SODOM – Una passione chiamata guerra

Pubblicato il 29/11/2021 da

Sorpassato (non proprio indenne) il decennio di fine millennio, il thrash metal ebbe a vivere una seconda giovinezza proprio sul finire degli anni ’90 e l’inizio del Duemila. Band storiche quali Exodus, Testament, Kreator e Slayer sfornarono album che diedero nuova linfa al genere, riportandolo, se non a pieni livelli comunque in buona parte, ai fasti di un tempo. Tra coloro che diedero una spinta importante a questa seconda ondata thrash ci furono sicuramente i Sodom: con “Code Red” prima (1999) ed “M16” poi (2001) il gruppo di Gelsenkirchen, capitanato da Tom Angelripper, si riconfermò come una delle pedine inossidabili all’interno del panorama metal più granitico e bastardo, rialzando così l’asticella qualitativa della propria proposta. Oggi, a distanza di vent’anni, è proprio il secondo dei due album menzionati a venir celebrato con una speciale edizione targata BMG. Di questa importante iniziativa, dei nuovi Sodom, degli ex membri e di altro ancora ne abbiamo parlato direttamente con il leader maximo della band, Onkel Tom. Buona lettura!

CIAO TOM E BENTORNATO TRA LE PAGINE DI METALITALIA.COM, ERA PARECCHIO TEMPO CHE NON SCAMBIAVAMO DUE PAROLE CON TE. A PROPOSITO DI TEMPO: SEMBRAVA IERI QUANDO TU, INSIEME A BOBBY E BERNEMANN, REGISTRASTE “M16” E INVECE SONO GIA’ TRASCORSI VENT’ANNI. UN ALBUM DIVENUTO ORMAI UN CLASSICO DELLA VOSTRA CARRIERA, TANTO DA VENIR CELEBRATO OGGI CON UN’EDIZIONE SPECIALE. 2001-2021: COME GIUDICA QUESTO DISCO TOM ANGELRIPPER?
– Fammi dire innanzitutto che questi vent’anni più che trascorsi sono letteralmente volati. Bernemann alla chitarra, Bobby alla batteria: posso solamente aggiungere che “M16” è un album semplicemente eccezionale. E’ stato l’ultimo disco registrato con Harris Jones come produttore e tecnico del suono. Ricordo con piacere anche tutte le operazioni a corredo della preparazione dell’album, compreso il viaggio che facemmo in Vietnam, prima della pubblicazione dell’album stesso, per avere più notizie sulla guerra che si combatté in quelle zone. Ricordo la successiva tappa a Bangkok, in Thailandia, per una prima sessione d’ascolto del disco: l’etichetta discografica mandò una cinquantina di giornalisti da diversi paesi solo per ascoltarlo. Fu un’esperienza davvero grandiosa e piacevole. Come hai detto tu, “M16” è un classico della nostra discografia tanto che ancora oggi proponiamo alcuni suoi brani durante gli show. Sono orgoglioso quindi che la BMG abbia rispolverato questo album dal nostro catalogo con l’idea di rimasterizzarlo. Per sincerità non sono mai stato un grande fan della ‘rimasterizzazione’; ho sempre preferito i lavori originali tuttavia “M16” non era mai stato rilasciato su vinile prima d’ora e così sono ben contento di questa operazione.

“M16” COME PRIMA “AGENT ORANGE”: IL TEMA DELLA GUERRA, IN PRIMIS QUELLA DEL VIETNAM, TORNA SPESSO ALL’INTERNO DEI VOSTRI ALBUM. DOV’E’ NATA LA ‘PASSIONE’ NEI CONFRONTI DI QUESTO CONFLITTO?
– Ero un ragazzino quando all’interno dei vari telegiornali passavano notizie riguardanti la guerra del Vietnam e ricordo che chiedevo ai miei genitori cosa stava succedendo in questa guerra tra la grande America e un paese così piccolo come il Vietnam. Era il 1979 invece invece quando vidi per la prima volta un film sul tema: era “Deer Hunter” (“Il Cacciatore” in Italia, ndr) con Robert De Niro. Il primo di una lunga serie di film che mi hanno poi ispirato nella scrittura delle varie canzoni. Ispirazione che ovviamente è rimasta intatta pure per “M16”: quando ci siamo trovati per stendere i pezzi non era nostra intenzione realizzare un concept album, ma alla fine tutti i brani richiamano quel conflitto. Siamo quindi andati in Vietnam per parlare con i veterani di guerra ed avere ulteriori informazioni così da poter completare i testi. Volevamo inoltre organizzare alcuni show proprio a Saigon ma le autorità locali bloccarono tutto: il sistema politico vietnamita, infatti, non permetteva alle band occidentali, americane o tedesche per esempio, di suonare da loro; abbiamo avuto anche dei problemi proprio con i testi delle canzoni in quanto li ritenevano troppo filoamericani. Tieni conto, inoltre, che la scena metal in Vietnam era una sorta di tabù: esisteva ma era nascosta nell’underground; era quindi difficile proporre concerti simili in quel territorio.

