IN.SI.DIA – Di nuovo in corsa

Pubblicato il 30/01/2014 da

Una delle notizie che hanno generato più scalpore negli ultimi tempi è certamente la reunion degli In.Si.Dia, formazione thrash metal bresciana che ha fatto parecchio parlare di sè nei primi anni ’90. Un EP e due album, “Istinto e Rabbia” e “Guarda Dentro Te”, pubblicati nel 1993 e 1995 rispettivamente e un successo che per via del cantato in madrelingua li vide crescere di popolarità quasi esclusivamente in Italia. Poi i dissidi interni portarono il gruppo a sciogliersi nel 1997 e da allora i quattro membri hanno preso strade diverse. A metà 2013, come leggerete nell’intervista, è la Eagle Booking Live Promotion a catalizzare quella che poi diventerà una delle reunion più attese degli ultimi anni in ambito italiano. Con la proposta di suonare al Metalitalia.com Festival 2014 di cui è co-organizzatrice, l’agenzia milanese convince il chitarrista Manuel Merigo, il quale contatta il bassista Fabio Lorini e il batterista Alberto Gaspari. All’appello manca solo il cantante e chitarrista Riccardo “Yard” Panni, il quale non prende parte alla reunion e viene sostituito alla voce dallo stesso Fabio Lorini e alla chitarra da Alessandro Venzi dei Penthagon. Con il reunion-show in programma per il Metalitalia.com Festival 2014 e le prime indiscrezioni circa un nuovo album, Manuel e Fabio hanno rilasciano a Metalitalia.com la prima intervista circa il passato, il rientro in corsa e le prossime mosse della band.

insidia - band - 2014

RAGAZZI, INNANZITUTTO DA DOVE NASCE L’IDEA DI QUESTA REUNION DEGLI IN.SI.DIA?
Manuel: “Vuoi la veritá? È nata da Saverio di Eagle Booking. È stato lui a propormi il Metalitalia.com Festival 2014 e io ho deciso di chiamare gli altri ragazzi per sottoporre loro la cosa. Vedi, piú volte nel corso degli anni mi era stato chiesto di riunire gli In.Si.Dia ma io ho sempre pensato che non avesse molto senso senza qualcosa di tangibile. Credo che Saverio con il Metalitalia.com Festival 2014 abbia finalmente proposto qualcosa di tangibile”.

APPENA HA INIZIATO A CIRCOLARE LA VOCE DELLA VOSTRA REUNION E POI CON LA DIFFUSIONE DEI PRIMI COMUNICATI UFFICIALI, LA RISPOSTA DEI FAN IN RETE È STATA ASSOLUTAMENTE ENTUSIASTICA. VI ASPETTAVATE UN RESPONSO SIMILE?
Manuel: “Onestamente no! Vedendo cosa sta succedendo sui vari portali, mi incuriosisce non poco vedere cosa accadrá in futuro… nel senso che trovo stimolante anche l’idea di fare un disco, un disco bello cattivo”

AVETE ACCENNATO A UN NUOVO ALBUM…
Manuel: “Inutile girarci attorno… l’idea c’è, diventerà un po’ più tangibile se avremo un buon responso dal vivo. E’ ovvio che se saremo apprezzati dal vivo, sarà un incentivo a fare qualcosa di nuovo. Io scrivo canzoni da venticinque anni e per me è sempre una cosa stimolante, quindi ho quasi bisogno di fare canzoni nuove con gli In.Si.Dia”.

CHE TIPO DI ALBUM SAREBBE? QUALCOSA IN LINEA CON I PRIMI DUE O QUALCOSA DI DIVERSO?
Manuel: “Sono passati più di vent’anni… io continuo ad ascoltare roba pesante e per intenderci non sono fermo ai primi tre album dei Metallica. Amo molto i Machine Head e altri gruppi arrivati con la seconda ondata del thrash. Se penso allo stile che potrebbe avere, penso a qualcosa di tirato, di ritmato, di cattivo. Non riesco certo a immaginarmi gli In.Si.Dia che fanno qualcosa di diverso. Penso che anche la gente si aspetti qualcosa legato agli album vecchi”.
Fabio: “Sono proprio curioso di vedere cosa ne esce (risate, ndR)”.

VI PRESENTATE OGGI CON UNA NUOVA FORMAZIONE IN CUI FIGURA UN NUOVO CHITARRISTA.
Manuel: “Abbiamo Ale Venzi come nuovo chitarrista. Suona giá nei Penthagon ed è un’ottimo chitarrista, ma soprattutto un’ottima persona, cosa fondamentale per stare in una band. In questi due o tre mesi in cui abbiamo suonato, abbiamo visto che c’è un ottimo feeling sia a livello personale, sia a livello musicale. È uno a cui non devi dire un cazzo, arriva e ti butta giú delle ottime idee”.
Fabio: “Ha una mano che non fa rimpiangere Riccardo…”.
Manuel: “Tra l’altro se prima il solista ero solo io, in un futuro album ci saranno due solisti, di sicuro”.

IN CHE RAPPORTO SIETE CON GLI ALTRI EX MEMBRI, IN PARTICOLARE CON RICCARDO?
Fabio: “Si sono chiusi i rapporti vent’anni fa. Tra le cose che ci avevano portati a separarci ce n’erano anche alcune sul piano personale e sono rimaste invariate. Ci siamo sentiti prima per il discorso delle ristampe dei primi due album (recentemente uscite su Jolly Roger Records, ndR) e poi per la reunion, ma lui ha deciso di lasciar perdere. Ci ha detto chiaramente che non è piú interessato”.

