Spiace stroncare così un disco, ma il nuovo album dei Soilwork è un lavoro pressoché ridicolo per chi scrive. Spiace ancora di più quando il gruppo in questione lo si è amato davvero in passato, e spiace anche perché il mio interlocutore, il cantante Bjorn “Speed” Strid, nel corso dell’intervista che vi apprestate a leggere, si è dimostrato un ragazzo molto simpatico e disponibile. Purtroppo “Figure Number Five” rappresenta per me il punto più basso dell’ancora giovane carriera del sestetto svedese, ultimamente sin troppo attratto da sonorità soft per i miei gusti e così easy listening da risultare quasi imbarazzante a chi era abituato ad ascoltare composizioni splendide come le varie “Millionflame”, “Sadistic Lullabye” o “Grand Failure Anthem”. A meno di improbabili cambi di rotta in futuro, la discografia dei Soilwork per me si chiude qui. Mi auguro solo che questa svolta sia partita dai loro cuori e non dal portafogli! Bando comunque a queste cose più o meno marginali, tuffiamoci ora nell’analisi di questa controversa opera. La parola a Bjorn…
CIAO BJORN, PER INIZIARE VORREI FARTI LA DOMANDA CHE PIU’ MI SORGE SPONTANEA: QUANDO AVETE COMPOSTO I BRANI PER QUESTO “FIGURE NUMBER FIVE”? AVETE PUBBLICATO “NATURAL BORN CHAOS” NEMMENO UN ANNO FA, SIETE ANDATI IN TOUR NEGLI USA ED IN EUROPA… SEMBRA INCREDIBILE CHE SIATE DI NUOVO QUI!
“Lo scorso anno è stato molto intenso per i Soilwork, come hai detto tu siamo stati in tour negli Stati Uniti, in Europa e anche in Giappone. Nei tempi morti tra questo e quell’altro tour ci è però venuto spontaneo iniziare a scrivere del nuovo materiale per il nuovo album. Un cosa che ci ha esaltati e allo stesso tempo ispirati è stata registrare ‘Natural Born Chaos’ con un grande quale Devin Townsend: pensa che subito dopo aver finito di registrare quel disco Peter, il nostro chitarrista, è venuto da noi dicendoci che aveva già pronti altri tre nuovi brani! Penso che man mano che prendi confidenza con il tuo strumento e man mano che cresce l’affiatamento con i tuoi compagni ti venga tutto più spontaneo e semplice…o, almeno, così è stato per noi!”.
HAI NOMINATO DEVIN TOWNSEND… ONESTAMENTE MI ASPETTAVO CHE LA VOSTRA COLLABORAZIONE CONTINUASSE ANCHE SU QUESTO DISCO, MA NON E’ STATO COSI’. COSA E’ ACCADUTO?
“A dire il vero glielo abbiamo chiesto, ma Devin era in tour in quel periodo e non aveva proprio il tempo di produrre il nostro nuovo disco. Tutto sommato non è stata neanche una cosa troppo negativa, dopo la pubblicazione di ‘Natural Born Chaos’ ci sono piovute addosso un sacco di critiche: molta gente diceva che il nostro cambiamento era dovuto al suo intervento e che noi ci eravamo fatti troppo influenzare. Oggi invece abbiamo dimostrato che tutto è sempre partito da noi e che non è stato certo Devin ad ‘obbligarmi’ ad usare le clean vocals in questo modo”.
AVETE COMUNQUE VARIATO ANCHE QUESTA VOLTA IL VOSTRO METODO LAVORATIVO. SO INFATTI CHE AVETE REGISTRATO IL DISCO IN TRE DIFFERENTI STUDI…
“Sì, abbiamo registrato la batteria nei Dug-Out studios con Daniel Bergstrand, produttore che ha conferito a questo strumento un suono più vivo e potente. Basso, chitarre e tastiere sono stati invece incisi nei Queenstreet Recordings, degli studi che si trovano ad Helsingborg, la nostra città. Per concludere, la voce e il mixaggio finale sono stati effettuati nei soliti Fredman studios, luogo dove avevamo già inciso i nostri vecchi lavori”.
“FIGURE NUMBER FIVE” MI E’ SEMBRATO DAVVERO TROPPO EASY LISTENING E MELODICO… MI SPIACE, MA DEVO DIRTI CHE NON MI E’ PIACIUTO QUASI PER NULLA…
“Senza dubbio il nuovo album è più melodico dei precedenti, però penso che sia anche un poco più pesante di ‘Natural Born Chaos’. Inoltre è senza dubbio più intenso, vario e dinamico di quest’ultimo. Comunque mi spiace che non ti piaccia tanto… spero che col tempo tu possa cambiare idea!”.
SPERIAMO, ANCHE SE MI SEMBRA DIFFICILE! COMUNQUE, QUALI PENSI CHE SIANO I PROGRESSI PIU’ EVIDENTI CHE AVETE COMPIUTO RISPETTO AD UN ANNO FA?
“Penso che con il nuovo album abbiamo semplicemente migliorato ed ampliato tutte le cose più interessanti che erano contenute sul lavoro precedente. Le vocals sono incredibilmente migliorate, sono molto più versatili e catchy…mi sono stupito di me stesso! Un altro grande miglioramento penso sia da rintracciarsi nelle tastiere. Il nostro nuovo tastierista è molto dotato e ha introdotto nel nostro sound moltissimi nuovi effetti, sono molto più varie che in passato. Dimenticavo… un’altra grande differenza è che ora le clean vocals appaiono anche nelle strofe e non solo nei ritornelli… tutto è più diversificato e imprevedibile!”.
