SOLSTAFIR – Il cielo d’Islanda

Pubblicato il 26/11/2014 da

 

Gli islandesi Sólstafir, dopo il relativo successo commerciale e quello meno relativo di critica specializzata conseguito dopo la pubblicazione di “Svartir Sandar”, erano attesi al varco dalla release del nuovo lavoro “Ótta”. L’album è ormai fuori da una manciata di mesi e le aspettative sembrano esser state tutte rispettate, grazie ad un disco che, sebbene non esattamente al 100% metallico, colpisce per abilità compositiva, eleganza mista a ruvidità e capacità di creare atmosfere uniche e per certi versi d’opposta origine. Proprio come ci si aspetterebbe da una band nativa delle loro parti, geograficamente contenenti tutto ed il contrario di tutto. Come alla precedente tornata su questi stessi schermi, l’interlocutore ai nostri microfoni è il batterista Gudmundur ‘Gummi’ Oli Palmason, loquace quanto basta per farci comprendere qualcosa in più del nuovo disco di questa formazione d’elite…

Solstafir - intervista - 2014

CIAO ‘GUMMI’, E’ UN PIACERE RIAVERE I SÓLSTAFIR SU QUESTE PAGINE! SONO PASSATI QUASI TRE ANNI DA “SVARTIR SANDAR”, IL VOSTRO FANTASTICO PENULTIMO ALBUM, UN LAVORO CHE VI HA APERTO DIVERSE PORTE E PROCACCIATO TANTI NUOVI FAN. PUOI BREVEMENTE RIASSUMERCI IL PERIODO TRASCORSO TRA QUEL DISCO E QUEST’ULTIMO? COS’AVETE COMBINATO?
“Be’, è stato sicuramente un periodo molto pieno di avvenimenti per noi. Direi che la maggior parte del tempo l’abbiamo trascorso in tour, per promuovere a dovere ‘Svartir Sandar’. Ci siamo fermati a fine agosto del 2013 e ci siamo poi presi tre mesi per scrivere ‘Ótta’. Il 1° dicembre 2013 siamo entrati in studio e siamo stati rinchiusi per due mesi. Abbiamo poi ripreso a fare concerti e lo scorso maggio è partita la stagione estiva dei festival, che solo ora sta terminando. E in previsione abbiamo il nostro nuovo tour europeo”.

VENENDO ALLA REALIZZAZIONE DEL NUOVO “ÓTTA”, QUAL ERA IL VOSTRO UMORE INIZIALE? AVEVATE DELLE IDEE BASE FIN DA SUBITO O LA COMPOSIZIONE SI E’ AFFIDATA ESCLUSIVAMENTE ALLA VOSTRA ISPIRAZIONE DEL MOMENTO?
“Noi non decidiamo mai a priori come un nostro prossimo lavoro debba suonare. Ci chiudiamo semplicemente nella nostra sala prove e vediamo cosa viene fuori. Qualche volta ci piace paragonarci a delle antenne radio: raccogliamo i segnali che galleggiano attorno a noi nell’etere e li filtriamo attraverso le nostre influenze”.

HO TROVATO DAVVERO INTERESSANTE E AFFASCINANTE IL CONCEPT CREATO PER “ÓTTA”. TI VA DI SPIEGARCI COME SIETE RIUSCITI A CREARE OTTO PERFETTE CANZONI VISIONARIE PER OGNI PERIODO DI TRE ORE CHE COMPONE UN GIORNO? E…REGISTRARE IN ISLANDA DURANTE DICEMBRE E GENNAIO, DURANTE IL LUNGO INVERNO NORDICO, VI HA AIUTATO IN QUESTO SENSO?
“(purtroppo, alla prima parte di questa domanda, ‘Gummi’ non risponde molto esaurientemente…, ndR) Sì, qui in Islanda dicembre e gennaio sono mesi assolutamente carichi di neve e l’inverno scorso non ha fatto eccezione. Il fatto di essere isolati in studio nel periodo più ghiacciato dell’anno ha certamente aiutato per il mood delle canzoni. E’ possibile vedere alcune foto delle registrazioni sulla nostra pagina Facebook”.

