Il ritorno dei Sodom è di quelli che confortano: i veterani tedeschi sono riusciti a superare con una certa agilità lo stallo compositivo riscontrato su alcuni episodi del precedente “Epitome Of Torture”, trovando nuove energie in un ispirato Bernemann e aggiustando un po’ il tiro a livello di produzione. “Decision Day” non sarà il disco che riconcilierà la band con i die-hard fan dei lavori degli anni Ottanta, ma è comunque una prova più che soddisfacente per una formazione che, fra indubbi alti e bassi, ha raggiunto i trentacinque anni di carriera e il traguardo dei quindici full-length. Tom Angelripper e compagni saranno inoltre in Italia a brevissimo – il 10 settembre al Live Music Club di Trezzo (MI) per la quinta edizione del nostro Metalitalia.com Festival – e il loro show da headliner rappresenterà sicuramente un’altra opportunità per tastare il polso a questa storica realtà della scena thrash metal mondiale. In preparazione all’evento, ecco il resoconto di una nostra recente chiacchierata con il disponibile cantante/bassista…
UNA DELLE PRIME COSE CHE SALTANO ALL’ORECCHIO DURANTE L’ASCOLTO DI “DECISION DAY” SONO LE TUE LINEE VOCALI: HAI ADOTTATO UNO SCREAMING PARTICOLARMENTE ACIDO QUESTA VOLTA…
“Sì, quando abbiamo riascoltato il materiale poco prima di registrarlo ci siamo accorti che molti brani si prestavano a questa interpretazione più ‘old school’. Ho provato a cantare come agli inizi, lasciandomi anche influenzare dai primi Bathory. L’idea alla base di questo album è il ritorno alle origini, senza però dimenticare del tutto quanto imparato nell’ultimo decennio”.
A DISTANZA DI TRE ANNI DALLA SUA PUBBLICAZIONE, SEI ANCORA SODDISFATTO DI “EPITOME OF TORTURE”?
“In realtà, non molto: è un disco che alla lunga mi stanca un po’, nonostante contenga indubbiamente alcuni ottimi pezzi, che tuttora possiamo includere nella scaletta dei concerti. Penso che ‘Epitome…’ soffra di una resa sonora troppo pulita e di un cantato a volte troppo ambiguo. Certi fan ci hanno persino accusati di avere voluto flirtare con l’ambiente metal-core: naturalmente trovo queste affermazioni esagerate, ma posso capire da dove nascano. A conti fatti, credo che la nostra musica funzioni meglio quando interpretata con maggiore disinvoltura, senza tanti trucchi in studio. Questo è un altro aspetto che abbiamo cercato di enfatizzare mentre registravamo ‘Decision Day'”.
IN EFFETTI NON SI PUO’ DIRE CHE A LIVELLO DI STILE SIATE TORNATI AD UN “PERSECUTION MANIA”, PERO’ LA PRODUZIONE QUESTA VOLTA E’ PIU’ CALDA E ORGANICA…
“Esattamente. Non abbiamo interesse nel volere rivisitare a tutti i costi il passato. Oggi non saremmo nemmeno in grado di comporre pezzi sulla scia di quelli dei primi album, siamo musicisti diversi. Però vi sono elementi della nostra prima parte di carriera che reputo ancora attuali e vitali per il nostro gruppo, vedi appunto la resa sonora e l’esecuzione senza troppi fronzoli. I dischi suonati in modo onesto, lontani dalle mode del momento, sono quelli che alla lunga più convincono e che superano la prova del tempo. Ho apprezzato il lavoro che Waldemar Sorychta ha fatto sui nostri ultimi due album, abbiamo imparato molto da lui, ma per questo disco era importante trovare dei suoni più crudi”.
“DECISION DAY” SUONA COMUNQUE PIUTTOSTO FRESCO, SI SENTE CHE AVETE DEDICATO UN PO’ DI TEMPO ALLA SCRITTURA DELLE CANZONI…
“Sì, ricollegandomi al discorso che facevo poco fa, non abbiamo voglia di copiare cose già fatte venti o trent’anni fa. Ci sentiamo una band creativa, che ha voglia di comporre e, per quanto possibile, di provare soluzioni nuove. Saremo sempre un gruppo thrash metal, ma Bernemann ha tante idee e insieme riusciamo quasi sempre a trovare delle nuove vie per il nostro songwriting. Puoi sentire degli spunti per noi inediti su pezzi come ‘In Retribution’ o ‘Blood Lions’, pezzi che comunque riescono a suonare Sodom al 100%”.
GIRANO VOCI DISCORDANTI SUL CONTENUTO LIRICO DI “DECISION DAY”: SI TRATTA DI UN CONCEPT ALBUM O NO?
“No, sia l’etichetta che alcuni collaboratori non hanno colto del tutto il messaggio del disco. Non si tratta di un concept album sul ‘D-Day’ nella Seconda Guerra Mondiale: solo la title track parla di questo argomento. Il resto delle canzoni affrontano altri temi, alcuni tipicamente Sodom, altri meno”.
VISTO QUANTO STA ACCADENDO DEL MONDO ULTIMAMENTE, CREDO CHE LE FONTI DI ISPIRAZIONE NON MANCHINO…
“Sì, siamo praticamente tornati ai tempi della Guerra Fredda. Tra tensioni fra USA e Russia, crisi in Medio Oriente, test nucleari, massacri, abolizione della democrazia in alcuni paesi e fame nel mondo, non c’è nulla per cui sorridere. Non sono un politico nè un attivista, ma con i miei testi ho sempre cercato di affrontare la realtà di tutti i giorni e di provare ad avviare una riflessione. Non riuscirei ad urlare come sono solito fare se cantassi di cose inesistenti o di argomenti più frivoli”.
