L’ultimo album degli Skeletal Remains, “Fragments of the Ageless”, è sicuramente fra gli highlight di questa annata death metal. La nuova uscita – la prima con il batterista Pierce Williams e il bassista Brian Rush – segna senz’altro un ulteriore passo in avanti per il gruppo californiano, il cui sound continua a mantenere solide radici nella scuola dei primi anni Novanta, facendosi al contempo più tecnico e rifinito.
Siamo ormai al quinto full-length per la band, ma l’ispirazione dei ragazzi non si è ancora inceppata, tanto che, davanti a prove come questa, si può appunto parlare di un ulteriore consolidamento della loro reputazione come eredi legittimi dei grandi del death metal, soprattutto statunitensi.
Raggiunti dal chitarrista Mike De La O, siamo andati ad approfondire il processo creativo dietro “Fragments of the Ageless” e a saperne qualcosa di più sul background e i piani futuri del quartetto.
SONO TRASCORSI POCO PIÙ DI TRE ANNI DA “THE ENTOMBMENT OF CHAOS”: SI PUÒ DIRE CHE VI SIATE PRESI IL VOSTRO TEMPO PER COMPORRE. SONO SICURO CHE IL COVID-19 ABBIA AVUTO UN PO’ A CHE FARE CON TUTTO CIÒ, MA AVETE ANCHE PORTATO A TERMINE PARECCHI TOUR DA ALLORA.
– Abbiamo iniziato a scrivere per “Fragments…” poco dopo la pubblicazione di “The Entombment of Chaos”, la quale è avvenuta durante il culmine della pandemia. Dato che non esistevano previsioni sul ritorno alla ‘vita normale’, abbiamo pensato che avremmo potuto anche continuare a scrivere finché ne avevamo la possibilità. Sono trascorsi alcuni mesi, prendendoci il nostro tempo, con circa tre canzoni completate; poi i concerti sono tornati più in voga che mai, riempiendo rapidamente tutto il tempo libero che avevamo con tour e festival.
Gli anni successivi, dalla metà del 2021 al 2023, sono stati trascorsi suonando dal vivo, quindi trovare il tempo per completare il disco è stato piuttosto difficile. Tuttavia, dopo alcuni ritardi da parte nostra, siamo ora finalmente pronti a proporre il prodotto finale e non vediamo l’ora che tutti ci dicano cosa ne pensano.
ANCORA UNA VOLTA, IL GROOVE È STELLARE E, ANCHE SE ALCUNE PARTI SONO PIÙ TECNICHE DEL SOLITO, IL NUOVO ALBUM PRESENTA MOLTE CANZONI CHE POTREMMO DEFINIRE ORECCHIABILI. È UNA FORMULA CHE SEMBRA FUNZIONARE DAVVERO BENE PER VOI. PER ESSERE UNA BAND DEATH METAL CONTEMPORANEA, NON SIETE PARTICOLARMENTE CRIPTICI O PROGRESSIVI. IL RIFF DI CHITARRA VIENE PRIMA DI OGNI COSA. COSA STAVATE CERCANDO DI OTTENERE CON QUESTE CANZONI?
– Con ogni uscita ci poniamo gli stessi obiettivi, i quali consistono nel non ripetere mai lo stesso disco due volte e nel continuare a spingere in avanti le nostre capacità compositive e tecniche. Non vogliamo annoiare nessuno diventando eccessivamente brutali solo per il gusto di esserlo, ed è per questo che miriamo sempre a scrivere le canzoni più memorizzabili e orecchiabili possibile, pur mantenendo la pesantezza, ovviamente.
Il groove pesante è semplicemente qualcosa che abbiamo sempre adorato ascoltando i classici, come “Gateways to Annihilation” o “The Erosion of Sanity”, quindi per noi è semplicemente un must (ride, ndR). Se un brano o una sezione che abbiamo completato non ci cattura dopo alcuni ascolti, li scartiamo o li modifichiamo fino a quando non riusciamo a smettere di pensarci o addirittura a canticchiarli.
L’ALBUM EMANA LA SENSAZIONE CHE NULLA SIA STATO MESSO A CASO QUANDO SI È TRATTATO DI COMPORLO. È TUTTO MOLTO SCORREVOLE, PUR NELLA SUA PESANTEZZA E AGGRESSIVITÀ. IN CHE MISURA IL PERFEZIONISMO INTERFERISCE CON L’ISTINTIVITÀ?
