Una chiacchierata informale di quasi quaranta minuti con “Onkel” Tom Angelripper è bastata per farmi capire quanto, in effetti, i Sodom siano rimasti fondamentalmente una band legata alle proprie origini. Abbiamo chiacchierato di metallo degli anni ’80, di thrash, di palchi e di Slayer. Esattamente quello che avremmo fatto dieci o vent’anni fa, perchè, a ben guardare, se si sorvola su qualche capello in meno e qualche chilo in più, Tom Angelripper è sempre quel tedesco un po’ grezzo e troppo sincero che cantava “It’s time to die/death stands behind your door/satan sends his soldiers/demons break out of hell”…
INNANZITUTTO COMPLIMENTI PER IL LIVE; DIREI CHE DEI TRE CHE AVETE PUBBLICATO E’ SENZA DUBBIO IL MIGLIORE…
“Certo, non si può paragonare a “Mortal Way Of Live”!”
PERCHE’ PROPRIO IN TAILANDIA? PERCHE’ NON AVETE REGISTRATO QUESTO LIVE IN UNA DELLE TANTE DATE IN GERMANIA IN CUI SIETE ACCOLTI COME DEI?
“Ai grandi festival ci sono quarantamila persone o più, ma nessuna di loro ha comprato il biglietto espressamente per i Sodom. Volevamo registrare una data a cui avessero partecipato solo nostro fans. All’inizio pensavamo di registrare l’album addirittura in Vietnam, a Saigon. Purtroppo non abbiamo trovato un promoter abbastanza lungimirante; è un peccato perché ci saremmo esibiti in un locale chiamato Apocalypse Now! Anche la situazione politica in Vietnam non è molto semplice e non vedono di buon occhio una band tedesca che parla della guerra che c’è stata laggiù. Per ritornare alla tua domanda: abbiamo fatto uno show a Bangkok qualche anno fa ed è stato grandioso, la gente è uscita di testa per noi. A quel punto il promoter ci ha chiesto di tornare e di suonare in un posto più grande. A quel punto abbiamo deciso che avremmo registrato quel concerto. C’erano ottocento persone quella sera! Abbiamo avuto un po’ di problemi tecnici con gli strumenti che ci ha messo a disposizione il locale, perché erano vecchi e non funzionavano bene. Per fortuna con noi c’era il nostro produttore che ha registrato l’intero concerto solo con il suo computer!”
AVETE LAVORATO IN STUDIO SUI PEZZI O LI AVETE TENUTI COSI’ COM’ERANO?
“Niente overdubs! Volevamo fare un buono show e registrarlo, tutto qui. Avevamo dei buoni suoni e tutto quello che ci occorreva, quindi non abbiamo avuto bisogno di alcun ritocco. Quando si fa un live album deve essere dal vivo, altrimenti non ha senso! So di gruppi che stanno settimane in studio per perfezionare i brani che suonano live; è una cosa folle!”
CHE DIFFERENZA AVETE TROVATO TRA IL PUBBLICO EUROPEO E QUELLO DEL SUD-EST ASIATICO?
“La gente che era lì quella sera mi ha detto che era il primo concerto metal che vedevano in vita loro! Molti gruppi non suonano in Tailandia perché non si guadagna, ma il nostro promoter ci ha pagato i biglietti aerei, l’alloggio, il cibo e le bevande; cosa si può volere di più? Ci siamo fatti un paio di giorni di vacanza in un posto meraviglioso, è stato fantastico. La gente non ha la possibilità di comprare i nostri album laggiù, ma si scambiano le copie tra di loro o le prendono da internet e abbiamo conosciuto molti ragazzi che conoscevano a memoria anche i testi dei pezzi in tededsco!”
COSA VI HA SPINTO A FARE DEI TOUR NEL SUD EST ASIATICO?
