SHORES OF NULL – Quieti, nel nulla

Pubblicato il 21/06/2014 da

 

Stiamo imparando a conoscerli solo in questi ultimi mesi, ovvero da quando la Candlelight Records ha immesso sul mercato il loro sfavillante debutto “Quiescence”, ma i nostrani Shores Of Null è da un po’ più di tempo che, nell’underground italiano, stanno facendo tutti gli sforzi necessari per farsi notare, peraltro con una dose di professionalità invidiabile e oggigiorno necessaria per emergere dai vari sottoboschi metallici – basti dare un’occhiata, in merito, ai loro primi video ufficiali, dei piccoli capolavori. Dopo essere stati Top Album sul nostro portale ed averli reportati live in un paio di occasioni, è giunto il momento di dar loro voce per farci raccontare tutto su questa formazione che, se l’intuito non ci tradisce proditoriamente, si farà valere ben presto anche all’estero. Ai nostri microfoni, gli Shores Of Null vengono rappresentati dal chitarrista Raffaele Colace e dal vocalist Davide Straccione: a loro la vostra attenzione!

shores of null - band - 2013
CIAO RAGAZZI! BENVENUTI SU METALITALIA.COM! E’ D’OBBLIGO PER VOI RACCONTARCI LE VICENDE INIZIALI DEGLI SHORES OF NULL, QUELLE CHE VI HANNO FATTO FORMARE E CHE COSTELLANO I VOSTRI PRIMI MESI DI VITA…
Raffaele: “Ciao Marco, grazie. Io e Gabbo (Gabriele Giaccari, chitarra, ndR) ci conosciamo da molti anni ed entrambi condividiamo la stessa passione per la musica. Era da molto tempo che esprimevamo la voglia di intraprendere una strada insieme, ma entrambi stavamo portando avanti i nostri personali progetti musicali (Mens Phrenetica e The Orange Man Theory). Parallelamente anche Davide, che con gli Zippo ha affrontato diversi tour insieme ai The Orange Man Theory, aveva espresso la volontà di creare un progetto ‘gothic’ insieme a Gabbo. Però il tutto ha iniziato a prendere davvero piede quando io e Gabbo ci siamo scambiati qualche riff e abbiamo iniziato a comporre qualche pezzo insieme. Abbiamo portato a termine dieci tracce e quando ci siamo convinti ed eravamo soddisfatti, abbiamo chiamato Davide che ha subito accettato e si è messo all’opera. Il risultato è stato inaspettato ma ci piaceva molto. A quel punto, con un demo pronto, abbiamo contattato Emiliano e Matteo (Cantiano e Capozucca, rispettivamente batteria e basso, ndR), che hanno finalmente completato la line-up”.

SIETE USCITI ALLO SCOPERTO CIRCA UN ANNO FA PRATICAMENTE DAL NULLA, SI SUPPONE CON, OLTRE AD UN VIDEO E UNA SONG MAGISTRALI GIA’ BELLI PRONTI (“KINGS OF NULL”), ANCHE UN DISCO REGISTRATO IN GRAN SILENZIO E SENZA STROMBAZZAMENTI MEDIATICI. COME E DOVE SI SONO SVOLTE LE REGISTRAZIONI E LA FASE DI COMPOSIZIONE DELL’ALBUM?
Raffaele: “Per quanto riguarda la composizione, come dicevo prima, è avvenuta in una primissima fase. Abbiamo fatto un po’ di prove insieme e abbiamo deciso subito di andare in studio. Siamo stati da Marco Mastrobuono (attualmente bassista degli Hour Of Penance, ndR) ai Kick Recording Studio. Lui e Matteo Gabbianelli sono senza ombra di dubbio dei grandi professionisti. Se oggi dovessi registrare un altro album, tornerei sicuramente da loro”.

