SKELETOON – Metal, ma con ironia

Pubblicato il 09/05/2017 da

Gli SkeleToon amano essere ironici e divertenti ma attenzione a sottovalutarli: si tratta infatti di una band che non ama prendersi troppo sul serio ma che realizza la propria musica assolutamente con serietà e professionalità. Abbiamo dunque davvero apprezzato il loro secondo album, “Ticking Clock”, per cui abbiamo voluto realizzare quest’intervista con il cantante del gruppo, Tomi Fooler: ovviamente, ne sono scaturite risate a non finire, tra aneddoti divertenti e alcune loro tragicomiche avventure. Se volete dunque saperne di più e conoscere meglio questa band di simpatici nerd (nonché ottimi musicisti), questa è l’occasione giusta. A proposito: il buon Tomi ci svela persino com’è nata la collaborazione con l’avvenente Tomika Fulida dei Lunamantis! Buona lettura!

VI DEFINITE UNA BAND HAPPY METAL OPPURE ADDIRITTURA UN NERD-METAL BAND: PERCHÉ? QUALI SONO GLI ASPETTI CHE VI CONTRADDISTINGUONO?
“Direi che innanzitutto ci definiamo ‘happy’ perchè prendiamo (o almeno ci proviamo) il discorso band & musica piuttosto alla leggera: ero convinto che l’atteggiamento da duri e cattivi fosse diventato troppo all’ordine del giorno nel mondo metal underground e ho sempre trovato la risata un ottimo metodo per sconfiggere l’ansia da prestazione (risate, ndR). Sulla falsa riga di band come Gamma Ray, Helloween, Edguy e Freedom Call, abbiamo deciso di buttarla sulla battuta e sull’autoironia: devo dire che la birra in questo aiuta molto (risate, ndR). Per quanto riguarda invece il discorso del nerd metal, posso dire che non siamo mai stati coraggiosi e temerari da citare le ambientazioni del power classico, pur essendo il power lo stile musicale che più ci piaceva, così ci siamo detti: ‘In cosa siamo davvero coinvolti? Di cosa siamo davvero conoscitori, tanto da farne dei testi di brani musicali? Per cosa siamo ricordati?’ In quel momento il buon Henry (Enrico Sidoti, il nostro batterista) rispose: ‘Beh, direi che il termine sfigati ci si addice alla perfezione’ ed è stato lì (dopo un buon dieci minuti di risate) che abbiamo capito che aveva ragione. Il mondo del nerd è da sempre considerato qualcosa di negativo e abbiamo voluto sfatarlo, cercando di dimostrare che chi è appassionato di fumetti, computer e giochi di ruolo, è molto più profondo e coraggioso di quanto la società lo etichetti…e poi, siamo tutti noi dei nerd in prima persona, quindi ci sembrava una ‘qualifica’ adatta!”

“TICKING CLOCK” È IL TITOLO DEL VOSTRO NUOVO DISCO: CREDO PARLI IN QUALCHE MODO DEL TEMPO E DIVERSI BRANI MI SONO SEMBRATI LEGATI, MA POSSIAMO PARLARE DI UN VERO E PROPRIO CONCEPT? QUALI SONO I TEMI ALLA BASE DEL DISCO?
“’Ticking Clock’ è un album che è nato per essere un po’ diverso dal nostro standard: con ‘The Curse of the Avenger’, avevamo ricevuto molte recensioni positive, ma in tutte ritrovavamo lo stesso fundus che criticava il fatto di aver fatto brani (per molti, non per tutti) forse troppo semplici…era un po’ come quando ogni volta che ci provi con la ragazza che ti piace, quella ti dice: ‘Sì, sei dolce e carino, ma ti vedo più come un amico’. Questa cosa ci faceva incazzare da morire (risate, ndR), così abbiamo voluto sperimentare un po’: tanti brani sono un po’ più cupi e lenti, marciati addirittura. ‘The Awakening’ è un brano di undici minuti, con tinte più progressive che power. Ecco, diciamo che con questo disco abbiamo voluto dire a quella ragazza: ‘Guarda che se vuoi possiamo essere più cattivi, eh?’ (risate, ndR). Ma rimaniamo sempre dei piccoli nerd, in fondo, così lo abbiamo riempito di sottotrame e riferimenti al nostro mondo. Il tempo è il concetto principale, hai ragione e lo è nella sua accezione più tipica: passa e tu non puoi farci nulla. Analizzando il disco, infatti, si vede che i temi del ragazzino che sogna e che combatte con i suoi incubi vengono, a mano a mano che andiamo avanti, soppiantati dal ricordo di una giovinezza spensierata in cui dovevi affrontare solo te stesso e non il mondo dei grandi. A fine disco, invece, si capisce che il protagonista è cresciuto e le sue battaglie quotidiane sono la consapevolezza, la nostalgia e la solitudine, mostri riservati solo a chi ormai ha capito che il tempo passa inesorabile e ci mette di fronte a sfide sempre nuove. Ma non rattristatevi! Il mood happy rimane, anche se non sembra (risate, ndR) perchè la consapevolezza coinvolge anche la gratitudine di essere arrivati a capire cosa è bene e cosa no”.

