Uscirà il prossimo 27 giugno il nuovo album dei Sodom: “The Arsonist”, il diciottesimo full-length in carriera del cingolato thrash tedesco, guidato come sempre da ‘sua grettezza’ Tom Angelripper.
Un disco accompagnato dalla consueta e giustificata dose di interesse (purtroppo leggermente disatteso) ma anche da una sensazione di incertezza circa il futuro della band: le voci di una possibile pausa dalle attività live sorte ad inizio anno, sono state poi ufficializzate dallo stesso Tom, lasciando intendere che per un po’ di tempo staccherà la spina del proprio basso per imbracciare uno strumento non più musicale ma altrettanto familiare… il fucile da caccia, da sempre una delle sua passioni.
Ed è stato proprio con il mastermind dei Sodom che abbiamo fatto una bella chiacchierata, parlando ovviamente del nuovo album, dei suoi progetti futuri e, appunto, del suo amore per l’arte venatoria. Buona lettura!
CIAO TOM, E BENTORNATO SULLE PAGINE DI METALITALIA.COM. PARTIAMO SUBITO CON UNA DOMANDA DALLA DOPPIA VALENZA EMOTIVA: L’EUFORIA E L’ATTESA DI VEDERVI NUOVAMENTE SUONARE DAL VIVO DA PARTE DEI FAN, IN RISPOSTA ALLA NOTIZIA DEL VOSTRO ALBUM, SI E’ MESCOLATA NEL TEMPO ALLA PERPLESSITA’ CIRCA ALCUNE VOCI DI UNA VOSTRA PAUSA DELLE ATTIVITA’ LIVE. PER CUI, COSA CI PUOI DIRE IN MERITO? COME POSSIAMO TENERE ‘CALMI’ I SODOMANIACS?
– Amo i nostri fan, sono sempre stati molto fedeli nei nostri confronti, ma cercherò di spiegare. Sono sempre impegnato nel mondo della musica, la musica è la mia vita, ma se arrivi alla mia età, a sessantadue anni, vuoi vedere altre cose, vuoi passare più tempo con la tua famiglia, vuoi passare più tempo con i vecchi amici; più tempo per te stesso.
È solo una pausa, sia chiaro; non ho detto che voglio smettere del tutto, ma al momento non ho in programma date nel 2027 o nel 2028, anche se qualcosa potrebbe accadere nel 2026. Non voglio mettermi sotto pressione, ora abbiamo due concerti imminenti a Copenaghen e il Rockharz Festival in Germania (l’intervista si è svolta il mese scorso, ndr) e poi per me è tempo di rallentare un attimo.
Sto lavorando alla riedizione di “Get What You Deserve”, insieme ad Andy Brings (chitarrista dei Sodom dal 1991 al 1994, ndr); ho un sacco di cose da fare, ma voglio prendermi una pausa dai tour per un po’ di tempo. Il momento di fermarsi è sempre scomodo per tutti. Ho parlato di questo con la band circa un anno fa.
Ognuno di loro ha comunque altre attività in corso: Tony è occupato a suonare la batteria in diverse altre band, York ha un lavoro in un negozio di dischi e Frank Blackfire ha il suo progetto solista e vuole andare avanti con quello, oltre a lavorare come insegnante di chitarra. Credo che più o meno tutti i ragazzi prenderanno quella strada, mentre per me non ci sarà granché dopo il concerto al Rockharz festival.
A PROPOSITO DI ANDY BRINGS, LO SCORSO ANNO SIETE TORNATI A COLLABORARE PER LA PUBBLICAZIONE DI UN’EDIZIONE SPECIALE DI “TAPPING THE VEIN”, UN ALBUM AMATISSIMO DAI FAN MA SPESSO SOTTOVALUTATO DALLA CRITICA.
– Da tempo la gente attendeva una nuova edizione di “Tapping The Vein”, anche perché, come sai bene, l’LP originale in vinile è fuori catalogo dal 1992 e sul web è possibile trovarlo solo se si è disposti a spendere cifre folli. Abbiamo quindi contattato la BMG e, dopo un duro e lungo lavoro, siamo riusciti a realizzarla.
