I Serious Black sulla carta potrebbero sembrare uno dei tanti supergruppi che si forma ogni anno. Roland Grapow (Masterplan, ex-Helloween), Thomen Stauch (ex-Blind Guardian), Mario Lochert (ex-Visions Of Atlantis), Dominik Sebastian (Edenbridge), Jan Vacik (ex-Dreamscape) e Urban Breed (ex-Tad Morose) invece la pensano diversamente, perché ci tengono a specificare che hanno dato vita ad una vera band! Il batterista Thomen Stauch ai nostri microfoni si è dimostrato davvero disponibile, molto amichevole e non ha lesinato parole nel raccontarci il nuovo capitolo della sua lunga e fortunata carriera.
THOMEN, PARLIAMO SUBITO DEI SERIOUS BAND, UNA NUOVA REALTA’ CHE POTREBBE ESSERE VISTA COME IL CLASSICO SUPERGRUPPO.
“Capisco bene che a prima vista i Serious Black potrebbero venire considerati una delle tante all-star-band in circolazione. E’ vero, siamo musicisti con una grande esperienza alle spalle, tutti noi abbiamo militato in passato in formazioni molto famose e di successo, ma ti assicuro che questa volta le cose sono diverse. Noi prima di tutto siamo grandi amici, ci conosciamo da tantissimi anni. Il nostro bassista Mario Lochert da anni voleva mettere in piedi una band composta da amici con un passato importante, per combinare tutte le svariate esperienze in un’unica formazione. Il punto cruciale però, è l’intenzione di formare una vera band, non un progetto estemporaneo di musicisti famosi, ma una vera forza costituita da tanti amici che condividono lo stesso amore per la musica metal. Gran parte delle all-star-band nate in questi anni dura al massimo uno o due dischi, poi finisce per sparire, inoltre non sono previsti nemmeno dei tour. Quest’ottica per noi non va bene, abbiamo tutti messo subito in chiaro che o si metteva in piedi una band oppure ognuno per la propria strada. L’idea nostra è di sfornare dischi regolarmente e svolgere un’intensa attività live, inizialmente come supporto a band più famose, poi si vedrà. Come ti dicevo, tutto è nato da Mario, che in estate 2013 era in vacanza proprio in Italia. Un giorno dovette interrompere le sue vacanze per volare in Spagna a seguire i Masterplan in un concerto e la sera stessa si trovò nel backstage del locale a parlare con Roland Grapow. Appena sentita la proposta Roland si è messo a ridere dicendo che tanti musicisti con un solido background messi tutti insieme avrebbero finito per litigare ogni santo giorno (ride, NdR)! Inizialmente non era convinto, ma Mario ha insistito dicendo che nella band tutti avrebbero avuto gli stessi diritti, proprio come veri amici. Roland comunque disse di doverci pensare su, ma nel frattempo serviva un batterista e Mario mi chiamò. Io in quel periodo ero libero perché i Savage Circus erano fermi da qualsiasi attività. Ogni giorno componevo musica, ma non potevo lavorarci perché gli altri membri non avevano tempo da dedicare alla band. Onestamente non vedevo un futuro roseo per i Savage Circus, eravamo fermi da troppo tempo, così ho accettato la proposta di Mario, avevo smania di tornare all’opera! Dopo aver contattato anche gli altri membri della band, mancava solo un grande cantante. Nel Gennaio del 2014 ci siamo trovati tutti nello studio del nostro tastierista per iniziare a scrivere nuova musica, abbiamo trascorso una notte intera a parlare di musica e del music business, di tutte le cose che ci sono capitate negli anni e a bere fiumi di birra. I lavori si sono svolti in modo veloce e naturale, tanto che in poco più di una settimana avevamo già quattro pezzi pronti, che poi sono diventati otto”.
