA VOLTA ABBIATE FATTO MENO RICORSO AD ORCHESTRAZIONI RISPETTO AI VOSTRI ALBUM PRECEDENTI: VOLEVATE OTTENERE UN SOUND PIU’ SEMPLICE MA ALLO STESSO TEMPO PIU’ AGGRESSIVO O CI SONO STATE ALTRE RAGIONI?
– Penso sia stato spontaneo e non così ragionato. Magari ti avrei dato ragione sull’album precedente, “Codex Atlanticus”, rispetto ai lavori più vecchi, anche se in realtà poi la parte orchestrale è rimasta molto accentuata. Questa volta forse i brani dipendevano più dal riffing e non dalle orchestrazioni in sè, e quindi penso sia stata una naturale evoluzione durante la composizione.
AVETE GIRATO DUE VIDEOCLIP, RISPETTIVAMENTE PER LA TITLETRACK E PER LA CANZONE “UNITED”: CI RACCONTI QUALCOSA RIGUARDO LA LORO REALIZZAZIONE? AVETE IN PROGRAMMA DI PUBBLICARNE ALTRI?
– Si, è stata una giornata di lavoro intenso, dato che abbiamo girato entrambi i videoclip lo stesso giorno e nella stessa (enorme) location. Abbiamo in seguito poi aggiunto delle parti di battaglia e combattimento per “United” qualche settimana dopo, ma il cuore di entrambi i video è stato lo stesso giorno. E’ stato eccitante e motivante, la squadra era la stessa di “Follow Me”, con l’aggiunta di effetti speciali, come quelli pirotecnici, alcuni elementi costruiti in loco dalla squadra, e la nostra visagist, che ha curato al secolo l’immagine e il trucco di “Codex Atlanticus” e ci ha nuovamente seguiti. Entrambi i video, a mio avviso, sono riusciti molto bene e ci siamo divertiti parecchio!
SULL’ALBUM AVETE DUE VOCI FEMMINILI COME GUEST: COME AVETE PENSATO A LORO? LE CONOSCEVATE GIA’ DI PERSONA?
– No, non ci siamo mai incontrati personalmente, ma oggigiorno puoi instaurare relazioni professionali a distanza con risultati molto alti. Cercavamo due voci molto diverse, che esprimessero i concetti che avevamo in testa e dunque per “Heaven” abbiamo scelto Katja (Moslehner, ndR), che conoscevamo per i suoi trascorsi coi Faun, e abbiamo scelto e conosciuto la voce di Federica, che ha cantato in “The Final Crusade”, tramite la nostra etichetta, Napalm Records, che ha messo sotto contratto la sua band, Sleeping Romance, non molto tempo fa. Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti, per entrambi i brani!
QUALE ASPETTO DEL FARE MUSICA TI PIACE PARTICOLARMENTE?
– Siamo sempre molto eccitati nel fare uscire un nuovo lavoro, suonarne i nuovi brani live e notarne la reazione e il feedback del pubblico. Questo penso sia sempre il momento che attendiamo di più e i risultati della settimana scorsa, nel nostro primo tour di supporto alla nuova release, si sono visti.
PENSI CHE L’ORIGINALITA’ SIA UN ASPETTO SOPRAVVALUTATO NELLA MUSICA METAL DI OGGI? PUO’ UNA BAND ESSERE REALMENTE ECCEZIONALE E RILEVANTE SENZA AVERE UN SOUND PARTICOLARMENTE ORIGINALE? E SE SI’, QUAL E’ L’ELEMENTO IMPRESCINDIBILE CHE UNA BAND DEVE POSSEDERE PER POTER REALMENTE DISTINGUERSI TRA LE TANTE?
– Penso che sia ancora possibile avere un’identità, senza dover per forza inventare una nuova corrente o un sound. Per esempio, penso che la dimensione live e il fatto che cantiamo tutti quanti sul palco, siano un aspetto che caratterizzano la nostra ‘originalità’, nel senso che ci conosce e ci viene a vedere, ci segue, sa che trova questo nella band, anche se molto probabilmente non abbiamo inventato nulla.
ULTIMAMENTE QUALE PERIODO MUSICALE O QUALI STILI TENDI AD ASCOLTARE? SOPRATTUTTO VECCHIA O NUOVA MUSICA? MUSICA SIMILE ALLA TUA O DIFFERENTE?
– Mi trovo spesso e volentieri ad ascoltare musica diversa da quella che suoniamo e componiamo, personalmente sono molto vicino a nuove band come Starset, oppure Coheed And Cambria, ma anche mostri sacri come Rush e Fates Warning. Dipende sempre dal mood e dalla situazione. Sto anche da molto tempo lavorando su un mio disco solista, il quale attinge da generi molto diversi come alternative, prog rock e sperimentazione. Penso mi tenga molto aperto a qualsiasi prodotto di qualità.
HAI UNA VISIONE MUSICALE CHE NON HAI ANCORA MAI POTUTO REALIZZARE PER RAGIONI TECNICHE O FINANZIARIE?
– Sicuramente suonare live con un’orchestra, anche se un po’ scontato, sarebbe una bella soddisfazione. Ma anche girare un live Blu-ray/DVD, oppure entrambe le cose assieme.
QUANDO PARLATE DI CROCIATE, POSSIAMO LEGGERE TRA LE RIGHE ANCHE ALCUNI ARGOMENTI O IDEE LEGATI ALL’ATTUALITA’? HAI DELLE CONVINZIONI POLITICHE O RELIGIOSE CORRELATE A QUEST’ARGOMENTO?
– Non è di certo voluto e te lo posso assicurare, ma fai bene a sottolinearne l’importanza nel contestualizzare questo tema oggi, dato quello che sta succedendo nel mondo. Ho sicuramente un mio credo e una mia idea politica ben precisa, ma credo anche che non debba toccare assolutamente e in nessun modo la nostra musica ed il nostra trademark. Quello che è sicuro è che l’umanità sta vivendo un momento di transizione e cambiamento e che i mix culturali, che fanno parte dell’evoluzione, fanno ancora fatica ad entrare nelle mentalità e negli usi e costumi di tutti I giorni. Non a caso notiamo un forte incremento dei populismi in questo periodo storico.
QUALI SONO I VOSTRI PROGETTI PER IL FUTURO?
– Non vediamo l’ora di tornare in tour a Febbraio, dove saremo headliners e porteremo con noi come special guest i Vision of Atlantis, gli italianissimi Sleeping Romance e Secret Rule e gli svizzeri Evenmore. Poi sicuramente programmeremo qualcosa per la primavera, per poi concentrarci sui festival estivi.