SKELETOON – Eroi e nemesi

Pubblicato il 10/11/2020 da

Che il power metal stia tornando sulla cresta dell’onda è un fatto che solo qualcuno con poco spirito di osservazione può negare, e fa enormemente piacere notare quanto l’Italia stia giocando un ruolo non così marginale in questa sorta di rinascita. Gli Skeletoon rientrano senza dubbio tra le formazioni più prestanti del genere, anche per via di quel connubio di talento e simpatia che permea tutto ciò che ruota attorno alla loro figura; ciò è percepibile tanto dalla loro personalità, quanto dall’esplosione di barlumi e colori che proviene da ogni loro nuova produzione. Il recente “Nemesis” è riuscito nella difficile impresa di bissare il successo del suo predecessore, già divenuto illustre tra gli appassionati, seppur applicando delle variazioni molto interessanti, che proiettano di fatto la band verso il suo futuro. Con queste premesse ci accingiamo ad intrattenere una piacevole chiacchierata col vocalist Tomi Fooler e il chitarrista Andrea Cappellari, due delle figure più riconoscibili della line-up, cui vogliamo mandare un abbraccio amichevole, nella speranza di poterli rivedere presto su un palco, appena questo periodo infausto in cui ci troviamo sarà giunto al suo termine. Buona lettura!

CIAO RAGAZZI! IN “NEMESIS” SI NOTANO ALCUNE DIFFERENZE STILISTICHE INTERESSANTI RISPETTO AL LAVORO PRECEDENTE, COME CI SIETE ARRIVATI?  
– Tomi:
Ciao a tutti! Il punto di partenza è stato sicuramente il contesto in cui volevamo collocare il nuovo album, che come ben saprai vuole proporre una situazione di stampo quasi spaziale e supereroistico, con connotazioni chiaramente più drammatiche, introspettive e cupe, e va da sé che il sound dominante dovesse essere in linea con questi dettami. Anche dal punto di vista grafico abbiamo voluto mettere in risalto gli elementi cardine del prodotto, e non a caso per questo compito ci siamo rivolti a Stan Decker, il quale si è occupato anche delle grafiche dei Dragonforce nel corso della sua carriera, e questa è probabilmente una delle ragioni per cui molti notano un avvicinamento parziale a questa band.

A LIVELLO DI SONGWRITING E PRODUZIONE COME VI SIETE APPROCCIATI PER LA REALIZZAZIONE DEI PROPOSITI?
– Andrea: Come giustamente ha fatto notare Tomi, è importante ribadire che in ogni album degli Skeletoon il primo step con cui fare i conti è sempre stato il concept, che una volta messo giù avrebbe delineato i confini all’interno dei quali sviluppare la scrittura dei brani. In questo caso tuttavia possiamo dire di aver avuto molti meno paletti su come sviluppare la storia e a quali scelte dare la precedenza, e questo ci ha permesso, volendo, di eccedere un po’ di più anche con il songwriting, cui volevamo donare una connotazione sicuramente più violenta e aggressiva, ben percepibile dal punto di vista vocale e strumentale, in linea con la possanza che ci si aspetta da un lavoro basato in buona parte sullo spazio. I brani hanno preso vita uno alla volta e col tempo abbiamo cercato di trovare dei punti cardine su cui focalizzarci.
-Tomi: A livello di produzione la tendenza doveva essere coerente con tutto il resto, quindi molto possente e impattante, e per questo non possiamo che ringraziare il buon Simone Mularoni, che è riuscito perfettamente a farci valorizzare quelli che erano gli elementi chiave del sound.

LA SCELTA DI IMMETTERE UN ALBUM SUL MERCATO AD UN SOLO ANNO DI DISTANZA DAL PRECEDENTE HA INFLUITO SULLA RESA DEI LAVORI?
– Tomi: 
In realtà era comunque programmato già da tempo, quindi di base non abbiamo avuto grosse complicazioni dettate dall’intervallo tra un prodotto e l’altro, quanto piuttosto dall’emergenza sanitaria ancora in corso, anche se tutto sommato siamo stati fortunati a entrare in studio ancora alla vecchia maniera senza troppi intoppi, riuscendo così a mantenere più o meno intatta la tabella di marcia anche con Simone.

ENTRIAMO NEL MERITO DELLA TRACKLIST: “IL TRAMONTO DELLE ERE” RAPPRESENTA IL VOSTRO PRIMA BRANO INTERAMENTE IN LINGUA ITALIANA; PENSATE POSSA DIVENTARE UNA PROPOSTA RICORRENTE IN FUTURO?
– Tomi: Sarebbe interessante, ma potrebbe essere un po’ un’arma a doppio taglio: questo perché rendere musicale la lingua italiana, soprattutto in un’ottica inerente al nostro genere, richiede un approccio comunque differente rispetto all’inglese, e questo crea anche delle aspettative di un certo tipo e che col tempo potrebbero nuocere all’idea di musica e sound che vogliamo trasmettere. Per il momento possiamo dire si sia trattato di un esperimento singolo e, fortunatamente, tutto sommato ben riuscito pur senza volerci mettere a paragone con mostri sacri come i Rhapsody, che comunque da un certo punto della loro carriera in avanti hanno reso un’arma vincente questa loro capacità di introdurre dei brani o anche solo degli inserti in italiano.

