SOULFLY – Back to the primitive

Pubblicato il 27/07/2010 da

Max Cavalera quasi non si riconosce: seduto al tavolino del suo tour bus, con l’aria condizionata al massimo, l’icona dell’heavy metal beve una Coca Cola ghiacciata e si riempie la bocca di orsetti gommosi, ingrassata in maniera evidente e con una gestualità simile a quella di un bambino troppo cresciuto. E’ davvero un po’ così, soprattutto quando lo vediamo scherzare con una vuvuzela donata dall’adorata Gloria, moglie, manager e un po’ mamma, nello stesso modo in cui Sharon si cura di Ozzy. Da lì a poco gli occhi dell’uomo si illuminano nel parlare dei figli, così veniamo a conoscenza dell’amorevole padre di famiglia. Allo stesso tempo si notano i segni sul volto, i denti mancanti nell’arcata inferiore, i tatuaggi sbiaditi, e parlando di thrash vecchia scuola e di musica emerge la leggenda. Max Cavalera è ancora tra noi, prolifico e ispirato, pronto a donare ai suoi fan quello che sa far meglio, con la stessa umiltà, passione e onestà che l’ha sempre contraddistinto…

LA PRIMA COSA CHE SI NOTA IN “OMEN” E’ LA TOTALE ASSENZA DI PERCUSSIONI TRIBALI O STRUMENTI STRAMBI: TI SEI  STANCATO DI SPERIMENTARE?
“Di sicuro ci siamo presi una pausa. Volevo un disco diretto, che si legasse alle origini di thrash, metal e hardcore, quindi ho pensato di lasciare da parte ogni tipo di ‘viaggio’ musicale verso destinazioni esotiche, creando un album totalmente privo di fronzoli e sperimentazioni, quasi una novità per i Soulfly”.

‘OMEN’ SUONA ANCHE MOLTO VELOCE, THRASH E BRUTALE. E’ STATO FATTO COSI’ DI PROPOSITO?
“Si. Io e Mark adoriamo quel tipo di sonorità, abbiamo gli stessi gusti, i nostri gruppi preferiti sono ancora Celtic Frost, Slayer, Exodus, Possessed, Dark Angel, Massacre, Morbid Angel, Sick Of It All. Questa è la musica che ascoltiamo, e il disco è un riflesso dell’amore per quello stile di musica, che abbiamo voluto naturalmente incorporare nel mondo dei Soulfly. Abbiamo iniziato con ‘Dark Ages’, continuando su ‘Conquer’ e anche attualmente su ‘Omen”.

TI VA DI RACCONTARCI DELLA COLLABORAZIONE CON TOMMY VICTOR DEI PRONG E GREG PUCIATO DEI THE DILLINGER ESCAPE PLAN?
“Tommy ha aperto per un recente tour dei Soulfly: guardarlo suonare tutte le sere è stata una bella esperienza, ho pensato quindi di invitarlo in veste di ospite sul nostro nuovo album. Penso che le nostre voci leghino bene sulla canzone, veniamo entrambi dalla scena dei tardi anni ’80/primi ’90, abbiamo già fatto un tour assieme nel lontano 1994, aprendo per i Pantera, è un grande artista e ha fatto un ottimo lavoro su ‘Lethan Injection’. Per quanto riguarda Greg la storia è completamente diversa, non era previsto finisse sull’album, è stata una decisione improvvisa: l’ho visto a uno show dei Deftones, gli ho chiesto di venire a cantare sull’album, lui ha detto ‘certo!’, ho risposto ‘vieni venerdì!’ ed è così che è successo. Tutti sono rimasti sorpresi, anche io stesso. Ho chiamato mio figlio, che è un grande fan dei The Dillinger Escape Plan, e gli ho detto ‘Indovina chi sta per collaborare coi Soulfly?’. Li ho scoperti grazie a mio figlio, mi piace soprattutto il loro ultimo album, sono musicisti incredibili che sanno suonare molti stili diversi, mi piace chiamare  la loro musica ‘chaotic metal’”.

