Max Cavalera va a fuoco: da tempo immemore non è così ispirato e prolifico, e tutto ciò che possiamo fare è goderne prima che l’autodistruzione, legata all’eccessivo entusiasmo, lo freni bruscamente. Dopo quella bomba di “Inflikted” infatti, il brasiliano è tornato a timbrare il cartellino con la band per cui lavora a tempo pieno, sfornando però uno dei capitoli migliori del dopo Sepultura. Ancora sorridente (e che sorriso, considerato che gli sono saltati parecchi denti!) per aver ritrovato il fratello perduto, Metalitalia.com ha il piacere di saltare sul tour bus di Max appena prima della sua memorabile esibizione all’Evolution Festival 2008, partecipando ad una esclusiva tavola rotonda con pochi membri della stampa. Eccone il resoconto!
QUESTA VOLTA LA TUA ESPLORAZIONE MUSICALE TI HA PORTATO FINO IN EGITTO…
“Sono stato in Egitto per 10 giorni, e lì come in altri i paesi esteri la gente è molto amichevole, ma è difficile creare una sintonia nel fare musica, quindi ho provato e riprovato, inizialmente con un musicista jazz, ma la cosa non ha funzionato a dovere. Forse è un bene che le cose andarono male col senno di poi, probabilmente non era il musicista adatto ad apparire nell’album. E’ accaduto quindi che una jam non prevista e non organizzata finisse sul disco, amalgamandosi perfettamente e risultando nettamente migliore, seppur improvvisata. L’Egitto mi ha ispirato a più livelli: la copertina dell’edizione limitata del disco raffigura una piramide di teschi”.
IN POCHI MESI HAI PUBBLICATO ‘INFLIKTED’ CON I CAVALERA CONSPIRACY E IL SESTO ALBUM DEI SOULFLY: COME MAI TUTTA QUESTA FRETTA?
“E’ successa la stessa cosa di quando uscirono ‘Chaos A.D.’ (Sepultura – settembre1993) e ‘Point Blank’ (Nailbomb – marzo 1994). Sono momenti di grande ispirazione in cui la gente, soprattutto Gloria, si accorge che scrivo molto e mi spinge ad andare in studio a registrare. Dopo aver completato ‘Inflikted’ sentivo di avere ancora molto da buttar fuori sotto forma di musica, e se avessi aspettato un anno probabilmente l’energia e la motivazione sarebbero svanite. E’ una cosa che posso fare ogni quindici anni: sono diventato quasi pazzo, mi sento ancora sconvolto, tendo a confondere quale pezzo è su quale disco, se un riff è Conspiracy o Soulfly! C’è anche da considerare che i Cavalera Conspiracy sono nati due anni fa, quindi per il pubblico la distanza tra i due dischi appare sicuramente minore… ai tempi dei Nailbomb mi fecero le stesse identiche domande, oggi dopo 15 anni sono felice di aver pubblicato i due lavori vicini, aspettando non avrei catturato le stesse vibrazioni”.
PENSI CHE IL PROGETTO CAVALERA CONSPIRACY ABBIA INFLUENZATO ‘CONQUER’ IN QUALCHE MANIERA?
“E’ accaduto in entrambe le direzioni. ‘Dark Ages’ ha influenzato ‘Inflikted’: parlando con Iggor mi disse che aveva apprezzato moltissimo quel disco, e avrebbe voluto seguire quella direzione con i Conspiracy. Per quanto riguarda i Soulfly penso che l’influenza maggiore si sia materializzata nella batteria: Joe, pesantemente ispirato da Iggor, ha alzato il livello qualitativo delle sue prestazioni in maniera davvero apprezzabile, sono stato felicissimo nel constatarlo”.
PARLIAMO DEL TITOLO DELL’ALBUM: ‘CONQUER’. CONQUISTA DI COSA?
“Conquista di tutto quello che vuoi, è un titolo aperto, come ‘Arise’, è una parola corta e pregna di significato. Mi piace che la gente può darle una sfumatura differente usando la propria immaginazione. Forse tra qualche anno avrà un significato diverso anche la mia stessa interpretazione di quella parola”.
COME TI E’ VENUTA L’IDEA DI COINVOLGERE DAVID VINCENT DEI MORBID ANGEL?
“Sono moltissimi anni che volevo collaborare con lui, dai tempi di ‘Primitive’. L’idea originale era di fare una canzone con David e Chuck dei Death, ma dopo aver ospitato Tom Araya (Slayer) pensai di rimandare. Sfortunatamente Chuck ci ha lasciato, ma David è stato felicissimo di collaborare, regalando una prova fantastica: ho apprezzato soprattutto la parte finale della canzone, dove non sarebbe dovuto comparire nessun cantato – doveva essere una parte da mosh – Dave mi chiese di poter cantare, e accettai di buon grado di modificare i piani dopo aver sentito i risultati!”.
UN PEZZO MOLTO PARTICOLARE DI ‘CONQUER’ E’ ‘DOOM’: LO CONSIDERI UN TRIBUTO AI MAESTRI DEL DUB GIAMAICANI?
“Si, soprattutto nella parte finale del pezzo. E’ stato davvero difficile incastrare il lato sperimentale con la canzone, che è molto pesante, è un cambiamento radicale. Potremmo considerarla una ‘Bring It – parte seconda’, qualcosa che ho già fatto ma in un’incarnazione maggiormente estrema e profonda. Ci sono voluti molti anni per rendere appieno quello che avevo in mente, un mix bilanciato di dub e musica pesante”.