SEGNO EVIDENTE CHE TRA VOI SI E’ SUBITO INSTAURATO UN GRANDE FEELING…
“Esatto, mi sembrava di suonare insieme ai ragazzi da anni ed invece erano solo pochi giorni, pensa te! In pratica la band era già attiva e all’opera, ma ancora mancava un cantante. Inizialmente venne fuori il nome di Jorn Lande, un cantante fenomenale, ma con un’agenda sempre fitta di impegni che gli avrebbe impedito di dedicarsi ai Serious Black al cento per cento. Roland era sicuro che, anche se gli avessimo chiesto di entrare nella band, lui avrebbe rifiutato proprio per i suoi continui impegni. Ad un certo punto ci siamo messi a guardare su internet quale cantante avrebbe potuto fare al caso nostro. Tornati a casa, una sera mi sono incontrato con un mio carissimo amico ed abbiamo iniziato a parlare della band e del fatto che eravamo in cerca di un cantante. Lui mi propose il cantante dei Morgana LeFay, ma per me il suo stile era troppo simile a quello dei Savatage, volevo qualcosa di più duro, più vicino a Jorn Lande come timbrica. Allora al mio amico si accese una lampadina e venne fuori con il nome di Urban Breed. In quel momento qualcosa mi è scattato dentro, Urban sarebbe stato perfetto per noi, doveva assolutamente essere il nostro cantante. Ricordo che quando ho proposto Urban agli altri membri della band, tutti sono stati d’accordo. Lo abbiamo contattato, gli abbiamo mandato del materiale da ascoltare e in pochi giorni Urban ha accettato di buon grado la nostra offerta”.
PRIMA RACCONTAVI DELLA NOTTE TRASCORSA CON GLI ALTRI MEMBRI DELLA BAND A RACCONTARVELA E A TRACANNARE BIRRA. IL VOSTRO E’ UN APPROCCIO MOLTO OLD SCHOOL!
“Hai perfettamente ragione! A dirti tutta la verità Roland e Dominik sono stati quelli che hanno bevuto veramente di più quella notte (ride, nda)! Sono state ore molto belle, importanti per rafforzare il nostro legame e per spassarcela un po’ insieme…sicuramente Roland e Dominik si sono divertiti molto, le bottiglie venivano stappate una dietro l’altra!”
IL NUOVO “AS DAYLIGHT BREAKS” CONTIENE AL SUO INTERNO BRANI MOLTO VARI, MA IL PEZZO DI APERTURA, “I SEEK NO OTHER LIFE”, MI RICORDA MOLTO I SAVAGE CIRCUS E I PRIMI BLIND GUARDIAN. CONCORDI?
“Onestamente non ci vedo molto di Blind Guardian nella canzone. Certo, è un brano veloce, diretto, semplice e pieno di cori, ma a mio avviso si tratta di qualcosa di molto personale. Credimi quando ti dico che la musica dei Serious Black non è influenzata da Blind Guardian, Masterplan, Helloween, Savage Circus o tutte le band di cui abbiamo fatto parte, noi abbiamo cercato subito di dare un’impronta molto personale al disco. La cosa interessante dei Serious Black è proprio questa, avere in formazione sei musicisti di grande esperienza, con tanti anni di musica alle spalle e influenze diverse che si sono uniti per creare musica distante dal passato, diversa e più personale. Tutti i nostri stili sono stati messi insieme per concretizzare uno stile unico. So che molta gente si metterà a fare subito paragoni con le nostre vecchie band, ma per me l’importante è che ‘As Daylight Breaks’ contenga principalmente buona musica”.
PERDONA LA BANALITA’, MA LA PRIMA VOLTA CHE HO LETTO IL NOME SERIOUS BLACK, HO SUBITO FATTO ASSONANZA CON IL PIU’ FAMOSO SIRIUS BLACK, PERSONAGGIO DELLA SAGA DI HARRY POTTER. IMMAGINO NON CI SIANO LEGAMI, VERO?
