Il fiume in piena a nome Nate Garret è di nuovo in azione. La sua creatura Spirit Adrift, dopo essere stata rivoltata come un calzino, ha trovato, forse, la sua vera dimensione e identità.
Ed il risultato del nuovo assetto è stato “Ghost At The Gallows”, quinta fatica rilasciata dal musicista americano. Album corposo, massiccio e melodico: una formula sempre più consolidata che va di pari passo con la versatilità dei temi affrontati da Garrett.
Questa volta a finire sotto la lente d’ingrandimento dell’artista texano è il lutto, realtà tanto temuta quanto inevitabile. Di questo e dei nuovi Spirit Adrift ne abbiamo direttamente con Nate, sempre puntuale e diretto nelle sue risposte. Buona lettura!
PRIMA DI ENTRARE NEI DETTAGLI DEL NUOVO ALBUM, CONCENTRIAMOCI PER UN MOMENTO SUGLI SPIRIT ADRIFT IN QUANTO BAND. COSA È SUCCESSO DOPO L’USCITA DI “ENLIGHTENED IN ETERNITY”, AVVENUTA NEL 2020? POSSIAMO ORA PARLARE DI UNA FORMAZIONE DEFINITIVA ALL’INTERNO DELLA BAND?
– Dopo “Enlightened In Eternity”, mi sono trasferito dall’altra parte del paese, in Texas. A questo, aggiungiamoci tutto ciò che è scaturito dalle circostanze globali della pandemia, influenzando i tour, i viaggi e tutto il resto.
Le persone gestiscono la vita in modi diversi ed il mio modo di gestire le sfide è sempre stato quello di andare avanti; quindi, è quello che ho fatto. Spirit Adrift è il mio bambino e continuerò sempre a scrivere canzoni, fare dischi e suonare spettacoli. Chi vuole unirsi a me per fare il medesimo percorso è ben accetto; facciamolo!
Detto questo, ho incontrato il nostro batterista Mike Fury (vero nome Michael Arellano, ndr) dopo essermi trasferito in Texas: è il mio preferito tra i batteristi con cui abbia mai suonato. Conoscevo Tom Draper da alcuni anni, poiché gli Spirit Adrift avevano suonato in alcuni spettacoli con i Carcass quando era il loro chitarrista dal vivo. Sonny DeCarlo. invece, lo conosco da un po’ di tempo, dato che suonava nei Goya in Arizona mentre io ero in altre band in quella scena.
UNA DELLE CARATTERISTICHE DEL VOSTRO SOUND È QUELLA DI COMBINARE L’HEAVY METAL PIÙ EPICO CON LE FORME PIÙ GENUINE DELL’HARD ROCK, SENZA DIMENTICARE PASSAGGI DOOM E STONER. PENSI CHE QUESTA NUOVA STRUTTURA DELLA LINE-UP ABBIA INFLUENZATO ANCHE IL SUCCESSO GLOBALE DEL NUOVO ALBUM IN TERMINI DI COMPLETEZZA E CORPO?
– Non sono sicuro. Tutto ciò su cui mi sono sempre concentrato è scrivere canzoni che amo e suonare concerti fantastici. Il successo di Spirit Adrift è cresciuto in modo incrementale nel corso di un lavoro lungo e costante. Non credo saremo mai una band che avrà un enorme successo dall’oggi al domani a causa dell’hype o cose del genere; è un lavoro duro e coerente.
IL CAMBIO DI FORMAZIONE HA COMPORTATO ANCHE CAMBIAMENTI NELLA REGISTRAZIONE DI “GHOST AT THE GALLOWS”?
– Il processo di registrazione è sempre stato fondamentalmente lo stesso. La differenza principale è che per le prime pubblicazioni ho suonato ogni strumento, mentre da “Divided By Darkness” la strada ha cambiato rotta, rimanendo così fino ad oggi in pratica. Provo le canzoni a casa, poi andiamo in un qualsiasi studio che scegliamo e registriamo correttamente l’album. Questa volta, Mike ha registrato la batteria all’Electric Audio di Chicago, mentre suonavamo insieme le canzoni dal vivo. Abbiamo quindi portato le tracce di batteria in Texas dove ho registrato tutto il resto: chitarra ritmica, lead, basso, e voce con Jeff Henson al Red Nova Ranch. Da parte sua, Tom è volato in Texas per registrare le sue parti di chitarra solista. E questo è stato fatto tutto tra un lungo tour con Crowbar e un tour con Corrosion of Conformity.
PARLIAMO DEL NUOVO DISCO. IL PRIMO ASPETTO È SEMPRE QUELLO VISIVO: IL TUO LOGO HA UN ASPETTO PER COSI’ DIRE ‘PIETRIFICATO’. COSA RAPPRESENTA LA SCENA CHE DOMINA LA COPERTINA?
– Il logo dovrebbe assomigliare a una lapide fatiscente. L’intero disco tratta della morte, quindi ho ritenuto che fosse appropriato.
Ho avuto un inquietante incontro con un gufo mentre stavo realizzando il demo del nuovo album, e Jeremy Hush (autore della copertina, ndr) mi ha presentato un gufo che sfonda una lapide; ho subito pensato che fosse perfetto. Il nastro nel becco del gufo ha a che fare con la teoria del nastro di pietra, secondo la quale le emozioni provate in un determinato momento possono essere proiettate sotto forma di energia o, come nel caso della cover di “Ghost At The Gallows”, impresse sulla roccia.