IN GERMANIA, VISTI ANCHE GLI ULTIMI ATTENTATI, CREDO CHE QUESTI SIANO ARGOMENTI DI ANCORA PIU’ GRANDE ATTUALITA’…
“Sì, ed è notizia di questi giorni che all’imminente Wacken Open Air non sarà possibile portare zaini e borse all’interno dell’area festival per motivi di sicurezza. E’ una situazione che mi rattrista enormemente: stiamo regredendo in una sorta di nuovo Medioevo. Se le cose andranno avanti così, credo che avrò materiale per almeno altri tre album”.
UN TITOLO CHE STA GENERANDO PARECCHIA CURIOSITA’ E’ “VAGINAL BORN EVIL”: DI COSA PARLA QUESTA CANZONE?
“Ho scritto quel testo dopo gli attacchi di Parigi. Si tratta di una riflessione sulla natura umana: siamo forse tutti malvagi? Il male è parte integrante dell’essere umano? Che cosa può spingere una persona ad uccidere in quel modo così tanti innocenti?”.
CON “WHO IS GOD?” CHE MESSAGGIO VUOI MANDARE INVECE?
“In passato ho scritto testi sul terrorismo e sul fanatismo religioso; questo brano parte dallo stesso argomento, ma è un attacco più deciso verso le religioni. Non vi è alcun dio, secondo me, e trovo folle che esistano così tante persone pronte ad uccidere per essi. E’ un altro testo nato dopo gli attacchi di Parigi”.
LA COPERTINA DI “DECISION DAY” E’ STRETTAMENTE LEGATA A QUESTI TESTI: JOE PETAGNO HA FATTO UN GRAN LAVORO…
“Decisamente, è stato bellissimo collaborare con lui. Non solo è parte della storia dei Motorhead, band per cui stravedo da sempre, ma è anche un disegnatore creativo e disponibile come pochi. Ha anche dimostrato di conoscere bene la nostra carriera, tanto da suggerire un artwork che si legasse ai temi del disco così come a certe nostre vecchie copertine”.
PENSI CHE AVRETE MODO DI COLLABORARE ANCORA IN FUTURO?
“Mi piacerebbe molto, come Sodom abbiamo senz’altro in programma altri album, ma poi dovremo vedere gli impegni di ognuno. Lui è un artista molto richiesto”.
L’ULTIMA VOLTA CHE ABBIAMO PARLATO ACCENNASTI ALLA TUA VOLONTA’ DI TORNARE IN TOUR CON KREATOR, DESTRUCTION E TANKARD, OVVERO I COSIDDETTI “BIG FOUR” DEL THRASH METAL TEDESCO. VI SONO NOVITA’ A RIGUARDO?
“Un paio di anni fa eravamo stati vicini a finalizzare un altro tour di quel tipo, ma poi è saltato tutto. E’ davvero difficile mettere d’accordo così tante teste, soprattutto quando ci sono di mezzo manager e case discografiche. Non so se torneremo a provarci tanto presto. Per il momento come Sodom siamo contenti di suonare da soli o nei vari festival a cui ci invitano. Non abbiamo molta voglia di imbarcarci in lunghi tour, siamo una band che si trova a proprio agio in concerti singoli. Per noi è importante che ogni show sia speciale”.
VI E’ ANCORA QUALCHE SODDISFAZIONE CHE VORRESTI TOGLIERTI CON LA BAND?
“Sono molto contento della nostra discografia e, come ti dicevo, oggi ci sentiamo più creativi che mai, quindi credo che altre soddisfazioni su quel fronte arriveranno presto. A livello di concerti, mi piacerebbe visitare presto posti in cui non abbiamo mai suonato: abbiamo dei contatti con dei promoter in Sud Africa e forse arriveremo da quelle parti nel corso del prossimo anno. Mi piacerebbe suonare in altri paesi africani, ma non so quanto ciò sia possibile al momento”.
OGNI VOLTA CHE UN NUOVO DISCO DEI SODOM VIENE PUBBLICATO, PIU’ DI UN FAN SI LAMENTA PERCHE’ NON SI TRATTA DI UN NUOVO “AGENT ORANGE”: COSA HA DI SPECIALE QUEL DISCO, SECONDO TE?
“Posso capire perchè i fan lo apprezzino tanto: è forse il disco più solido della nostra carriera e quello che all’epoca venne promosso meglio. Ho a cuore tanti altri nostri album, ma ‘Agent Orange’ può senza dubbio vantare un’atmosfera particolare e un songwriting che sa coniugare spontaneità e un buon livello tecnico. E’ pieno di riff memorabili. Personalmente ho smesso di pensare a quel disco quando componiamo nuovi album, perchè sarebbe impossibile ricreare quell’alchimia oggi, ma non mi offendo quando un fan viene a dirmi che preferisce quello o un altro dei nostri vecchi lavori al nuovo album. Sono orgoglioso di averlo scritto e ho tuttora ottimi ricordi di quel periodo: il tour con i Sepultura che sostenemmo attorno all’uscita di ‘Agent Orange’ fu molto fortunato e le vendite andarono benissimo. All’epoca i dischi si vendevano ancora, ma sia noi che l’etichetta restammo sorpresi da quelle cifre!”.