COME COMPONETE? AVETE UN PRINCIPALE COMPOSITORE E POI L’ARRANGIAMENTO DELLA BAND AL COMPLETO, OPPURE TUTTI PARTECIPATE DALL’INIZIO ALLA CREAZIONE DEL BRANO? CHI SI OCCUPA DELLE LYRICS, INVECE?
Raffaele: “Le idee partono da me o da Gabbo. Ognuno di noi due sottopone all’altro il riff o il brano e si parte con l’arrangiamento. Quando c’è una struttura più o meno definita, allora la portiamo in sala prove, dove Matteo ed Emiliano aggiungono le loro personali idee ritmiche, e infine sottoponiamo il tutto a Davide, che personalmente mi stupisce ogni volta, dato che nella mia testa le voci le ho sempre immaginate completamente diverse”.
Davide: “Mi occupo io delle lyrics, ma per lavorare su di esse ho bisogno dell’ispirazione giusta, che può venire solo da musica che sia capace di rapirmi. Con i brani di ‘Quiescence’ è stato così: la loro atmosfera ha letteralmente guidato la mia penna e, dal momento in cui ho trovato la giusta alchimia, l’intero percorso creativo è avvenuto con molta naturalezza. In fondo, la musica che suoniamo ce l’ho sempre avuta nel DNA, anche se non si era mai espressa sotto questa forma prima d’ora”.

IL VOSTRO INIZIO DI CARRIERA SEMBRA QUASI PREDESTINATO: NESSUN DEMO REGISTRATO, NESSUN EP PROMOSSO, BENSI’ UN FULL-LENGTH COMPLETO E ADDIRITTURA EDITO DALLA PRESTIGIOSA CANDLELIGHT RECORDS. E’ STATO UN PROCESSO VOLUTO E ‘STUDIATO’ OPPURE E’ VENUTO TUTTO COSI’, IN MODO SPONTANEO E SENZA PRECISE VOLONTA’ DA PARTE VOSTRA?
Raffaele: “Tutti noi abbiamo avuto già esperienze con le nostre band principali, soprattutto Davide, Gabbo ed Emiliano, e ormai conosciamo un minimo i processi che servono per portare alla pubblicazione un disco. Quando abbiamo deciso di intraprendere questo progetto, abbiamo pianificato di non uscire allo scoperto prima di avere del materiale sufficiente per presentarci al pubblico e così è stato. Con le registrazioni completate e un video pronto su Youtube, abbiamo fatto il nostro primo tour con i Negura Bunget. Quindi si può dire che è stato pianificato, anche se di certo non avevamo pianificato di entrare nel roster di Candlelight…ma lo speravamo!”.

PARLATECI ALLORA UN PO’ DELLA FIRMA CON LA CANDLELIGHT: SPERAVATE PROPRIO IN QUALCOSA DI GROSSO? AVETE MANDATO L’ALBUM AD ETICHETTE ‘SELEZIONATE’, OPPURE AVETE ‘BUTTATO NEL MUCCHIO’?
Raffaele: “Il giorno in cui è arrivata la risposta di Darren da Candlelight credo che me lo ricorderò per sempre. Ovviamente, come ogni musicista che affronta una moltitudine di sacrifici per questa passione, anche noi speravamo di firmare con un’etichetta prestigiosa. Inutile dire che Candlelight è esattamente la casa discografica che volevamo ci rappresentasse. In ogni caso, non abbiamo ‘buttato nel mucchio’: abbiamo iniziato con una decina di etichette, quelle che ‘tanto figurati se ti rispondono’. E per una volta possiamo dire: ‘Wow, hanno risposto!’”.