PENSI CHE I SOULFLY SARANNO CARATTERIZZATI SEMPRE DA SPERIMENTAZIONI ETNICHE, MENTRE I CAVALERA CONSPIRACY RESTERANNO INQUADRATI SUL METAL/HARDCORE?
“Non deve essere necessariamente così. Tento di mantenere coerente l’attitudine di una band e allo stesso tempo di non ripetermi. Prendiamo come esempio ‘Blood Fire War Hate’: è un’opener come mai i Soulfly ne hanno avute, non abbiamo mai messo un pezzo così veloce in apertura, e già questa è una novità. E’ possibile che esca un disco dei Soulfly, magari il prossimo, senza nessuna sperimentazione etnica, del tutto hardcore. Non seguo una procedura precisa, compongo e basta”.
IL TITOLO ‘TOUCHING THE VOID’ SEMBRA UN VERO E PROPRIO OMAGGIO AI BLACK SABBATH…
“In realtà è il titolo di un bellissimo documentario sull’alpinismo, sullo scalare le montagne. Racconta di queste persone che vanno sull’Himalaya attraversando posti pazzeschi, e la metà di loro muore seguendo quel traguardo, la cima più alta. Il titolo ‘Touching The Void’ mi ha colpito parecchio, portandomi a tenerlo come titolo per una canzone. Riascoltando la musica è di sicuro la canzone più Sabbathiana che ho mai scritto, dall’accordatura alla lentezza, soprattutto nella parte centrale. Ho chiesto a Joe di suonare sporco e diretto, senza stare troppo attento alla tecnica. Avrebbe potuto suonarlo meglio, ma lo volevo grezzo, come se fosse stato registrato nel 1969! ”.
QUALI SONO I TUOI PROGETTI NEL FUTURO PROSSIMO DEI SOULFLY?
“Abbiamo già girato il video di ‘Unleash’, ma al termine del tour dei Cavalera Conspiracy spero di riuscire a realizzare un secondo video per ‘Blood Fire War Hate’ – dove ovviamente parteciperà anche Dave Vincent, che si è dichiarato molto interessato alla cosa. Poi ovviamente inizieremo un lungo tour. Vorrei tornare in Italia e in Europa perché ‘Conquer’ è un album da suonare dal vivo, almeno al 90%. Spero di riuscire a partire già in ottobre, è bello suonare quando l’album è uscito da poco”.
E I CAVALERA CONSPIRACY?
“Ci prenderemo una pausa, di un anno, o di tre, non so davvero. Ne ho parlato con Iggor e abbiamo deciso di prenderla alla leggera, senza nessun piano sul lungo periodo. Il tour sta andando davvero bene, ma io e mio fratello guardiamo ai Cavalera in maniera molto underground, fregandocene, prendendo le cose come vengono e decidendo volta per volta. Magari i Cavalera saranno come i Nailbomb, per i quali è uscito un solo disco… chi lo sa? I Soulfly sono una vera band, con obiettivi, progetti, i Cavalera non sono nulla di tutto questo. Allo stesso tempo però è una cosa davvero speciale suonare con Iggor, come vedrete stasera c’è un feeling particolare”.
POSSIAMO SPERARE IN UN RITORNO DEI NAILBOMB?
“Spero di poter suonare di nuovo qualche pezzo dei Nailbomb con Alex, ma niente album. Ora è un produttore, ma non gli è mai piaciuto suonare, lui odia il pubblico. Se noi ci divertiamo, lui ne è completamente infastidito. Capirai che è molto difficile avere un personaggio del genere in una band, allo stesso tempo, però, è una cosa davvero punk (Ride, ndR)!! Ci sono molte canzoni che vorrei suonare e che non ho mai eseguito, come ‘World Of Shit’, ‘Vai Toma No Cú’ o ‘24 Hour Bullshit’, è successo solo una volta a Dinamo ed è un peccato mortale, quelle canzoni sono davvero potenti. Aspetterò Alex: quando mi dirà che è pronto a suonare davanti al pubblico lo faremo”.
IN QUESTO MOMENTO DI REUNION, NONOSTANTE I VOSTRI IMPEGNI, E’ POSSIBILE CHE AVVENGA UNA REUNION DEI SEPULTURA?
“Non ne ho proprio idea, è difficile dirlo. In questo momento è una cosa che non può accadere, ma in futuro chissà… se un paio di anni fa mi avessi chiesto se sarei tornato a suonare con Iggor ti avrei dato del pazzo, non ci parlavamo nemmeno. Mi piacerebbe una reunion con Jairo, e vorrei ridare visibilità a ‘Morbid Visions’, un disco che fu ingiustamente sottovalutato, più l’ascolto e più lo apprezzo. Noi stessi non abbiamo reso omaggio a quel lavoro in maniera appropriata, ma è davvero molto bello vedere che al giorno d’oggi molte band death metal lo citano come influenza. E’ un disco molto ruvido, e la mia collaborazione con Jairo è stata pazzesca”.
NON POSSIAMO NON CHIEDERTELO: COS’E’ SUCCESSO AI TUOI DENTI?
“Li ho rotti picchiandoli contro il microfono. Non ho potuto sistemarli perché erano danneggiati fino alla gengiva. Mi sono anche sfasciato un ginocchio facendo stage diving in Germania. Il trasporto che sento suonando con Igor è tale che non riesco a trattenermi, e quando questo succede finisco per farmi male, ma alla fine è ok, si può sistemare tutto!”.