Beh, cosa dire di “Tapping The Vein”? Mi piace molto, è diverso da “Better Of Death” e contiene elementi diversi anche rispetto al successivo “Get What You Deserve”; è un qualcosa di speciale.
E’ stato l’ultimo album con Chris Witchhunter (Chris ‘Witchhunter’ Dudek, batterista storico dei Sodom dall’82 al ’92), era davvero pesante come musica; alcune persone dicono che vi erano influenze death metal o addirittura black metal. Io ti dico solo che il nostro obiettivo è stato quello di mettere insieme ciò che senti risuonare dalle casse del tuo stereo: non volevamo fare black o death, ma solo musica metal. E alla fine, credo che la riedizione abbia avuto molto successo.
COME E’ STATO LAVORARE NUOVAMENTE CON ANDY BRINGS DOPO TANTO TEMPO?
– Divertente! Andy è un ragazzo fantastico; siamo tornati amici e non è più arrabbiato dopo quello che avvenne nel ’94, quando lo cacciai dalla band (Andy Brings venne licenziato al termine del tour di “Get What You Deserve”, ndr). Come ti dicevo, stiamo lavorando per un’edizione speciale di “Get What You Deserve” e proprio due settimane fa è stato nel mio appartamento: abbiamo iniziato a scannerizzare un sacco di foto, diapositive e tutto il vecchio materiale relativo all’album.
ABBIAMO GIA’ UNA DATA DI PUBBLICAZIONE?
– Speriamo di poterlo pubblicare a novembre, se tutto va bene. Ma non voglio lavorare sotto pressione: abbiamo i nastri originali sui cui mettere mano, ci sarà anche un remaster, un live; Andy Brings ha così tanto materiale! Dobbiamo definire bene le idee per la grafica, per il formato del prodotto finale, se fare un cofanetto, dei CD, entrambi. Vedremo, ci stiamo lavorando e, ripeto, spero sia pronto per questo autunno.
VENIAMO A “THE ARSONIST”: QUANDO AVETE INIZIATO A PENSARE AL NUOVO ALBUM?
– Non c’è stato un periodo particolare, mi spiego meglio: quando abbiamo terminato il disco precedente, “Genesis XIX”, cinque anni fa – incredibile, sono già trascorsi cinque anni! -siamo stati molto impegnati con i tour e i vari concerti dal vivo.
Tuttavia non abbiamo mai smesso di scrivere materiale: i chitarristi hanno proseguito a produrre riff, cercando di volta di volta di mettere insieme il tutto. Per cui, visto il ruolo di cantante, devo fare in modo che i testi stiano bene con le varie linee melodiche, con i vari riff. Diciamo che, da questo punto di vista, penso di aver iniziato circa due anni fa a scrivere concretamente i pezzi, mentre per la copertina di “The Arsonist” abbiamo iniziato ancor prima.
Ho incontrato questo ragazzo (Zbigniew Bielak,ndr) nel corso di un concerto in Svezia: mi ha detto di essere un grande fan dei Sodom e di voler realizzare un lavoro per noi. So che aveva già realizzato copertine per i Ghost ma non ero sicuro fosse l’uomo giusto per noi: a me piacciono i lavori fatti a mano, l’areografia; mi sono documentato ed ho visto che lui lavorava proprio così. Ed ecco la copertina di “The Arsonist”.
Sai, alcune persone dicono che si tratta di un lavoro creato con l’intelligenza artificiale ed è un vero peccato perchè dietro a queste opere c’è invece un duro lavoro. Il pensiero che può bastare un semplice ‘click’ per ottenere qualcosa, per avere una copertina? Lo odio. Tutto quello che è stato fatto per questo album viene da noi: dalla musica, ai testi, alla copertina; tutto fatto a mano, garantito al 100%.
RIMANENDO IN TEMA DI COVER, QUANDO L’HO VISTA PER LA PRIMA VOLTA, IL RIMANDO A QUELLA DI “M-16” E’ STATO IMMEDIATO.
