Il ritorno sulle scene degli Shores Of Null non è stato un fulmine a ciel sereno come fu invece l’uscita del loro debutto, “Quiescence”, ormai risalente a più di tre anni fa. Navigando al riparo dai radar e dai sonar più potenti, la compagine pescarese-romana ha lavorato sodo nel periodo di semi-silenzio, suonando molto in giro per l’Italia e l’Europa e componendo quatta quatta il nuovo, e secondo, lavoro per Candlelight Records. “Black Drapes For Tomorrow” ha denotato una band maturata sotto tutti gli aspetti, legata ad un sound prettamente Nineties – ovviamente si parla di doom-gothic metal – ma anche capace di proiettarsi nel presente-futuro non risultando esclusivamente un gruppo per nostalgici retrò. Meno immediato del precedente, più ricco di sfumature e curatissimo negli arrangiamenti, l’album in questione proietta i Nostri in una dimensione internazionale ancor più ampia di quella che già si sono meritati fino a questo punto della loro carriera. Andiamo perciò a sentire cos’hanno da dirci Raffaele Colace e Davide Straccione, rispettivamente chitarrista e cantante degli Shores Of Null…
CIAO RAGAZZI, BENTORNATI SULLE PAGINE DI METALITALIA.COM A DISTANZA DI TRE ANNI! PRIMA DI TUFFARCI NELLA CHIACCHIERATA RIGUARDANTE IL NUOVO DISCO “BLACK DRAPES FOR TOMORROW”, MI PIACEREBBE CHIEDERVI UN RESOCONTO CONCLUSIVO DEL CICLO ARTISTICO/PROMOZIONALE DI “QUIESCENCE”, CERTAMENTE UN ALBUM CHE VI HA PERMESSO DI FARE CENTRO AL PRIMO COLPO. COSA VI E’ RIMASTO DENTRO DI QUEL LAVORO, QUALI PORTE VI HA APERTO E COME LO GIUDICATE SENTENDOLO OGGI?
Raffaele: “Ciao Marco, grazie a te per l’invito e grazie per la tua recensione, che ho letto con entusiasmo e che personalmente mi ha fatto cogliere qualche buon consiglio per il futuro. Si è parlato tanto di ‘Quiescence’ e ovviamente, com’è ormai noto, siamo pienamente soddisfatti del percorso che ci ha fatto fare: tre tour europei, molti tour italiani, diverse presenze a molti festival noti nel panorama europeo, tanti nuovi amici e tante soddisfazioni. Di sicuro ci ha permesso di far parte di una casa discografica come Candlelight Records e di avere la possibilità di far uscire il nuovo disco. Una cosa che purtroppo non ci ha portato è la presenza ad un Metalitalia.com Festival (ride, ndR). A parte gli scherzi, questi ultimi tre anni sono stati molto intensi sia nella promozione di ‘Quiescence’, sia nella produzione di ‘Black Drapes For Tomorrow’, e personalmente mi sono arricchito di tanta esperienza”.
“BLACK DRAPES FOR TOMORROW” PRESUMO ABBIA AVUTO UN PESO SPECIFICO, IN FASE COMPOSITIVA E CREATIVA, MAGGIORE DI QUANTO EBBE “QUIESCENCE” ALL’EPOCA. AVETE SENTITO UN PO’ DI PRESSIONE ADDOSSO, APPROCCIANDOVI E AVVICINANDOVI ALLA RELEASE DATE, OPPURE NULLA DI TUTTO CIO’? A ME PARE CHE IL MODUS OPERANDI, OVVERO POCHE NEWS, QUASI ZERO, IN PASTO ALLA STAMPA, BASSO PROFILO E MOLTO LAVORO SOTTERRANEO, SIA STATO IL MEDESIMO…
Raffaele: “Agli Shores Of Null piace suonare! Ci piace la musica e quello che ci trasmette. Quando componiamo i brani, prima di tutto pensiamo a quello che veramente ci piace. Non c’è uno studio mirato su quale particolare riff inserire in un particolare brano. Essenzialmente se il brano che stiamo componendo ci piace, per noi è buono. Ovviamente consapevoli delle aspettative, abbiamo avuto un minimo di ansia da prestazione, ma solo dopo aver consegnato il master. Tutta la fase creativa è stata affrontata come se dovessimo presentarci per la prima volta al pubblico ed in effetti non ci piace dare notizie su qualcosa che potrebbe cambiare col tempo. Preferiamo lavorare bene e avere qualcosa da dire solo a lavori conclusi”.