OK, TUFFIAMOCI ALL’INTERNO DI “QUIESCENCE” PARTENDO DALL’ARTWORK, DAL TITOLO E DAI TESTI. SONO IN QUALCHE MODO COLLEGATI FRA LORO? COME AVETE IMPOSTATO L’IMMAGINARIO GRAFICO/VISIVO/ATMOSFERICO, SE MAI AVETE PENSATO DI IMPOSTARNE UNO, CHE AVREBBERO DOVUTO AVERE GLI SHORES OF NULL?
Davide: “Mentre il nome della band è stata una mia idea, il titolo dell’album deriva da un’idea di Gabbo, a cui intrigava molto il concetto di ‘quiescenza’, all’inizio senza una particolare ragione. Devo dire che ne sono rimasto affascinato anch’io, poiché attraverso questo processo dal nome così evocativo, alcuni organismi viventi, vegetali o animali che siano, riescono ad isolarsi dal mondo esterno attraverso l’inattività; ciò consente loro di superare particolari difficoltà ambientali e successivamente riconciliarsi col mondo esterno. Ragionando su questo concetto e umanizzandolo, è stato creato l’immaginario grafico/visivo, ma in parte anche quello dei testi, poiché anch’essi sono inzuppati di queste visioni. Un titolo come ‘Quiescence’ si lega bene alla nostra genesi, perché abbiamo lavorato in segreto e in silenzio per poi uscire allo scoperto solo quando i tempi erano maturi”.

LA VOSTRA MUSICA E’ CERTAMENTE MALINCONICA, ABBASTANZA DEPRESSA, DECADENTE, GOTICA, MA MANTIENE FORTE IN SE’ UNA COMPONENTE EPICA, SIA NEL CANTATO CHE NEL RIFFING, CHE DA’ QUEL TOCCO DI PERSONALITA’ CHE ALTRIMENTI AVREBBE POTUTO AFFOSSARE UN PO’ LA PROPOSTA NEL CALDERONE DELLE BUONE USCITE. COME DESCRIVERESTE IL VOSTRO STILE SE DOVESTE SPIEGARLO A POTENZIALI FAN INCURIOSITI?
Davide: “La vena malinconica di ognuno di noi è solo un modo come un altro per superare le difficoltà, non credo che ‘depresso’ sia un aggettivo in grado di descrivere al meglio la musica degli Shores Of Null. Pur narrando storie tutt’altro che allegre, l’intenzione è sempre quella di interpretarle con fierezza, ghigno beffardo e testa alta, perché solo chi è passato attraverso momenti bui può realmente apprezzare le dosi di felicità che la vita ci somministra. Il nostro stile musicale mescola la nostra passione per la scena gothic/doom e melodic-death/black che negli anni ‘90 e i primi 2000 imperversava in Europa e, in particolar modo, in Inghilterra e Scandinavia, e la fonde con tutto ciò che consciamente o inconsciamente è nel nostro background. Non nascondiamo le nostre influenze, ma cerchiamo di amalgamarle nella maniera più personale possibile. Come hai giustamente detto, c’è una componente epica dominante, costruita principalmente da chitarre armonizzate e trionfali, da voci stratificate, sia pulite che sporche. Le tastiere sono del tutto assenti dal nostro sound”.

UN ASPETTO CHE COLPISCE SUBITO MOLTO FAVOREVOLMENTE DEL VOSTRO SOPRAGGIUNGERE SULLE SCENE E’ LA PROFESSIONALITA’, A PARTIRE AD ESEMPIO DAI VIDEO DI “KINGS OF NULL” E “QUIESCENT”. CI RACCONTATE QUALCOSA DELLA LORO REALIZZAZIONE E DI COM’E’ AVVENUTA LA SCELTA DELLE CANZONI, DI CERTO NON LE UNICHE AD ESSERE PAPABILI IN VERSIONE SINGOLO?
Davide: “Quando siamo usciti allo scoperto un anno fa, avevamo la necessità di presentarci al mondo, e lo facevamo all’improvviso, quindi non erano concessi passi falsi. La scelta è ricaduta su ‘Kings Of Null’, che oltre ad essere il brano più breve e catchy del disco, era anche quello con una struttura più classicamente ‘radiofonica’, elementi che lo rendevano perfetto come biglietto da visita. Del bellissimo video animato se n’è occupato Stonino, già bassista e autore di moltissime grafiche degli Zippo, l’altra mia band, che, a parte qualche linea-guida, ha avuto assolutamente carta bianca sulla lavorazione. Successivamente abbiamo fatto uscire un video promozionale con immagini live per il brano ‘Souls Of The Abyss’, ed infine, poco dopo l’annuncio di Candlelight, abbiamo rilasciato il video di ‘Quiescent’, del quale siamo pienamente soddisfatti. La regia del video è stata affidata a Martina Lesley Guidi, che aveva le idee ben precise sulla sua realizzazione, e noi l’abbiamo lasciata fare; i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Con questo brano, insieme agli altri due già disponibili, siamo andati a coprire lo spettro ideale per garantire un buon antipasto agli ascoltatori. Speriamo di esserci riusciti e di averli invogliati a comprare il disco”.