– Capisco, ma l’intenzione era diversa. L’idea era quella di racchiudere un soldato e un uomo morto, scheletrico in questo caso, all’interno di un’immagine che trasmettesse perdono, rappacificazione. La morte che perdona il piromane, la causa della distruzione globale, che incendierà il mondo.
Ed è per questo che il soldato è rappresentato così: spoglio, non carico di benzina o altro; perchè potrebbe essere anche un piromane mentale; la distruzione non è solo fisica ma anche psicologica. Voleva essere un quadro della situazione mondiale in cui stiamo vivendo. Credo sia una delle copertine migliori degli ultimi anni.
ANCORA UNA VOLTA LA GUERRA DIVENTA PROTAGONISTA DELLE VOSTRE CANZONI.
– Sì, ci sono diverse canzoni che parlano di guerra; c’è inoltre un brano dedicato al nostro ex batterista Chris Witchhunter ed una riservato al mio idolo in assoluto, la mia più grande ispirazione e cioè Algy Ward, bassista e fondatore dei Tank.
Tornando alla tematica principale, quello della guerra, posso dirti che “Taphephobia” parla di ciò che avveniva durante il primo conflitto mondiale, e cioè della terribile situazione vissuta dai soldati che combattevano in trincea, con il rischio di essere colpiti da una granata o che quest’ultima esplodesse accanto te, venendo sepolto dalle macerie, senza alcuna possibilità di uscirne vivo.
E’ pazzesco, se ci pensi: sembra quasi una fantasia horror ma purtroppo sono cose realmente accadute.
“Trigger Discipline”, invece, è la storia di un tiratore della Seconda Guerra Mondiale, che ha ucciso centinaia di nemici, con il solo obbiettivo di eliminare il proprio rivale. Ci tengo a specificare una cosa, visto che spesso e volentieri abbiamo ricevuto critiche in tal senso: il messaggio dell’album è fermare la guerra, di fermare questa merda. Nessuno intende glorificarla ma solo descrivere, anche nei dettagli, quanto è brutta o quanto potrebbe esserlo.
Ci fosse una terza guerra mondiale, sarei davvero preoccupato, non tanto per la mia persona, quanto per la prossima generazione.
L’ALBUM INIZIA PROPRIO CON LA TITLE-TRACK, DI BREVE DURATA, CON UN LAMENTO IN LONTANANZA. PUOI DESCRIVERCELO?
– E’ il lamento di una ragazza vietnamita che sta per morire, uccisa dagli americani nel corso della Battaglia di Harvest Moon durante la guerra del Vietnam.
Ci sono state altre battaglie, ma quella di Harvest Moon è stata una delle più grandi e, purtroppo, con il maggior numero di morti. In quell’occasione gli americani hanno ucciso molti civili, hanno bruciato tutto.
Ricordo quando ci recammo a Ho Chi Minh City, in Vietnam, per la sessione fotografica di “M-16”, abbiamo visitato il War Remnants Museum ed ho avuto la possibilità di parlare con diverse persone che hanno combattuto. Questa intro ha cercato di descrivere la paura di morire della gente; persone innocenti che sono morte in questa guerra; come sempre: in ogni guerra vi persone innocenti che perdono la vita.
E qui, nel Vitenam, come riportano film e documentari, quando arrivavano i piromani bruciavano tutto e tutti, senza distinzione.
TOM, LO HAI CITATO POCO FA, COSA PUOI DIRCI IN MERITO AL BRANO “WITCHHUNTER”. OSSERVANDO MEGLIO IL TESTO SI LEGGE QUESTO VERSO “LOVED BY FRIENDS WHO WORSHIPED HIM, HATED BY THOSE WHO CAN’T BEGRUDGED“. COSA SIGNIFICA?
– Come tutti sanno Witchhunter è stato il nostro primo batterista. In quel periodo è stato anche il mio miglior amico. Era un ragazzo davvero buono e gentile con le persone che lo circondavano tuttavia, ci sono state altre persone, all’interno della scena metal, che l’hanno odiato e con loro ha sempre avuto dei problemi.
