Dopo il clamoroso “Killer Machine” non potevamo perdere l’occasione di scambiare due parole con gli Spiders, per conoscerli meglio a capire cosa c’è dietro questo ciclone rock ‘n’ roll che unisce glam e garage in egual misura. Da un parte lo sbarluccichio delle paillettes e il trucco glitterato e dall’altro cuoio nero, sangue e sudore. Alle nostre domande risponde la cantante Ann-Sophie Hoyles, che ci racconta cosa voglia dire per lei riproporre oggi le sonorità di un’epoca d’oro.
CIAO ANN-SOFIE, IL VOSTRO NUOVO ALBUM, “KILLER MACHINE” E’ FANTASTICO, MA MOLTI NOSTRI LETTORI ANCORA NON VI CONOSCONO. VUOI RACCONTARCI BREVEMENTE LA VOSTRA STORIA?
– Gli Spiders sono nati nell’estate del 2010: È stata un’estate particolarmente calda e ci siamo divertiti parecchio. John (Hoyles, chitarrista, ndR) si era trasferito a Gothenburg da Örebro e voleva suonare rock ‘n’ roll; Axel (Sjoberg, ndR) dei Graveyard aveva un po’ di tempo libero e così si unì a lui! Poi siamo arrivati io e uno dei nostri migliori amici, Matteo (Gambacorta, ndR), che è italiano! Assieme avevamo scritto quattro canzoni e un tizio ci sentì, per strada, fuori dalla sala prove (sì, suoniamo molto forte!), e ci chiese di tenere uno show nel suo club. Non avevamo ancora nemmeno un nome e soltanto quattro canzoni a disposizione, ma ci siamo detti: “facciamolo!”. Poi tutto ha iniziato a prendere forma, John ha proposto il nome Spiders e Axel ci ha sorpresi con un weekend in studio, ovviamente senza avvisarci (ride, ndR)! Abbiamo registrato le nostre canzoni, le abbiamo pubblicate molto rapidamente e poi ci siamo imbarcati nel nostro primo tour. Axel ha dovuto lasciare la band per i suoi impegni nei Graveyard e al suo posto è arrivato Ricard Harryson; mentre Olle Griphammar ha sostituito Matteo. Assieme abbiamo registrato tre album. Gli Spiders sono la migliore band con cui abbia mai lavorato, ci divertiamo un sacco ed è esattamente il genere di musica che amo!
QUINDI COME MAI AVETE SCELTO QUESTO NOME?
– Come dicevo è successo tutto molto in fretta e dovevamo trovare un nome al più presto. Penso che sia molto adatto alla musica che suoniamo. Quando sento la parola “Spiders” mi vengono in mente Alice Cooper o David Bowie e questa è una bella cosa!
“KILLER MACHINE” CONTIENE UN MISTO DI GLAM ROCK E GARAGE. QUALI ARTISTI VI HANNO INFLUENZATO MAGGIORMENTE?
– Ascoltiamo tutti un sacco di musica degli anni Sessanta e Settanta, ma anche molto soul e via dicendo. Quando abbiamo composto “Killer Machine” volevamo riflettere l’intero spettro cromatico, dal glam più luccicante, fino al buio più fitto, se si capisce cosa intendo. Come se Stevie Nicks, con tutta la sua eleganza, facesse un figlio con Alice Cooper: ecco, questo figlio suonerebbe più o meno come “Killer Machine”. Quando lo riascolto sento al suo interno tanto Motörhead, Alice Cooper, Danzig e Bowie, quanto Shirelles, Ronettes e Supremes! Questo è il nostro approccio tipico: ci piace mescolare e rimescolare, shakerare per bene e unire il tutto in un cocktail che possa rispecchiare il nostro suono.
HAI CITATO I MOTÖRHEAD DI LEMMY E DAVID BOWIE, DUE ARTISTI CHE CI HANNO LASCIATO A BREVE DISTANZA L’UNO DALL’ALTRO…
– È molto triste il fatto che stiamo lentamente perdendo i nostri eroi… Ne parlavamo proprio qualche anno fa, di come fosse fantastico avere ancora la possibilità di vedere i nostri musicisti preferiti ancora vivi sul palco e BOOM, ad un tratto hanno iniziato a cadere come mosche. Sono così felice di essere riuscita ad incontrare Lemmy di persona, una volta: gli diedi un disco degli Spiders e mi è sembrato gentile. Ora che queste grandi rockstar sono morte, dobbiamo suonare ancora di più e non dimenticare mai e poi mai quanto sia stata importante la loro musica. Non dobbiamo lasciare morire il rock ‘n’ roll.
IL BRANO CHE AVETE SCELTO COME PRIMO SINGOLO, “DEAD OR ALIVE” E’ ECCEZIONALE: TI VA DI PARLARCENE? AVETE ANCHE REALIZZATO UN VIDEO PER QUESTO PEZZO.
