Insieme ai Deftones, i Sevendust meritano un posto d’onore nella classifica dei gruppi più longevi e meglio invecchiati della scena nu-metal, anche se a differenza dei primi non hanno mai goduto di uguale fortuna, soprattutto alle nostre latitudini. Nonostante tutto, la band di Atlanta è ancora più in forma che mai, e l’ultimo “Blood And Stone” (disco numero tredici in carriera) è qui a dimostrarlo, insieme al fresco EP solista di Morgan Rose. Ed è proprio il poliedrico batterista il nostro interlocutore, per una chiacchierata che parte dall’ultimo lavoro per commentare passato, presente e futuro del nu-metal…
SIETE INSIEME PRATICAMENTE DA TRENT’ANNI…QUAL E’ IL SEGRETO DEL VOSTRO LEGAME?
– Siamo cresciuti insieme, quindi siamo come fratelli ormai, ci completiamo a vicenda e sappiamo come lavorare in squadra. La base delle canzoni in genere la scrivono John e Clint, che a seconda dei casi arrivano con delle idee più o meno rifinite. In questo caso credo che l’esperienza fatta da loro negli ultimi tempi con altri progetti diversi dai Sevendust, come i Projected, abbia portato una ventata di freschezza. Similmente anch’io ho lavorato molto con altre band come co-autore o produttore, e anche questo mi ha dato nuovi stimoli.
‘SANGUE & PIETRA’: QUAL E’ IL SIGNIFICATO DEL TITOLO DELL’ALBUM?
– Ci piace avere dei titoli che abbiano un significato per noi ma che possano avere diverse chiavi di lettura. In questo caso l’interpretazione sarebbe ‘Non si può cavare il sangue dai sassi’, a simboleggiare i momenti difficili che tutti noi abbiamo vissuto. Nel nostro caso ad esempio qualcuno ha provato a sfruttarci in tutti i modi, ma siamo ancora qui e il nostro ultimo disco ha avuto la miglior posizione in classifica di sempre, quindi non ci pieghiamo.
POSSIAMO CONSIDERARE LA COVER DI “A DAY I TRIED TO LIVE” COME IL SEQUEL DI “ANGEL’S SON” (pezzo dedicato nel 2001 al defunto cantante degli Snot, ndr)?
– Sì, volevamo fare qualcosa ma non era facile, perchè la band è pazzesca e la voce di Chris è incredibile, per me la migliore timbrica del rock. Abbiamo sentito un po’ di pezzi fatti coi Soundgarden, con gli Audioslave, da solista, e alla fine la scelta è caduta su questa canzone. Ci è sembrata la più adatta al nostro stile, anche se abbiamo dovuto rivedere qualcosa per farla nostra, cercando di restare però il più vicino possibile all’originale.
LA PROSSIMA COVER LA DEDICHERETE A CHESTER?
– Amiamo i Linkin Park per cui un giorno potrebbe essere, anche se in generale non facciamo molte cover, quindi non credo succederà a breve… ma mai dire mai.
IL TUO EP SOLISTA E’ FIGLIO DEL LOCKDOWN?
– Non avevo in effetti nulla di pianificato, se non che quando ci siamo trovati chiusi in casa, ed essendo la mia fidanzata un ingegnere del suono con uno studio casalingo, ho iniziato quasi per gioco a registrare un pezzo, facendolo ascoltare ai ragazzi della Rise come divertimento. A loro però è piaciuto, e così mi sono messo al lavoro sul resto, scegliendo il formato dell’EP per farlo uscire quest’anno. Oltre alla batteria mi sono messo alla prova come cantante, e devo dire che è stato divertente, anche se nei Sevendust ovviamente sono abituato a scrivere linee vocali e a cantare qualcosa in scream. La vera difficoltà è tenere allenata la voce, quindi ora che ho visto cosa vuol dire ho davvero rispetto per i cantanti, per come devono tenersi in forma ogni sera!
