SLASH – Rock n’ Roll Legend

Pubblicato il 05/07/2010 da

Slash non è solo il chitarrista dei Guns N’Roses che ha scritto una delle pagine più belle ed importanti della storia del rock ma è anche un musicista appassionato che grazie ad una grande personalità è diventato una vera e propria leggenda. Le infinite collaborazioni con artisti di tutto il mondo e di tutti i generi musicali hanno fatto del chitarrista statunitense un personaggio tra i più noti e rispettati della musica contemporanea, ma il suo amore per il rock n’roll emerge limpido attraverso le sue creature (Snakepit e Velvet Revolver) e trova ulteriore conferma nel suo primo e nuovissimo disco solista. Abbiamo intervistato uno Slash cordiale e sereno nel backstage del Palasharp poche ore prima della data milanese del suo tour solista e con il suo carisma ci ha svelato tutti i segreti della recente release”.

 

Clicca qui per visionare il video dell’intervista fatta a Milano in collaborazione con il collega Edo Rossi di Rock n’ Roll radio.

 

QUALI SONO LE TUE IMPRESSIONI SUL NUOVO ALBUM E SU QUESTO TOUR TI ASPETTAVI UN SIMILE SUCCESSO?
“No non mi aspettavo un simile successo, anche perchè il mio obiettivo era di divertirmi in studio. Ho trascorso un ottimo periodo durante le registrazioni del disco, penso sia uscito un disco molto buono di classico rock n’roll con grandi performance da parte di tutti i musicisti coinvolti e buone canzoni che è quello che piace alla gente in questo periodo”.

COME MAI HAI DECISO DI PUBBLICARE SOLO ORA UN TUO DISCO SOLISTA DOPO COSI’ TANTI ANNI DI CARRIERA?
“Negli ultimi anni ho avuto molto da fare con i Velvet Revolver, con Scott e il management, un sacco di problemi intorno alla band insomma e quando è finita la vicenda con Scott mi sono detto è il momento di scrivere qualcosa di completamente mio, di seguire il mio destino e le mie decisioni, perché lavorare con una band è sempre piacevole ma devi sempre convivere con le idee degli altri e questa volta sentivo proprio il bisogno di fare tutto da solo senza interferenze esterne e questo mi ha permesso di veder cosa potevo fare da solo, ma anche di lavorare con artisti differenti. E poi ora posso vedere il mio fottuto nome scritto a grandi lettere ovunque!”.

ASCOLTANDO IL TUO DISCO ABBIAMO SENTITO SONORITA’ DIFFERENTI DAL BLUES ALL’HARD ROCK ERA TUA INTENZIONE SPERIMENTARE TUTTO IL TUO BAGAGLIO ARTISTICO? E’ QUESTA LA RAGIONE PER IL QUALE HAI SCELTO CANTANTI COSI’ DIFFERENTI NELL’INTERPRETAZIONE DELLE CANZONI?
“Bella domanda! Ci sono un paio di cose da dire a riguardo, essendo un solo album non avevo la pressione di dover scrivere del materiale che andasse in una direzione precisa come accade in una band, ho mantenuto un approccio libero, questo disco mi ha dato l’opportunità di scrivere qualsiasi canzone sentissi mia; ho sempre avuto l’idea di chiamare cantanti differenti per interpretare le varie canzoni da Lemmy, a Iggy Pop, Ian Ashbury , Myles Kennedy e tutti gli altri, ho scelto voci diverse per interpretare diversi tipi di brani rock n’ roll”.

COSA POTRESTI DIRCI SUL PROCESSO DI SONGWRITING DI “SLASH”? AVEVI GIA’ IN MENTE I CANTANTI QUANDO HAI SCRITTO I PEZZI O LI HAI SCELTI IN UN SECONDO MOMENTO?”.
“Dipende dalle canzoni, ad esempio quando ho scritto “Crucified By The Dead” ho pensato subito ad Ozzy e non avrebbe potuto cantarla nessun altro questa canzone, stesso discorso per Lemmy e in realtà per gran parte delle canzoni qui presenti, mi sono affidato a ciò che sentivo. Anche Chris Cornell ha fatto un lavoro eccezionale”.