– In un certo senso, stiamo consapevolmente facendo del nostro meglio per evitare che sezioni o brani si ripetano, ma ovviamente alcune parti potrebbero sfuggire di tanto in tanto. Per quanto riguarda l’album nella sua interezza, ci prendiamo sicuramente il tempo per cercare di mettere tutto nel miglior ordine possibile per le nostre orecchie. Vogliamo evitare che l’album diventi troppo monotono o stagnante, quindi guardiamo le indicazioni di tempo/tempi/lunghezza ecc. e configuriamo l’ordine della tracklist in questo modo.
La maggior parte dei gruppi/artisti si impantana in un po’ di perfezionismo di tanto in tanto, ma per fortuna abbiamo imparato a concentrarci sempre su ciò che è meglio per la band piuttosto che sul nostro interesse personale.
AVETE UNA NUOVA SEZIONE RITMICA, MA PRESUMO CHE TU E CHRIS CONTINUIATE A COMPORRE LA MAGGIOR PARTE DELLA MUSICA. I NUOVI MEMBRI HANNO PORTATO NUOVE INFLUENZE E INPUT?
– Sì, Chris e io continuiamo a occuparci della maggior parte delle composizioni, ma il fatto che Pierce e Brian abbiano inserito alcune delle loro idee/influenze ci ha davvero aiutato ad ampliare la nostra scrittura. Per la maggior parte, “Fragments…” è ancora un disco Skeletal Remains in tutto e per tutto.
Tuttavia, con il loro contributo, ci siamo sentiti liberi di provare alcune nuove idee verso le quali forse Chris e io saremmo stati un po’ tiepidi in passato! Sia “Forever in Sufferance” che “…Evocation (The Rebirth)” sono ottimi esempi di come un po’ della loro influenza sia stata infusa nel suono Skeletal Remains.
“EVOCATION (THE REBIRTH)” È UN BRANO STRUMENTALE. AVETE ALCUNI PEZZI STRUMENTALI NELLA VOSTRA DISCOGRAFIA. COSA TROVATE DI COSÌ ATTRAENTE IN QUESTO TIPO DI COMPOSIZIONI?
– I brani strumentali sono in realtà i preferiti da scrivere per noi perché, onestamente, non abbiamo niente di importante da dire (ride, ndR). Non puoi trovare alcuna visione politica, idea filosofica o messaggio particolare in nessuno dei nostri testi.
A parte l’occasionale evento storico o l’esperienza personale, è semplicemente death metal. Perché la maggior parte di noi si è appassionata a questo stile? Per la musica! Quindi, partendo da queste premesse, ci piace molto che la musica parli da sola di tanto in tanto!
AVETE ANCHE REGISTRATO UNA COVER DEGLI HATE ETERNAL, “MESSIAH OF RAGE“. COME SIETE ARRIVATI A QUESTO PEZZO? COME BAND, GLI HATE ETERNAL SONO COSÌ TRADIZIONALI COME ALTRE VOSTRE INFLUENZE.
– Ascoltiamo con piacere gli Hate Eternal già da qualche tempo! Tuttavia, solo ora, con la giusta formazione e la giusta direzione musicale, abbiamo sentito di poter fare una cover adeguata di una loro canzone e renderla un po’ nostra… o almeno lo speriamo (ride, ndR). Erik Rutan è sicuramente un mio idolo: ho cercato di prendere qualcosa del suo stile nei nostri ultimi dischi.
HAI QUALCHE ALBUM IN PARTICOLARE CHE SENTI COME IL TUO ARCHETIPO PERSONALE? IL DISCO ‘PERFETTO’ DAL QUALE PRENDERE SEMPRE ISPIRAZIONE?
– Ne cito solo alcuni, senza creare una pagina lunghissima: “Conquering the Throne” degli Hate Eternal, “The Erosion of Sanity” dei Gorguts, “Human” dei Death e “Millennium” dei Monstrosity. Adoro il death metal perché ha una vasta gamma di sfaccettature. Puoi avere groove, velocità, tecnica, armonia, tutto quello che vuoi! Il death metal può davvero fare tutto. Il mio amore per il genere è semplicemente dovuto alle infinite possibilità che il death metal può offrire.
COSA RENDE BUONA UNA CANZONE DEATH METAL SECONDO TE?
– Innanzitutto, la canzone deve catturare l’attenzione dell’ascoltatore fin dall’inizio, e con questo non intendo dire che debba essere la più brutale in circolazione, anche se questo potrebbe essere un punto di forza per alcuni ascoltatori.