INVECE CON BRUNO IMMAGINO TUTTO SI FOSSE CHIUSO ANCORA PRIMA…
Fabio: “Sí, però per quanto riguarda Bruno non era stata una questione personale ma era stato lui a dirci che non si sentiva all’altezza per andare avanti. A noi era dispiaciuto molto, ci si conosceva da quando eravamo ragazzini. A livello tecnico però abbiamo sopperito egregiamente con Alberto”.

I MOTIVI DELLO SCIOGLIMENTO FURONO ANCHE PRESSIONI DELLA CASA DISCOGRAFICA PER ANDARE VERSO UN SOUND PIÚ COMMERCIALE?
Fabio: “Il cambio di direzione dal punto di vista stilistico era anche una scelta nostra. Visto che il nostro mercato era principalmente quello italiano, la casa discografica voleva un pezzo o due da poter far girare in quelle radio che facevano almeno qualche trasmissione rock. Volevano qualcosa con una struttura un po’ piú commerciale, ma eravamo anche noi stessi che stavamo cercando di prendere quella strada”.

FABIO, ORA CHE ALLA VOCE CI SEI TU, I PEZZI SONO RIMASTI INVARIATI O HANNO SUBITO QUALCHE RIADATTAMENTO?
Fabio: “No, vengono fatti uguali, anche perchè credo di avere lo stesso stile di Riccardo nel cantare. Prima cantava prevalentemente lui, ma siamo cresciuti ascoltando le stesse cose, scrivendo i testi assieme e cercando di cantare in un certo modo. Volevamo dare l’impressione di un cantato in stile inglese, pur usando la nostra lingua. Molti ci chiedono se fosse stata la casa discografica a chiederci di cantare in italiano e non in inglese… ma hai sentito la demo cantata in inglese? Era cantata da cani! In italiano ci veniva meglio”.

AVETE DETTO PRIMA CHE LA PROPOSTA DEL METALITALIA.COM FESTIVAL 2014 E’ STATA UN PO’ LA MOTIVAZIONE CHE VI HA SPINTO ALLA REUNION. AVETE GIA’ PENSATO A CHE TIPO DI SHOW PROPORRE?
Manuel: “Faremo sicuramente un mix dei nostri due album”.
Fabio: “Appena sapremo di preciso quanto tempo avremo a disposizione, definiremo il tutto. Credo proprio che useremo lo stile da festival di una volta: vai su, spacchi il culo e vieni giù (risate, ndR)!”.
Manuel: “Dovremo dimostrare di essere tornati con una certa forma, nonostante siano passati vent’anni, quindi daremo il massimo! Vogliamo dare al nostro pubblico quello che davamo allora”.

OMAR PEDRINI, EX TIMORIA, E’ STATO VOSTRO PRODUTTORE E ALL’INIZIO VI HA DATO UNA BELLA MANO. PENSATE DI FARE ANCORA QUALCOSA CON LUI?
Fabio: “All’inizio sì, ci ha dato una bella mano senz’altro. A livello di produzione non credo proprio si possa collaborare ancora, ma a livello di amicizia sicuramente. Lo volevamo coinvolgere proprio solo a livello di amicizia, mettendolo al corrente di quello che sta succedendo, e poi lasciare a lui la libertà di fare o meno qualcosa con noi”.

CIRCA LA SCELTA DI CANTARE IN ITALIANO, SECONDO VOI A CONTI FATTI HA LIMITATO O HA IN QUALCHE MODO AGEVOLATO LA VOSTRA CARRIERA?
Fabio: “All’epoca credevo limitasse un po’ il tutto, perchè era un problema per il mercato straniero. In realtà il cantato in italiano ci ha differenziato dagli altri gruppi metal di quel periodo. Credo che la gente si ricordi ancora di noi anche per questo”.
Manuel: “Io nel corso dei vent’anni in cui non ho suonato con gli In.Si.Dia, ho sempre girato con altre band e ho sempre trovato qualcuno che ci conosceva e si ricordava. Credo che questo sia dovuto in buona parte dalla particolarità del cantato in italiano”.

VENT’ANNI DI STOP E ORA IL RIENTRO. CHE TIPO DI PANORAMA MUSICALE TROVATE RISPETTO AD ALLORA?
Manuel: “E’ una bella domanda… ora faccio fatica a capire come ragiona la gente. I dischi ormai non si vendono quasi più…”.
Fabio: “La diffusione della musica è sicuramente diversa da vent’anni fa…”.
Manuel: “E’ molto più veloce. Esce un disco e una settimana dopo è già quasi finito”.

RIGUARDO INVECE ALLA SCENA THRASH ITALIANA, AVETE NOTATO QUALCHE BAND IN PARTICOLARE CHE DOPO DI VOI HA SAPUTO FARE ALTRETTANTO O CHE VI E’ PIACIUTA PARTICOLARMENTE?
Manuel: “Sicuramente si è alzato il livello tecnico. Ci sono molti album registrati veramente bene, ma non c’è un disco che realmente mi colpisca al punto da dire: ‘lo metto su e non lo levo per un sacco di tempo’. Sono altri i dischi che metto su ancora, nonostante li abbia sentiti miliardi di volte. Non è un discorso sulla scena italiana, vale anche per quella estera”.
Fabio: “Sicuramente la tecnologia oggi aiuta a far in modo che un album suoni bene. Il problema è che poi molti album finiscono per suonare in modo molto simile. Va a finire che per farti notare devi avere quel qualcosa in più che non è certo facile avere, perchè in decenni di metal è stato scritto di tutto”.

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