PERCHE’ HAI SCELTO DI SCRIVERE UN TESTO SU JEFFREY DHAMER? TI SEI APPASSIONATO ALLE SUE VICENDE?
“All’inizio non avevo pensato a lui, ma a Charles Manson. Molti però hanno già parlato di lui, tutti hanno visto la sua faccia sulle maglie di Axl Rose, e nei testi di mille altri artisti. Ho cercato quindi qualcosa di più malsano, di più fottuto. Jeffrey Dhamer è un cannibale! Ho visto un documentario su di lui, mi sono documentato ampiamente. Dhamer non incolpa la sua famiglia per esser diventato un pazzo psicopatico: ha avuto un’infanzia normale, è di una famiglia ordinaria, il padre non è mai stato alcolizzato né ha mai molestato lui o i suoi familiari, sua madre non era una puttana, la sua malvagità è salita completamente dal nulla. E’ pazzesco come degli atti del genere possano essere scaturiti da una persona che ha vissuto una vita normale, senza influenze particolarmente negative. Un altro fatto mi ha fatto scegliere lui come soggetto: anni fa suonai con i Sepultura al Milwakee Metal Fest, nei giorni in cui Dhamer fu scoperto ed arrestato. Il giorno di quel concerto un fan regalò a mio fratello Igor la ricevuta del frigorifero dove quel pazzo criminale conservò la carne umana di cui era tanto ghiotto! Un pezzo che non molti possono vantare nella propria collezione!”.

HAI SCELTO DI LAVORARE CON LOGAN MADER PER LA SECONDA VOLTA…
“In realtà è la terza, con lui registrammo anche una cover di ‘Beautiful People’ di Marilyn Manson, per una compilation del magazine Kerrang!. Il risultato fu ottimo, conobbi Logan come persona e come produttore, è stato il chitarrista dei Machine Head fino al 1999, ora è diventato davvero bravo come ingegnere del suono. Per questo gli ho affidato il debutto dei Cavalera Conspiracy e ho deciso di continuare la collaborazione con ‘Omen’. E’ facile lavorare con un professionista del genere, è facile trovare il suono che voglio, molto più facile che trovarlo con uno sconosciuto”.

A MIO PARERE GLI ASSOLI DI MARK SONO I MIGLIORI CHE LUI ABBIA MAI SCRITTO PER I SOULFLY, CONTINUA A DIMOSTRARE DI ESSERE UN GRANDE CHITARRISTA. PENSI CHE MERITI PIU’ RIFLETTORI PUNTATI SU DI LUI?
“Ho tentato di spingerlo più che ho potuto, gli ho dato ‘il posto’ nei Cavalera Conspiracy perché so quanto vale, è un chitarrista fantastico, e sta continuando a migliorare costantemente. Anche dal vivo è un performer eccezionale, si muove moltissimo e ha una presenza invidiabile sul palco. Mi piacerebbe vederlo di più sui magazine specializzati, sui giornali di chitarra vedo moltissima gente che vale la metà di Mark, chitarristi che lui si mangerebbe a colazione. Penso che col tempo arriverà anche questo traguardo, è ancora giovane”.

I SUOI ASSOLI SONO IMPROVVISATI O PREPARATI IN PRECEDENZA?
“Ci lavora per molto tempo. Ci spende ore, a volte sta alzato fino alle tre del mattino, perché vuole che ogni singola nota sia al suo posto. Una volta mi sono fermato in studio per guardarlo fino a tarda ora, e ti giuro che non mi accorgevo nemmeno di quelli che per lui erano errori di esecuzione. ‘Sicuro di aver mancato una nota? Non ho sentito assolutamente!’ ma lui si rimetteva subito a registrare daccapo, 2, 3, 5, 10 volte, finchè era tutto perfetto”.