A PROPOSITO DI LUTTO E MORTE, COME HAI DECISO DI AFFRONTARE QUESTI ARGOMENTI?
– La musica è sempre stata il mio modo di affrontare la vita. Ho sempre incanalato tutto ciò che sto vivendo nella mia musica e questo album non è diverso. Nel corso della scrittura, la morte è stata costante.
C’È UN MESSAGGIO PARTICOLARE DIETRO “GHOST AT THE GALLOWS”?
– Tu, io e tutti gli altri moriremo. Quindi dobbiamo assicurarci di non sprecare le nostre vite. Qualunque cosa significhi per ognuno di noi.
UNO DEI PUNTI DI FORZA DEGLI SPIRIT ADRIFT È UNIRE LA SEMPLICITÀ E LA GENUINITÀ DI ALCUNI RIFF CON UNA NOTEVOLE ENERGIA EMOZIONALE. COME TROVI LA CAPACITÀ DI CREARE OGNI VOLTA QUESTO MIX VINCENTE?
– Sinceramente, non lo so. Penso che se fai qualcosa abbastanza a lungo alla fine lo padroneggi.
Cerco di mantenere una mente aperta, di rimanere onesto con me stesso, sulla qualità del mio lavoro e di distruggere il mio ego in ogni modo possibile. Ho buttato via più riff e canzoni di quante ne abbia effettivamente pubblicate. Scrivo canzoni da oltre vent’anni e imparo qualcosa ogni volta che ne scrivo una nuova, registro un album, suono on stage o vivo semplicemente un giorno della mia vita. Imparo costantemente.
IN QUESTO SENSO, SOPRATTUTTO LA PRIMA PARTE DELL’ALBUM, INCAPSULA BENE QUESTO ASPETTO. CI SONO DIVERSE VARIABILI DI ACCORDO TRA “GIVE HER TO THE RIVER”, “THESE TWO HANDS” E “DEATH WON’T STOP ME”. COSA NE PENSI?
– I miei dischi preferiti hanno molta varietà. E le mie band preferite si evolvono da un album all’altro. Mi annoio molto facilmente e ci sono pochissimi album che posso ascoltare dall’inizio alla fine in cui ogni canzone è simile. Anche “Reign In Blood” ha varietà. Quindi sì, quando realizzo un album voglio che ogni canzone presenti qualità sonore e dinamiche diverse; anche se puoi dire che suona ‘Spirit Adrift’ per tutta la sua durata.
UNO DEI BRANI PIU’ COMPLETI E’ SICURAMENTE “SIREN OF THE SOUTH”: COSA PUOI DIRCI DI QUESTA CANZONE?
– È interessante che tu scelga “Siren of the South”: pensa che ho scritto quella canzone semplicemente per divertirmi.
Ho intenzionalmente reso la struttura della canzone atipica e strana: durante il processo di scrittura del nuovo album, ogni volta che prendevo in mano una chitarra, “Siren of the South” era la prima canzone che suonavo; è la più divertente da suonare con la chitarra. Ripeto, è un pezzo strano ed unico.
Dal punto di vista dei testi, è una lettera d’amore al Sud America: un rapporto di amore/odio. È come essere innamorati di qualcuno che è tossico, ma il sud mi ha reso quello che sono. Ha plasmato la mia personalità così come la mia identità musicale.
IL PRIMO SINGOLO ESTRATTO DAL NUOVO ALBUM E’ STATO “DEATH WON’T STOP ME”. UN PEZZO QUASI SIMBOLICO, NEL SENSO CHE IL VOSTRO SOUND E’ INTUIBILE SIN DALLE PRIME NOTE. TI PIACE ESSERE, IN UN CERTO SENSO, RICONOSCIUTO? SIGNIFICA CHE LA TUA BAND HA DEI TRATTI SPECIFICI E QUINDI IDENTIFICATIVI.
– Di recente ho letto un’intervista a Geddy Lee, in cui si è espresso più o meno in questi termini “il tuo stile emerge dopo che hai combinato così tante influenze; queste ad un certo punto scompaiono ed emerge la tua stessa voce”. Penso di aver raggiunto un punto in cui c’è uno stile ben distinto chiamato Spirit Adrift/Nate Garrett. Questo è l’obiettivo finale di un artista.
George Jones avrebbe dovuto smetterla di suonare come Hank Williams, gli Slayer inizialmente suonavano come Mercyful Fate, i Metallica suonavano proprio come i Diamond head. Ma alla fine, i veri artisti trovano la propria voce, e questa è una cosa magica.
QUAL È LA PROSSIMA TAPPA DEGLI SPIRIT ADRIFT? VI RIVEDREMO IN ITALIA?
– Amiamo l’Italia e quindi speriamo di tornare presto. Ricordo quando ci siamo esibiti al Freakout Club di Bologna nel 2022 insieme agli Yob: è stato uno dei nostri migliori show; che posto leggendario! Nel frattempo, continuerò a scrivere musica: questa è l’unica cosa che posso controllare. E vedrò dove ci porterà.