NELL’INTERVISTA RILASCIATACI TRE ANNI FA, CONCLUDEVATE DICENDO CHE GLI SHORES OF NULL NON SONO NATI PER ESSERE UNA BAND SPERIMENTALE, BENSI’ UN GRUPPO CON UN SOUND ED INFLUENZE DEFINITI CHE CERCA DI RIAMALGAMARE QUESTE ULTIME IN UN APPROCCIO PERSONALE. IMMAGINO NON ABBIATE CAMBIATO IDEA SU QUESTO PUNTO, EPPURE IL NUOVO PLATTER, PUR ESSENDO APPARENTEMENTE SIMILE AL SUO PREDECESSORE, IN REALTA’ E’ PIU’ COMPLESSO E MULTI-SFACCETTATO. NON SI PUO’ PARLARE DI SPERIMENTAZIONE, MA IL VOSTRO STILE SI E’ EVOLUTO. SIETE D’ACCORDO?
Raffaele: “In effetti siamo ancora di quell’idea. I gruppi che sperimentano producono ben altro. Ma chiaramente tutto si evolve e, così come i nostri ascolti, le nostre influenze, anche le nostre composizioni hanno subito questo effetto. Personalmente non credo che ci siamo allontanati troppo, ma capisco che per l’ascoltatore questo nuovo album possa risultare di più complessa comprensione, almeno per i primi ascolti. Di sicuro posso garantire che, nel bene o nel male, tutto quello che ne è venuto fuori è frutto di sana ispirazione”.
RIGUARDO ANCORA LA FASE DI COMPOSIZIONE, PER QUESTO SECONDO LAVORO COME SI SONO SVOLTE LE COSE? ANCORA LE IDEE PRINCIPALI SONO VENUTE DAI DUE CHITARRISTI, RAFFAELE E GABRIELE, POI PLASMATE CON L’AIUTO DEGLI ALTRI, OPPURE SI E’ SVOLTO UN LAVORO PIU’ COLLETTIVO FIN DAGLI ABBOZZI, CONSIDERATO CHE “BLACK DRAPES FOR TOMORROW” E’ IL PRIMO DISCO CHE COMPONETE IN FORMAZIONE COMPLETA?
Raffaele: “Anche a questa domanda devo rispondere con le parole ‘nel bene o nel male ci siamo ricascati’: due cocciuti chitarristi che si ostinano a scrivere pezzi in solitaria per poi rivisitarli con il resto della band. Parliamo ovviamente della parte strumentale e ovviamente nella fase primordiale. Ognuno di noi ha dato il suo contributo per la buona riuscita del prodotto finale”.
IL LAVORO DELLE DUE CHITARRE, SOPRATTUTTO NELLA PRIMA PARTE DELL’ALBUM, MI PARE PIU’ RICERCATO E VARIOPINTO DI QUANTO COMPOSTO IN PASSATO. VOGLIO DIRE, MANCA ALL’APPELLO QUALCHE RIFF PIU’ THRASH-DEATH ORIENTED E ‘IGNORANTE’ CHE BEN SI ESPONEVA SU “QUIESCENCE”; MENTRE AVETE AUMENTATO LE PARTITURE DEBITRICI DI CERTO DOOM-GOTHIC METAL NOVANTIANO, INSTILLANDO DOSI MAGGIORI DI RAFFINATEZZA E DECADENZA, SEMPRE RESTANDO EPICI E MELODICI. ANCHE QUI, E’ SOLO UNA MIA IMPRESSIONE?
Raffaele: “Non è una tua impressione. In realtà (soprattutto per quanto mi riguarda) ‘Black Drapes For Tomorrow’ è stato il prodotto di una maggiore influenza doom e black metal. E in fase di composizione avremmo potuto sovraincidere chitarre su chitarre, perché i brani si concedevano benissimo ad armonizzazioni di vario tipo. Poi abbiamo scoperto di avere solo due mani a disposizione (ride, ndR)!”.
