Incontriamo Max Cavalera in occasione della data italiana dei Soulfly al Carroponte di Sesto San Giovanni, alle porte di Milano. Il bus della band ha avuto degli inconvenienti durante l’ultimo spostamento e l’arrivo nella location del concerto avviene con oltre tre ore di ritardo rispetto ai piani originali. Veniamo fatti salire sul tourbus, dove troviamo Max intento a guardare Karate Kid, seduto comodo davanti ad una tazza di caffè e armato di una quantità enorme di cioccolato.
MAX, SIETE GIUSTO A META’ DI QUESTO TOUR. COME LO VALUTI? E’ UN BUON TOUR QUESTO SECONDO TE?
“Certamente, molto buono. Abbiamo avuto molti ottimi show da headliner durante questo tour. Certo, a volte in piccoli club, ma anche questo ci sta. Abbiamo suonato in un paio di festival, come il Graspop, dove abbiamo diviso il palco con Korn, Twisted Sister, Helloween, Kreator e molti altri, ed abbiamo un paio di festival ancora per la prossima settimana, in Germania e in Polonia, più qualche data da headliner, poi abbiamo finito. Devo aggiungere che il fatto di essere in tour con gli Incite ed i Lody Kong è davvero una cosa che mi soddisfa molto”.
DEVE ESSERE MOLTO STRANO ESSERE IN TOUR CON LE BAND DEI TUOI FIGLI.
“Sì, all’inizio sì, ma poi fai l’abitudine anche a questo. È come andare in vacanza tutti assieme, tutta la famiglia, gli amici e anche gli amici dei figli. In passato tutti loro hanno trascorso molto tempo in tour con me, ma sempre come ospiti, mai come protagonisti. Incite e Lody Kong sono due band davvero valide, secondo me, e aspettare che qualcun altro desse loro l’occasione di mettersi in mostra quando posso farlo io direttamente, mi sembrava sciocco. Certo, non si possono fare bagordi, ma non ne avrei fatti comunque (ride, ndR), perchè ormai ho superato i quaranta da tempo, sono cresciuto, i miei unici vizi sono la musica e la famiglia. Questo sono io, un family man”.
MI DAI UN GIUDIZIO PIU’ APPROFONDITO SU LODY KONG ED INCITE?
“I Lody Kong, la band dei miei figli Igor e Zyon, è una band molto interessante. Mi ricordano molto i Nirvana, soprattutto per come Igor si pone a centro palco. Musicalmente sono molto grunge, ma duri al punto giusto. Per ora hanno all’attivo un solo EP, ma presto tireranno fuori un disco vero. Gli Incite di Richie invece sono molto più violenti, molto solidi come sound, più sulla linea dei Pantera, dei Lamb Of God, molto metal, e sono molto più avanti, visto che sono in giro dal 2004. Hanno all’attivo due album. Richie è molto in gamba come frontman e sa attirare su di se tutte le attenzioni del pubblico”.
QUALI ASPETTATIVE HAI PER IL CONCERTO DI STASERA?
“Davvero grandissime aspettative. Sono sempre eccitato quando devo suonare in Italia, io amo l’Italia. L’Italia è sempre stata molto generosa con me e la mia band, e sicuramente lo sarà anche questa volta. Dopotutto io ho sangue italiano, mio padre era italiano e le mie radici sono in Italia. Dove se non in Italia posso sentirmi a mio agio? Mi spiace solamente che il tragitto per arrivare qui abbia riservato dei problemi, tanto da farci arrivare molto in ritardo, solamente mezzora fa, e che dopo il concerto si debba ripartire subito per la Svizzera, così da non poter rimanere in Italia un poco di tempo”.
COME SCEGLI LE CANZONI DA INSERIRE IN UNA SETLIST?
“Scelgo quelle che piacciono maggiormente ai fan, altrimenti diventerei matto per assemblare una setlist. Abbiamo otto album all’attivo più uno in arrivo, e dobbiamo anche eseguire qualche pezzo dei Sepultura, di solito “Arise”, “Troops Of Doom”, “Roots Bloody Roots”, “Refuse/Resist”, perchè fanno parte del mio passato e perchè i fan li adorano. E ci sono anche i pezzi dei Nailbomb da tenere in considerazione. Le setlist fondamentalmente si tramandano da tour a tour. Quando trovi una setlist che ti sembra funzioni, la porti avanti al tour seguente, aggiungendo i pezzi nuovi ed eliminando quelli che ti sembra stiano diventando meno fondamentali”.
TUO FIGLIO ZYON ORA E’ UN MEMBRO VERO E PROPRIO DELLA BAND OPPURE SOLAMENTE UN TURNISTA?
“Zyon è con noi solamente in prestito. Non voglio si distragga dalla sua band. Non sarebbe stato giusto nei suoi confronti fargli scegliere i Soulfly sacrificando così i Lody Kong. Abbiamo avuto questa necessità e lui è stato lieto di unirsi a noi temporaneamente. Tra l’altro è un batterista eccezionale”.
