Sono passati un po’ di mesi dalla pubblicazione di “Soldiers Of Light”, secondo album degli sloveni Skyeye, che ci aveva particolarmente colpito nel suo essere un album classico e tuttavia fresco e potente, ben ancorato al mondo di oggi: rispettoso delle sue radici fatte di Iron Maiden, Judas Priest e Saxon, ma senza essere stancamente nostalgico. Abbiamo colto quindi l’occasione di raggiungere la band per una breve chiacchierata, utile per presentare al pubblico una formazione ancora poco nota al di fuori dei patrii confini e che, siamo sicuri, avrà modo di imporsi e di crescere ulteriormente con le prossime pubblicazioni.
BENVENUTI SU METALITALIA.COM, VI VA DI INIZIARE QUESTA INTERVISTA CON UNA BREVE PRESENTAZIONE DELLA BAND?
– Certo, gli Skyeye sono una band slovena, formata nel 2014. La formazione attuale è composta da Grega Stalowsky e Mare Kavčnik alle chitarre, Primož Lovšin al basso, Jan Leščanec alla voce e Jurij Nograšek alla batteria. All’inizio non sapevamo esattamente che direzione avrebbe preso la band, ma non appena Jan ha iniziato a cantare c’è stata una sola risposta possibile: puro heavy metal, per via del suo timbro così distintivo e il suo stile di canto pulito e potente. La cosa curiosa è che non aveva mai cantato prima di unirsi agli Skyeye.
“SOLDIERS OF LIGHT” E’ IL VOSTRO SECONDO ALBUM. COSA RICORDATE DELLE PRIME ESPERIENZE COME BAND IN STUDIO?
– Il nostro primo album, “Digital God”, è stato autoprodotto e pubblicato nel novembre del 2018. Ha avuto un’ottima accoglienza nella comunità metal slovena, ma c’è voluto un po’ prima che riuscisse a farsi strada anche negli altri Paesi. Il motivo principale è che non avevamo contatti con i mercati stranieri e quindi non avevamo leve per farci conoscere. Eravamo una band sconosciuta e non avevamo la possibilità di suonare all’estero e questo ovviamente ci ha penalizzato. Il nostro album di debutto ha segnato la prima volta in studio per diversi componenti della band, quindi eravamo un po’ nervosi e non sapevamo bene come funzionassero le cose, ma il nostro produttore, Grega Smola Crnkovič ha fatto un lavoro eccellente e ci ha fatto sentire a nostro agio durante le registrazioni.
PER IL NUOVO ALBUM, QUINDI, ERA IMPORTANTE FARE UN PASSO IN AVANTI. E CI SIETE RIUSCITI.
– Jan e Grega avevano iniziato a scrivere il materiale per “Soldiers Of Light” ancora prima che fosse pubblicato l’album di debutto. Abbiamo usato tutto il 2019 per provare e riprovare il nuovo materiale, perché volevamo lavorare alla vecchia maniera, tutti assieme in sala prove. Abbiamo pre-registrato le tracce prima di entrare in studio, una cosa che non ci eravamo potuti permettere per il primo disco, e in più tutte le canzoni sono state masterizzate da Boban Milunovič, che ha dato loro una spinta, rendendole ancora più potenti e moderne. Infine c’è da dire che la band oggi è più coesa, un fatto chiaramente percepibile nelle registrazioni.
GLI SKYEYE HANNO DELLE RADICI MOLTO TRADIZIONALI, IL CHE SIGNIFICA TROVARSI ACCOSTATI A FORMAZIONI LEGGENDARIE COME IRON MAIDEN O JUDAS PRIEST. E’ POSSIBILE RIUSCIRE A GESTIRE QUESTI PARAGONI SENZA ESSERE SOPRAFFATTI DAL PESO DI QUESTI GIGANTI?
– Noi ascoltiamo diversi generi di musica, ma tutti amiamo il metal, soprattutto quello di band storiche come Iron Maiden, Judas Priest, Saxon, Deep Purple… la vecchia scuola! Quindi sì, certamente le nostre origini sono da cercare in queste band, con in più un tocco moderno che possiamo accostare ai lavori solisti di Bruce Dickinson e Blaze Bayley, Primal Fear, Grave Digger, Alestorm, fino ad arrivare ad altri territori, con band come Obituary, Kataklysm, God Dethroned, Soulfly, Terror ed Hatebreed. Non sentiamo il peso di questi paragoni, anzi, è una cosa che ci lusinga, soprattutto quando qualche nostro fan ci dice che noi stiamo portando avanti ciò che i Maiden avevano interrotto alla fine degli anni Ottanta.
PENSI CHE SIA POSSIBILE OFFRIRE QUALCOSA DI NUOVO IN UN GENERE CHE HA PIU’ DI QUARANT’ANNI DI STORIA ALLE SPALLE E DELLE REGOLE BEN PRECISE?
– Non vogliamo reinventare la ruota. Amiamo un genere musicale che è profondamente emozionante, coinvolgente e potente. Questo è il motivo per cui ascoltiamo e facciamo musica metal. Tuttavia siamo convinti di poter dare un tocco di modernità e degli elementi unici nella nostra musica. Questo fa sì che la nostra musica risulti fresca, poi starà al pubblico decidere se saremo stati anche capaci di aggiungere qualcosa di nuovo o meno
ABBIAMO APPREZZATO MOLTO LA COPERTINA DEL VOSTRO ALBUM, PERCHE’ SI DISCOSTA UN PO’ DAGLI STANDARD DEL GENERE. E’ CLASSICA MA ANCHE MODERNA, COME LA VOSTRA MUSICA.