PUNTO FORTE DELLA VOSTRA PROPOSTA, A MIO MODESTO AVVISO, RESTANO PERO’ LE VOCI DI DAVIDE, CHE POI DAL VIVO DIVENTANO LE VOCI DI QUASI TUTTI. COME AVETE LAVORATO SU QUESTO ASPETTO PER FARLO MIGLIORARE ULTERIORMENTE? E ANCORA: PREFERITE LAVORARE PIU’ SULLA RICERCA E VARIETA’ DEI TIMBRI USATI, OPPURE SULLA QUALITA’ DELLE LINEE VOCALI E LE MELODIE DEI RITORNELLI?
Raffaele: “Davide è un portento. Per fortuna, ma anche purtroppo: dal vivo ci tocca riprodurre quello che lui registra. Ti assicuro che non è esattamente una passeggiata. Onestamente, per il suo miglioramento noi non abbiamo fatto nulla. Lui è un professionista ed ha piena consapevolezza delle sue potenzialità, così come dei suoi limiti. Non posso affermare che gli Shores Of Null gli abbiano insegnato il mestiere, ma posso dire che qui trova spazio per la sua creatività e devo riconoscere che ne ha da vendere. Ovviamente quando si lavora in studio si ascoltano le idee originarie e poi si valutano insieme per capire cosa può essere migliorato dal punto di vista delle timbriche o da quello delle linee melodiche”.
Davide: “Sono davvero un nerd delle armonizzazioni, quando lavoro su un brano cerco di avere una visione di insieme e le varie voci e timbriche servono a dare colore e ad amalgamarsi alle rispettive parti. Su ‘Quiescence’ non ero ancora consapevole della resa live, sapevo che Gabbo (Gabriele Giaccari, chitarrista, ndR) se la cavasse egregiamente con i cori puliti, ma sono rimasto piacevolmente colpito da Matteo (Capozucca, bassista, ndR) e Raffaele che hanno fatto propri scream e growl, che dal vivo intervengono in più punti a dare manforte là dove io non posso arrivare. Durante la stesura di ‘Black Drapes For Tomorrow’ avevo già in mente tutto lo scenario vocale possibile, quindi in alcuni punti mi sono spinto oltre, sapendo di poter avere il supporto necessario anche in sede live, cosa per me molto importante”.
RIVOLGENDO UNO SGUARDO ALL’ARTWORK E AL BOOKLET (CHE ANCORA NON HO AVUTO MODO DI SFOGLIARE), QUALI IDEE E CONCETTI AVETE USATO PER RAPPRESENTARE IL CONTENUTO DELLE LYRICS E L’ATMOSFERA DELLE MUSICHE? IL TITOLO E’ DAVVERO MOLTO PESSIMISTA E BUIO, AD ESEMPIO…
Davide: “L’artwork è stato ancora una volta affidato alla bravissima Diletta F. di Eba Art, mentre le foto sono state scattate da Francesco Corti in diverse location in Abruzzo, tra rocce, vallate e riserve naturali. L’artwork mostra la bellezza della natura che ci circonda e come essa possa essere rifugio dalla sofferenza; ma rappresenta anche la solitudine, uno sguardo ad un futuro che brucia sotto ai nostri occhi. Le tematiche sono chiaramente intrise di malinconia, in bilico tra rassegnazione e speranza, prendendo spunto sia da letture e storie di vita altrui, sia da esperienze vissute più da vicino. Rispondendo alla tua considerazione finale, sì, il futuro è buio”.