RIGUARDO I SUONI E LA PRODUZIONE SCELTI, INVECE: PENSO CHE L’ALBUM SIA TANTO ELEGANTE QUANTO CRUDO; FORSE PIU’ PULITO CHE IN PASSATO MA ANCORA CON UN FORTE SPIRITO ‘GARAGE’; C’E’ PARECCHIO CONTRASTO TRA PIANOFORTE, FUGHE AMBIENT E CAVALCATE HARD-ROCK. COME AVETE PROCEDUTO IN MERITO? SIETE SODDISFATTI DEL RISULTATO OTTENUTO?
“Certamente, crediamo che il disco suoni in modo perfetto! Volevamo ottenere un sound molto organico ed oscuro, un suono senza tempo. Mi rendo conto che è molto lontano dai dischi metal del giorno d’oggi, ma nulla suona meglio dei lavori retrò che richiamano i Seventies. Diciamo quindi che suona come ‘Ótta’ e non somiglia a nient’altro”.

“ÓTTA” E’ UN DISCO CHE HA BISOGNO DI DIVERSI PASSAGGI PER ESSERE COMPLETAMENTE CAPITO E ASSIMILATO; NONOSTANTE CIO’, IN MODO OPPOSTO, L’INTERA ATMOSFERA CHE PERMEA IL LAVORO EMERGE IN FRETTA. NON SAPREI DIRE, PERO’, SE QUESTO MOOD GENERALE ABBIA EFFETTI POSITIVI O NEGATIVI SULL’ASCOLTATORE, CHE SI TROVA DEL TUTTO SCHIAVO DI QUESTO TRASCORRERE DI ORE E MINUTI CHE POI E’ IL CONCEPT. COSA PENSI DI QUESTA RIFLESSIONE?
“Penso tu abbia ragione. Il nostro nuovo disco non è un album allegro o felice, ma non lo trovo neanche depresso o triste. Vedi, noi non siamo una doom metal band, in quanto non indugiamo in eterno in uno spettro emozionale cupo e deprimente. Ma credo anche che ci sia della bellezza nella tristezza e suppongo sia questo feeling dolceamaro che ci attira così spesso e in modo prepotente verso di sé”.

LA MUSICA DEI SOLSTAFIR E’ PRESSOCHE’ UNICA, ADESSO. PER CUI DIVENTA DIFFICILE DESCRIVERLA IN MODO APPROPRIATO. E’ METAL MISCHIATO AL ROCK, POST-ROCK CHE DECLINA NELL’AMBIENT, FOLK ASSIEME AD UN’ATTITUDINE CRUDA. SO CHE NON E’ MOLTO IMPORTANTE PER VOI DARE UNA DEFINIZIONE A QUELLO CHE SUONATE, MA SE DOVESSI AFFASCINARE UN POTENZIALE ASCOLTATORE, QUALI PAROLE USERESTI?
“Mi piacerebbe poter dire ‘i Solstafir sono qualcosaqualcosa’, come funziona per gli Obituary e il death metal, gli Slayer ed il thrash metal e i Darkthrone ed il black metal. Se noi avessimo quel ‘qualcosaqualcosa’, allora sì che la gente non ci chiederebbe tutte le volte quale musica suoniamo e noi non staremmo a perdere tanto tempo nel futile tentativo di spiegarlo”.

IN “ÓTTA” AVETE AGGIUNTO ALLE VOSTRE ABILITA’ INDIVIDUALI UNA BELLA SERIE DI STRUMENTI ‘ESTERNI’ ALLA BAND, ALCUNI DI QUESTI PERALTRO NON NUOVI AI SOLSTAFIR: UN QUARTETTO D’ARCHI, MOLTO PIANOFORTE, UN BANJO ED UN ORGANO HAMMOND, SE RICORDO BENE. QUANDO E PERCHE’ AVETE DECISO DI PROVARE A SPERIMENTARE IN MANIERA COSI’ MASSICCIA?
“L’organo Hammond in realtà lo usiamo dai tempi di ‘Köld’, quindi non è una novità. Anche il pianoforte venne usato in precedenza, addirittura ai tempi di ‘Í Blóði og Anda’, il nostro debutto; ma la differenza con allora è che oggi abbiamo usato il piano per scrivere alcuni pezzi, non solo come arrangiamento a posteriori. Il banjo è saltato fuori da solo, quasi per caso: un giorno Sæþór (Sæþórsson, chitarra, ndR) è arrivato alle prove con questo giro di chitarra molto country, che sulle prime non abbiamo preso molto sul serio, ridendoci sopra; poi però Addi (Aðalbjörn Tryggvason, voce e chitarra, ndR) ha ribassato la sua chitarra su A e ha controbilanciato quello schizzatissimo suono, facendoci capire che solamente un banjo poteva suonare quelle note; abbiamo così controllato cosa diceva la regola 101 del Libro delle Regole Metal, ‘si può usare un banjo in un brano heavy metal?’…no, non possiamo? Perfetto, allora si fa! Per il quartetto d’archi, invece…era qualcosa con cui volevamo lavorare da parecchio tempo, ma alla fine non trovavamo mai un vero spazio, nei nostri brani, in cui poter inserire delle partiture classiche. Così questa volta abbiamo coscientemente lasciato dello spazio apposta per l’arrangiamento degli archi. Abbiamo avuto gli Amiina ad aiutarci, che hanno fatto un lavoro eccezionale!”.