– Grazie! Amo molto il video, l’ha realizzato un ragazzo di Gothenburg, Max Ljungberg. Credo che l’idea del video rifletta il significato della canzone, un modo per svegliarci e riflettere su come stiamo vivendo la nostra vita moderna. Siamo vivi o morti? Stiamo solo sprecando il nostro tempo? Molte delle persone che incontriamo lavorano così tanto da avere un esaurimento nervoso per lo stress, senza alcun vero motivo. È come se la società semplicemente si aspetti che ciascuno inizi a lavorare come un pazzo dal momento in cui suona la sveglia, quasi senza avere il tempo di alzarsi. Vorrei che le persone iniziassero a pensare a questi tempi e ad opporsi a ciò che sta accadendo.
UN ALTRO DEI BRANI CHE ABBIAMO APPREZZATO MAGGIORMENTE E’ “LIKE A WILD CHILD”.
– È una canzone piuttosto femminista che parla del nostro vivere in una società patriarcale. Siamo stufe di questa situazione! Presidenti, leader, personaggi potenti, sono quasi tutti maschi. È bello che Bob Dylan abbia vinto un grosso premio (il Nobel per la letteratura, ndR) per i suoi testi, ma seriamente, perché la stessa chance non è stata data anche a Patty Smith? Dai!!
QUINDI IN GENERALE QUALI MESSAGGI VUOI VEICOLARE NEI TUOI TESTI?
– Dipende sempre tutto dall’ascoltatore, credo. Personalmente li considero testi forti, con molti significati. Parlano di come la società sia scorretta, di come le persone non si prendano le proprie responsabilità di quello che stanno causando nel mondo e di come sia difficile a volte essere umani. Durante la scrittura del disco abbiamo parlato spesso di queste tematiche, quindi è naturale che questo si sia riversato anche sui nostri testi.
SE LA MUSICA DEGLI SPIDERS FOSSE SCELTA COME COLONNA SONORA DI UN FILM, CHE GENERE DI FILM SAREBBE?
– Bella domanda (ride, ndR)! Non so che film potrebbe essere, immagino qualcosa simile a “Thelma e Louise”. Mi immagino una scena con una donna che non ne può più della sua vita, ruba una macchina e parte a tavoletta, con la musica di “Killer Machine” al massimo volume!
STATE PROGRAMMANDO UN TOUR DI SUPPORTO A “KILLER MACHINE”, MAGARI CON QUALCHE DATA ITALIANA?
– Sì, quest’estate abbiamo suonato soprattutto nei festival, mentre da settembre inizieremo un tour più grande scendendo in Europa. Spero tanto di poter suonare in Italia, ma non ho ancora conferme certe. Abbiamo già suonato da voi in passato, a Milano se non sbaglio: siamo stati trattati benissimo e il pubblico è stato grande. Amo la cultura che avete in Italia nei confronti del cibo: è l’unico Paese in cui ho suonato dove le persone del locale mangiavano tutti assieme, è fantastico!
NEGLI ANNI SETTANTA NON ERA RARO CHE UNA BAND PUBBLICASSE UNO/DUE ALBUM ALL’ANNO. IL MUSIC BUSINESS ERA FRENETICO, MA ALLO STESSO TEMPO ERA PIU’ FACILE PER UNA BAND RAGGIUNGERE IL SUCCESSO RISPETTO AD OGGI. QUAL E’ SECONDO TE LA PIU’ GRANDE DIFFICOLTA’ CHE DEVE AFFRONTARE UNA GIOVANE BAND PER EMERGERE?
– Lavoro con degli adolescenti che amano suonare e parliamo sempre di come sia difficile essere un musicista, soprattutto nella scena rock dove girano sempre meno soldi. Guardando il lato positivo è un bellissimo modo per viaggiare e visitare posti nuovi, come se fosse un hobby pagato, tuttavia se il tuo scopo è quello di mollare il lavoro e dedicarsi solo alla musica, devi essere pronto a lavorare duramente! Le band più grandi di noi con cui abbiamo suonato e che guadagnano sono in tour per qualcosa come duecento giorni l’anno! Anche se una band ha l’opportunità di potersi affidare ad un’agenzia di booking o ad un’etichetta discografica, non può pensare di affidarsi semplicemente a loro al 100%: devi restare in contatto con loro costantemente per ricordargli che vuoi suonare di più. Con la band ci troviamo e parliamo di come vorremmo che fosse il nostro anno e da lì lavoriamo sodo per far sì che il nostro obiettivo si realizzi. È importante separare gli affari e le cose noiose che dobbiamo fare rispetto a ciò che ci piace davvero: suonare, registrare musica e viaggiare! In questo modo quando canto dal vivo posso concentrarmi e non pensare a nient’altro che non sia ciò che provo e vivo in quel momento.
COME SIETE VENUTI IN CONTATTO CON LA SPINEFARM RECORDS? SIETE SODDISFATTI?
– Credo sia stato attraverso Nicholas, l’A/R della divisione svedese della Universal. Non so molto di come si stiano muovendo, perché continuiamo a mantenere i contatti con lui su tutto ciò che ci riguarda. Ho incontrato qualcuno di loro quando abbiamo suonato a Londra, so solo che amavano la birra.
LA SVEZIA HA UNA DELLE SCENE ROCK PIU’ VIVE DEL MONDO, COME MAI SECONDO TE?
– Forse perché fa molto freddo e siamo obbligati a restare al chiuso per la maggior parte del tempo. Ci si annoia facilmente a quel punto e suonare in una rock band è il passatempo migliore che si possa avere, questo è certo!