“(Ride! Nda) Ti sbagli, i legami ci sono eccome e la cosa più interessante è raccontarti come siamo giunti a questo nome. Nel momento di trovare il moniker giusto per la band, ci siamo accorti che molti nomi erano già occupati, ogni nostra idea assomigliava al nome di una band già esistente. Non riuscivo davvero a trovare un nome che mi soddisfacesse e, ammetto, in quel periodo la cosa mi aveva reso molto nervoso e insofferente. Ho cercato ispirazione ovunque, dalla tv, dai film fino a libri come Il Signore Degli Anelli e proprio Harry Potter. Da questo libro mi ha affascinato il personaggio di Sirius Black, volevo questo come nome, ma ero conscio dell’impossibilità di prenderlo pari pari, ci avrebbe causato un sacco di problemi, magari anche legali, e non avremmo nemmeno potuto stamparlo sul merchandise. Allora mi è venuta l’idea geniale di cambiare ‘Sirius’ con ‘Serious’, scritto diverso, ma pronunciato praticamente nello stesso modo! Ricordo di aver chiamato Mario per suggerigli questo nome, subito è rimasto in silenzio senza dire una parola, poi mi ha detto semplicemente: ‘Ok Thomen, è figo!’. Anche gli altri ragazzi hanno accettato Serious Black, ma sai cosa mi entusiasma? Questo è un nome originale, i fan appena lo sentono iniziano a farsi domande proprio come è successo per te. ‘Cosa vorrà dire questo nome?’, ‘Chi Sono?’, ‘Che cavolo vuol dire?’, ‘Sono pazzi a parlare di Harry Potter?’, sono tutte domande che abbiamo sentito dai fan. Oggi il music business è molto cambiato, le nuove band per poter sopravvivere hanno bisogno di molta attenzione da parte del pubblico, altrimenti rischiano di finire risucchiate nel calderone delle centinaia di uscite che ogni mese affollano i negozi. Avere un nome che colpisce e suscita curiosità credo sia un elemento molto importante, crea interesse e magari invoglia all’ascolto. Per questo motivo considero Serious Black il nome perfetto per noi”.
THOMEN, OLTRE AD ESSERE UN GRANDE BATTERISTA, TU COMPONI MUSICA IN PRIMA PERSONA. PER SCRIVERE CANZONI, CHE STRUMENTO UTILIZZI?
“Normalmente uso le tastiere per scrivere le mie canzoni e, qualche volta, suono anche la chitarra, ma solo quando ho bisogno di ascoltare certi riff che creo nella mia testa. Parlo ovviamente di chitarra ritmica, perché non sono bravo a suonare assoli, in genere suono le melodie con le tastiere cercando di simulare una chitarra solista, mentre uso la sei corde per le parti ritmiche. Durante la composizione del disco mi è capitato spesso di mandare le mie idee a Roland e Dominik, che a loro volta ci hanno suonato sopra le loro parti e sono sempre riusciti ad interpretare il mio pensiero!”.
PRIMA PARLAVI DEL PERIODO DI PAUSA DEI SAVAGE CIRCUS, L’ALTRA TUA BAND. QUESTO STOP E’ A TEMPO INDETERMINATO O AVETE QUALCOSA IN CANTIERE?