NON HAI MAI PENSATO DI FARE ENTRARE TU FRATELLO IGOR NELLA BAND?
“No, non penso ci sia questa necessità. Igor è il batterista dei Cavalera Conspiracy, e credo questo gli basti come impegno. E poi preferisco tenere separate le due band, così da evitare il rischio che inizino a somigliarsi troppo dal punto di vista musicale, visto che comunque nei Cavalera Conspiracy suona anche Mark Rizzo, che riesce sempre e comunque ad imprimere il suo personale suono in ogni cosa stia suonando. Tra l’altro stiamo per preparare il nuovo album dei Cavalera Conspiracy che uscirà nella primavera del 2014”.
COSI’ TANTI ALBUM USCITI ED IN USCITA IN COSI’ POCO TEMPO. DOVE TROVI L’ISPIRAZIONE PER COMPORRE SEMPRE NUOVI PEZZI?
“Io trovo ispirazione giorno dopo giorno. Esco di casa e guardo la gente, guido la macchina e guardo la città, sto suonando su un palco e guardo i fan, accendo la tv e guardo ciò che succede nel mondo. Ogni cosa mi porta ispirazione. È molto più difficile trovare ispirazione per quanto riguarda i testi che la musica, perchè parlare ogni volta di qualcosa della quale non hai parlato prima è davvero difficile. Per il nuovo album ho scritto più di cento riff, per poi scegliere i tredici migliori sui quali lavorare”.
NON PENSI CHE CI SIA IL RISCHIO CHE TUTTI QUESTI LAVORI CHE PORTANO IL TUO NOME IN COSI’ POCO TEMPO POSSANO ANNOIARE I FAN?
“No, penso che i fan siano contenti che la mia fantasia e la mia creatività non si siano arenate con il tempo e gli anni. Sarebbe stato peggio se non avessi più avuto le motivazioni per proseguire da un certo punto in poi”.
OK, PARLIAMO SINCERAMENTE. TRA SOULFLY E CAVALERA CONSPIRACY CON GLI ALBUM CHE USCIRANNO A BREVE SAREMO A QUOTA SETTE ALBUM IN CINQUE ANNI. QUALCHE MALIGNO POTREBBE PENSARE CHE QUALCHE BRANO, ALL’INTERNO DI TUTTI QUESTI DISCHI, NON SIA BUONO AL CENTO PER CENTO MA INSERITO COME RIEMPITIVO.
“No, questo lo escludo a priori. Quando esce un disco, questo è composto di soli brani validi al 100%. Non pubblicherò mai una canzone che non mi convince del tutto. Io sono convinto della validità di tutti i brani che sono usciti con il mio nome in tutta la mia carriera”.
COSA MI DICI DEL VOSTRO NUOVO CONTRATTO CON LA NUCLEAR BLAST?
“Era il momento di cercarsi una nuova label, e la Nuclear Blast è subito apparsa come la migliore risposta alle nostre esigenze, e quella che ci offriva le migliori garanzie. Loro sanno cosa sia il metal, sanno come si lavora con le metal band, sanno quali siano le esigenze dei musicisti metal, hanno molta esperienza nel metal. È una label che lavora davvero bene e ci ha supportato molto sin dal primo istante. Siamo molto soddisfatti della scelta”.
E’ GIUNTO QUINDI IL MOMENTO DI PARLARE DEL VOSTRO NUOVO ALBUM, “SAVAGES”, CHE USCIRA’ IN AUTUNNO.
“Si chiamerà appunto ‘Savages’, ed uscirà in ottobre. Avrà un sound molto classico, e sarà molto più lento dell’ultimo ‘Enslaved’. ‘Enslaved’ è un album molto death metal e con ‘Savages’ vogliamo fare un passo indietro. Non voglio dire che ‘Enslaved’ non sia buono, anzi, come ti dicevo prima, io sono sempre molto soddisfatto di ogni cosa che produco. Solamente ‘Enslaved’ voleva essere un esperimento a questo punto della carriera dei Soulfly. ‘Savages’ sarà molto classico, con canzoni molto lunghe, della durata di sei o sette minuti ciascuna. Mark ha registrato davvero grandiose parti di chitarra per il nuovo disco e ne sono davvero felice. Poi ci saranno ovviamente degli ospiti, come da tradizione; per questo disco avremo Neil dei Clutch e Mitch dei Napalm Death, e stiamo lavorando per altre collaborazioni. Penso sarà davvero un disco forte nella discografia dei Soulfly, una specie di miscuglio tra ‘Soulfly’ e ‘Primitive’, ma con in più quel sapore thrash che aveva ‘Dark Ages'”.
PERCHE’ HAI DECISO DI LASCIARE LA PRODUZIONE DI “SAVAGES” A TERRY DATE?
