Le ambizioni dei Sonata Arctica sono in costante ascesa: dopo le ammiccanti partiture power degli esordi, efficaci, ma un tantino derivative e addirittura un po’ forzate, la band finlandese ha saputo con gli anni imprimere la propria personalità sulle canzoni diventando una delle più brillanti realtà in ambito heavy rock – o melodic metal, se preferite – del momento. L’uscita del nuovo atteso disco “The Days Of Grays” ci è sembrato un ottimo motivo per testare il polso della band, in trepidazione non solo per l’uscita del nuovo album ma anche in virtù di un imponente tour ormai alle porte.
CIAO HENRIK, C’E’ GRANDE ATTESA E CURIOSITA’ PER QUESTO NUOVO “THE DAYS OF GRAYS”, DOPO L’IMPORTANTE SVOLTA E GRANDE PASSO AVANTI DEL PRECEDENTE “UNIA” COSA CI DOBBIAMO ASPETTARE QUESTA VOLTA?
“Ciao a tutti, per questo nuovo lavoro abbiamo cercato di combinare le sonorità di ‘Unia’ con partiture che riguardano il vecchio stile dei Sonata Arctica. Volevamo creare un mix tra il progressive di recente assimilazione con le strutture più semplici e lineari degli esordi”.
QUALI SONO IN QUESTO MOMENTO GLI OBIETTIVI CHE I SONATA ARCTICA SI SONO POSTI?
“Per il momento attendiamo l’uscita del nuovo disco ed i primi responsi, ma tra non molto ci sarà da pensare al tour. Ancora una volta ci imbarcheremo in un massiccio tour mondiale, pensa che questa volta suoneremo concerti in tutto il mondo per almeno due anni interi”.
POTRESTI RACCONTARCI QUALCOSA RIGUARDO IL PROCESSO DI SONGWRITING E REGISTRAZIONE DEL NUOVO “THE DAYS OF GRAYS”?
“Innanzitutto ci siamo trovati tutti insieme in sala prove nel mese di febbraio per iniziare a lavorare sui demo che Tony (Kakko il cantante), ci aveva precedentemente inviato. Dopo un processo di arrangiamento ed assemblaggio delle varie idee di circa due mesi eravamo ormai pronti per le registrazioni che sono avvenute in studi differenti. In conclusione abbiamo mixato il tutto presso i Finnvox Studios ad Helsinki con Mikko Karmila”.
“THE DAYS OF GRAYS” E’ PER CASO UNA SORTA DI CONCEPT ALBUM?
“Pur non essendomi occupato direttamente dei testi, posso dirti che ‘The Days Of Grays’ non si può definire un vero e proprio concept album, tuttavia è pur vero che molte liriche riguardano tematiche vagamente dark che ben si adattano alle atmosfere create dalla musica, ed in questo senso esiste una seppur leggera connessione tra di esse”.
E’ INTERESSANTE L’IDEA CHE AVETE AVUTO DI CHIUDERE IL DISCO RIPRENDENDO LE MELODIE DELLA PRIMA TRACCIA STRUMENTALE, POTRESTI RACCONTARCI QUALCOSA IN PIU’ DI QUESTA SCELTA?
“In effetti come hai giustamente notato l’ultima canzone riprende a livello strumentale le note dell’introduzione iniziale, tuttavia per la versione finale abbiamo pensato a qualcosa di più completo e definitivo con l’aggiunta delle parti vocali completamente assenti nell’intro. L’idea è stata quella con ‘Everything Fades To Gray’ di andare a chiudere il cerchio per un finale perfetto”.
IN PASSATO AVETE PUBBLICATO UN SACCO DI MATERIALE COMPRENDENTE COVER MA ANCHE TANTE VERE E PROPRIE CANZONI NUOVE DI ZECCA ESCLUSIVAMENTE PER IL MERCATO GIAPPONESE. NON AVETE MAI PENSATO A RACCOGLIERLE TUTTE PER UNA FUTURA RELEASE EUROPEA?
“Sì, effettivamente il materiale per il mercato giapponese è sempre molto ricco, tuttavia posso dirti che questo tipo di operazione potrebbe avvenire in un futuro, anche se ad essere sincero non ne abbiamo mai discusso, pertanto credo che a breve non ci sarà nulla sotto questo aspetto”.
IN QUESTO SENSO RICORDO UNA CANZONE MOLTO PIACEVOLE INTITOLATA “THE REST OF THE SUN BELONGS TO ME”. COSA PENSI DI QUESTO BRANO? CREDI CHE POSSA ESSERE INSERITO IN UNA FUTURA SETLIST?
“Penso che ‘The Rest Of The Sun Belongs To Me’ sia una buona canzone, personalmente la trovo molto divertente da suonare, però allo stesso tempo ad oggi l’abbiamo suonata solo un paio di volte nella tournée del 2003 in Giappone; difficile quindi che un pezzo così poco conosciuto possa essere inserito stabilmente in una setlist, la vedo dura in questo senso per la scaletta del nuovo tour”.
LO SCORSO ANNO AVETE PUBBLICATO LE RISTAMPE DEI VOSTRI PRIMI DUE ALBUM “ECLIPTICA” E “SILENCE”, POTRESTI SPIEGARCI IL SIGNIFICATO DI TALE OPERAZIONE?
“E’ stata una cosa partita dalla nostra etichetta che mi pare tutto sommato interessante dal momento che ormai sono passati un po’ di anni dalla loro pubblicazione originale, inoltre queste nuove versioni sono state completamente rimasterizzate ed arricchite da materiale extra, risultando oltremodo piacevoli per chi ha scoperto la band da poco tempo”.
QUALI SONO I PAESI IN CUI PER VARI MOTIVI PREFERISCI ESIBIRTI DAL VIVO?
“Sinceramente non ho preferenze in questo senso, in generale devo dire che mi piace moltissimo suonare in posti nuovi dove non ho mai suonato prima, tuttavia ci sono un sacco di località dove tornare a suonare è sempre un enorme piacere, per cui mi risulta realmente difficile menzionare un paese in particolare”.
LA MUSICA DEI SONATA ARCTICA PARE SIA MOLTO APPREZZATA DA RAGAZZI DALL’ETA’ MEDIA PIUTTOSTO BASSA, ALMENO A GIUDICARE DALLA PARTECIPAZIONE NEI CONCERTI ITALIANI, QUALE PENSI POSSA ESSERE IL MOTIVO?
“Veramente non avevo mai fatto caso a questo particolare, credo comunque che gran parte del rock sia rivolto ai ragazzi, quindi persone con età media piuttosto bassa appunto, poi ovviamente il discorso cambia per gruppi come i Rolling Stone ad esempio…”.
AVEVI ACCENNATO NELLA PARTE INIZIALE DELL’INTERVISTA AD UN TOUR ALLE PORTE… VUOI PRESENTARCI LE DATE ITALIANE IN CHIUSURA?
“Certo, nel tour mondiale non poteva mancare l’Italia, suoneremo un’unica data a Milano il 25 novembre se non ricordo male, spero di vedervi numerosi come nella precedente occasione! Salute a tutti voi, ci vediamo presto”.