ENTRANDO NEI DETTAGLI DI “M16” C’E’ UN BRANO CHE PREFERISCI PIU’ DI ALTRI? “NAPALM IN THE MORNING” E’ ORMAI UN MUST ALL’INTERNO DEI VOSTRI SHOW, “AMONG THE WEIRDCONG” E’ UNA MAZZATA SUI DENTI, COSI’ COME “I AM THE WAR”. QUAL E’ LA TUA PREFERITA?
– Guarda, tra tutte, le mie preferite sono “Little Boy” e “Genocide”. Mi piace molto anche “I Am The War” proprio per la sua estrema velocità. Non solo: con la band stiamo valutando di portare on stage altri brani dell’album rispetto a quelli suonati con più frequenza, vedi per esempio “Napalm In The Morning”. Potremmo anche toglierla sai? Come la stessa “M16” inserendo “Little Boy” e “Genocide” oppure “Marines” che, tra le altre cose, non abbiamo mai proposto dal vivo. I nuovi componenti della band vorrebbero suonare parecchi pezzi dei nostri vecchi album; il problema è che, con il prossimo, arriveremmo a venti dischi prodotti e scegliere una scaletta che riesca a coprire quest’arco di lavoro è davvero difficile.

A PROPOSITO DEL VIAGGIO IN VIETNAM, L’EDIZIONE DELUXE DELL’ALBUM, USCITA PROPRIO IN QUESTI GIORNI, CONTIENE UN LIBRO CON DIVERSE NOTE RELATIVE ALLA GENESI DI “M16” E ALLA VOSTRA ESPERIENZA NEL PAESE DEL SUD-EST ASIATICO. QUALI SONO I RICORDI PIU’ VIVIDI DI QUELL’ESPERIENZA?
– Ah, ce ne sono parecchi e fortunatamente quando abbiamo fatto quel viaggio siamo stati seguiti dal nostro amico, nonché tour manager, Manni Eisenblatter. Manni in quel periodo era anche fotografo ed editore di Metal Hammer e seguì i Sodom in questa avventura, se così possiamo chiamarla. E’ stato lui a collezionare una serie incredibile di fotografie, alcune delle quali inedite, e, soprattutto, è stato lui a scrivere l’intera storia che potete trovare nel libro visto che si era appuntato ogni singolo episodio di quei viaggi. Da parte mia ho diversi ricordi ma il suo contributo è stato fondamentale per metterli in fila, realizzando un qualcosa che, credo, farà piacere ai fan della band. Ripeto, non sono un amante di queste operazioni ma in questo caso, vista anche la mole di materiale archiviato, devo ammettere che è stato fatto un ottimo lavoro.

TOM, I VOSTRI ALBUM, I VOSTRI TESTI, LA VOSTRA IMMAGINE: DICEVI PRIMA CHE PER “M16″ CI SONO STATI PARECCHI PROBLEMI NELL’ORGANIZZARE CONCERTI IN VIETNAM PER LA DELICATEZZA O LA ‘PERICOLOSITA” DI CERTI TEMI AFFRONTATI COME PUO’ ESSERE APPUNTO QUELLA DELLA GUERRA. ARGOMENTI CHE SPESSO HANNO PORTATO LA CRITICA ED ANCHE ALCUNI FAN A FRAINTENDERE IL VOSTRO PENSIERO IN MERITO. PER CUI, QUAL E’ LA TUA IDEA A RIGUARDO?
– Io odio la guerra e mi piacerebbe credere di poter vivere in un mondo libero, pacifico, ma sappiamo tutti che purtroppo non è così. Purtroppo abbiamo sempre avuto diversi problemi relativi ai nostri testi con le conseguenti accuse, soprattutto a livello personale, di essere nazisti o fascisti: guarda per esempio cos’è avvenuto in merito ad un nostro show previsto per il prossimo anno in Finlandia (in occasione dell’edizione 2022 dello Steelfest, ndr) quando avremmo dovuto suonare insieme ad alcune black metal band di estrema destra.