“Non ho sciolto i Savage Circus, ti rispondo in questo modo, diciamo che ho messo la band sotto ghiaccio! Non posso concentrarmi su una band quando gli altri membri non riescono a trovare del tempo da dedicare al nostro lavoro. A me piacerebbe che riuscissimo a registrare un disco in tempi brevi, perché c’è molto materiale pronto per essere registrato e le nuove canzoni sono molto belle! Ho lavorato molto alla musica dei Savage Circus in questi anni, ma gli altri membri purtroppo sono impegnati con il loro lavoro e non riescono a ritagliare del tempo da dedicare al gruppo. Sai, una band grande e famosa come i Blind Guardian o Avantasia non avrebbe problemi, ma i Savage Circus non vivono di musica, è impossibile. Questi ultimi anni e l’avvento di internet hanno messo in ginocchio le formazioni nuove e quelle ‘piccole’, che devono ancora farsi le ossa. Le etichette non investono, ci sono gli studi da pagare e se le persone non comprano più i dischi gli introiti non arrivano. Se tu realizzi un disco infame perché non puoi permetterti uno studio di registrazione professionale, la gente non compra e tu non sopravvivi. O ti chiami Blind Guardian e puoi permetterti di lavorare ad un disco per un anno, oppure devi cercare di fare il meglio che puoi, ma ogni cosa ha un costo. Prendi come esempio proprio i Serious Black, anche se siamo musicisti con una lunga carriera alle spalle e siamo singolarmente molto conosciuti, non possiamo permetterci di imbarcarci in un tour da headliner. I dischi si vendono poco e l’unico modo per suonare è fare da supporto alle band più famose. A me questo va bene, non pesa, ma è una situazione che peggiora di anno in anno. Non so davvero come andrà a finire per le nuove realtà”.
THOMEN, DOPO QUASI DIECI ANNI DALLA TUA DIPARTITA DAI BLIND GUARDIAN, OGGI A LIVELLO PERSONALE SEI RIUSCITO A RIAPPACIFICARTI CON I TUOI EX COMPAGNI?
“Come ben sai, io e i Blind Guardian abbiamo vissuto momenti davvero molto difficili in passato. Momenti che hanno inevitabilmente portato ad uno split tra me e loro. Vedi, avevamo diverse visioni su molte cose, io non ero d’accordo con certe loro scelte e loro non concordavano con le mie idee, diciamo che c’è stata parecchia carne al fuoco. Dopo lo split è servito un po’ di tempo per rasserenare il mio animo, non che avessi rancore verso di loro, ma l’amarezza era molta e dovevo metabolizzare la separazione da amici con cui ho suonato per vent’anni. In quel periodo non sarebbe stato facile uscire con loro o fare finta che non fosse successo nulla. Però, passato un po’ di tempo, ho preso una decisione, sono salito in macchina e mi sono diretto allo studio dei Blind Guardian. Ricordo di aver suonato il campanello, loro mi hanno aperto e io ho detto loro: ‘Ciao ragazzi, come va, che ne dite di un caffè?’. Fu Hansi (Kursch, il cantante, NdR) ad accogliermi quel giorno, dopo un attimo di sorpresa, mi disse: ‘Hey Thomen, sono felice di vederti, come stai?’. Fu così che iniziammo a parlare di tutte le cose che ci sono successe, abbiamo chiarito tanti aspetti di quelle vicende, anche se su alcune cose ognuno ha mantenuto il proprio punto di vista. Però la cosa più importante è che ci siamo buttati alle spalle le incomprensioni passate, in fondo ci conosciamo fin da giovani e abbiamo suonato insieme per una vita. Sarebbe stato davvero molto sciocco rimanere nemici. Oggi la situazione è questa, ti mentirei se dicessi che io e i Blind Guardian ci vediamo tutti i giorni e usciamo insieme, ma una volta ogni due o tre mesi capita che ci troviamo e passiamo del tempo insieme. Ho anche conosciuto il mio ‘successore’, Frederik Ehmke, un bravissimo ragazzo e un grande batterista. Pensa che ho fatto ascoltare ai Blind Guardian il disco dei Serious Black, tutti si sono complimentati con me e mi hanno augurato di cuore buona fortuna. Addirittura in una delle mie visite al loro studio mi hanno prestato alcune cose del loro equipaggiamento senza che io chiedessi nulla. Mi complimentai con Hansi per la strumentazione e lui disse: ‘ti serve? Prendila!’. Sono molto contento di aver recuperato un buon rapporto con loro”.