SKINDRED – Bad Dudes vs. Dragon Ninja

Pubblicato il 17/02/2014 da

Chi scrive ha incontrato gli Skindred per la prima volta in uno stage minore del Summer Breeze nel lontano 2005. Il loro show era in programma nel pomeriggio, e la concomitanza con qualche esibizione facilmente più metallica o popolare significò avere davanti al palco una trentina di curiosi. Questi si quadruplicarono in trenta minuti. Qualche anno dopo, nel 2011, è stato oltremodo incredibile assistere ad un intero tendone del festival metal per eccellenza, il Wacken Open Air, alle prese con il ballo del robot, sotto le precise indicazioni del maestro di cerimonia Benji Webbe. Gli over 30 si ricorderanno di lui come cantante dei Dub War, formazione sfortunata che fece innamorare Max Cavalera: gli Skindred dal 1998 sono la sua creatura, dove continua il percorso artistico variegato e mischia metal, alternative rock, reggae e punk ad elementi dancehall, jungle, hardcore, hip hop, drum and bass e dubstep. Essendo una realtà ormai consolidata, anche se purtroppo continua a sfiorare solamente lo Stivale, non potevamo continuare ad ignorarli. Dopo aver recensito il nuovissimo “Kill The Power” facciamo dunque due chiacchiere col chitarrista ginger e barbuto Mikeydemus, per scoprire cosa bolle in pentola a casa Skindred.

P.s.: animali da festival, se in cartellone vedete il loro nome non pensateci due volte e portate le vostre chiappe infangate su qualunque palco si esibiscano a qualsiasi ora del giorno o della notte!

Skindred - band - 2014

 

TUTTI SANNO CHE GLI SKINDRED SONO UN’ECCELLENTE LIVE BAND, QUANDO ENTRATE IN STUDIO IL VOSTRO OBIETTIVO E’ QUELLO DI RIUSCIRE A SCRIVERE UN ALBUM MEMORABILE?
“Siamo fortunati ad avere la fama di grande live band – anche se ci è voluta una considerevole mole di lavoro per costruirci tale reputazione. Per anni siamo stati considerati una grande live band i cui album in studio non possedevano l’impatto dei concerti. Il nostro obiettivo con ‘Kill The Power’ è stato quello di coprire questo sbilanciamento. Onestamente: secondo me è il nostro miglior album”.

E’ DIFFICILE CONGELARE E REGISTRARE SU NASTRO TUTTA L’ENERGIA CHE SIETE IN GRADO DI SVILUPPARE DAL VIVO?
“Una performance dal vivo è molto diversa dalla creazione, dal vivo abbiamo lavorato per veicolare l’energia di una canzone al pubblico. Di solito prima che la gente possa assistere all’esecuzione dal vivo abbiamo avuto la possibilità di far delle prove, di testare la canzone sull’audience, così sappiamo cosa funziona e cosa è da migliorare. Le canzoni che sentite su disco sono creazioni nuove, e catturano un’energia diversa. Alcuni potrebbero dire che dal vivo non ricreiamo la magia catturata su disco. Il nostro approccio è fare il meglio possibile in studio. Successivamente pensiamo a come suonare dal vivo “.

HO LETTO CHE AVETE LAVORATO CON IL SUPER PRODUCER DRUM’N’BASS RONI SIZE PER LA PRE-PRODUZIONE DI “KILL THE POWER”: COM’E’ ACCADUTO?
“Abbiamo scritto molto e abbiamo fatto la pre-produzione negli studi di Roni a Bristol; in realtà non abbiamo lavorato direttamente con lui su questo disco, è un tipo impegnato! Abbiamo un sacco di amici in comune, però, quindi un giorno potrebbe accadere davvero”.

AVETE ANCHE LAVORATO CON IL FAMIGERATO AUTORE/MUSICISTA RUSS BALLARD, CHE HA SCRITTO CANZONI ANCHE PER KISS E RAINBOW. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LAVORATE CON UN AUTORE ESTERNO ALLA BAND?
“Siamo sempre stati favorevoli all’idea di collaborare, e non abbiamo mai sperimentato in tal senso prima che Jacoby Shaddix dei Papa Roach apparisse su ‘Warning’. Scrivere con Russ Ballard è stato un vero e proprio viaggio per tutti noi, ci ha letteralmente allargato gli orizzonti come autori e come musicisti. Mi piacerebbe avere altri artisti con cui collaborare anche sul nostro prossimo album, più ce ne saranno e meglio sarà. Gli Skindred si occupano di far incontrare suoni e attitudini differenti, vale anche per il songwriting”.

DI CHI E’ STATA L’IDEA? LA DECISIONE HA CAUSATO QUALCHE DISCUSSIONE ALL’INTERNO DEL GRUPPO?
“Siamo stati tutti molto contenti alla prospettiva di lavorare con qualcuno, niente discussioni. Il nostro management ha portato Russ a bordo dopo che l’abbiamo visto vincere un premio ai Classic Rock Awards dell’anno scorso. Abbiamo parlato un po’ con Russ prima di entrare in studio, il tempo passato con lui è stato incredibile. Una vera esperienza da ricordare. Ha fatto la differenza per l’intero processo”.