CHE COSA SIGNIFICA IL TITOLO? POTRESTI INOLTRE ILLUMINARMI SULLA FIGURA PRESENTE IN COPERTINA?
“Il concept che sta dietro le lyrics dell’album è l’assenza di libertà e l’oppressione che molti soggetti subiscono dai loro governi e dalla società. Ci vorrebbero tutti uguali, stereotipati ed inoffensivi, incapaci di parlare e di esprimere opinioni… delle anonime figure in pratica! Il disco è un viaggio attraverso questo schifoso aspetto della nostra società, di cui più o meno siamo tutti vittime. La copertina è strettamente connessa al titolo: rappresenta il nostro simbolo che viene quasi interamente coperto da dei rami, quasi seppellito…la stessa cosa che fa la società con certe persone”.
VORRESTI ORA FARE UN BREVE TRACK BY TRACK IN MODO DA SINTETIZZARE MEGLIO IL CONTENUTO MUSICALE DEL NUOVO ALBUM?
Rejection Role: “E’ stata una delle prime canzoni che abbiamo composto per quest’album. E’ molto catchy ed orecchiabile, un’ottima opener ed un ottimo singolo. Ne abbiamo fatto anche un video”.
Overload: “E’ il brano che preferisco, è molto groovy e il ritornello è molto atmosferico”.
Figure Number Five: “Forse il pezzo più brutale che abbiamo composto negli ultimi anni. Abbiamo dimostrato a tutti che siamo ancora in grado di suonare certe cose. Non è veloce, ma molto pesante”.
Stangler: “Un altro dei mie brani preferiti. Il ritornello è molto bello ed originale e il testo è molto intenso, ne sono molto orgoglioso”.
Light The Torch: “Un ottimo pezzo, molto melodico e con un ritornello pop, lo riascolto spesso”.
Departure Plan: “Questo pezzo lo abbiamo scritto circa tre anni fa. E’ un pezzo molto rock e melodico, è molto diverso da quanto fatto da noi in passato ma è sempre 100% Soilwork!”.
Cranking The Sirens: “Ha una strofa molto intensa e un altro bel ritornello pop. Credo che nel complesso resti però un brano heavy”.
Brickwalker: “Un altro ritornello da cantare, il pezzo è incentrato su questo!”.
The Mindmaker: “Questa canzone potevamo chiamarla anche ‘Black Star Deceiver 2′! E’ davvero simile al pezzo presente sul nostro penultimo lavoro, forse è un po’ più melodico però!”.
Distortion Sleep: “Un pezzo rock’n’roll dal ritornello coinvolgentissimo, una vera party song, perfetta per una festa!”.
Downfall 24: “Forse il primo brano che abbiamo composto per il nuovo cd, molto groovy ma anche atmosferico”.
PENSO CHE SARAI D’ACCORDO CON ME SUL FATTO CHE LA VOSTRA MUSICA ORA NON PUO’ PROPRIO PIU’ ESSERE DEFINITA THRASH O DEATH METAL. TU COME LA DEFINIRESTI SE PROPRIO DOVESSI TROVARE UNA DEFINIZIONE?
“Ovviamente non suoniamo più né death né thrash, però credo che i miei testi abbiano ancora qualcosa in comune con quelli tipici di questi generi. Comunque ora credo che tu possa definirci solo una metal band, forse moderna ed atmosferica, ma sempre metal!”.
E IN FUTURO COME CREDI CHE VI EVOLVERETE?
“Musicalmente non lo so, penso che proseguiremo su questi binari però… scriveremo sempre la musica che ci viene dal cuore. Dal canto mio voglio però migliorare ancora come cantante melodico, studiare soluzioni diverse e rendere la mia voce ancora più versatile”.
QUALI RITIENI CHE SIA L’ASCOLTATORE MEDIO DEI SOILWORK?
“Domanda difficilissima! Penso che sia qualcuno a cui piace il metal melodico ed atmosferico, qualcuno che apprezza il power metal, band come i Linkin Park e magari che non disdegna cose tipo i Dimmu Borgir o il death metal… non lo so proprio, mi hai fatto una domanda troppo difficile (ride, nda)!”.
QUALI SARANNO LE VOSTRE PROSSIME MOSSE? SO CHE UN TOUR CON I CHILDREN OF BODOM E’ ALLE PORTE…
“Sì, saremo in tour con loro tra aprile e maggio. Poi prenderemo parte ad alcuni festival estivi tra cui il vostro ‘A Day At The Border’, saremo negli USA a luglio e infine penso che riusciremo ad andare in tour da headliner dopo l’estate… come vedi di sicuro non pubblicheremo un album nuovo il prossimo anno!”.
QUALI SONO ORA I VOSTRI OBIETTIVI COME BAND?
“Migliorare come musicisti, accrescere il nostro seguito ed esplorare nuovi territori musicali”.
COME PROCEDE INVECE IL TUO SIDE PROJECT TERROR 2000?
“Al momento è tutto fermo, abbiamo qualche pezzo pronto ma è un po’ presto per parlare di un nuovo album. Posso però dirti che a breve terremo il nostro primo concerto: in Giappone con i Destruction… non vedo l’ora!”.
OK BJORN, CREDO POSSA BASTARE, GRAZIE PER L’INTERVISTA!
“Grazie a te, un saluto ai nostri fan italiani, ci vediamo presto”.