SODOM – Codice rosso

Pubblicato il 11/10/2013 da

Una chiacchierata con Tom Angelripper non si rifiuta mai, anche se questa deve avere luogo nei caotici camerini del Live di Trezzo, dove i Sodom sono in procinto di esibirsi come headliner del Rock Hard Festival 2013. Tra una bottiglia di vino, qualche lattina di birra, le urla degli Asphyx nella stanza accanto e il concerto dei Tankard in sottofondo, siamo riusciti a sederci su un divano e a scambiare qualche parola con lo storico leader dei thrasher tedeschi. Il buon successo dell’ultimo album, “Epitome Of Torture”, il nuovo batterista Makka, lo stato di salute del thrash metal, i programmi per il futuro… questi alcuni degli argomenti toccati in un colloquio durante il quale il buon Tom si è rivelato per l’ennesima volta persona tanto pacata nei modi quanto schietta nelle dichiarazioni.

sodom - band grande - 2013

IN VARIE INTERVISTE HAI DICHIARATO CHE “EPITOME OF TORTURE” È UNO DEI VOSTRI MIGLIORI ALBUM DI SEMPRE…
“Sì, lo penso ancora! È un disco completo, dove tutto è molto curato sia a livello di songwriting che di produzione. Volevamo mantenere lo spirito dei Sodom intatto, ma anche cercare di spingerci in avanti con i suoni e lo stile dei pezzi. Avere un batterista come Makka ci ha aiutato parecchio in questo senso, ma anche il nostro produttore, Waldemar Sorychta, è stato di vitale importanza nella riuscita del lavoro”.

CHE COSA È CAMBIATO NEI SODOM CON L’ARRIVO DI MAKKA?
“È sicuramente cambiato il modo di comporre. Negli ultimi anni eravamo stati un po’ frenati dai nostri batteristi, perchè molti di loro non erano tecnicamente preparati per suonare un certo tipo di thrash metal o avevano un background e uno stile più vicino al rock’n’roll. L’arrivo di Makka ci ha rimesso nelle condizioni di poter suonare nuovamente brani veloci e aggressivi. Ha uno stile vicino a quello di Dave Lombardo e può suonare praticamente qualsiasi cosa. Ci ha aiutato a comporre parecchi dei nuovi pezzi e a tornare con un album molto vario e violento”.

PARLAMI INVECE DI WALDEMAR SORYCHTA, CON CUI AVEVATE GIÀ COLLABORATO PER “IN WAR AND PIECES”…
“Waldemar è un produttore di fama mondiale e non lo scopro certo io! Con lui ci siamo trovati a lavorare in un ambiente nuovo e con metodi nuovi. È stato molto stimolante per l’intera band: non avevamo mai avuto a che fare con un tale perfezionista prima di avviare questa collaborazione. Conosce benissimo il genere che suoniamo e la storia della band; inoltre, è un amico e non si è tirato indietro quando si è trattato di lavorare sui brani. Diversi spunti che puoi sentire sui nostri ultimi due album sono stati composti da lui, come se fosse un membro effettivo del gruppo. Per ‘Epitome Of Torture’ gli sforzi maggiori sono stati fatti per le linee vocali: non ho mai cantato in maniera così varia prima d’ora. Alcune persone sono persino venute a chiedermi se sul disco sono presenti degli ospiti, perchè non riuscivano a credere che fossi io a cantare certe parti”.

DOPO OLTRE TRENT’ANNI DI CARRIERA E DOZZINE DI PUBBLICAZIONI DEVE ESSERE DIFFICILE TROVARE LA GIUSTA ISPIRAZIONE PER COMPORRE…
“Sì, anche perchè non cerchiamo di ripeterci troppo. Cambiare la squadra negli ultimi anni è stato importante: abbiamo incamerato tante nuove influenze e idee. Personalmente, sono e sarò sempre influenzato solo da Motorhead, Black Sabbath e Raven, ma è vitale avere qualcuno accanto che può prendere le tue idee e migliorarle con un tocco più fresco. È quello che stiamo facendo da un paio di album a questa parte: evolverci senza snaturarci”.

IN EFFETTI, VOI, A DIFFERENZA DEI VOSTRI COLLEGHI KREATOR, NON AVETE MAI PUBBLICATO UN “ENDORAMA”…
“No, l’idea alla base dei Sodom è stata sempre quella di suonare musica aggressiva. Questo è quello che sappiamo fare meglio. Siamo una thrash metal band e la gente deve sempre sapere cosa aspettarsi da noi. Non seguiamo le mode, suoniamo per i fan e questi desiderano ascoltare musica aggressiva con testi aggressivi. Siamo qui per accontentarli”.