“Siamo stati in tour da quelle parti cinque volte, perché un nostro amico di Metal Hammer ci ha consigliato di suonare lì e di trovare un promoter, perché c’era molto interesse intorno al metal. Ovviamente non si tratta di una scena grande come quella tedesca, ma ci sono delle buone cover bands e molti fans sparsi per il paese. Ogni volta che abbiamo suonato lì abbiamo trovato gente che era venuta da Singapore, dal Laos e dalla Malesia per vedere il nostro show. Quasi tutti i gruppi suonano in Giappone, dove il metal è molto popolare, e anche noi l’abbiamo fatto, ma ci intrigava l’idea di vedere degli altri posti in asia. Il biglietto era molto economico e così le date nel sud est asiatico sono andate bene.”
IL CONTRARIO DI QUANTO ACCADE IN GERMANIA, DOVE CI SONO DECINE DI BANDS PRONTE A FIRMARE UN CONTRATTO OGNI MESE…
“La cosa sta diventando troppo grande. A Wacken ci sono centinaia di bands che suonano; alcune addirittura in contemporanea su due palchi diversi. Noi abbiamo appena suonato al With Full Force; ci hanno fatto suonare quaranta minuti e poi a casa! Non c’è qualità e non c’è la possibilità di fare un buon concerto. La stessa cosa è successa al Gods Of Metal lì da voi, è stressante e frustrante non riuscire a fare un buono show…”
A BANGKOK NON E’ STATO COSI’ IMMAGINO…
“Infatti. Ci hanno detto di suonare quanto volevamo e noi abbiamo fatto così. Dopo il concerto abbiamo fatto una signing session con i fans ed è stato grandioso. La gente era molto contenta di vederci; eravamo molto emozionante.”
COME GIUDICHI QUESTO LIVE IN CONFRONTO AGLI ALTRI DUE CHE AVETE PUBBLICATO IN PASSATO? COSA E’ CAMBIATO?
“Sicuramente la line-up. Abbiamo deciso che ogni quattro album in studio ne avremmo registrato uno dal vivo, e così è stato fino ad oggi. La formazione attuale è insieme da sette anni ed è molto stabile, per questo considero questo live migliore degli altri. Il sound di “Marooned” non mi convinceva del tutto, mentre “Mortal Ways Of Live” è storico ma è un disco con molti difetti…”
PER QUANTO RIGUARDA I SUONI SEI SODDISFATTO?
“Abbastanza, ma penso che la batteria avrebbe potuto essere equalizzata un po’ meglio. Purtroppo avendo una sola chitarra, non possiamo ottenere un effetto ‘stereo’, visto che dobbiamo tenere il basso su un canale e la chitarra sull’altro, ma in definitiva penso che il disco suoni discretamente. Almeno non abbiamo fatto un live in cui ci sono quaranta chitarre che suonano contemporaneamente. Noi suoniamo metal: rough and loud!”
DELLA TRACKLIST COSA MI DICI?
“Tutte le volte che suoniamo dal vivo è difficile scegliere una tracklist, visto che ci sono dei classici che tutti vogliono sentire. Ai festivals è difficile scegliere, visto che non si può lasciare fuori una canzone come “The Saw Is The Law” o “Bombenhagel”, ma non si possono neanche trascurare i pezzi nuovi. A Bangkok, avendo molto tempo, abbiamo potuto scegliere anche dei brani meno conosciuti, come “Tombstone” da “Code Red” o un brano inedito proveniente dalle sessions di “M-16” come “The Enemy Inside”. Abbiamo un paio di altri pezzi nel cassetto che presenteremo dal vivo come regalo ai fans.”
ULTIMAMENTE IN ITALIA C’E’ STATA UNA PICCOLA POLEMICA CHE VEDEVA ALCUNI GRUPPI METAL COME I MANOWAR ACCUSATI DI ESSERE GUERRAFONDAI; ANCHE VOI SPESSO PARLATE DI GUERRA NEI TESTI, COSA PENSATE DI QUESTE ACCUSE?
“Noi descriviamo l’orrore della guerra. Devo scrivere in modo romanzato, ma si tratta di fatti storici, di cose realmente accadute. La guerra è sempre sotto gli occhi della gente attraverso la TV e questo è ciò che ci ispira. Siamo contro la guerra e speriamo che un giorno si trovi un modo più civile di sanare i contrasti.”