– L’artwork è stato creato sulla storia della titletrack, “Soldiers Of Light”, ed è stato realizzato da Aleksandar Živanov, che è conosciuto per i suoi lavori eccezionali fatti per il Metaldays festival. Noi gli abbiamo fornito il testo ed alcune istruzioni di base e poi ci siamo letteralmente innamorati dell’artwork che ci ha presentato. Molto potente e simbolico, ti colpisce come un’esplosione di energia. La fiaccola degli Skyeye risplende nel buio, per scacciare le ombre nelle vite delle persone, grazie alla musica. Perchè la musica è una cura e “noi siamo i soldati della luce, che risplendono senza armi per combattere. La Conoscenza è Dio, il dio dentro tutti noi. La Saggezza è il Paradiso in terra”.
VISTO CHE HAI CITATO QUESTO VERSO, DI COSA PARLANO LE VOSTRE CANZONI?
– I testi di “Soldiers Of Light” sono stati scritti da Jan, il nostro cantante. Ogni canzone ha una sua storia. Ad esempio “Detonate” è stata influenzata dal film “Armageddon”, in cui un asteroide è in rotta di collisione con la Terra e degli uomini cercano di farlo detonare prima che colpisca il pianeta. “Constellation”, che abbiamo scelto come primo singolo dell’album, parla del desiderio dell’uomo di scoprire nuovi mondi e di raggiungere stelle lontane: “l’esplorazione è nei nostri cuori e nella nostra anima”, perché siamo tutti fatti di polvere di stelle intergalattica e la Terra non è altro che il nostro rifugio temporaneo, la nostra attuale stazione durante il nostro viaggio cosmico, fino a quando “lontano oltre il Sole, troveremo una nuova Babilonia”. La canzone “Son Of God”, invece, parla della pedofilia della Chiesa Cattolica Romana. “Eternal Starlight” racconta della tragica perdita di un amico in un incidente e della colpa e del fardello che portiamo non avendo potuto dirgli addio (questa è basata su una storia realmente accaduta). Poi c’è “Brothers Under The Same Sun” dove diciamo che noi e gli animali siamo fratelli sotto lo stesso Sole e che dovremmo vivere in armonia con Madre Natura, prendendoci cura gli uni degli altri. Infine c’è una canzone epica che racconta il disastro di Chernobyl. Come vedi trattiamo argomenti diversi, ma c’è una cosa che possiamo imparare, ed è che non dobbiamo mai dimenticare gli eventi terribili del passati e sforzarci di non farli accadere nuovamente.
NEGLI ULTIMI ANNI ABBIAMO ASSISTITO AD UNA CRESCITA DEL MERCATO DEL VINILE, COSI’ COME UN LARGHISSIMO USO DEI SERVIZI DI STREAMING (COMPRESI I LIVE STREAM, PER OVVIE RAGIONI). COSA PENSI DI QUESTI DUE ASPETTI COSI’ DIVERSI DEL MUSIC BUSINESS?
– Il vinile è cresciuto molto negli ultimi anni. Penso che la gente li compri come oggetti da collezione e che siano in grado di dare una nuova dimensione alla musica. Sono convinto che il vinile sarà il vero veicolo della musica nei prossimi anni. Per quanto riguarda i concerti in streaming, dobbiamo ammettere di non essere molto a nostro agio nel suonare di fronte ad un locale vuoto. Chi lo sarebbe, in fondo? I servizi di streaming non potranno mai sostituire i concerti e le emozioni associate ad essi.
SE POTESTE SCEGLIERE TRE BAND (NON IMPORTA SE ATTIVE O MENO) CON CUI INTRAPRENDERE IL TOUR DEI VOSTRI SOGNI, CHI SCEGLIERESTE?
– Sceglieremmo Iron Maiden, Black Sabbath e Rainbow.
QUALI SONO I PROSSIMI PASSI CHE AVETE IN PROGRAMMA?
– Stiamo già lavorando sul nostro terzo album e poi stiamo cercando di organizzare un tour europeo per l’anno prossimo.
IMMAGINATE DI DOVER SCRIVERE LA BIOGRAFIA DELLA VOSTRA BAND: QUALI EPISODI VI PIACEREBBE RACCONTARE? I MIGLIORI E MAGARI ANCHE I PEGGIORI.
– Sette anni fantastici! Se dovessimo scegliere uno dei momenti migliori penso che sceglieremmo quella volta in cui abbiamo potuto suonare con gli Iron Maiden, in una grossa location a Kino Šiška. E’ stato uno di quei momenti in cui abbiamo potuto davvero sentire l’eccitazione dei fan e tra di noi. E’ stato il momento in cui abbiamo potuto respirare la bellezza del palco, delle luci, le aspettative del pubblico. Ne abbiamo approfittato e abbiamo fissato per sempre questo momento registrando il tutto per il video della nostra canzone “Digital God”. Per fortuna, invece, non abbiamo ancora avuto grosse delusioni, piuttosto qualche momento divertente o strano, come quando abbiamo suonato sulla terrazza di un ristorante in una piccola e tranquilla città italiana. C’erano alcuni avventori che cenavano a pochi metri di distanza dai nostri amplificatori: senza dubbio la cena più pesante della loro vita!