IN QUESTI GIORNI SI FA UN GRAN PARLARE DELLA CRISI IN SIRIA. FORSE UNA NUOVA GUERRA È ALLE PORTE. RAPPRESENTERÀ UNO SPUNTO PER I TUOI PROSSIMI TESTI?
“Non sono un esperto di storia militare come può esserlo Lemmy, ma è indubbio che abbia sempre tratto ispirazione dalla guerra per scrivere alcuni dei nostri testi. Anche l’immaginario delle nostre copertine è inequivocabile. In tutti questi anni di Sodom ho purtroppo avuto tanto materiale da cui attingere: le varie guerre in Iraq, quella nella ex Yugoslavia… ora forse la Siria. Senza contare che con ‘M-16’ avevamo fatto un tuffo nel passato, parlando della guerra del Vietnam”.

NON HAI MAI PENSATO DI SCRIVERE QUALCOSA SULLA SECONDA GUERRA MONDIALE O SU QUALCOSA PIÙ VICINO ALLA GERMANIA?
“No, non potrei. Per un gruppo tedesco è sempre difficile scrivere di certe cose. Rischi di essere male interpretato o di venire persino censurato. Trovo certe reazioni un po’ stupide, perchè parlare di qualcosa non significa essere automaticamente a favore di essa, ma in Germania siamo fatti così. Pubblico e media sono molto sensibili alla questione, quindi meglio evitare”.

PARLAVI DELLA LUNGA CARRIERA DEI SODOM E DI COME ABBIATE SUPERATO VARI PERIODI E MODE, CAMBIANDO POCHISSIMO. QUAL È STATO UN PERIODO PARTICOLARMENTE DIFFICILE PER LA BAND?
“Gli anni Novanta, sicuramente! In quel periodo il metal era praticamente morto. La scena si è ridotta di parecchio, molti gruppi si sono sciolti o hanno cambiato stile, altri sono stati risucchiati nell’underground. Come Sodom siamo sempre andati avanti, incuranti di tutto, ma non ti nascondo che non ci siamo tolti grandi soddisfazioni. Trovo un peccato che album per me molto validi, come ‘Masquerade In Blood’ e ‘Code Red’, siano passati quasi inosservati. Mi piacerebbe che il pubblico rendesse loro giustizia, ma anche se adesso il thrash metal gode di buona salute, la gente è solita ignorare quel periodo: tutti stravedono per i primi dischi e per gli ultimi. Quanto uscito nel mezzo non viene preso in considerazione tanto spesso”.

QUANDO SI È VERIFICATA LA VERA RINASCITA PER IL GENERE, SECONDO TE?
“Credo a partire dal 2001, quando noi, i Kreator e i Destruction siamo tornati con dei buoni album più o meno in contemporanea. Da lì in poi i concerti soo tornati ad essere molto frequentati e sono spuntati tanti nuovi fan. Alcuni di questi ultimi hanno poi dato vita alle loro thrash metal band. Il genere, insomma, è tornato a vivere. Non sono una persona che si fa prendere molto dall’entusiasmo, anche perchè la maggior parte di questi gruppi non fanno altro che copiare noi e gli altri veterani, senza creare nulla di nuovo, però è indubbio che la scena sia in salute”.

COME SODOM STATE TENENDO DEI CONCERTI DI ALTO PROFILO, EVITANDO DI IMBARCARVI IN VERI E PROPRI TOUR…
“Sì, preferiamo procedere in questa maniera adesso. Suoniamo almeno un paio di weekend al mese e stiamo cercando di visitare quante più nazioni possibile. I tour sono divertenti, ma per un gruppo come il nostro, che è ormai una ‘cult band’, i concerti singoli funzionano meglio. Potremmo suonare anche tutti i weekend, ma per ora non ne vediamo la necessità”.

AVETE IN PROGRAMMA QUALCOSA DI SPECIALE PER I PROSSIMI MESI?
“Stiamo cercando di organizzare degli show speciali con Kreator, Destruction e Tankard. Pensiamo che simili eventi potrebbero attirare moltissima gente. Tuttavia, mettere d’accordo tutte queste teste, più manager e case discografiche, non è impresa facile. Per adesso abbiamo l’approvazione di una delle band, mentre stiamo attendendo novità da parte delle altre. Per quanto riguarda i Sodom, stiamo anche pensando ad un nuovo live album/DVD. Vogliamo registrarlo in un posto speciale e proporre una scaletta diversa da quella degli ultimi tour. Personalmente, non sono interessato a registrarlo a Wacken o in posti simili; vorrei qualcosa di più intimo, davanti ai nostri veri fan. Vedremo cosa succederà…”.

NEL FRATTEMPO COME TI TERRAI OCCUPATO?
“Dopo la musica, la mia grande passione è la caccia. Vivo in un posto che mi permette di andare a caccia praticamente in ogni periodo dell’anno. È un’esperienza che trovo rilassante. Anche il solo camminare nel bosco mi mette di buon umore. Il lavoro sui Sodom comunque non finisce mai: se non sto suonando, sto rispondendo alle email, contattando la casa discografica, programmando nuovi concerti… volente o nolente, le mie giornate sono sempre targate Sodom”.

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