INCURIOSISCE LA SCELTA DI INTITOLARE CON UNO STRANO “0x0000” IL PEZZO STRUMENTALE INTRODUTTIVO POSTO AD INIZIO TRACKLIST. DECISIONE SCHERZOSA OPPURE UN SEMPLICE COLLEGAMENTO AL VOSTRO MONICKER, CHE HA A CHE FARE CON IL NULLA E LO ZERO? O ENTRAMBE LE COSE?
Raffaele: “Io e Gabbo oltre alla musica condividiamo un’altra passione: l’informatica. Siamo entrambi ingegneri informatici. Quando abbiamo deciso il nome della band e Davide ci ha sottoposto alcuni titoli come ‘Quiescent’ e ‘Kings Of Null’, allora le nostre menti hanno tradotto questo ‘nulla’ in esadecimale. 0x0000 è lo zero in esadecimale (o anche il valore ‘null’), che si usa nei diversi linguaggi di programmazione”.
Davide: “Pensa un po’ che matti, eh!”.

C’E’ QUALCHE SCENA O QUALCHE GRUPPO IN PARTICOLARE A CUI VI SIETE ISPIRATI PER DARE VITA AL PROGETTO? INSOMMA, LA CLASSICA DOMANDA SULLE VOSTRE PRINCIPALI INFLUENZE, MAGARI ANCHE EXTRA-MUSICALI…
Davide: “Certo, come ti dicevo prima le nostre influenze non sono affatto un mistero, e il Nord Europa ha giocato un ruolo fondamentale nella nostra formazione. Partendo da Amorphis, Katatonia, Opeth, proseguendo per Borknagar, Enslaved, Swallow The Sun; uscendo dalle lande scandinave, ci siamo abbeverati dai My Dying Bride, dai Paradise Lost, dai Novembre, ecc.. Se a queste aggiungiamo le influenze personali di ognuno di noi, avrai un ventaglio piuttosto ampio. Tra quelle extra-musicali troviamo senza dubbio le nottate a guardare film e serie tv, viaggi, letture; durante la stesura dei testi di ‘Quiescence’ sul mio comodino spiccavano due libri in particolare: ‘Niente’ di Janne Teller e ‘Insaniapoli’ di Enrico Ruta”.

STATE AVENDO UN OTTIMO RESPONSO UN PO’ OVUNQUE, SE NON SBAGLIO, E CIO’ POTREBBE SIGNIFICARE CHE GLI SHORES OF NULL DIVENTINO LA VOSTRA PRIORITA’ MUSICALE. COME LA METTETE CON GLI ZIPPO, I THE ORANGE MAN THEORY E GLI ALTRI PROGETTI DA CUI PROVENITE?
Raffaele: “Per quanto mi riguarda il problema non sussiste. I Mens Phrenetica hanno terminato il loro percorso quasi contemporaneamente alla nascita degli Shores Of Null. Credo che anche Matteo possa ritenere concluso il suo percorso con Il Grande Scisma d’Oriente. The Orange Man Theory attualmente sono in pausa. Gli unici a dover fare qualche sacrificio in più sono Davide, che ha anche gli Zippo, ed Emiliano, che si divide tra Noumeno, Embrace Of Disharmony e altre band. Ma d’altro canto tutti noi sappiamo che, se hai passione per la musica, non hai altra soluzione che affrontare dei sacrifici”.

