Gli Spite Extreme Wing sono stati capaci di trapiantare le radici del black metal anche sul territorio italiano, dando vita ad un cd grezzo, ma con tanta rabbia e atmosfera. L’album è una delle migliori release black metal nostrane di sempre. Spazio a questa nuova realtà, dunque!
POSSIAMO INIZIARE CON UNA BREVE BIOGRAFIA PER INTRODURRE GLI SPITE EXTREME WING?
“La storia è lunga e contorta. Ricorderò solo le tappe principali per evitare di annoiare i lettori e me stesso. Posso menzionare l’uscita del demo omonimo (‘Ordo Obscuri Domini’, 2000) limitato a 500 copie. In seguito, firmato il contratto con la Beyond…Prod, vede la luce ‘Magnificat’ (novembre 2002), album che contiene il meglio di cinque anni di attività – compreso il demo rimasterizzato. Oggi, luglio 2004, esce sotto Behemoth Productions il secondo lavoro: ‘Non Dvcor, Dvco’. Tutto qui. Scusa, ma non amo rispondere a questa domanda”.
CON IL NUOVO ALBUM SONO ANDATE PERSE LE POCHE INFLUENZE BLACK METAL SVEDESI PRESENTI SUL DEBUT, ORA LA VOSTRA MUSICA SUONA PIU’ TRUE BLACK METAL…
“Io non ho mai ascoltato black metal svedese, quindi, da parte mia, non esistevano influenze. Sicuramente la batteria di ‘Magnificat’ può maggiormente ricordare quella particolare scuola in cui ci si perde in gare di velocità”.
CREDI CHE GLI SPITE EXTREME WING SIANO DEBITORI IN QUALCOSA AI DARKTHRONE DI QUALCHE TEMPO FA?
“Sono cresciuto ascoltando Darkthrone e Burzum, per me rappresenteranno sempre uno dei più rivoluzionari connubi tra Azione e Contemplazione. E’ solo alla stregua di questa duplice presenza che il Black Metal può esprimersi: prima l’Azione – più consona agli occidentali – e poi la Contemplazione. Oggi i Darkthrone non fanno più paura a nessuno, la loro carica si è esaurita con la loro gioventù; ora sono un gruppo divertente che rimescola gli stilemi da loro stessi anni fa dettati, senza però dir più nulla di nuovo. Fenriz – personaggio che reputavo inesauribile, imprevedibile e geniale – è ora schiavo del suo passato, non vi è più in lui né coraggio né voglia di sperimentare. Eppure ad una cosa si badi: i Darkthrone sono diventati leggendari donandoci ogni volta un album differente che, pur negli intransigenti stilemi del genere, diceva qualcosa di assolutamente nuovo rispetto al precedente e, inevitabilmente, lasciava una lunga scia di emuli. Vi erano nei Darkthrone tradizione e rivoluzione, due termini apparentemente contrastanti ma, se ben accostati, esplosivi”.
LA REGISTRAZIONE DEL NUOVO CD E’ A DIR POCO SENSAZIONALE ED E’ STATA FATTA UNA SCELTA PRECISA PER OTTENERE UNA PRODUZIONE SIMILE, GIUSTO? CE NE VUOI PARLARE?
“Citerò una parte della spiegazione che troverete anche nel booklet: ‘Non Dvcor, Dvco’ è stato interamente registrato dentro il Forte Geremia, una costruzione di fine Ottocento sita sui monti liguri; un luogo magico: nebbia e silenzio ci hanno tenuto compagnia per sei giorni. Abbiamo scelto di registrare in tal loco per diversi motivi: volevamo innanzitutto usare solo riverberazioni naturali di una struttura in pietra, questo per avere un suono più naturale, gonfio e imprevedibile (sono state catturate dai microfoni risonanze stranissime, i muri hanno risposto con arcani canti e vibrazioni). Siamo scappati dalla modernità per trascendere in fase di registrazione. La registrazione ha perso così ogni suo terribile aspetto lavorativo. La nostra è sicuramente stata una scelta contro il mercato. Oggi la corsa alla registrazione perfetta ha portato solo alla massima impersonalità: un bell’involucro esterno – fatto in serie – dall’interno vuoto! Abbiamo rinunciato alla pulizia di suono di una canonica registrazione in studio per un sound molto più personale e vero. Per catturare la giusta dose di riverberi naturali abbiamo usato più microfoni posti in diversi punti delle stanze, sono stati fatti interessanti esperimenti, e, a parer mio, si è arrivati ad un ottimo risultato. Siamo fermamente convinti che nella registrazione si possa lasciare traccia delle proprie emozioni, questa certezza ci ha spinti fino a Forte Geremia. Ribadiamo l’importanza del nostro esperimento: già altri gruppi hanno tentato registrazioni in luoghi impervi o stimolanti ma nessuno aveva sfruttato e sperimentato per ogni strumento – voce compresa- l’utilizzo dei soli riverberi naturali. Sono fermamente convinto che nella registrazione si possa lasciare traccia delle proprie emozioni. Ogni brano, così come ogni momento, è permeato da un’emozione unica. Io penso che un ambiente stimolante sia auspicabile al fine di un soddisfacente connubio tra emozione del brano ed emozione del momento”.