COSA CI PUOI DIRE DEL COVER ARTWORK E DELL’APPROCCIO LIRICO DI “ÓTTA”? ESISTE UN LINK FRA I DUE?
“Be’, volevamo usare le immagini di Ragnar Axelsson (RAX) fin dalle registrazioni di ‘Köld’. Siamo tutti grandi fan delle sue opere. Le sue fotografie colgono davvero benissimo l’essenza spirituale dell’Islanda, quel qualcosa che noi cerchiamo di riflettere nella nostra musica; per questo crediamo che la musica dei Solstafir e le foto di Ragnar siano un ottimo abbinamento”.

QUALCHE MESE FA (ERA IL 29 GIUGNO) AVETE DICHIARATO CHE SUONARE DAL VIVO IN PAESI QUALI L’ITALIA, LA SPAGNA E IL PORTOGALLO AVREBBE POTUTO ACCADERE SOLO TRAMITE L’AIUTO E IL PASSAPAROLA DEI FAN LOCALI, IN QUANTO LE SOMME OFFERTEVI NON VI PERMETTONO DI RIENTRARE DAI COSTI DEL TOUR. E’ UNA DICHIARAZIONE FORTEMENTE ONESTA, TIPICA DELLE BAND CHE NON VOGLIONO COMPROMETTERE LA LORO INTEGRITA’ ARTISTICA SVENDENDO LA QUALITA’ DELLA LORO MUSICA. COME VANNO LE COSE ORA? E’ CAMBIATO QUALCOSA NEL FRATTEMPO?
(La risposta è giunta molto tempo prima che la band partisse per un lungo tour europeo e nord-americano, a fine ottobre)
“Ti spiego com’è la cosa, che non vale solo per le nazioni che hai citato, ma anche per qualsiasi altra regione del mondo in cui dovesse accadere. Se vuoi vedere un gruppo suonare nel tuo paese o nella tua città, lo devi far sapere. Spesso ci viene chiesto se abbiamo problemi a suonare in questa o quella nazione, e la nostra risposta è sempre la stessa, ovvero ‘no, nessun problema, ci piacerebbe suonare lì’. Ci piacerebbe suonare in ogni singolo stato del mondo, a dire il vero…ma l’amara realtà è che andare in tour costa un sacco di soldi e alla fine della fiera ci sono l’affitto da pagare e i figli da mantenere. Quindi, cosa potete fare voi, fan, in tutto ciò? Fate sentire la vostra voce nella scena locale, dite che volete vedere questa o quella band, che non aspettate altro che venga annunciata la data di apertura vendite per i biglietti…e vedrete che i promoter locali forse faranno qualcosa. Noi, come band, possiamo fare pochissimo se i promoter locali non sono al nostro fianco; oltretutto anche loro hanno affitti da pagare e figli da mantenere, non possono rischiare di pagare un gruppo affinché venga a suonare se nessuno poi compra il biglietto. L’intera scena musicale è un carrozzone in cui è difficile riuscire a vivere decentemente, nessuno o pochi diventano ricchi; però le band che vogliono farsi il culo faranno di tutto per venire dalle vostre parti a suonare, se voi in quanto fan avrete la volontà di far accadere ciò”.

RINGRAZIANDOTI MOLTO PER LA DISPONIBILITA’, ‘GUMMI’, TERMINO L’INTERVISTA CON UNA DOMANDA STUPIDA: DOVE VEDI I SOLSTAFIR NEL 2020? TORNATI ALLE ORIGINI PAGAN-VIKING METAL O PIU’ SIMILI AD ARTISTI COME I SIGUR ROS, PARLANDO DI VOSTRI CONTERRANEI?
“Nessuna delle due ipotesi: staremo partecipando, in veste di support band, al tour di reunion dei Duran Duran…”.

 

2 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.