SLAYER – Unholy Confessions

Pubblicato il 06/11/2006 da
Dopo cinque anni di silenzio discografico, le leggende del thrash e dell’estremo si riaffacciano sulle scene con un nuovo disco in studio, profondamente legato alle radici storiche della band e forte della potenza dell’unico vero batterista del gruppo, quel Dave Lombardo costantemente ricordato dai fan. Ogni giudizio critico soggettivo è minuscolo e trascurabile davanti alla grandezza e alla potenza storica di una formazione che ha sempre mosso un esercito di insani, estremi, dissennati e fedelissimi fan ad ogni suo passo. Controversi per natura, gli Slayer non temono la censura religiosa o politica, e non hanno nemmeno paura di portarsi in tour giganti come Lamb Of God, In Flames e Children Of Bodom, che sulla carta, vista la giovane età, dovrebbero essere la potenziale minaccia di qualunque headliner… qualunque headliner che non si chiami Slayer. Perché la incarnazione del metal nei quattro li rende di un altro livello, e il distacco che li separa dalle “altre” metal band è tangibile nella soggezione che i fan incutono ai gruppi che di supporto. Hardcore: per il tasso metallico e il carisma che la band riesce a mantenere, per l’intransigenza e la fedeltà a un genere e all’estremo, per il pubblico in totale devozione. Metalitalia.com per la prima volta ha il grande piacere di poter intervistare Jeff Hanneman nella data milanese dell’ Unholy Alliance Tour. Sfortunatamente Tom Araya ha cancellato la sua disponibilità alla stampa costringendo a un avvicendamento, le parole di seguito sono quindi il risultato di un’intervista a quattro mani assieme a Stefano Cerati, decano del giornalismo metal italiano. I microfoni a Jeff…

“CHRIST ILLUSION” E’ UN TITOLO MOLTO FORTE, DA QUALE PROSPETTIVA AVETE GUARDATO A DIO QUESTA VOLTA?
“Fondamentalmente nel disco si parla del fastidio che ci ha sempre indirizzato contro il Cristianesimo, da sempre una delle nostre prerogative, in quanto abbiamo scritto sempre di cose che odiamo o di persone cattive. Anche stavolta abbiamo portato avanti il nostro punto di vista”.
SEI CONSIDERATO DA TUTTI UN APPASSIONATO DI GUERRA, E ANCHE IN QUESTO DISCO CI SONO TEMATICHE BELLICHE. SI TRATTA DI FANTASIA O DI CRONACA, DI REALTA’?
“Le tematiche di guerra mi hanno sempre appassionato, quindi mi viene facile scrivere sugli argomenti. In ‘Jihad’ per esempio, dove l’undici settembre è narrato in prima persona, mettendo in luce ciò che pensavano i terroristi, è un cercare di entrare nella loro prospettiva, un processo di identificazione che non può portare con assoluta certezza al loro pensiero esatto, forse una generalizzazione dell’intera tematica. Alla fine anche se le circostanze sono reali si tratta comunque di fantasia. Sono molto fiero del risultato finale”.

RESTANDO IN TEMATICA DI GUERRA: IN AGOSTO SONO INIZIATE LE REGISTRAZIONI DEL VIDEO DI “EYES OF THE INSANE”, VUOI PARLARCI DEL CONCEPT?

“Come potrai immaginare siamo impegnatissimi con l’Unholy Alliance, e ci stiamo impegnando moltissimo per mettere insieme le persone giuste al momento giusto per quanto riguarda il tour e la promozione del disco, che è ancora a livelli pressanti. Ci siamo trovati quindi a produrre un video dove non siamo nemmeno presenti di persona, di fatto non ci vedrai nemmeno per un secondo. E’ tuttavia un esperimento molto originale: seguendo il tema lirico della canzone si può osservare, guardando dritto negli occhi del soldato da una posizione molto ravvicinata, il riflesso della sua visione soggettiva della guerra. Battaglie, esplosioni, uccisioni, tutto in prima persona. Penso che il risultato finale sia dannatamente buono, è stata un’idea ottima per giustificare la nostra assenza fisica”.

DOMANDA INEVITABILE: COME VI SIETE SENTITI IN STUDIO CON DAVE LOMBARDO DIETRO LE PELLI? COME NEGLI ANNI D’ORO?
“E’ stato un felice ritorno ai vecchi tempi. Mi piace suonare con Dave come mi piace suonare con Paul, ma Dave riesce a innalzare il livello dell’aggressività della band, suona con una carica d’odio tangibile e una potenza ferina. Paul è come una macchina, e si avvicina ad un livello di precisione quasi perfetto… mentre Dave è ROOOARR (mimando un animale feroce, ndR), capisci cosa voglio dire, si abbina agli Slayer a livello chimico, sono felicissimo che sia tornato con noi al cento per cento, anche in studio”.

C’E’ ANCHE RICK RUBIN ACCREDITATO COME PRODUTTORE ESECUTIVO: QUAL E’ STATO IN REALTA’ IL SUO APPORTO ALL’ALBUM?
“E’ arrivato a prodotto quasi ultimato, l’ha ascoltato qualche volta, e tre settimane dopo ci ha chiamato per darci qualche suggerimento! Tutto tramite per telefono (ride, ndR) alza quello, abbassa questo… Anni fa è stato con noi per tutto il processo compositivo, anche mentre stavamo scrivendo le canzoni, quando facevamo le prove e quando appoggiavamo gli strumenti e andavamo a prenderci una birra. Non c’è molto di suo nella produzione di ‘Christ Illusion'”.