QUAL E’ LA TUA OPINIONE SULLA GUERRA IN IRAQ?
“E’ una guerra sbagliata. Sono felice che la Germania abbia detto no. Ora che la guerra è finita gli americani devono andarsene, ma sembra che loro non abbiano nessuna intenzione di farlo. E’ colonialismo. Non ha senso ammazzare migliaia di persone quando l’obbiettivo è Saddam.”
TORNIAMO ALLA MUSICA E ALL’INFLUENZA CHE AVETE AVUTO SU UN’INTERA GENERAZIONE DI MUSICISTI ESTREMI; ERAVATE CONSCI DI ESSERE DEI PIONIERI QUANDO AVETE REGISTRATO “IN THE SIGN OF EVIL”?
“Bevevamo un paio di birre e suonavamo, non eravamo consci del fatto che saremmo diventati un’influenza per qualcuno. Ora è una cosa che mi rende fiero. Quando abbiamo cominciato ci siamo detti che volevamo suonare con il nostro stile personale e non volevamo assomigliare a nessuno. Volevamo essere più pesanti dei Venom, più veloci degli Slayer e più grezzi dei Kreator.”
AVEVATE ANCHE DELLE INFLUENZE HARDCORE E PUNK CHE NON ERANO COMUNI ALLORA…
“Eravamo influenzati dai Discharge, Exploited, Anti-Nowhere League e altre punk bands. Ora non seguo molto questo genere, non amo Sick Of It All e Biohazard. Sono un fan del metal vero, non mi piace il power metal. Preferisco cose belle pesante come gli Slayer che dopo vent’anni suonano ancora alla grande dal vivo e non hanno bisogno di alcun effetto speciale. La stessa cosa per i Motorhead, che abbiamo anche omaggiato in questo live. Non amo molto i nuovi Motorhead; direi che sono una buona band fino a ‘Another Perfect Day’.”
SIETE STATI TRA I POCHISSIMI GRUPPI THRASH METAL A CONTINUARE A RILASCIARE DISCHI LUNGO TUTTI GLI ANNI ’90, UN PERIODO MOLTO DIFFICILE PER QUESTA MUSICA; COSA HA FATTO SI’ CHE NON VI ARRENDESTE?
“Non ci abbiamo mai pensato. Non ci interessa che tipo di musica fanno gli altri gruppi. Abbiamo sempre fatto album e siamo sempre andati in tour perchè abbiamo un buon gruppo di fans. Negli anni ’90 sono usciti tantissimi gruppi, ma i sostenitori dei Sodom sono sempre rimasti dalla nostra parte e forse questo è il nostro segreto. Siamo persone normali e ci piace parlare con la gente che viene ai nostri concerti e stare con loro. Non ci siamo mai posti il problema di suonare come i gruppi che nascevano quando noi eravamo già famosi, non avrebbe avuto senso.”
QUESTO RAPPORTO CON I FANS SI NOTA SOPRATTUTTO AI CONCERTI DI ONKEL TOM…
“Sì, per noi un concerto è una festa. Vogliamo stare con i fans e cantare con loro. Non mi piace l’atteggiamento di chi suona e poi torna di filato nel tourbus senza degnare di uno sguardo i ragazzi che comprano cd, magliette e biglietti dei concerti e che, in definitiva, gli pagano le bollette…”
PROGETTI FUTURI?
“C’è in preparazione un DVD che uscirà prima di natale. Sarà un live DVD con spezzoni di diversi festival. Abbiamo sette pezzi pronti per il nuovo album e ti posso dire che ogni pezzo del prossimo disco sarà un classico!”
DETTO FRA NOI: COSA PENSI DEL NUOVO METALLICA?
“Spazzatura. Pezzi che durano otto minuti e potrebbero durarne due. La produzione è incredibile. Quando l’ho sentito per la prima volta mi sono chiesto se si erano dimenticati di mixarlo. E’ terribile.”
SODOM – Odore di vittoria
Pubblicato il 28/07/2003 da
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