SLIPKNOT – Faccia Di Pelle

Pubblicato il 15/12/2008 da


Fa ancora specie realizzare il successo vertiginoso che sono riusciti ad ottenere gli Slipknot,dalle campagne dell’Iowa alle prime posizioni delle classifiche ditutto il mondo, compresa quella italiana. E’ tempo di macchine dilusso, partite di golf e bicchieri di cristallo dunque, ma solo per ipochi giorni tra un tour e l’altro, dove la vita dei membri della bandtorna un inferno di spostamenti incessanti, spazi chiusi eclaustrofobici, tempistiche ridotte e soprattutto soffocanti,puzzolenti maschere di lattice e pelle. Una vita fisicamentedeteriorante che i nove musicisti affrontano con unità ed impegnoammirabile, che giustifica la devozione dei Maggots di tutto il mondo,unici artefici dell’infinito successo del gruppo. Per la prima voltaMetalitalia.com ha la possibilità di parlarne faccia a faccia, inquesto caso con Pinocchio, il numero 3, il percussionista e cantanteChris Fehn. Su una poltrona di un backstage alquanto stretto per novemembri, Chris dà subito l’impressione di essere una persona accomodante,sincera e di una normalità quasi disarmante, nel senso di lontananzaassoluta dallo stereotipo della rockstar.

 
 
GLI SLIPKNOT SONO SEMPRE PIU’ GRANDI: COMPORRE “ALL HOPE IS GONE” E’ STATO PIU’ DIFFICILE RISPETTO AGLI ALBUM PRECEDENTI?
“In realtà è sempre abbastanza difficile, siamo così tanti e ci sono sempre tante idee in gioco, ognuno di noi ha la sua personale idea di come si dovrebbero evolvere le cose. Una volta che ci mettiamo al lavoro però ci si avvicina ad una visione comune, e tutto si aggiusta naturalmente”.

QUANTO AVETE IMPIEGATO A SCRIVERE?
“All’incirca sei mesi”.

DURANTE LA COMPOSIZIONE DI “VOL. III” LA BAND HA VISSUTO INSIEME NELLA VILLA INFESTATA DI HOUDINI. AVETE FATTO LO STESSO QUESTA VOLTA?
“Questa volta abbiamo registrato a casa nostra, in Iowa. Bene o male abbiamo seguito lo stesso approccio, andando uno a casa dell’altro. Avevamo bisogno di stare a casa per un po’ di tempo, molti ragazzi della band sono stati in tour con altri progetti, quindi piuttosto che andare a Los Angeles e non dar loro il tempo di ricaricare le batterie si è scelto di far tutto a casa”.

LA MELODIA SI STA CREANDO UNO SPAZIO SEMPRE MAGGIORE NELLA VOSTRA MUSICA, SOPRATTUTTO ALL’INTERNO DELLE LINEE VOCALI. COSA NE PENSANO I MAGGOT?
“La melodia è presente sin dal primo album. Non sai quante volte mi si è riproposta questa domanda, vi siete forse dimenticati di ‘Wait And Bleed’, ‘My Plague’ e chissà quante altre? Corey è un cantante così fantastico che ci piace dar spazio alle sue melodie, su ogni disco”.

QUALE PENSI SIA IL SEGRETO DELLA VOSTRA INCREDIBILE LONGEVITA’ E UNIONE?
“Penso sia dovuto alla nostra etica del lavoro. Nel luogo da cui proveniamo, l’Iowa, è difficile persino vivere in maniera normale. Ci sono inverni rigidissimi ed estati molto calde, e le opportunità per un musicista sono vicine allo zero assoluto. Per crescere e imporci quindi abbiamo dovuto lavorare sodo, molto più di altri gruppi. Questo ci ha dato quella marcia in più per emergere, e ci ha legato in maniera indissolubile”.

SIETE MAI STATI PROSSIMI ALLO SCIOGLIMENTO, O ALLA SOSTITUZIONE DI QUALCHE MEMBRO?
“Se escludiamo la prima formazione, quella di ‘Mate.Feed.Kill.Repeat.’, siamo sempre gli stessi ragazzi, sin dall’inizio. Ognuno di noi ha avuto il suo periodo nero, e anche io sono arrivato a pensare ‘Odio questa cazzo di band, voglio andare a casa!’, ma a tutti è passata. Immagino che a chiunque venga in mente l’idea di mollare il proprio lavoro. A noi è bastato realizzare quanto siamo riusciti a fare insieme con le nostre forze, non sarebbe mai la stessa cosa se chiunque tra noi venisse rimpiazzato”.

