Sono giapponesi e suonano uno stralunato mix di metal, psichedelia, elettronica e avanguardia. Il loro “Imaginary Sonicscape” è, a dir la verità, un disco piuttosto intrigante, certo, non facile, ma sicuramente molto stimolante. Ecco cosa ho raccolto per voi in una piacevolissima chiacchierata con il tastierista Mirai.
Come descriveresti un album tanto strano come “Imaginary Sonicscape” ad una persona che non sa niente di voi?
Questa volta abbiamo provato a mettere insieme il rock dei ’70, il metal degli ’80 e la disco contemporanea e, così, penso che siamo riusciti a dare vita ad una sorta di metal del nuovo millennio. E’ un disco piuttosto psichedelico, ma anche etnico e “spaziale”; penso che molta gente pensi che suoniamo ancora black metal, ma sicuramente ciò che facciamo ora è qualcosa di assolutamente differente.
Cosa mi puoi dire della canzone “Nietzschean Conspirancy” (una sorta di incrocio di trip-hop, club music e ambient)?
L’idea di base era di fare un pezzo che fosse incentrato su atmosfere da “club-music”, sai, tipo Portishead o Massive Attack, ma io ho voluto aggiungerci un tocco di jazz e un po’ di quella musica delle colonne sonore dei film horror. Penso che il risultato sia molto originale e sono quasi sicuro che è qualcosa che non esisteva prima che la scrivessimo noi. Il testo è di Bard Faust degli Emperor, in realtà non abbiamo avuto nessun contatto di persona, ma lui l’anno scorso mi ha mandato un’ e-mail in cui diceva che stava scrivendo dei testi per gli Zyklon e allora ho deciso di chiedergli di scrivere qualcosa anche per noi. Penso che sia una persona molto intelligente.
Nelle canzoni ci sono molte “interruzioni” che spezzano i brani. Non pensi che una cosa del genere possa spiazzare l’ascoltatore?
Se pensi al metal in effetti la nostra musica può sembrarti abbastanza strana, ma penso che il modo in cui arrangiamo i pezzi sia abbastanza comune nel panorama rock-pop. Ma capisco che per un metallaro possa sembrare strano. Per quanto riguarda quelle che tu chiami “interruzioni”, penso che sia meglio “incastrare” i pezzi, piuttosto che farli sfumare. Penso che la musica si imprima meglio nella mente dell’ascoltatore in questo modo.
Da dove viene la vostra sete di sperimentazione?
Sai, ho notato che le colonne sonore dei film horror sono molto sperimentali, penso che sia perchè la musica di avanguardia può esprimere sensazioni molto più spaventose di quella “normale”, questa era la nostra prima idea quando abbiamo cominciato a sperimentare, all’epoca di “Hail Horror Hail”. Poi c’è da dire che a tutti noi piace molto il free jazz e la musica d’avanguardia…
Sulla vostra biografia ho letto che il vostro primo album sarebbe dovuto uscire per DSP, l’etichetta di Euronymous, cosa ti ricordi di quei tempi e, soprattutto, della figura di Euronymous?
Spesso ci sentivamo per telefono, ma sfortunatamente non l’ho mai incontrato. L’ho sempre visto come una persona molto profonda, era uno con grandi idee! Ma è molto strana la cosa dell’ Inner Circle; quando parlavo con Euronymous lui mi diceva che la polizia investigava sul circolo, ma da qui era difficile capire se era tutto vero o no, ma quando hanno ucciso il mio amico, purtroppo, ho scoperto che era tutto vero.
Cosa ne pensi del nuovo album dei Mayhem?
Direi che è un buon disco, ma di certo preferisco i vecchi lavori, come “De Mysteriis Dom Sathanas”.
Com’è la scena metal in Giappone? Io conosco solo i Metalucifer… (un gruppo che suona una sorta di speed-metal con testi inneggianti al “true metal”…ndZiru)
I Metalucifer sono grandi! Ma in realtà la scena estrema è piuttosto scarsa, qui vanno molto le cose più melodiche, tipo i Rhapsody o certi gruppi tedeschi. Ma la scena giapponese è piuttosto deprimente.
Vi considerate ancora un gruppo black metal?
Non vogliamo riconoscerci nel black metal, perchè molta gente pensa che siamo un gruppo brutale e violento. Molta gente rifiuta il black perchè pensano che sia soltanto rumore, io non penso che sia così, ma comunque noi vogliamo tenerci lontani dal black metal moderno. Non penso che piaceremmo ai fans del black metal.
Che ruolo ha per voi la dimensione live?Suonerete in tre anche dal vivo o vi avvarrete di session men?
Penso che la musica dei Sigh sia da ascoltare da soli, nella propria stanza; per questo quando suoniamo dal vivo cerchiamo sempre di enfatizzare il lato più heavy metal del nostro repertorio, in modo che la gente possa fare un po’ di headbanging! Per quanto riguarda i session men penso che sia piuttosto difficile trovare qualcuno che possa suonare bene e al contempo capire il nostro concept. Comunque prenderemo un session man per le tastiere, ma sarà solo un turnista…
Continuerete anche in futuro ad usare lo screaming o vi muoverete verso vocals più melodiche?
Penso che lo screaming crei un’atmosfera che una voce pulita non può creare, penso che comunque siano due cose totalmente diverse. Poi, sai, parliamo di cose oscure, abbiamo un concept piuttosto depressivo e penso che lo screaming si adatti bene a questo tipo di argomenti. Per ora non abbiamo in cantiere un album con vocals melodiche.
I restanti dieci minuti di conversazione tra me e Mirai saranno utilizzati per una accesa disputa su quale sia il miglior album dei Death SS (band che i Sigh adorano) e in una piacevole chiacchierata sui grandi registi italiani (Fulci, D’Amato…). Che augurare, a questo punto, a Mirai e alla sua band se non buona fortuna? Teneteli d’occhio!