HAI SCELTO PER IL TUO DISCO CANTANTI DI STILI ED EPOCHE DIVERSE, POSSIAMO DIRE CHE SLASH RAPPRESENTA UNA LEGGENDA IN QUESTO SENSO, COSA NE PENSI DELLE NUOVE ROCK BAND COME I WOLFMOTHER, GLI ALTER BRIDGE E GLI AVENGED SEVENFOLDS?
“Mi piacciono molto i Wolfmother e anche gli Avenged Sevenfold sono grandi, ma mi sento in questo momento molto vicino al sound degli Alter Bridge, Myles è stato uno dei due cantanti che ho contattato per ultimo oltre a Rocco De Luca che non conoscevo affatto; nel suo caso stavo cercando un tipo di voce alla Thom Yorke ma non così triste, poi qualcuno mi ha introdotto alla sua musica e l’ho contattato subito. Per Myles invece non conoscevo gli Alter Bridge ma quando li ho sentiti ho subito apprezzato la sua voce, così abbiamo chiamato Myles per provare su un paio di pezzi che erano rimasti, è partito con “Starlight” e questo è uno dei pezzi con le vocals più fenomenali dell’intero album, così ha registrato ufficialmente la track e gli ho chiesto di interpretare anche “Back To Cali”, poi abbiamo iniziato a provare alcuni pezzi dei Guns e visti i risultati gli ho proposto il tour, nel frattempo ho avuto modo di apprezzare ancora meglio gli Alter Bridge e mi sento come detto molto affine al loro sound non a caso stiamo eseguendo anche un loro pezzo durante il tour”.

E’ STATA DURA LAVORARE CON CANTANTI DIFFERENTI? GLI HAI LASCIATI LIBERI DI ESPRIMERSI COME VOLEVANO?
“Si, quando ho iniziato la produzione di questo disco mi sono detto che non c’era ragione per fare il dittatore, io ho composto le musiche e loro erano liberi di variare gli arrangiamenti e di provare nuove parti come ad esempio è successo con Andrew Stockhdale, io non avevo le musiche e mi ha presentato lui una registrazione con delle parti acustiche e poi abbiamo tirato insieme il tutto, è stato un vero “show case” per i cantanti, come per me”.

POTRESTI RACCONTARCI BREVEMENTE LE TEMATICHE AFFRONTATE NEI TESTI DELLE CANZONI?
“I testi sono una vera e propria estensione dei vari cantanti, per cui loro hanno trattato ciò che volevano ed io non ho veramente influenzato in alcun modo il loro operato in questo senso”.

C’E’ STATO QUALCHE ARTISTA CON LA QUALE AVRESTI VOLUTO COLLABORARE NEL TUO DISCO MA NON E’ STATO POSSIBILE?
“A dir la verità c’è stato solo un’artista che non ha potuto rispondere all’invito, non lo nominerò perché non voglio mettere dei nomi in giro. Purtroppo non è stato possibile collaborare perché per motivi contrattuali non poteva registrare materiale fuori dalla sua band”.

QUALI SONO LE CANZONI PIU’ DATATE TRA QUELLE DELL’ULTIMO DISCO?
“ Bella domanda. La più datata è  “Ghost” che avevo scritto inizialmente per i Velvet Revolver.

E’ PER QUESTO CHE CI SUONA IZZY?
“No beh, non così vecchia. Dopo che Ian ha registrato le sue parti vocali mi sono reso conto che Izzy sarebbe stato perfetto su quella canzone che è basata su un riff tipicamente mio. Così l’ho chiamato e lui ha fatto un ottimo lavoro”.
 
C’E’ QUALCHE NOVITA’ PER LA SCELTA DEL NUOVO FRONTMAN DEI VELVET REVOLVER? POTREBBE ESSERE MYLES KENNEDY?
“Abbiamo fatto numerose audizioni e ci sono varie possibilità, ma veramente per il momento non posso dirti nulla di nuovo, decideremo il prossimo anno, quanto a Myles Kennedy, tutto è possibile, ma bisogna vedere i vari impegni, lui è in una band come gli Alter Bridge e per stare nei Velvet Revolver bisogna avere molto tempo da dedicare”.

COSA RICORDI DELL’ESPERIENZA CON VASCO ROSSI NELLA CANZONE “GIOCA CON ME”?
“Oh è stata una grande esperienza, mi sono divertito molto! Quando mi hanno parlato di Vasco la prima volta non sapevo chi fosse, però mi hanno descritto il grande successo che riscuote in Italia ho detto non posso non conoscerlo, così un anno dopo quando qualcuno mi ha contattato, l’ ho ascoltato è ho detto va bene ha delle grandi chitarre, così mi hanno inviato il pezzo, l’ho sentito e l’abbiamo fatto. Le session sono state a Los Angeles c’era anche Vasco stesso con tutto il suo enturage e ci siamo divertiti molto e il batterista poi era Matt Laug con la quale avevo già suonato insieme”.

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