HAI FATTO DEI LAVORI NORMALI PRIMA CHE GLI SLIPKNOT DIVENTASSERO LA TUA FONTE DI SOSTENTAMENTO?
“Ne ho fatti un milione! Da Burger King ad elettricista a contadino… ne ho passate parecchie, credimi”.

PUOI DARCI LA TUA INTERPRETAZIONE DEL VOSTRO ULTIMO, CRIPTICO VIDEO PER “DEAD MEMORIES”?
“E’ il video più impegnativo che abbiamo mai fatto, a livello di budget  come di concept. Volevamo qualcosa di diverso, e volevamo che ci fosse un tema di malvagità ad avvolgere il tutto. Ogni membro del gruppo ha un suo mondo, e questo viene espresso visivamente, perché gli Slipknot hanno infettato tutti i nostri mondi, le nostre vite reali. E’ una cosa più artistica rispetto al nostro repertorio, eravamo stufi dei classici video con la band che suona in playback”.

TI PIACE GIRARE I VIDEO?
“Fa schifo (risate, ndR)! Devi star seduto tutto il giorno ad aspettare il tuo turno, ci sono sempre mille problemi e il tutto slitta costantemente a una tempistica indefinita. E’ facile vedere il prodotto finale e pensare di poter far di meglio, ma ti assicuro che non è così. Considera anche che noi siamo in nove, fossimo in tre si farebbe tutto in un terzo del tempo…”.

PARLIAMO DI “VOLIMINAL”: E’ UN HOME VIDEO DISTURBANTE E CONTROVERSO, A MIO PARERE ANCHE PARECCHIO PESANTE DA VEDERE. CAMBIERESTI QUALCOSA RIVEDENDOLO OGGI?
“Non cambierei nulla. Ogni nostro prodotto è supervisionato da noi stessi. A parte che non potrei comunque tornare indietro nel tempo… onestamente lo amo. Ed è la prova che possiamo fare praticamente tutto quello che vogliamo. Siamo contro ogni tipo di compromesso per quanto riguarda il lato artistico e creativo, abbiamo alzato il dito medio alla casa discografica un numero infinito di volte. Sin dal primo giorno abbiamo lottato con la casa discografica per il totale controllo artistico, e penso che i risultati ci abbiano dato ragione”.

I VOSTRI CONCERTI SONO DEVASTANTI ANCHE DAL LATO PURAMENTE FISICO: QUAL E’ IL TUO INFORTUNIO PEGGIORE CHE TI SEI PROCURATO SUONANDO?
“Mi sono sfasciato i legamenti delle ginocchia saltando dal drum kit, ho dovuto quindi finire otto mesi di tour andando sulla mia postazione in stampelle. Sarebbe stato meglio se mi fossi rotto una gamba, mi sarei ripreso più in fretta”.

PER QUANTO TEMPO ANCORA PENSI DI POTER SOSTENERE DEI RITMI DEL GENERE?
“E’ una domanda interessante, perché tutti i membri della band da qualche tempo hanno cominciato a stare fisicamente meglio: realizzando che tutti volevamo durare a lungo abbiamo cominciato a tenerci in forma, a mangiare meglio, a diminuire il bere e tutto il resto. Nel nostro cervello siamo ancora ragazzini, ma diventando vecchi anagraficamente cominciamo a prenderci cura di noi stessi – durante un day off ci facciamo un giro a piedi per la città piuttosto che sbronzarci regolarmente nel tour bus”.

GLI SLIPKNOT SEMBRANO NON ESSERE TOCCATI DALLA CRISI DELL’INDUSTRIA MUSICALE: E’ GRAZIE ALLA QUALITA’ DELLA VOSTRA MUSICA O E’ UN SEGNO DELL’ESTREMA DEDIZIONE DEI VOSTRI FAN?
“Sicuramente è merito dei nostri fan. Nell’industria musicale sta diventando tutto difficile. La gente scarica i dischi e quasi nessuno li compra, nemmeno gli appassionati. Noi però abbiamo a favore nostro il fatto di essere una live band, siamo sempre in tour e diamo moltissimo ai nostri Maggots, dal lato della performance come dal lato umano”.