QUAL E’ IL MESSAGGIO CHE VUOLE DIFFONDERE LA TUA BAND?
“Cerco di dare sufficienti elementi a chi, oggi o domani, è o sarà ancora capace di risveglio”.
COSA MI DICI RIGUARDO ALLA SCELTA DI CANTARE IN ITALIANO? PERCHE’ IN ITALIA SI E’ ANCORA RESTII A CANTARE IN MADRE LINGUA?
“Si è restii perché non si prova. Certo, strillare in inglese è molto più facile, è una lingua così poco poetica da permetterti di infrangere la metrica a piacimento. Resta il fatto che cantare nel proprio idioma è molto più spontaneo e sentito… anche se richiede un minimo di sforzo intellettivo. Ma il problema forse è un altro: leggo così tante banalità nei testi della maggior parte dei gruppi che anch’io mi vergognerei di cantarli nella mia lingua, meglio occultarli nell’inglese”.
QUAL E’ IL SIGNIFICATO PIU’ PROFONDO DEL TITOLO DEL NUOVO ALBUM?
“Vedi, per un gruppo tradizionale come il mio, è necessario rivendicare la propria personalità, è necessario rivendicare la propria italianità. Ti potrà sembrare un discorso arrogante ma non mi sento inferiore a nessuna band storica del genere. Ammetto di aver dei debiti ma non di essere inferiore. Sento di esprimermi senza nessun legame ad un genere che in effetti non seguo più da anni. Sono altresì convinto che non esista Concetto più forte di quello da me espresso con ‘Non Dvcor, Dvco’; certo, in molti non capiranno… Meglio pochi ma buoni. Vedremo se il tempo mi darà ragione. ‘Non Dvcor, Dvco’ era un motto dei legionari fiumani, creazione dell’Imaginifico, significa: ‘Non sono guidato, guido’!”.
COSA PENSI DELLA SCENA ITALIANA?
“Che sia obbligata a crescere, ormai non si può più tergiversare. Urge un’unione di spiriti liberi tendenti alla perfezione. Diciamo che mi sto dando da fare, qualche timido passo è stato fatto, posso ricordare a tal guisa il ‘I Convivio Black Metal Arditi’ tenutosi a Genova l’1/5/2004, l’affluenza è stata buona: più di trenta persone della scena venute da diverse parti del Nord Italia”.
COME VEDI LE DIVERSE EVOLUZIONI DEL BLACK METAL CHE ABBANDONANO LE RADICI PER VOLGERSI A NUOVI GENERI?
“Non ho pregiudizi a riguardo. Personalmente preferisco mantenermi su linee tradizionali, sono convinto che forti Concetti di base possano plasmare la musica rendendola personale; non credo sia necessario l’incontro con l’elettronica (io ne ascolto moltissima) per poter dire ancora qualcosa nel genere. Bisogna invece esprimere concetti forti, concetti nostri, il resto arriverà”.
LA BAND SUONERA’ DAL VIVO? STAI PENSANDO A QUALCHE POSTO IN PARTICOLARE DOVE FAR RENDERE LA TUA MUSICA AL MEGLIO?
“Il tempo di suonare dal vivo non è ancora giunto. I concerti sono una forte promozione, è quindi naturale che un’etichetta spinga il proprio gruppo a suonare dal vivo. Fin’ora ho sempre rifiutato ogni offerta, non voglio svendermi. Mi piacerebbe offrire al pubblico un vero spettacolo, curato nei minimi dettagli. Ho visto molti amici suonare in piccoli festival dove la gente non conosce i tuoi pezzi, l’acustica è così terribile da non distinguere un gruppo dall’altro. Cacofonia e ignoranza. Non mi interessa vendere più copie né andare all’avventura suonando dove capita. Vi prometto che, al momento opportuno, avrete il vostro spettacolo… sempre che il tempo giunga”.
QUALE CREDI SIA IL TARGET DA RAGGIUNGERE CHE SI PREFISSA UNA BLACK METAL BAND NEL CORSO DELLA SUA CARRIERA?
“Occupare Fiume e riannetterla alla madre patria! (ancora con ‘ste rivendicazioni propagandistiche e anacronistiche… Facile esternare, per chi sta dall’altra parte del mondo e non vive in una zona che ancora oggi ha ferite aperte per i conflitti dell’altro secolo… ndA) Il Black Metal deve essere legittimato da azioni che siano volte a destare le forze più profonde del sé!”.
GRAZIE PER LA DISPONIBILITA’, A TE LA PAROLA FINALE…
“Qui non si tratta di voltarsi da una parte e dall’altra in un letto d’agonia, ma di svegliarsi e levarsi in piedi! ‘SI SPIRITUS PRO NOBIS, QUIS CONTRA NOS’?”.