A volte era davvero psicotico, ma nessuno riusciva a capire questo suo comportamento, e allora nascevano sempre delle divergenze. Non voglio descrivere Witchhunter come un eroe; ha avuto un grande impatto sulla scena metal, è stato una grande influenza per i batteristi metal degli anni ’80, ma alla fine, purtroppo, la sua vita è finita in modo tragico (Dudek è morto nel 2008 per insufficienza multiorgano, ndr).
Ricordo quando abbiamo ri-registrato “The Final Sign of Evil”: ormai era completamente ‘andato’; non era più in grado di suonare la batteria in una sola ripresa. E’ stato tragico, e lo stesso è avvenuto per Algy Ward, la mia più grande ispirazione come ti dicevo, ma anche lui se n’è andato troppo presto.
ECCO, RIGUARDO A “A.W.T.F.”, COSA CI CELA DIETRO QUESTO TITOLO?
– Beh A.W. sta per Algy Ward, il resto è top secret.
ASCOLTANDO L’INTERO ALBUM, POSSIAMO DIRE CHE LA COMPONENTE HEAVY E’ ANDATA DI PARI PASSO CON QUELLA THRASH?
– Sì è così anzi, aggiungo questo: Diversamente da quello che potresti pensare, nella band non abbiamo due chitarristi che scrivono canzoni, bensì tre. C’è Frank Blackfire il quale è un classico chitarrista thrash e quando la canzone è scritta da lui sai che potrai trovarci elementi più affini a questo genere. Diversamente, Yorck (Segatz, ndr) si ispira maggiormente alle band epic metal, preferisce l’heavy classico. E infine, a chiudere, troviamo pure Toni Merkel, il nostro batterista che, tra le altre cose, è anche un ottimo chitarrista: lui proviene dalla scena death ed ha contribuito nella stesura di brani come “Trigger Discipline”, “A.W.T.F.” e “Taphephobia”. Capisci quindi che non abbiamo una regola ben precisa nello scrivere riff: se ci pensi bene inoltre, i Sodom sono nati come una band black metal, alla Venom o Celtic Frost per intenderci, non come quello che si è sviluppato in seguito.
Per cui di elementi che si intersecano nei vari brani Ce ne sono parecchi: da parte mia, che non sono un autore, ma solo un bassista, ho il compito di arrangiare le canzoni per riuscire ad agganciarci il testo nel modo migliore.
PARLIAMO UN ATTIMO DELLA TUA VOCE: CONOSCIAMO BENE IL TUO TONO GREVE E CRUDO. QUESTA VOLTA PERO’ CI SONO STATI MOMENTI IN CUI SEMBRAVI ANCOR PIU’, PASSACI IL TERMINE, ‘DISPERATO’ TANTO CHE NEL PEZZO “TRIGGER DISCIPLINE” SEMBRAVA DI ASCOLTARE IL TOM ARAYA DI QUALCHE ANNO FA.
– Ci sono un paio di canzoni in cui metto un po’ di screaming e, forse sì, in quel caso il tono assomiglia leggermente a quello di Tom Araya. Ma riesco a cantare con tono simile a quello di Cronos, o fare il growling, come in una band death metal.
Ricordo che non riuscivamo a decidere quale fosse la voce migliore per una canzone e allora abbiamo realizzato tre o quattro versioni diverse; poi però siamo partiti prima dal mixaggio decidendo quale fosse la voce migliore per il ritornello, quale andasse meglio per le strofe.
Insomma, sono fortunato a riuscire a destreggiarmi in questo modo, e anche la band ne guadagna. La gente dice che io sia il miglior cantante thrash metal in Germania: Mille dei Kreator è leggermente diverso dal mio modo di cantare, Schmier ha una voce molto alta, intonata; mi piace molto Gerre dei Tankard, lui è più un urlatore.