ECCO TOM, COS’E’ AVVENUTO ESATTAMENTE IN QUELLA SITUAZIONE?
– Il nostro obiettivo è sempre stato quello di suonare ovunque; una situazione che, diciamo, è diventata più pressante nell’ultimo periodo visto che erano due anni che eravamo praticamente fermi, senza alcuna entrata economica. Il promoter del festival arrivò quindi con il flyer recante line-up completa delle band che si sarebbero esibite, tra cui i Venom Inc. ed altri gruppi ‘regolari’ (“regular band” le parole testuali di Tom, ndr). In elenco vi erano tuttavia anche altre band legate al mondo nazista, come i Satanic Warmaster. Da qui abbiamo ricevuto parecchie critiche, soprattutto sui social; personalmente non conoscevo nemmeno quella band ed altre che venivano citate nei vari post di accusa. Alla fine, su pressione delle case discografiche, abbiamo cancellato lo show. Ripeto: non sono fascista e tantomeno lo sono i Sodom, non posso tuttavia fare delle ricerche su tutte le band che suonerebbero in un festival. Tornando alla tua domanda precedente, ti confermo che quello dell’errata interpretazione delle nostre intenzioni è un problema che spesso torna. La mia passione per la guerra riguarda fondamentalmente l’aspetto storico: quando ero ragazzino mio nonno mi raccontava storie relative alla prima Guerra Mondiale, mostrandomi foto. Sono cose che non dimentichi, soprattutto in giovane età: mi interessa la storia e la guerra fa parte di essa. Una passione, un interesse che ho riversato nei miei testi, nelle mie canzoni: non troverai mai nessuna opinione politica ma solo la descrizione degli eventi. Non sono articoli di giornale ma canzoni e mi dispiace che certe persone fraintendano fermandosi magari alla sola immagine senza cercare di leggere i testi cercando di capire il vero significato.

TOM, “M16” ARRIVO’ IN UN MOMENTO IN CUI IL THRASH METAL, DOPO UN PERIODO IN CUI SEMBRAVA AVER ORMAI PERSO MORDENTE, TORNO’ PREPOTENTEMENTE IN AUGE; ED IL MERITO VA ATTRIBUITO ANCHE AL VOSTRO ALBUM E ALLA FORMAZIONE CHE LO REALIZZO’: TU, BERNEMANN E BOBBY.
– Tutto vero: in quegli anni il thrash, pur essendo sempre vivo e vegeto, rialzò la voce. Ricordo un fantastico tour con Destruction e Kreator, una thrash metal reunion durante la quale ebbi la conferma che i fan erano ancora affamati di questo genere. E’ stato un momento speciale per il thrash ed “M16” fu l’album giusto al momento giusto, ottenendo il meritato successo.

VENIAMO AI GIORNI NOSTRI: E’ NATA UNA NUOVA ERA DEI SODOM CULMINATA CON L’OTTIMO “GENESIS XIX”. UNA NUOVA LINE-UP CHE VEDE UN MIX VINCENTE TRA PASSATO, TU E FRANK, E PRESENTE, TONY MERKEL E YORCK SEGATZ. COSA PUOI DIRMI A RIGUARDO?
– Sono veramente contento di avere nuovi ragazzi nella band, specialmente il nuovo batterista (Tony Merkel, il quale si è occupato direttamente della rimasterizzazione di “M16”, ndr). È veloce, perfetto ed è anche un buon produttore; il miglior batterista che puoi trovare in Germania: interessato in toto ai Sodom, alla musica, alla produzione, al vecchio catalogo. Penso, in generale, che l’attuale line-up dei Sodom sia la migliore degli ultimi anni: non voglio mettere in discussione chi c’è stato prima; Bernemann ha suonato nei Sodom per vent’anni, è un buon amico ma questa, come hai detto, è la nuova era dei Sodom, con due chitarre che, soprattutto dal vivo, hanno un suono migliore e con le quali possiamo suonare anche altre canzoni. Non vediamo l’ora di partire con le prossime attività: abbiamo un paio di canzoni pronte per il nuovo album e stiamo valutando cosa proporre per il 2022; non so se la SPV ha intenzione di produrre un altro box simile a quello di “M16”. Da parte sua “Genesis XIX” contiene dell’ottimo materiale; purtroppo è uscito in un periodo terribile. Cercheremo di migliorarci ancora, suonando per il metal perché alla fine è questo ciò che vogliamo fare.