L’ALBUM È STATO COMPOSTO CON GUIDO BENEDETTI DEI TRICK OR TREAT: COME SI È SVOLTO IL PROCESSO COMPOSITIVO?
“E’ stato davvero divertente (so che se Guido leggerà queste righe mi manderà a cagare; risate, ndR): l’idea era che io scrivessi la struttura del brano e Guido ne suonasse le parti di chitarra curando gli arrangiamenti. In pratica, invece, è successo che Guido è impazzito a cercare di capire cosa avessi in testa, visto che gli mandavo le parti di chitarra registrate da me in maniera non consona al suo livello (leggasi: sono un chitarrista orribile)! A parte gli scherzi, una volta decifrato ciò che scrivevo (batteria, basso e chitarra), Guido lo interpretava magistralmente con il suo strumento e da lì poi potevo inviarlo alle registrazioni vere di ogni strumento, per poi finire con le voci. Ecco, una curiosità: Guido non ha mai sentito le parti vocali, se non ad album finito, quindi possiamo dire che ho avuto anche la fortuna di potermi far influenzare da un musicista del suo calibro”.

SE NON ERRO GUIDO È STATO TEMPORANEAMENTE ANCHE NELLA BAND: COME MAI A QUESTO PUNTO, VISTO ANCHE IL SUO IMPORTANTE APPORTO, NON C’È STATO DA PARTE SUA UN INSERIMENTO IN PIANTA STABILE IN LINE-UP?
“Beh, guarda, abbiamo avuto l’onore e la fortuna di condividere due date molto importanti con lui nella nostra formazione: i support act ai Korpiklaani in Est Europa. Devi sapere che circa dieci giorni prima delle date in questione, infatti, il nostro primo chitarrista Andrea Lanza (poi uscito dalla band, purtroppo a causa delle stesse ragioni) dovette allontanarsi dal gruppo temporaneamente per gravi problemi personali. Guido è venuto in nostro soccorso, imparando la setlist in tre giorni e provando con la band soltanto il giorno prima della partenza! E’ stato davvero magistrale, molto professionale, oltre che un vero amico. Dobbiamo a lui l’aver potuto realizzare quei concerti e a lui dobbiamo anche il fatto che di averli resi un ricordo memorabile. Ma, come si sapeva, questa collaborazione doveva essere solo temporanea: Andrea, infatti, per il periodo immediatamente successivo, ha ripreso il suo ruolo, mentre Guido stava seguendo i suoi impegni con i Trick Or Treat per l’uscita di ‘Rabbits’ Hill Pt.2’: non è un segreto che gli SkeleToon si ispirano proprio ai Trick e ci sembrava ridondante proporlo come chitarrista ufficiale. Non volevamo esagerare chiedendoglielo, ecco. Ma il discorso album era differente: in fondo i brani dovevano essere scritti da me, perchè non coinvolgere un musicista che (oltre che molto preparato) era anche un riferimento per me stesso, da ormai dieci anni? Sono molto fiero del fatto che Guido abbia realizzato ‘Ticking Clock’affiancandomi nel songwriting e gli sarò sempre grato per questo”.

MI È PIACIUTA L’IDEA DELLE COLONNE SONORE ACCENNATE ALL’INIZIO DEL DISCO: COME MAI LE AVETE INSERITE? SI TRATTA DI UN VERO E PROPRIO OMAGGIO AGLI ANNI ’80?
“Esatto! Sono alcuni dei film che mi hanno segnato l’infanzia e volevo tributarli. Come per ‘The Curse of the Avenger’, anche ‘Ticking Clock’ è disseminato di indizi riguardanti il mondo nerd (in questo caso, cinematografico) e le colonne sonore inserite come zapping del protagonista sono solo l’inizio: nascosti nell’artwork e nelle canzoni ci sono un totale di venti riferimenti a film e serie culto anni ‘80 e vi sfidiamo a trovarli tutti (risate, ndR)! E, avventurandoci di più nel bizzarro, posso dirti che quelle colonne sonore nell’intro sono anche un indizio per il ‘concept’ del nostro prossimo album”.