AVETE GIA’ AVUTO MODO, ANCHE BEN PRIMA DELLA RELEASE DATE DI “QUIESCENCE”, DI TESTARVI ON STAGE ATTRAVERSO UN ANNETTO DI ESIBIZIONI SPARSE, FRA LE QUALI LE SUPPORTING DATE A FORMAZIONI DI VALORE INTERNAZIONALE. COME VI TROVATE ON STAGE? L’ALCHIMIA E’ STATA SUBITO OTTIMALE? E COSA VUOL DIRE ESIBIRSI SENZA NIENTE DI PUBBLICATO, COSA OGGI DAVVERO RARA SE NON A LIVELLO PROPRIO ULTRA-AMATORIALE?
Davide: “Ci troviamo a meraviglia sul palco, l’alchimia è stata giusta fin dall’inizio, nonostante le prove effettivamente fatte tutti insieme prima del primo concerto possono contarsi sulle dita di una mano; ma dietro c’è stato un lavoro strumentale notevole, prima casalingo, poi in sala. Io abito a Pescara, quindi mi univo a loro quando ne avevo la possibilità, ma nel momento in cui ci siamo trovati per la prima volta su un palco, sembrava come se suonassimo insieme da anni. In un anno abbiamo collezionato date con Negura Bunget, October Tide, Saturnus, Primordial, siamo stati chiamati a suonare al Doom Over London insieme a Worship, The Great Old Ones e altri: tutti questi concerti sono stati fatti senza ancora nulla di pubblicato. È stato un buon metodo per tastare il polso del pubblico, perché ci siamo davvero resi conto di quanto la nostra musica fosse apprezzata, e si moltiplicavano di volta in volta le richieste di un disco fisico. Finalmente il CD è arrivato nelle nostre mani, e le prime due date col disco fuori (quella di Pescara con i No More Fear e quella di Bari con i Taake) sono state davvero molto positive dal punto di vista delle vendite. Anche online il disco sta andando molto bene e non possiamo che essere felici di questo”.

PER CONCLUDERE DIAMO UNO SGUARDO AL FUTURO, IMMEDIATO E NON: LA VOSTRA ATTIVITA’ LIVE COME PROCEDERA’ NEI PROSSIMI MESI? E, SUL PIANO INVECE COMPOSITIVO, DOVREMO ASPETTARCI DEL NUOVO MATERIALE A BREVE?
Davide: “Nell’immediato (l’intervista si è svolta nella prima metà di maggio, ndR) abbiamo una data a Copenhagen, al Dark Mental Festival il 17 maggio, dove siamo stati invitati da Dedicated Booking, agenzia che si occuperà di noi per quanto riguarda la Scandinavia. Il 6 giugno, invece, avremo il release party ufficiale di ‘Quiescence’ a Roma, maggiori dettagli verranno resi noti a breve. Sul futuro ci stiamo lavorando, incrociamo le dita. Sul piano compositivo ci sono già dei riff e delle bozze di brani strumentali sui quali abbiamo iniziato a lavorare, ma è ancora troppo presto per fare programmi”.

ULTIMA DOMANDA: CON “QUIESCENCE” SEMBRA ABBIATE GIA’ TROVATO UN SOUND VOSTRO, CHE VI CALZA A PENNELLO; LA VOLONTA’ DI SPERIMENTARE E ‘ANDARE OLTRE’, NEGLI SHORES OF NULL, ESISTE OPPURE VI BASTA RESTARE ALL’INTERNO DELLE VOSTRE SONORITA’, CHE AVETE GIA’ AMPIAMENTE DIMOSTRATO DI SAPER MANEGGIARE ABILMENTE?
Davide: “Non siamo nati con l’intenzione di essere una band sperimentale: mescolare a nostro piacimento le varie influenze che ci contraddistinguono e farlo nella maniera migliore possibile ci gratifica, ed è questa la strada che intendiamo percorrere”.

OK, GRAZIE RAGAZZI! CONCLUDETE PURE L’INTERVISTA A VOSTRO PIACIMENTO…
Davide: “Grazie a te e a Metalitalia.com per l’intervista. Ci si vede in giro”.

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