CHE PESO HA AVUTO IL RESTO DEL GRUPPO NELLA SCRITTURA DEI PEZZI?
“Scrivo le bozze di tutte le canzoni prima di entrare in studio, su un quattro piste. Tutti poi aggiungono la propria abilità come musicisti: la bozza diventa canzone, poi aggiungiamo i testi, i ritornelli i bridge, si modifica l’inizio e la fine di ogni brano, Mark aggiunge eventuali assoli, e il pezzo è finito”.

PERCHE’ REGISTRARE UNA COVER DI “REFUSE/RESIST”, SE DI COVER POSSIAMO PARLARE?
“Non l’ho scelta io, l’ha scelta mio figlio Zyon, che suona la batteria su quel pezzo. Gli ho lasciato scegliere e ha scelto quella… per me è stato molto semplice da riproporre!”.

ANCHE L’ARTWORK DEL DISCO E’ MOLTO INTERESSANTE: SI NOTA FACILMENTE COME LE SETTE FIGURE RAPPRESENTINO I SETTE PECCATI CAPITALI, SULLA COPERTINA DEL VOSTRO SETTIMO CAPITOLO DISCOGRAFICO. C’E’ QUALCHE COLLEGAMENTO CON ‘GUERRE STELLARI’, DAL MOMENTO CHE I PERSONAGGI ASSOMIGLIANO MOLTISSIMO AI TUSKEN (O SABBIPODI, CHE APPAIONO NEGLI EPISODI I, II E IV)?
“Sono opera di David Ho, uno degli artisti che ha lavorato con George Lucas alla creazione dell’universo di Star Wars. Vengono proprio da lì, ho visto alcuni schizzi di Ho su un libro e ho deciso di contattarlo per l’artwork del disco, sono rimasto affascinato da questa gente mascherata e vestita con abiti che li fanno assomigliare a sacerdoti. Gli ho chiesto di farne sette, uno per ogni peccato capitale e uno per ogni album dei Soulfly, come rappresentazione dell’Omen. David ha cambiato leggermente l’estetica dei personaggi, ma l’ispirazione è sicuramente quella. Adoro il suo stile, lo trovo iconico”.

AL GODS OF METAL SIETE HEADLINER DEL SECONDO PALCO: TI PIACE AVERE UN CONTATTO STRETTO COL PUBBLICO?
“E’ sicuramente meglio. Ieri sera abbiamo suonato come headliner al Graspop Metal Meeting. E’ stato uno show enorme, ma a una distanza tale dal pubblico è difficile stabilire un contatto con la gente. Continuo a preferire i concerti più intimi, sono più reali”.

SII ONESTO: SPERI ANCORA IN UNA REUNION DEI SEPULTURA?
“Ci spero, si. Continuo a sperarci. Un sacco di gente vuole vedere i Sepultura dal vivo, i miei figli sono tra questi, tutto il mondo vorrebbe assistere a questa reunion e penso sia una cosa da fare fino a che siamo tutti vivi… Paulo ha un piede nella fossa ma non conta (ride, ndR)!!! Sarebbe una bella cosa, i Sepultura erano speciali, hanno regalato alla gente della grande musica e hanno segnato un periodo speciale, la formazione classica è speciale, ascoltare di nuovo le nostre canzoni suonate da tutti noi sarebbe bellissimo. Continuo a provarci, ci sono andato vicino ad inizio 2010, continuerò a provarci in futuro”.

SEI UN GRANDE APPASSIONATO DI CALCIO, COSA PENSI DELLA PESSIMA FIGURA DELLA NAZIONALE ITALIANA?
“Mi spiace moltissimo, l’Italia è la mia seconda squadra preferita, mio padre è italiano quindi tifo Brasile e Italia”.

…E CHE MI DICI DELLE VUVUZELA? LE TROVEREMO NEL PROSSIMO ALBUM DEI SOULFLY?
“Oh no! Ne ho già una (e la indica in un angolo del tour bus, ndR), me l’ha regalata Gloria, ma il suono che emette è davvero fastidioso, dovrebbero vietarle. I giocatori si lamentano del frastuono, sembra di avere una mosca gigante perennemente sopra lo stadio… pazzesco”.

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