ERANO IN PROGRAMMA ANCHE DEGLI SHOW SPECIALI PER CELEBRARE I TRENT’ANNI DI “AGENT ORANGE”? VERRANNO IN QUALCHE MODO RECUPERATI OPPURE, PER MOTIVI CHE TUTTI CONOSCIAMO, E’ STATO ORMAI TUTTO MESSO DA PARTE?
– Non saprei proprio, non credo che riusciremo a rifare una cosa simile anche perché nel frattempo è uscito del nuovo materiale con l’ovvia progettazione di nuovi passi. Per Agent Orange siamo riusciti giusto a fare una data prima della pandemia: cosa dire? E’ stato fantastico tuttavia non avrebbe avuto senso fermarsi a quel programma live. Tra l’altro, non sono mai stato un super fan di “Agent Orange”: contiene buonissime canzoni ma penso che abbiamo fatto lavori migliori. Capisco però che la gente lo apprezza molto e vive emozioni particolari quando portiamo live alcuni suoi brani.

PARLANDO DI PROGETTI, COME PROSEGUE LA TUA ATTIVITA’ NELLE VESTI DI ONKEL TOM?
– Oh al momento è tutto in standby; non abbiamo grosse novità in merito. A causa del coronavirus la priorità è sui Sodom, sperando che tutti gli impegni previsti si possano mantenere.

IL PROSSIMO NOVEMBRE (l’intervista è stata effettuata nel mese di ottobre, ndr) USCIRA’ IL NUOVO ALBUM DEGLI EXODUS. SAPPIAMO CHE PURE GLI OVERKILL SONO IN PROCINTO DI RILASCIARE IL NUOVO DISCO, STESSO DISCORSO PER I KREATOR. COSA PENSI RIGUARDO A QUESTA ETERNA GIOVENTU’ DI QUESTE STORICHE BAND?
– Posso solo provare piacere. Fanno parte come dici della storia del thrash ed è bellissimo ogni volta vederli all’opera. Siamo stati in tour con gli Exodus tre anni fa ed è stato fantastico: sono sempre stato un fan degli Exodus! Bisogna avere rispetto per queste band, per la loro attitudine: hanno iniziato parecchi anni fa e sono ancora on the road, sono ancora attive e in grado di offrire ottimi show. Grandi band, come gli stessi Death Angel: quando abbiamo la possibilità di suonare a un festival insieme a loro e ci divertiamo sempre.

UNA DOMANDA CHE CIRCOLA SPESSO TRA I FAN E’ LA SEGUENTE: MA UNA VOLTA CHE QUESTE BAND ANDRANNO IN PENSIONE…?
– Chi verrà dopo di loro? Nessuno potrà sostituirle: guarda i Motorhead per esempio. Chi può sostituirli? Nessuno! Finiranno i Venom: qualcuno potrà sostituirli? Replicarli? Assolutamente no. Ma è così che funziona: apriamo le porte per le giovani band. “That’s the way of life, the Mortal Way Life!” (risate, ndr).

SEMPRE A NOVEMBRE USCIRA’ IL SECONDO ALBUM DEI BONDED “INTO BLACKNESS”, BAND IN CUI MILITANO GLI EX SODOM BERNEMANN E MAKKA. COSA PENSI DI QUESTO NUOVO PROGETTO?
– Mi fa piacere vedere che sia Bernemann che Makka siano ancora attivi nel campo della musica. Bernemann è un ottimo chitarrista e un grande songwriter così come Makka è una batterista molto bravo. E’ comunque thrash metal, anche se personalmente non è tanto nelle mie corde soprattutto dal punto di vista vocale. Rispetto comunque le loro scelte e ciò che hanno deciso di portare avanti, con passione e divertimento, elementi fondamentali nella musica.

PER CHIUDERE TOM: COSA PREVEDE IL FUTURO DEI SODOM?
– C’è sempre qualcosa da fare: stiamo scrivendo del nuovo materiale, preparando il prossimo anno per celebrare al meglio i quarant’anni di carriera sperando ovviamente che la situazione generale torni in qualche modo alla normalità.

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