In arrivo per la prima volta sul suolo italiano per tre date a dicembre 2024, i francesi Slift sembrano aver imboccato una parabola ascendente che li sta portando in poco tempo in mezzo mondo, compreso il nostro paese per tre date tra Roma, Bologna e Milano poco prima di Natale.
Partiti come classica band psych rock con suggestioni verso il mondo Pink Floyd/Blue Cheer, il terzetto di Tolosa ha ben presto imbroccato una via diversa, più simile ed ibridata con il kraut rock a base di utilizzo massiccio di sintetizzatori.
Se già con “Ummon” i nostri si erano fatti notare, “Ilion” ne ha suggellato l’importanza nella scena europea moderna: un monolite di un’ora e un quarto di musica, con passaggi in bilico fra l’elettronica e il noise, sfuriate hardcore alternate a momenti lisergici e genuinamente stoner – il tutto racchiuso in un concept fantascientifico che parla di migrazione, dolore, smarrimento e molto altro.
Abbiamo parlato proprio dell’ultimo disco e di altro con Jean Fossat, mente dietro al progetto insieme al fratello Rémi. Buona lettura.
CIAO E BENVENUTI SU METALITALIA.COM! POTETE RACCONTARCI COME SONO NATI GLI SLIFT?
– Ci siamo incontrati al liceo con Canek, il batterista. Rémi, il bassista, è mio fratello. Abbiamo suonato in band diverse prima di formare gli Slift nel 2016.
PARLIAMO DI “ILION”: COME È NATA L’IDEA DI SCRIVERE UN CONCEPT ALBUM DI FANTASCIENZA?
– È qualcosa che avevamo già fatto in passato, con “Ummon”. Volevamo ampliare quell’odissea con un altro album, altri temi e un approccio musicale diverso. Ci piace usare la narrazione per creare musica, dà struttura alle nostre idee. Per “Ilion”, è anche un riferimento all’”Iliade”. Spesso ci è stato detto che il nostro album precedente, “Ummon”, ricordava l’”Odissea”, quindi l’idea dell’”Iliade” è venuta naturalmente.
RISPETTO AI VOSTRI LAVORI PRECEDENTI, I BRANI SONO DIVENTATI MOLTO PIÙ LUNGHI E DENSI. AVEVATE BISOGNO DI PIÙ TEMPO PER RACCONTARE LA STORIA IN QUESTO ALBUM O È STATA UN’EVOLUZIONE NATURALE DEL VOSTRO PROCESSO CREATIVO?
– È stata un’evoluzione naturale. Non vogliamo ripeterci. Per “Ilion”, volevamo semplicemente portare alcune idee al massimo delle loro possibilità. Non ci siamo posti alcun limite riguardo alla durata dei brani: era ciò di cui avevamo bisogno in quel momento per far evolvere il nostro sound, ma questo non significa che diventerà la nostra norma! L’idea è di non ripetersi, quindi il prossimo album sarà molto più breve!
NON AVEVATE PAURA CHE BRANI COSÌ LUNGHI POTESSERO SPAVENTARE IL VOSTRO PUBBLICO O I CRITICI?
– Non pensiamo in quel modo, non ci siamo posti alcun limite. È una tentazione, a volte, prendere in considerazione cosa pensano i critici e il pubblico, ma alla fine stiamo parlando di musica, e quindi di arte, e l’arte deve essere onesta. Cerchiamo di essere il più onesti possibile, con noi stessi e con le persone che ci ascoltano a casa o ai concerti.
POTETE RACCONTARCI COME AVETE CREATO IL VIDEO DI “WEAVER’S WEFT”? GUARDANDOLO, SEMBRA QUASI CHE SIA STATO INFLUENZATO DAI RECENTI FILM DI “DUNE” DI DENIS VILLENEUVE.
