Dal 1997, anno della pubblicazione dello stupendo “UnEven”, si erano perse le tracce della band, a causa di una pausa forzata, di un cambio di nome e di componenti e degli impegni sempre maggiori dei due fratelli Holzwarth. Ora se ne escono con questo “The Art Of Navigating By The Stars” che lascia l’amaro in bocca in più di una occasione. Abbiamo contattato il chitarrista Markus Steffen…
CIAO MARKUS. INNANZITUTTO VORREI CHIEDERTI COSA E’ SUCCESSO IN TUTTI QUESTI ANNI PASSATI DALLA PUBBLICAZIONE DI “UNEVEN”…
“Abbiamo sempre scritto nuova musica, poi successivamente siamo andati alla ricerca di un nuovo cantante, e soprattutto siamo stati occupati con il progetto Looking Glass Self, fin dal periodo post- ‘Sophisticated’, con André Matos (Shaaman, ex-Angra, ndE). André successivamente si è impegnato a tempo pieno nei suoi progetti, così non avrebbe potuto entrare in pianta stabile nei Sieges Even. Ci abbiamo messo molto a trovare un valido sostituto, ed ora siamo felici di aver trovato Arno”.
MA QUINDI TECNICAMENTE VI SIETE SCIOLTI DOPO “UNEVEN” O VI SIETE SOLO ‘CONGELATI’?
“Diciamo che c’è stato una specie di scioglimento, ma non lo chiamerei proprio così, perché io, Oliver ed Alex abbiamo sempre continuato a lavorare insieme, a scrivere musica nuova, in un progetto con un altro nome, appunto. E’ stato semplicemente un periodo senza il nome Sieges Even”.
VENIAMO AL DISCO, “THE ART OF NAVIGATING BY THE STARS”. LA PRIMA COSA CHE SPICCA ASCOLTANDO L’ALBUM E’ IL FATTO CHE ANCORA UNA VOLTA AVETE STRAVOLTO LE CARTE IN TAVOLA, E PARZIALMENTE MODIFICATO IL VOSTRO STILE. ERA QUALCOSA DI VOLUTO A PRIORI O SI E’ SVILUPPATO SPONTANEAMENTE DURANTE IL SONGWRITING?
“Direi entrambe le cose. Abbiamo sempre cercato di suonare differenti di album in album, ma questa volta non è stato deciso nulla in merito. Ci siamo semplicemente trovati insieme ed abbiamo composto tutto, senza pianificare nulla”.
SEMBRA PROPRIO CHE VOGLIATE CREARE QUALCHE EMOZIONE NELL’ASCOLTATORE, ATTRAVERSO NUMEROSI PASSAGGI DI CHTARRA PULITA, ATMOSFERE OSCURE, CAMBI DI TEMPO E QUANT’ALTRO. E’ MOLTO COMPLICATO OTTENERE QUESTO RISULTATO IN UN GENERE COME IL PROGRESSIVE, DOVE IL RISCHIO DI APPARIRE FREDDI E DISTACCATI E’ SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…
“Sono d’accordo con te. Come chitarrista sono molto affascinato dai passaggi di chitarra clean che hai menzionato, perché con essi è possibile creare delle atmosfere davvero suggestive. Certo, c’è sempre il rischio di risultare poco emozionali, ma noi puntiamo molto sulla sovrapposizione di parti dolci a parti potenti, con la presenza sempre imponente del basso di Oliver ,che io considero alla stregua di un secondo chitarrista. Vogliamo suonare vari, anche all’interno della stessa canzone, usando vari colori e varie emozioni”.
QUANTO VI CI E’ VOLUTO PER REALIZZARE IL LAVORO?
“Il songwriting è durato qualche anno, perché non avevamo un contratto, così ce la siamo presa comoda per lavorare accuratamente su ogni aspetto. Ci sono però delle canzoni sull’album, come ‘To The Ones Who Have Failed’ e ‘Lighthouse’, che ci sono uscite di getto, e sono state realizzate nel giro di un paio di giorni. Abbiamo anche avanzato moltissimo materiale, che probabilmente verrà utilizzato sul prossimo album. Per quanto riguarda la registrazione, abbiamo impiegato tre settimane per la registrazione ed una per il mixaggio”.
CREDO CHE LA COPERTINA TRASMETTA UN BELLISSIMO MESSAGGIO: LIBERTA’, AUTOREALIZZAZIONE, INDIPENDENZA. TU COSA NE PENSI? CHI L’HA REALIZZATA?
“Sì, come hai detto tu è la vittoria delle abilità individuali, e in copertina vedi il bambino, e all’interno del libretto si può vedere il bambino crescere, diventare un ragazzo, ed acquisire abilità. L’artista che ha creato questo bellissimo artwork è Thomas Ewerhard, il quale lavora principalmente per la InsideOut, che si è rivelato davvero molto veloce nel creare il tutto. Da quando gli abbiamo consegnato il concept a quando ha realizzato il suo lavoro saranno passati un paio di giorni!”.
A PROPOSITO DI INSIDEOUT, COME VI TROVATE E COSA VI ASPETTATE DALLA COLLABORAZIONE CON QUESTA GRANDE ETICHETTA?
“Ci aspettiamo molto, perché questa è la migliore etichetta del mondo specializzata in progressive! Hanno sempre fatto un ottimo lavoro per ogni singolo album che hanno pubblicato, così ci hanno supportati e stanno facendo davvero molto con noi. In passato non abbiamo avuto buonissimi rapporti con le nostre label, ma in questo caso abbiamo avuto notevoli segnali positivi”.
RIUSCITE A SBARCARE IL LUNARIO COME MUSICISTI?
“Ora come ora io non riesco, mentre ovviamente Alex ed Oliver sono musicisti a tempo pieno (Alex Holzwarth è il batterista dei Rhapsody, ed Oliver Holzwarth è il bassista dei Blind Guardian, ndR). Io ho un lavoro normale, e talvolta impartisco lezioni di chitarra”.
AVETE PIANIFICATO UN TOUR PER QUEST’ALBUM?
“Sì, ci sono progetti per un tour invernale con un’altra band della InsideOut, ma non sappiamo né quando comincerà né quanto durerà. Ci sono anche delle possibilità di presenziare a qualche festival estivo nel 2006”.
VI VEDREMO IN ITALIA?
“Spero di sì. Abbiamo molti fan in Italia, e sarebbe bello per noi poter venire lì a suonare”.
OK, SIAMO ALLA FINE… DI’ QUELLO CHE VUOI AI FAN DELLA BAND E A COLORO I QUALI NON DOVESSERO CONOSCERVI…
“Vorrei dire a chiunque non ci conosca di darci una possibilità, di ascoltare la nostra musica almeno una volta per farsi una idea. Poi voglio ringraziare tutti gli altri fan italiani che ci hanno supportato fino ad ora. Ricordo che un bel po’ di tempo fa mi trovavo a Firenze, e c’è stata gente che mi ha riconosciuto. Non ero abituato a reazioni di quel tipo, e la cosa mi ha davvero fatto molto piacere! Grazie!”.