E’ STRANO COME IN PASSATO NON ABBIATE MAI AVUTO PROBLEMI CON LA CENSURA MENTRE LI STATE AVENDO OGGI CON IL VOSTRO ULTIMO ALBUM, CHE E’ DOVUTO USCIRE CON UNA SOVRACOPERTINA. COSA E’ CAMBIATO?
“Non te lo so dire proprio. Con tutta probabilità oggi come oggi c’è molta più gente a cui piace lamentarsi rispetto al passato, ma non penso proprio che la copertina di ‘Christ Illusion’ sia più forte di quelle cha abbiamo già pubblicato negli anni addietro… mi piace comunque, la trovo davvero bella”.

AVETE UN SENSO DELL’UMORISMO MOLTO PARTICOLARE, QUASI VI DIVERTISTE A FARE INCAZZARE LA MAGGIOR PARTE DELLA POPOLAZIONE LA’ FUORI…
“In realtà fare incazzare la gente non è il nostro chiodo fisso, la realtà è che facciamo tutto cio’ che ci piace fare, dalla musica alle tematiche dei testi, dalla copertina ai video. Qualcuno si incazza oltremodo per tutto questo? Ottimo!”.

QUANTO DELLA TUA FILOSOFIA PERSONALE FINISCE NEGLI SLAYER?
“Abbiamo sempre avuto a che fare con la politica, ma solo in maniera indiretta perché le mie opinioni restano sempre personali. Non voglio essere un predicatore, non voglio forzare il mio punto di vista ai miei fan o alla gente che ci ascolta, dir loro di fare una cosa piuttosto che un’altra. E’ intrattenimento, è un modo per sfogarsi e per far sfogare i ragazzi che ci ascoltano. Non siamo dei politici, quindi ci teniamo per noi le nostre idee individuali, e le discutiamo privatamente, tra di noi e basta”.

COSA PENSI SI TUTTE QUESTI GRUPPI CHE ANCORA OGGI RICALCANO LA VOSTRA MUSICA?
“Vorrei solo chieder loro perché! Non hanno di meglio da fare?”.

SIETE FAMOSI PER PORTARVI IN TOUR IL MEGLIO DELLA MUSICA ESTREMA IN CIRCOLAZIONE: AVETE SCELTO DI PERSONA LA LINEUP DI QUESTO UNHOLY ALLIANCE PARTE SECONDA?
“Ovviamente il management spinge per avere certi gruppi, in quanto sa che determinati nomi attrarranno molta più gente agli show, così ce li propone e li valutiamo assieme. Stai pur sicuro che se una band non ci piacesse non la trovereste nel bill. Se mi chiedi di questo Unholy in particolare ti dico che Lamb of God, Mastodon e In Flames sono tutte ottime band e sono amici, ma non mi fanno cadere la mascella ed esplodere in espressioni di stupore, sto ancora aspettando una band nuova che mi esalti davvero”.

PENSI CHE L’UNHOLY ALLIANCE TOUR POSSA DIVENTARE UN APPUNTAMENTO FISSO COME L’OZZFEST O IL GIGANTOUR NEGLI STATES?
“Ne abbiamo parlato, e stiamo considerando la cosa. Negli Stati Uniti è abituale mettere insieme molti gruppi in un pacchetto per un tour geograficamente vasto, è quasi obbligatorio a livello logistico. In più ci sono parecchie band che meritano, c’è davvero molta musica nel posto da cui veniamo che merita un’esposizione mondiale, quindi perché no?”.

ORAMAI L’ETA’ AVANZA, COME IMMAGINI IL FUTURO DEGLI SLAYER? NON SI RIESCE AD IMMAGINARVI SUL PALCO A SESSANT’ANNI…
“Ne abbiamo parlato recentemente: tra qualche anno non potremo salire sul palco a fare headbangin’ o semplicemente non potremo fisicamente reggere uno show degli Slayer, bisogna considerare infatti che anche il genere presuppone potenza, violenza, energia. Pensiamo che qualche anno dopo i cinquanta dovremmo fermarci per forza, quindi ci restano almeno una decina d’anni per ultimare i nostri progetti. So che per fare uscire ‘Christ Illusion’ ci abbiamo messo cinque anni, ma non credo che la storia si ripeterà di nuovo: aspettatevi un nuovo album in un periodo di tempo più breve. In ogni caso si è trattato di anni passati in tour sopra tour, quindi non spariremo presto dalle scene”.

HAI MAI AVUTO UN INFORTUNIO LEGATO ALL’HEADBANGING AD OGGI?
“Non penso, sai? (Ci riflette qualche secondo… ndR) Non ancora! Ho avuto solamente un vecchio infortunio legato al football: giocando mi sono slogato una spalla, e il dolore si fece sentire pesantemente quando suonavo per un po’ di tempo. Rimasi anche molto nervoso per paura di non poter suonare la chitarra, ma feci avanti e indietro dall’ospedale e non saltai nemmeno una data. Dopo uno show si presentò Phil Anselmo dei Pantera, con cui eravamo in tour, e mi mise in mano una ‘Purple Heart’, la medaglia al valore dell’esercito americano: ‘non ci credo che continui a suonare con una spalla slogata, sei indistruttibile!’ mi disse”.

PENSI CHE IN FUTURO SUONERETE UN ALBUM INTERO DAL VIVO COME AVETE FATTO IN PASSATO?
“Ogni tanto salta fuori l’idea coi ragazzi. Personalmente vedrei molto bene l’accostamento ‘South Of Heaven’/’Season in the Abyss’, da suonare per intero uno dietro l’altro, possono essere perfetti per una esperienza live definitiva e sono album composti da grandi pezzi”.

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