QUAL E’ LA PAZZIA PIU’ GRANDE CHE UN FAN HA FATTO PER INCONTRARE UNO DI VOI?
“Non penso che siamo tanto irraggiungibili, parlando personalmente poi la maggior parte dei fan degli Slipknot non mi riconosce lo stesso, posso godere di molta libertà da questo punto di vista. Una volta però un ragazzo l’ha fatta veramente grossa: dietro il tour bus c’è un piccolo rimorchio. Stavamo viaggiando a 120 km/h quando, in una curva, l’autista si è accorto che c’era qualcosa tra il bus e il trailer. Questo pazzo stava viaggiando con noi attaccato là in mezzo, rischiando l’osso del collo!”.

IN EFFETTI SEI UNO DEI POCHI MEMBRI DEL GRUPPO A POTER GODERE PIENAMENTE DELLA TUA PRIVACY. E’ UNA TUA SCELTA PRECISA?
“Non proprio, è che la maschera mi ha sempre coperto completamente, e al contrario degli altri non ho progetti paralleli… in ogni caso apprezzo questo mio stato, faccio quello che voglio mentre per altri è più difficile”.

PERCHE’ NESSUN PROGETTO PARALLELO?
“Non penso di avere la forza di ripartire da zero e scalare di nuovo la montagna per giungere ai livelli degli Slipknot. Perché una volta arrivato a certi livelli ci vuoi rimanere. A casa ho una band dove suono, ma solo per svago, per continuare a suonare nei momenti di pausa. Per il resto amo giocare a golf (Fehn è un ottimo giocatore, ndR) e godermi i periodi di pausa”.

PARLIAMO DI UNA STORIA VECCHIA: I MUSHROOMHEAD DA SEMPRE VI DANNO CONTRO, PRETENDENDO DI ESSERE RICONOSCIUTI COME LA PRIMA BAND MASCHERATA. TI HANNO MAI DATO FASTIDIO LE LORO DICHIARAZIONI?

“Bah. Penso che i Gwar esistano da molto prima di loro…”.

LA TUA MASCHERA HA UN NASO MOLTO FALLICO: HAI DATO IL TUO CONTRIBUTO NEL CREARLA?
“No, quando sono entrato nella band l’ho ereditata già così. L’ho accettata con entusiasmo, perché credo sia molto bella. E’ fatta di pelle, e sotto indosso comunque una specie di passamontagna. E’ caldissimo quindi star lì dentro, puzza di sudore, sigarette e non so cos’altro…”.
 
SEI MAI SVENUTO INDOSSANDOLA A LUNGO?
“Durante i concerti mi esalto moltissimo e tendo a perdere il lume della ragione, soprattutto quando canto con Corey. Il fatto che la maschera limiti moltissimo la respirazione non mi aiuta per niente, ma non sono ancora svenuto del tutto, almeno non ancora!”.

COME STA ANDANDO IL TOUR CON QUESTI FANTASTICI SUPPORTER (MACHINE HEAD E CHILDREN OF BODOM)?
“Benissimo, amo entrambi i gruppi e sono contento di dividere il palco con loro. E’ bello anche tornare a suonare al Palasharp, l’ultima volta è stata con Slayer e Hatebreed, ed è stato un concerto fantastico. Ho avuto modo di passare dai cancelli prima e il posto pullula già di ragazzi, e l’energia che si respira è incredibile. Avere un palazzetto sold out da parecchie settimane ci riempie di orgoglio”.

AVETE AVUTO MODO DI GODERVI L’ITALIA?
“Di solito ci prendiamo un day-off dopo il concerto di Milano, perché tutti amiamo la città e la riteniamo fantastica. Stavolta però arriviamo dalla Svizzera e ci siamo svegliati direttamente fuori”.

SAPPIAMO CON CERTEZZA CHE I RAGAZZI DEI CHILDREN OF BODOM SONO BEVITORI ACCANITI: RIUSCITE A STARGLI DIETRO?

“Ci diamo il cambio per stargli dietro! (ride, ndR)”.

QUANDO VI RIVEDREMO?
“Con tutta probabilità torneremo in Europa nell’estate 2009, per la stagione dei festival”.

VI VEDREMO HEADLINER AL GODS OF METAL O AL WACKEN?
“Wacken?”.

… IL PIU’ GRANDE FESTIVAL EUROPEO… IN GERMANIA!
“Credevo fossero Rock Am Ring e Rock In Park!”.

SI’, MA WACKEN E’ UN FESTIVAL ESCLUSIVAMENTE METAL…
“Allora spero di sì, così mi vedrò parecchi bei concerti! E’ ancora presto per dirlo in ogni caso, ma di sicuro ci rivedremo presto”.

 
 
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