“Terry è grandissimo. Nella sua carriera si è occupato di band con sound davvero esplosivi, come Pantera, Soundgarden, White Zombie, ed è davvero molto professionale. I dischi ai quali ha lavorato sono dei capolavori e ho sempre voluto che lavorasse ad un nostro album. Ci siamo incontrati più volte agli show dei Soulfly ed ogni volta ci siamo detti: ‘Un giorno dobbiamo lavorare a qualcosa assieme, un giorno dobbiamo fare qualcosa assieme’, e finalmente ciò è avvenuto. E’ stata una grande opportunità quella di averlo con noi”.
SUONERETE QUALCHE PEZZO DI “SAVAGES” STASERA?
“Uno solo, “Bloodshed”, il brano che apre l’album. I miei figli Igor e Richie canteranno questa canzone con me.”
I TEMI CHE TRATTI NEI TESTI SONO VARIATI MOLTO DA QUALCHE ALBUM A QUESTA PARTE, PASSANDO DA RELIGIONE, SPIRITUALITA’ A VIOLENZA E GUERRA. PERCHE’ QUESTA SCELTA?
“Si, è vero. I primi ‘Soulfly’ erano molto spirituali, e poi ‘Dark Ages’ è arrivato con un mood molto negativo, molto violento. I testi si sono modificati di conseguenza e lo stesso è avvenuto per ‘Omen’, ‘Conquer’ e soprattutto per ‘Enslaved’, che parla di schiavitù, un tema molto cool sul quale lavorare. Ora ‘Savages’ parlerà della condizione umana nel mondo attuale, dove ancora ci si uccide l’uno con l’altro, dove ancora si usa violenza. Semplicemente non ha senso avere testi spirituali con una musica così dura come quella che la band ha avuto da ‘Dark Ages’ in poi”.
TU SEI L’UNICO COMPOSITORE DEI SOULFLY E L’UNICO MEMBRO FISSO NELLA BAND. NON HAI MAI PENSATO DI PROPORTI DEFINITIVAMENTE COME ARTISTA SOLISTA, INVECE DI MEMBRO DI UNA BAND?
“All’inizio ci ho pensato, ma poi ho preferito questa formula. I Soulfly sono comunque una band, anche se con una formazione costantemente a tempo determinato. Quando un musicista entra nel gruppo, lo fa sapendo che non sarà nella band per sempre, ma finchè sarà nella formazione avrà tutti i diritti e i doveri che ho io, e si riesce comunque a creare un clima piacevole. Discorso differente è quello relativo a Mark, che ritengo importantissimo per la band, oltre che un vero amico, e finchè lo vorrà sarà della partita. Preferisco questa formula della band variabile a quella dell’artista solista.“.
SO CHE DEVE USCIRE UNA TUA BIOGRAFIA A BREVE.
“Sì, i contratti sono firmati e il lavoro di stesura dovrebbe essere terminato, quindi a breve dovrebbe uscire. Si intitola ‘A Boy From Brazil’, e contiene tutto quanto me stesso, dai momenti belli ai momenti brutti, dalla mia infanzia, dagli inizi con i Sepultura agli ultimi capitoli con i Soulfly, passando per il grande successo, la morte di Dana e tutto il resto. Se qualcuno vuole sapere qualcosa di me, in questo libro lo trova certamente. Credo che sia un libro veramente motivazionale, perchè la mia storia è particolare. I giorni della mia gioventù in Brasile sono stati davvero duri e il fatto che io ce l’abbia fatta, aiuta i lettori a credere che chiunque ce la possa fare. È come guardare Rocky in tv, solo che la mia storia è accaduta davvero”.
COSA NE PENSI DEI NUOVI MEDIA PER PROMUOVERE LA TUA BAND?
“Secondo me sono molto importanti, ma io sono negato, si occupa Gloria di tutto quanto”.
BUON SONGWRITING, BUONA TECNICA STRUMENTALE, BUONA PRODUZIONE, BUONA DISTRIBUZIONE; COSA TRASFORMA UN DISCO IN UN SUCCESSO?
“L’ispirazione, niente altro”.
SE DEVO ESSERE SINCERO C’E’ UN MOTIVO PER IL QUALE HO RICHIESTO IO QUESTA INTERVISTA; LA PRIMA VOLTA CHE SONO FINITO ALL’OSPEDALE DOPO UN CONCERTO E’ STATO IN OCCASIONE DELL’ESIBIZIONE DEI SEPULTURA A MILANO NEL LUGLIO 1994, DURANTE IL TOUR DI “CHAOS A.D.”
“Non ricordo, ma allora deve essere stato davvero un gran concerto!”
MAX, VUOI AGGIUNGERE QUALCOSA PER CHIUDERE LA NOSTRA INTERVISTA?
“Ringrazio chiunque abbia letto questa intervista, ringrazio Metalitalia.com per avermela fatta e ringrazio i nostri fan italiani.”