VUOI SPIEGARE A CHI NON VI HA MAI VISTO DAL VIVO COS’E’ IL ‘NEWPORT HELICOPTER’ E COME E’ NATO?
“In sintesi si tratta di un momento durante il nostro live show nel quale Benji chiede al pubblico di togliersi la maglietta, la felpa o qualsiasi capo di abbigliamento indossino, alzarlo sopra la propria testa e, al via, iniziare a farlo ruotare al massimo della velocità! La prima volta è stata al Download Festival 2011, in risposta alle istruzioni della sicurezza che vietavano di incitare a wall of death e circle pit. E’ nato da quello. So che altri gruppi hanno tentato di introdurlo da quel momento in avanti, chissà dove hanno preso l’idea… cazzoni!”.

LA LISTA DI FESTIVAL A CUI AVETE PARTECIPATO E’ IMPRESSIONANTE: QUAL E’ IL PUBBLICO PIU’ DIFFICILE CHE AVETE DOVUTO CONQUISTARE?
“Personalmente penso siano più difficili gli show più piccoli ed intimi, specialmente quelli acustici. Le persone nel pubblico sono più nervose, meno inclini a saltare e cantare. L’energia di un grande pubblico da festival è un problema minore. In tutta onestà non c’è un pubblico impossibile: aprendo i concerti di moltissimi gruppi negli anni abbiamo imparato come convertire nuove orecchie al nostro sound e alla nostra energia. E’ bello esibirsi ai festival perché c’è la possibilità concreta di guadagnarsi nuovi fan, la vediamo come una sfida e non come un lavoro”.

AVETE CONDIVISO IL PALCO CON I GRUPPI PIU’ DISPARATI, DAGLI HIM AI FLOGGING MOLLY, DAI GOGOL BORDELLO A ROB ZOMBIE: C’E’ QUALCUNO CHE NON E’ STATO AMICHEVOLE O QUALCUNO CHE VI HA ADDIRITTURA OSTACOLATO?
“Gran parte dei gruppi con cui siamo stati in tour è stata molto amichevole, siamo stati trattati in maniera incredibile e abbiamo anche fatto ottime amicizie. Ci siamo guadagnati la reputazione di una band alla mano, con la quale è facile andare in tour, e ci godiamo al massimo i rapporti sia con gli altri musicisti sia con le loro crew. C’è stata un’eccezione alla regola purtroppo, e per qualche motivo (non vi dirò il nome della band, mi spiace) la crew ci trattò male dal primo giorno. La band si comportò bene, ma metà del loro staff ci voleva morti! Siamo stati quasi cacciati dal tour ad un certo punto, ancora oggi non so davvero il perché”.

C’E’ UN GRUPPO CHE VORRESTI AGGIUNGERE ALLA LISTA DELLE BAND CON CUI SIETE STATI IN TOUR?
“Mi piacerebbe aprire per gente che riempie gli stadi come Linkin Park o Rammstein. So che ci sarebbe da ridere in un tour del genere. Oppure band con un ottimo live show… coi Limp Bizkit andremmo molto d’accordo. Finché gruppo e crew hanno vibrazioni ed energie positive saremmo in grado di far bene. Non vedo l’ora di tornare in tour, è una cosa che adoro” .

AVETE IN PROGRAMMA UN LIVE ALBUM?
“Lo faremo di sicuro. Prima però dovremmo metterci d’accordo su dove registrarlo! Penso che ‘101% Proof’ dei Pantera sia uno dei loro album migliori, è come un greatest hits. Penso sia il modello da prendere come riferimento, vorrei il nostro futuro live album possa essere altrettanto buono!”.

AVETE MAI AVUTO A CHE FARE CON EPISODI DI RAZZISMO? QUAL E’ LA VOSTRA RISPOSTA?
“La volta in cui ci siamo sentiti una minoranza è stato in India, dove mi fissavano tutti. E intendo TUTTI. Da capo a piedi (ride, ndR). Forse non hanno mai visto una barba come la mia! Personalmente nessun episodio di razzismo. Purtroppo so che Benji ha dovuto confrontarsi con molta ignoranza a volte. Sa come affrontarla. A volte in Europa ti trovi in posti dove arrivano gruppi di skinhead, non sei sicuro di come andrà a finire il 99% delle volte, per fortuna si sono quasi sempre rivelati skinhead del tipo buono”.

LITIGATE PER LA MUSICA DA ASCOLTARE SUL TOUR BUS?
“Onestamente? Tutte le serate si trasformano in un party dance anni ’80! Ascoltiamo tutti roba molto diversa, siamo persone diverse. Andiamo d’accordo su canzoni che ci esaltino prima del concerto. Raramente arriviamo a litigare”.

POSSIAMO SPERARE DI VEDERVI IN ITALIA PER LA PROSSIMA STAGIONE DI FESTIVAL?
“Assolutamente! Vorrei che gli Skindred facessero di più in Italia. Spero di potervi raggiungere presto. Non abbiamo preso parte ad alcun festival metal, rock o punk in Italia recentemente, ma vorremmo. I fan o i promoter italiani possono contattarci su Facebook, grazie mille!”.

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