NEL DISCO PARTECIPANO ALCUNI OSPITI ILLUSTRI: PUOI DARCI QUALCHE PARTICOLARE IN PIÙ RIGUARDO QUESTE COLLABORAZIONI ED IL RUOLO DA ESSI INTERPRETATO?
“Qualcuno una volta mi disse: ‘Se vuoi che gli altri si ricordino di te, devi farti accompagnare da qualcuno di più importante’. E così ho fatto (risate, ndR)! Gli SkeleToon sono una band giovane (sì, anche anagraficamente), quindi per emergere dalla miriade di proposte musicali nuove e tecnicamente ineccepibili, abbiamo deciso di ‘sfruttare’ i nomi più grandi dei nostri. Non serve dire che siamo stati molto emozionati nel sapere che artisti come Jonne Jarvela, Piet Sielck, lo stesso Guido e addirittura Jens Ludwig avessero accettato di essere nostri ospiti. Cavolo, ascolto gli Edguy da una vita e parlare con il loro chitarrista di un mio pezzo mi sembrava quasi impossibile! Hanno, ovviamente, tutti mandato le parti richieste direttamente allo studio di registrazione e con tutti stiamo mantenendo un ottimo rapporto. Con alcuni stiamo anche provando a vedere di ripetere qualche collaborazione, ma per ora è prematuro parlarne. Riguardo invece i ruoli, avevo già ben chiaro il personaggio per ognuno di loro, proprio per il loro particolare approccio tecnico: Jonne non poteva che essere la personificazione dell’incubo, con la sua sciamanica voce molto profonda, mentre Piet era perfetto per il ruolo del padre del protagonista che viene in soccorso del figlio spaventato. Jens, invece, ha saputo interpretare musicalmente il costante ed inesorabile avanzare del tempo, suonando un ‘doppio assolo’ sulla titletrack, passando da una chitarra classica suonata solo accompagnata da archi, in un lungo crescendo che ci porta all’elettrica in un assolo stile Van Halen… anche qui, il riferimento allo scorrere del tempo era d’obbligo, per questo a lui abbiamo riservato questo ruolo”.

COS’È POI QUESTA STORIA DI TOMIKA FULIDA DEI LUNAMANTIS? QUANDO CE LA PRESENTI (RISATE, NDR)?
“Ecco, lo sapevo! Tutti che ci provano con quella gran topina di Tomika (risate, ndr)! Dai, su, caliamo le maschere: dopo le registrazioni del brano ‘Falling into Darkness’, abbiamo ricevuto una mail dal fonico che diceva che le voci della ragazza erano davvero belle, ma non ricordava nessuna ragazza come ospite, al che abbiamo candidamente risposto: ‘Guarda che non c’era nessuna ragazza in studio, cantava solo Tomi’. Come potrai ben immaginare, ho dovuto subire prese per il culo per due settimane, per il fatto che alcune parti cantate sembrano femminili… e a risentirle, devo dire che hanno ragione! Non era nulla di voluto, ma è successo (un po’ come quando ti accorgi di aver mandato il messaggio sbagliato durante una colossale sbronza) e abbiamo deciso di riderci su! Ed ecco nata Tomika Fulida, l’avvenente cantante finlandese della band Lunamantis (anche questo nome inventato, ovviamente): metti mai che suscitiamo l’interesse di qualche produttore amante delle nordiche bellezze? (risate, ndR)”.