ENTRANDO INVECE NEL DETTAGLIO DEI TESTI, SU QUALI ARGOMENTI AVETE PREFERITO INCENTRARE LE VOSTRE SCRITTURE? AVENDO LETTO SOLO I TITOLI DEI BRANI, HO RAVVISATO COME POSSIBILE FILO CONDUTTORE IL TEMA DELL’ACQUA E DEL FIUME, MA FORSE SBAGLIO…
Davide: “L’acqua è un elemento legato a Shores Of Null sin dalla scelta del nome della band. Non so dirti un motivo preciso per questa fascinazione, forse perché sono cresciuto vicino al mare, ma anche vicino alla montagna, quindi laghi e fiumi mi hanno sempre affascinato, forse più del mare. Come hai notato, il disco parte con un affluente (‘Tributary Waters’) che confluisce in un fiume (‘Donau’, Danubio in tedesco), per poi sfociare verso il mare aperto (‘Death Of A River’); nel mezzo ci sono altri riferimenti come ad esempio ‘Tide Against Us’ e ‘The Kolyma Route’. L’acqua è utilizzata sempre metaforicamente come elemento maestoso, al quale faccio riferimento per enfatizzare la piccolezza dell’uomo e il suo desiderio di essere dominato da una forza dalla quale si è dipendenti. I testi affrontano diverse tematiche: storie di vita (e di morte) in situazioni avverse, analisi interiore, battaglie personali; lascio a voi il compito di farli vostri”.
CI PARLATE DELL’OSPITATA DI LUSSO DI CARMELO ORLANDO DEI NOVEMBRE NEL BRANO “TIDE AGAINST US”, FRA L’ALTRO UNO DEGLI HIGHLIGHT DEL LAVORO?
Raffaele: “Come sai siamo stati in tour con i Novembre a settembre. Ed ancor prima, l’anno scorso di questi tempi, abbiamo fatto qualche live insieme a loro. Ovviamente l’idea di chiedergli la partecipazione ci è venuta mentre stavamo organizzando queste date. Lui è stato entusiasta e devo dire che è stata un’esperienza nuova per noi. Ecco, questo può essere definito un esperimento, almeno per quanto mi riguarda”.
IN MERITO ALLA TRACKLIST, INVECE, SECONDO VOI QUAL E’ IL BRANO PIU’ RICHIAMANTE LE SONORITA’ DI “QUIESCENCE”, QUALE QUELLO PIU’ INNOVATIVO E QUALE QUELLO PIU’ DIVERTENTE DA SUONARE LIVE?
Raffaele: “Quelli più innovativi sicuramente ‘The Enemy Within’ e ‘Death Of A River’. Non considerando queste due tracce acustiche, però, direi che ‘The Kolyma Route’ sia un po’ diversa dalle altre, sia dal punto di vista vocale che strumentale. Il brano più divertente da suonare live per me è di sicuro ‘House Of Cries’, ed infine direi che ‘Donau’ potrebbe essere il candidato ad assumersi la responsabilità di richiamare il passato”.
A PROPOSITO DI LIVE, A FINE MAGGIO (l’intervista si è tenuta nella prima metà di maggio) AVRETE BEN DUE RELEASE PARTY, A PESCARA E A ROMA. E POI? QUALI SONO I PROGRAMMI FUTURI PER LA PROMOZIONE? E, ANCORA, SE POTESTE SCEGLIERE UN FESTIVAL ESTERO (O ANCHE ITALIANO, PERCHE’ NO?), A QUALE PUNTERESTE CON MAGGIOR ‘FAME’?
Raffaele: “Sicuramente saremo impegnati in un tour europeo con gli Harakiri For The Sky ad ottobre. Stiamo lavorando su nuove date ma, visto che lo chiedi, siamo di certo affamati di Metalitalia.com Festival. Chissà che questo nuovo anno non ci dia la possibilità di parteciparvi”.
Davide: “Sono tanti i festival a cui mi piacerebbe prendere parte, ma così su due piedi ti dico Roadburn e Hellfest, che per motivi diversi sono anche i miei preferiti e quelli a cui partecipo abitualmente come spettatore”.
BENISSIMO, ABBIAMO FINITO, E’ TUTTO. VI RINGRAZIO PER LA DISPONIBILITA’ E VI LASCIO IL COMPITO DI CHIUDERE L’INTERVISTA A PIACERE…
Raffaele: “Grazie mille a te. È stato un vero piacere”.
Davide: “Grazie per il tempo che hai deciso di dedicarci, un saluto a tutti i lettori”.