SUL FRONTE CALL ME NO ONE (progetto parallelo formato da Morgan con Clint Lowery, ndr), TUTTO TACE?
– Credo che faremo qualcos’altro, ne stiamo parlando con Clint per capire che direzione prendere. Abbiamo ancora qualche impegno contrattuale, ma è ancora presto per dire se e cosa verrà fuori.
HAI APPENA RILASCIATO DUE ALBUM E I TOUR SONO ANCORA UNA CHIMERA: COME PASSERAI I PROSSIMI MESI?
– Sì, passare un po’ di tempo a casa è stato ovviamente piacevole, ma quest’assenza di vita on the road inizia a diventare pesante. Per il resto comunque mi tengo impegnato: questo week end vado in Illinois per una settimana a lavorare con una nuova band cui faccio da producer e co-writer, poi sarò in Ohio per una masterclass con Shaun dei Breaking Benjamin e Barry dei 3 Days Grace; poi mi sposto a L.A. per seguire alcuni affari, a seguire andremo in Arizona per il giorno del Ringraziamento e poi ancora ad Orlando per un’altra sessione di cowriting… Insomma, se non fosse per la mascherina, sembra di viaggiare come prima!
NEL 2021 “ANIMOSITY” COMPIE VENT’ANNI: COME LO FESTEGGERETE?
– Qualcosa di speciale ci sarà sicuramente l’anno prossimo, perchè è uno degli album cui siamo più legati (nel frattempo è stato annunciato uno show speciale in live streaming a gennaio, ndr). Per quanto riguarda il vinile, sappiamo che è introvabile come quelli “Home” e “Animosity”: abbiate pazienza, sicuramente qualcosa arriverà!
AVENDOLO GIA’ FATTO IN PASSATO, STATE PIANIFICANDO QUALCHE SHOW ACUSTICO?
– Ne stiamo parlando tra di noi, perchè effettivamente in passato abbiamo avuto ottimi riscontri in questo senso. Peraltro quando ‘apriranno le gabbie’ e ripartiranno i tour, ci sarà sicuramente un mare di band in giro, quindi sarà difficile trovare spazio: non escludo quindi che possiamo andare controcorrente lavorando ad uno show/album acustico, o magari lavorando già al prossimo disco. Alla fine “Blood & Stone” è stato registrato ad ottobre dell’anno scorso, quindi potremmo fare un piccolo tour e poi registrare di nuovo.
QUAL E’ IL TUO RICORDO PREFERITO DELL’OZZFEST?
– Il mio ricordo preferito risale all’Ozzfest ’98, quando Lynn degli Snot è uscito dalla toilette completamente nudo ed è salito on stage mentre suonavano i Limp Bizkit. In generale è stato un tour pazzesco, eravamo giovani e insieme a noi sul Second Stage suonavano Limp Bizkit e System Of A Down, oltre a Tool, Megadeth e Soulfly.
COSA NE PENSI DELLE NUOVE LEVE NU-METAL?
– Non sono davvero nuovi, ma i miei preferiti al momento sono i Northlane: il loro ultimo disco è davvero spettacolare! Ho apprezzato moltissimo negli ultimi anni anche gli Arcane Roots, mentre tra le uscite più recenti mi piacciono assai gli Sleep Token. In generale credo nell’ultimo periodo ci sia un sacco di buona musica, anche tra le band con cui ho avuto modo di collaborare, come ad esempio i Saul.
LA GEORGIA HA CONTRIBUITO ALLA VITTORIA DI BIDEN, PASSANDO AI DEMOCRATICI…
– Sì, ora quando dico che vengo dalla Georgia la gente mi abbraccia (risate, ndr). Ovviamente ho le miei opinioni e le tengo per me, ma in generale sono per la pace e voglio che l’America sia unita, sia internamente che con il resto del mondo. Non voglio puntare il dito contro nessuno, perchè non ne faccio una questione di repubblicani o democratici, ma penso che anche per effetto della pandemia fossimo arrivati ad un punto critico, e spero ora le cose vadano meglio.