In secondo luogo, deve essere memorabile dall’inizio alla fine! Non posso nemmeno iniziare a contare quanti dischi ho ascoltato, dall’inizio alla fine, senza essere in grado di distinguere le canzoni o senza notare qualcosa di orecchiabile che mi colpisse subito. Questo vale anche per altri generi, non solo nel death metal.
Questo è quello che mi sento di dire. Tutto il resto, secondo me, è preferenza e gusto personale.
QUAL ERA LA VOSTRA VISIONE QUANDO AVETE FONDATO GLI SKELETAL REMAINS? DATO CHE NOI ESSERI UMANI SIAMO IN CONTINUA EVOLUZIONE (NELLA MAGGIOR PARTE DEI CASI), PENSI CHE LA BAND SI SIA EVOLUTA ARRIVANDO ALLA FORMAZIONE ATTUALE? NON SOLO COME MUSICISTI, MA ANCHE COME INDIVIDUI?
– Quando abbiamo avviato gli Skeletal Remains, eravamo concentrati esclusivamente sul divertimento e sulle jam con gli amici. Adesso possiamo fare lo stesso, guadagnandoci però in qualche modo da vivere andando in tour (ride, ndR). La band si è sicuramente evoluta fino a raggiungere probabilmente la sua forma migliore.
La nostra scrittura e le nostre performance sono diventate sempre più solide e molto più orientate verso una direzione stilistica che possiamo ormai definire distintiva. Sono grato di essere circondato non solo da musicisti straordinari, ma anche da alcuni dei miei migliori amici.
SIETE ANCORA ORGOGLIOSI DI TUTTO CIÒ CHE AVETE CREATO FINORA? CAMBIERESTE QUALCOSA NEGLI ALBUM PRECEDENTI?
– Siamo molto orgogliosi di tutto ciò che la band ha fatto. Naturalmente, ci saranno sempre alcune piccole cose qua e là che avremmo voluto fare in modo diverso individualmente, ma nel complesso siamo piuttosto entusiasti dell’intera discografia. Ogni disco rappresenta un certo periodo e non potremmo essere più felici di averlo nel nostro repertorio.
SO CHE I MUSICISTI TENDONO A EVITARE DI SCEGLIERE LE CANZONI O GLI ALBUM PREFERITI PER UNA SERIE DI RAGIONI, MA C’È QUALCHE TRACCIA O ALBUM IN PARTICOLARE DI CUI HAI UN BEL RICORDO?
– Direi che “The Entombment of Chaos” occupi un posto speciale per me, perché è stato il mio disco di ‘ritorno nella band’. Ero un po’ insicuro, non solo perché non componevo e suonavo con Chris da anni, ma la band era progredita così tanto negli anni in cui ero stato fuori, diventando più tecnica ed esigente; ammetto che non sentivo di poter rendere giustizia alla band con le mie capacità.
Chris però mi ha assicurato costantemente che tutto sarebbe andato bene e che alla fine tutto si sarebbe risolto. Sono ancora grato che mi abbia chiesto di rientrare più volte. “The Entombment of Chaos” è andato molto meglio di quanto ci aspettassimo, quindi mi sono sentito di nuovo a casa, consolidando così questo mio risultato personale nella mia banca dei ricordi.
QUAL È LA TUA OPINIONE SULL’UNDERGROUND E SUL DEATH METAL, UNDERGROUND O NO, DI QUESTI TEMPI? IN QUALI ASPETTI LA SCENA È MIGLIORATA E IN QUALI ASPETTI È PEGGIORATA?
– Sento che la scena sta cambiando in questo momento. La popolarità del death metal più tradizionale sembra essere ancora una volta in declino. La voglia di musica pesante è ancora molto viva, non fraintendetemi, ma si tratta di stili di musica che non ci interessano. Sono comunque entusiasta di vedere una nuova generazione scegliere la musica pesante rispetto al generico sound radiofonico.
L’aspetto complicato della scena odierna è l’abbondanza di nuovi artisti che emergono ogni giorno, è così difficile stare al passo con ogni genere, tutto appare in continua evoluzione al giorno d’oggi.
QUALI SONO I VOSTRI PIANI A LIVELLO DI LIVE PER I PROSSIMI MESI?
– Stiamo tenendo dei concerti in tutta la California per ora. Successivamente, abbiamo in programma un tour estivo europeo con l’aggiunta di alcuni dei nostri festival preferiti. Per quanto riguarda il resto dell’anno, stiamo ancora lavorando per confermare alcuni tour, ma sicuramente avremo qualche novità succosa a breve.