LA TITLETRACK INVECE HA SPIAZZATO MOLTI, IN QUANTO RICCA DI INFLUENZE PARTICOLARI CHE LA AVVICINANO QUASI A UN BRANO DI ROB ZOMBIE. COSA VUOLE RAPPRESENTARE ESATTAMENTE?
– Tomi: La titletrack incarna esattamente ciò che il titolo rappresenta, ovvero la nemesi contrapposta a ciò che di solito tendiamo a prediligere per il nostro stile musicale: anziché il solito brano melodico e pregno di rimandi a ciò che il power metal rappresenta da sempre, tra doppia cassa e altro, abbiamo voluto proporre una sorta di oscura e imprevedibile antitesi, ispirata parzialmente proprio alla musica di Rob Zombie, che per ciò che volevamo proporre rappresenta una discreta fonte cui attingere. Diciamo che ci sembrava giusto fornire una sorta di disegno più cupo e maligno di quella che è appunto la nostra nemesi, che va poi ad affiancarsi e sovrapporsi alla nostra natura anche nel videoclip che abbiamo realizzato proprio per il brano “Nemesis”. Caso poi ha voluto che la presenza di Melissa Bonny a gestire le parti in death voice, unita ovviamente al titolo, abbia fatto pensare a molti che ci fosse una sorta di riferimento all’ominimo brano degli Arch Enemy; ma si tratta per l’appunto solo di una somiglianza fortuita.

DA APPLAUSI LA CHIUSURA, CON LA COVER DI “CARRY ON” DEGLI ANGRA, E PER QUANTO SIA ABBASTANZA CHIARO VE LO CHIEDO COMUNQUE: COME MAI L’AVETE SCELTA PR UN RUOLO TANTO IMPORTANTE?
– Tomi:
Allora, senz’altro volevamo fare un tributo al compianto Andrè Matos, il quale è stato una presenza a dir poco ispirante soprattutto per me come cantante. Nel contempo, il testo di “Carry On” si pone come un incitamento a reagire, lottare e rialzarsi nonostante le difficoltà, e data la natura dell’album abbiamo ritenuto che rappresentasse l’estratto perfetto per chiudere le danze. La cosa divertente è che, originariamente, sarebbe dovuta essere una sorta di bonus track destinata alla sola edizione giapponese del disco, ma a lavoro ultimato abbiamo deciso di includerla in tutti i formati, a seguito dell’entusiasmo manifestato da tutti noi dopo averla realizzata.

GIUNGE IL MOMENTO DELLA DOMANDA MALINCONICA: DATO IL PERIODO IN CUI CI TROVIAMO, COSA CREDETE CI SIA AL TERMINE DI QUESTA SPECIE DI LUNGO TUNNEL BUIO?
– Tomi: Beh, direi che le risposte che possiamo dare siano essenzialmente due, date da quanto dovremmo aspettare per avere un vaccino in tempi brevi, onde uscire definitivamente da questa situazione. Se ci fosse ancora da aspettare molto tempo si renderà necessario trovare degli spunti diversi per fornire comunque all’ascoltatore l’idea che l’underground sia vivo e resistente, dato che come dice il saggio: “Tempi duri fanno uomini forti”. La mia idea è che il vaccino dovrà necessariamente essere prodotto e immesso il prima possibile, e questo naturalmente permetterà nuovamente all’attività live di tornare a essere quella di prima, con in più magari dei nuovi sistemi innovativi, che rendano il tutto parzialmente diverso a prescindere dalla presenza o meno di virus e pandemie. Noi personalmente abbiamo scelto di impiegare questo tempo per dedicarci all’attività in studio, cosa fatta anche da moltissimi colleghi che hanno deciso di investire tempo e risorse per la produzione di musica nuova, da proporre successivamente in sede live quando sarà possibile.