Io riesco a fare tutto anche perché, per esempio, con il progetto Onkel Tom, facendo canzoni schlager (basato su canzoni popolari, con arrangiamenti semplici, più orecchiabili, ndr) devi saper cantare in modo più melodico, hai delle linee di canto ben precise. Credo quindi di essere un buon cantante: la gente mi chiede cosa faccio per mantenere una voce simile; in realtà non faccio nulla. Sto ancora fumando, non ho bisogno di riscaldamento o di bere del té prima di uno spettacolo. Piuttosto mi bevo un bicchierino di Jack Daniel’s, che mi fa stare più tranquillo.
TOM, IN VISTA DELLA PAUSA DALLE ATTIVITA’ LIVE, DOVENDO SCEGLIERE ALL’INTERNO DI UNA DISCOGRAFIA DI DICIOTTO ALBUM, QUALI I SONO I CINQUE DISCHI CHE ANDRESTI AD ASCOLTARE CON PIU’ PIACERE?
– Il mio album preferito è sicuramente “Get What You Deserve” ma anche il successivo “Masquerade In Blood” è un buonissimo album.
In realtà mi piacciono tutti: per esempio un disco molto sottovalutato è “Epitome Of Torture”, e un altro tra i miei preferiti è “Code Red”. Ma sinceramente non mi va di fare confronti, amo album dei Sodom.
Qualcuno mi ha chiesto se ritengo “Agent Orange” il miglior disco dei Sodom: ma non puoi paragonare “Agent Orange” a “Better Off Dead” per esempio! Sono album completamente diversi, con chitarristi completamente diversi, ognuno con il proprio stile. Ogni album ha avuto la sua storia, per cui lo trovo ingiusto metterli a confronto: “Agent Orange” è un’altra cosa rispetto a “Persecution Mania” il quale è diverso da “Obsessed By Cruelty”. Come fai?
ANDANDO OLTRE I SODOM, COSA ASCOLTI SOLITAMENTE?
– In realtà ho sempre troppe cose da fare che non ho molto tempo per ascoltare altra musica. Tuttavia, ultimamente utilizzo molto YouTube: possiedo un giradischi e altre cose qui con me, ma capita ogni tanto di utilizzarlo; è semplice ed immediato per trovare qualcosa d’interessante.
L’altro giorno per esempio mi sono ascoltato “Troops Of Tomorrow” dei The Exploited: è uno degli album che preferisco di quel periodo (siamo nel 1982, ndr), mi piace molto. Per cui, a conti fatti, finisco sempre per ascoltare qualcosa della vecchia scuola. Ricevo ogni tanto alcune riviste come Rock Hard, Deaf Forever e altre cose, e a volte ci sono dei CD per ascoltare altre band più recenti: ho trovato un paio di gruppi meritevoli ma non riesco a dirti il nome, anche perché sono veramente troppe le band che ogni fottuto mese escono con un album.
Se fossi un fan del metal oggi, come negli anni ’80, non avrei i soldi per comprare tutta questa roba. Quindi, da una parte penso che ci sia una nuova generazione che sta crescendo, e questo l’ho notato anche nei concerti dei Sodom.
Solo che una volta, mi è successo di parlare con una ragazzina di undici anni che indossava un giubbotto con le toppe di Sodom, Hellhammer, Venom, Motorhead. Le ho chiesto perché non ascoltasse le band moderne, come gli Arch Enemy. Mi rispose che le odiava e che preferiva i gruppi storici degli anni ’80. Cosa vuoi che ti dica?
ULTIMA DOMANDA TOM: DOVE TI TROVEREMO DUNQUE QUESTA ESTATE?
– A casa, nel mio distretto di caccia. È lì che potete trovarmi: a rilassarmi, niente musica, con lo smartphone rigorosamente spento. Immerso nel verde, a godermi la natura, il canto degli uccelli e, se capita, a sparare a qualche capriolo o cinghiale.
SEI UN BUON TIRATORE?
– Sono un ottimo tiratore, perchè ho dei buoni fucili, con delle ottiche eccellenti. Vado spesso al poligono di tiro per testarli: voglio essere sicuro che spari perfettamente, che tutto funzioni. Perchè quando sparo ad un animale, voglio ucciderlo direttamente; non voglio essere un pessimo tiratore facendolo soffrire. Quando sparo, non c’è più.