– Questo video è stato realizzato da Guthio, il quarto membro del nostro gruppo! Si occupa delle proiezioni video dal vivo e dirige i nostri videoclip fin dall’inizio. Non sbagli quando parli di “Dune”, penso! Credo si possa anche trovare un tocco di Giger…
SEMBRA CHE, NEL TEMPO, IL VOSTRO SOUND SI SIA AVVICINATO SEMPRE DI PIÙ AL METAL. È VERO? HA QUALCOSA A CHE FARE CON I VOSTRI GUSTI MUSICALI PERSONALI?
– Ad essere onesti, non ascolto molto metal. Amo gli Oranssi Pazuzu perché trovo il loro approccio affascinante. I Neurosis sono stati una band importante, che ha sbloccato certe emozioni. Non vogliamo essere una band ‘metal’ e in generale, non mi piacciono le etichette assegnate ai generi musicali.
Volevamo esplorare nuove strade per il nostro sound, ed è quello che è successo. Abbiamo sempre avuto una passione per l’aspetto esperienziale dei live, dove il suono diventa qualcosa di fisico. Penso che sia per questo che tendiamo verso una musica più pesante.
“ILION” È IL SECONDO ALBUM CHE PUBBLICATE SOTTO L’ETICHETTA LEGGENDARIA SUB POP RECORDS. COME SIETE ENTRATI IN CONTATTO CON LORO? LAVORARE CON UNA LABEL COSÌ IMPORTANTE HA CAMBIATO IL VOSTRO MODO DI SCRIVERE E SUONARE MUSICA?
– È un onore per noi lavorare con loro. Sono venuti a vederci a un concerto a Seattle due anni fa, siamo entrati in contatto con successo e abbiamo deciso rapidamente di collaborare! Sono persone adorabili. Ma entrare in Sub Pop non ha cambiato assolutamente nulla nel nostro modo di scrivere musica!
UNO DEI VIDEO CHE VI HA PORTATO A UN PUBBLICO PIÙ AMPIO È STATA LA VOSTRA PERFORMANCE SU KEXP RADIO NEL 2020. PUOI RACCONTARCI QUELL’ESPERIENZA?
– È successo alla fine di tre anni di concerti intensi. Avevamo registrato “Ummon” e stava per uscire. Eravamo nel cartellone di Transmusicales, un festival in Francia coperto da KEXP. Loro ci hanno scelto per una sessione. Non potevamo credere di trovarci davanti alle telecamere di KEXP, è stato un sogno per noi fin dall’inizio! Abbiamo suonato e ci siamo divertiti un sacco!
COM’È ANDATO IL VOSTRO TOUR NEGLI STATI UNITI E IN CANADA? HAI QUALCHE ANEDDOTO DIVERTENTE DA CONDIVIDERE?
– È andato benissimo! È sempre incredibile per noi andare lì! Ho degli aneddoti, certo, ma alcune persone che non nominerò mi rimprovererebbero per averli raccontati, (ride, ndr)! Più seriamente, siamo molto tranquilli, il tour con noi è come un lungo fiume calmo… che straripa ogni sera.
COSA PENSI DEL FATTO CHE LA VOSTRA MUSICA PIACCIA A UN PUBBLICO COSÌ AMPIO E DIVERSIFICATO, CHE VA DAI FAN DEL METAL AGLI ASCOLTATORI DI INDIE ROCK?
– Lo adoro! Non so spiegarlo, ma mi piace!
MOLTI ARTISTI INDIPENDENTI HANNO CREATO SERIGRAFIE E POSTER PER I VOSTRI CONCERTI. COME ENTRATE IN CONTATTO CON LORO? LI CERCATE VOI O SONO LORO A CONTATTARVI?
– Adoriamo le serigrafie. Per quanto riguarda gli artisti con cui collaboriamo, a volte li contattiamo noi, altre volte sono loro a scriverci! Se fai serigrafie e suoniamo vicino a te, non esitare a scriverci!
ORA CHE VI STATE AFFERMANDO CON UN TOUR MONDIALE ALLE SPALLE, PER QUALI BAND ‘LEGGENDARIE’ VI PIACEREBBE APRIRE UN CONCERTO?
– I Melvins!