MI HA QUASI STUPITO LA CANZONE “THE AWAKENING”, UN PEZZO DI AUTENTICO PROG: SINCERAMENTE NON ME L’ASPETTAVO, NON È CHE IN FUTURO GLI SKELETOON DIVENTERANNO UNA BAND SERIOSA E ULTRA-TECNICA? SERIAMENTE, IL PEZZO MI È PIACIUTO MOLTO, COME È NATO QUESTO BRANO? SIETE PARTITI PROPRIO CON L’IDEA DI REALIZZARE UNA TRACCIA PIÙ COMPLESSA RISPETTO AL RESTO DELLA TRACKLIST?
“Dovrebbe rispondere Sydoz (sempre Enrico Sidoti) a questa domanda, visto che il brano nasce da lui, ma si sa, è molto timido (risate, ndR). ‘The Awakening’ è stata una sua proposta, scritta e suonata interamente da lui, con Guido a supporto per le parti di chitarra ritmica e soli. Io ho scritto solo le parti vocali (da solo, aggiungerei… e son molto arrabbiato con entrambi perchè ho fatto una fatica enorme a districarmi in un genere che non è propriamente il mio!). L’idea di un brano così lungo e simil-prog, a dire il vero, a me non andava molto all’inizio, ma ho subito cambiato idea dopo aver letto le recensioni e aver capito che praticamente piace a tutti (risate, ndR)! A parte gli scherzi, subito non ero sicuro di inserirla, ma sia Henry che Guido (ed anche Rob della Revalve) erano straconvinti che un brano così avrebbe dato una marcia in più ad un album più sperimentale ed alla fine mi hanno convinto. Una scelta ben fatta: trovo che ‘The Awakening’ sia la suite adatta a celebrare l’epilogo del disco e il brano adatto a rivelarne la vera natura. Altri brani sullo stile, in futuro? Beh, diciamo che è probabile, basta che la resa sia quella di una cosa inaspettata e che lo stile happy non ne risenta. Se saremo in grado di fondere tutto ciò in una sorta di ‘The Awakening pt.2’, perchè no?”.

AVETE SUONATO CON BAND IMPORTANTI, C’È QUALCHE ANEDDOTO DIVERTENTE O QUALCHE CURIOSITÀ CON QUALCHE MUSICISTA CHE CI PUOI RACCONTARE?
“Oddio, da dove comincio? Dall’aver depredato il backstage dei Korpiklaani in cerca di cibo, o dall’aver passato la notte in Bielorussia a cercare di fare l’assicurazione per il furgone? Ovviamente poi non fatta, ma averla scampata corrompendo una fin troppo accondiscendente signorona dell’Est, con una squallida banconota da 20 euro. Dal litigio con il cane antidroga che raspa la pelle del rullante in cerca dei nostri biscotti al bacon in Polonia (i Tuc al bacon, per l’esattezza), o dalla doccia ‘antigeiger’ che ci hanno fatto in Ucraina perchè, invece che ascoltare i consigli dei doganieri che cercavano di dirci di ‘chiudere i finestrini per evitare di bagnarci’, abbiamo preferito passare il tempo a commentare una militaressa stretta in una divisa davvero troppo succinta, con sua conseguente risata alla scena di noi che da super machi provoloni siamo diventati delle scimmie che urlavano: ‘Oddio, brucia, mi bruciano gli occhi!’? Oppure dall’aver bevuto così tante birre in una data assieme ai Trick, dalle parti di Imperia, da avere una foto on stage con Alle che potrebbe essere usata contro di me in tribunale? Magari dall’aver fatto una figura di merda orrenda con i Masterplan per aver tradotto a cena i ‘Saltimbocca alla Romana’ con un poco convincente (e fin troppo alcolico) ‘Roman jumps in the mouth’? No, davvero, credo di non avere nessun aneddoto adatto alla morale comune per potermi inoltrare oltre a questo (risate, ndR)”.

QUALI SONO I TUOI INTERESSI O EVENTUALI HOBBY AL DI LÀ DELLA MUSICA?
“Moltissimi! Dal Surf al Parkour, per non parlare della mia smodata passione per le Harley… ma la maggior parte del mio tempo lo spendo insieme alla mia bellissima principessa di quattro anni”.

COME VEDI LA REUNION DI KISKE CON GLI HELLOWEEN?
“Sottopalco. Urlante. forse piangendo… e mi auguro che ci siano anche dei dischi, ma non posso averne la certezza, quindi mi limiterò a fare la fan da boyband per la data ad Assago”.

AVETE GIÀ PIANIFICATO DELLE DATE DAL VIVO? LA FORMAZIONE SARÀ LA STESSA CHE HA SUONATO SUL DISCO?
“Sì, e sì. Siamo molto felici di avere la possibilità di partire il prossimo 27 marzo (l’intervista è di alcuni giorni prima, ndR) per il ‘Triumvirate Tour’ come opener per Secret Sphere, Trick Or Treat & DGM. Saremo con loro in Europa e per noi sarà la prima volta in tour per così tanto tempo. Dopo di che, abbiamo pianificato delle date per la stagione ‘calda’ ed un sorpresina per la fine dell’anno, ma per ora sono costretto a tenere l’acqua in bocca, ma non arrabbiarti: giuro che appena posso tornerò a fare lo stalker dei social (risate, ndR)!”.

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