AVETE MAI VALUTATO L’IDEA DI TENERE DEI CONCERTI IN STREAMING, O COMUNQUE DI FORNIRE DELL’INTRATTENIMENTO SU CIRCUITI WEB?
– Andrea: Sì, l’abbiamo valutata anche con discreta attenzione. Il problema è che una soluzione simile potrebbe spaccare ancora moltissimo le opinioni e la visione dei fan: nel senso che molti potrebbero valutarla intelligente e innovativa anche in un’ottica futura, dato che potrebbe permettere a chi non può presenziare ad un live di avere comunque un godimento parziale dell’esperienza. Tuttavia penso sarebbero in parecchi ad etichettare tutto ciò come qualcosa di negativo e pericoloso, dato che potrebbe disincentivare una buona fetta di ascoltatori, magari un po’ più pigri, ad alzare il fondoschiena dalla sedia per presenziare al concerto; esperienza che comunque rimane inimitabile, poiché non ritengo che in salotto si possa scapocciare e godere della musica in compagnia allo stesso modo. La nostra posizione non è pro e non è contro: semplicemente bisogna valutare ulteriormente la realizzazione anche in base all’artista coinvolto, e noi come ben sai ci teniamo molto all’interazione col pubblico; di conseguenza in streaming non potremmo rendere alla stessa maniera.
– Tomi: A questo punto potrebbe avere maggiormente senso fare un DVD, così da tagliare direttamente la testa al toro, ma naturalmente si tratta di un’ipotesi ancora piuttosto remota.

PARLANDO CON L’ORGANIZZAZIONE DI MOLTI GRANDI EVENTI EUROPEI HO NOTATO CHE QUESTA PREOCCUPAZIONE SUSSISTE RELATIVAMENTE POCO, IN QUANTO RIMANE LA CONVINZIONE CHE IL FAN DEL METAL APPENA POSSIBILE SI FIONDI NUOVAMENTE IN LOCO PER SPACCARE TUTTO. TUTTAVIA SI TRATTA ANCHE DI UNA CARATTERISTICA CHE VARIA DI PAESE IN PAESE. VOI COME LA VEDETE?
– Andrea: Esattamente, il problema è proprio quello! Perché un conto è parlare di eventi come il Wacken, l’Hellfest o il Summer Breeze, che comunque si svolgono in contesti favorevoli alla possibilità di riunire migliaia di estimatori con gusti anche differenti. In italia però non bisogna dimenticare che spesso alcuni appassionati tendono ancora a divenire i peggiori nemici di se stessi, etichettando a volte malamente chi ascolta un sottogenere a loro indigesto e boicottando gli eventi sulla base di una o due band che secondo loro sono fuori posto; e con queste premesse capisci che sussista il pensiero secondo cui una maggiore diffusione dello streaming potrebbe incentivare ancora di più questa mentalità a volte un po’ esclusivista.
– Tomi: Secondo me dovremmo cercare di non ragionare in un’ottica settoriale: poiché sicuramente avete detto benissimo nel riconoscere questa differenza di mentalità che si può trovare in Italia rispetto ad alcune scene estere, in particolar modo la Germania, anche perché il Covid-19 è una problematica mondiale che non fa alcun tipo di distinzione – a prescindere da quello che si può leggere sui social – e il modus operandi ideale dovrebbe basarsi proprio sul fare fronte comune.

QUALE PENSATE SIANO ALCUNI DEI PROBLEMI PRINCIPALI DELL’ORGANIZZAZIONE LIVE IN ITALIA?
– Andrea:
Ce ne sono molti, tra i quali potrei menzionare il fatto che vi sia sempre questo dubbio amletico su come sia opportuno strutturare la line-up: meglio un evento con formazioni diverse, o tutte dedite al medesimo filone? Purtroppo non vi è una risposta decisiva, e diventa necessario fare i conti con quelle che sono le interpretazioni singole dell’attività live.
– Tomi: Diciamo che a prescindere ci sarà sempre qualcuno che criticherà dicendo che si poteva fare meglio, e per questo la miglior soluzione è sempre fare la propria parte sperando di riuscire a giungere ad un risultato positivo, senza però quella foga di dover necessariamente far tutti felici. Mia nonna, a tal proposito, diceva sempre che se volevi piacere a tutti dovevi nascere Nutella. (Risate generali, ndr)

PER CONCLUDERE E RISOLLEVARE GLI ANIMI: DITE CHE PRIMA O POI VEDREMO GLI SKELETOON PARTECIPARE A QUALCOSA A TEMA VIDEOLUDICO?
– Andrea: Penso che sia un’opinione comune a tutta la line-up che qualsiasi cosa ci possa avvicinare al mondo dei videogiochi sia sempre e comunque ben accetto. Per quanto potrebbe essere una bella esperienza suonare magari ad un evento dedicato, ciò che ci fomenterebbe di più sarebbe sicuramente partecipare alla colonna sonora di un videogioco, come fatto ad esempio dai Blind Guardian in Sacred 2 diversi anni fa.

VOLETE DIRE QUALCOSA AI LETTORI DI METALITALIA.COM, COMPRESO CHI HA COMMENTATO CON STRAFOTTENZA SOTTO LA RECENSIONE DEL VOSTRO ALBUM?
– Tomi:
Noi salutiamo tutti e abbracciamo tutti indipendentemente dal pensiero singolo, d’altronde siamo in un paese libero e ci sta che ognuno scriva un po’ quel che gli pare. Naturalmente speriamo di aver presto buone notizie onde poter nuovamente godere della vostra compagnia ad un prossimo show, magari ad un Metalitalia.com festival, chi lo sa.

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