STAMINA – Gli Occhi Del Guerriero

Pubblicato il 22/03/2011 da


Dopo il sorprendente debutto “Permanent Damage” è giunto il difficile momento della riconferma per gli Stamina, band campana autrice di un metal melodico dal forte gusto neoclassico. Il genere proposto non offre forse grandi possibilità di innovazione stilistica ma ciò nonostante il songwriting ben sopra la media e il grande talento dei musicisti coinvolti permettono al nuovo “Two Of A Kind” di spiccare il volo con personalità. Abbiamo parlato del felice momento con il leader e chitarrista della band Luca Sellitto.

 

CIAO, INIZIAMO SUBITO PARLANDO DEL NUOVO DISCO “TWO OF A KIND” MI SEMBRA CHE IL PERCORSO STILISTICO SEGUA LE ORME DEL VOSTRO DEBUTTO, CREDI CI SIANO DELLE DIFFERENZE SOSTANZIALI IN QUESTO SENSO?
“E’ come dici tu, il nostro nuovo album ‘Two Of A Kind’ a livello stilistico prosegue lo stesso discorso che avevamo intrapreso con il debut album ‘Permanent Damage’. La differenza sostanziale è che, a mio parere, questo nuovo album è stato realizzato meglio sotto ogni punto di vista: miglior songwriting, miglior esecuzione, migliore scelta dei suoni, migliore produzione…”.

POTRESTE RACCONTARCI QUALCOSA IN PIU’ SUL PROCESSO DI SONGWRITING E REGISTRAZIONE DEL NUOVO DISCO?
“Ho iniziato a comporre il nuovo materiale mentre eravamo ancora in studio a registrare l’album precedente, nell’autunno del 2006. Per me comporre è un qualcosa che capita spontaneamente, quasi mai mi ci dedico di proposito. Mi vengono melodie in testa mentre passeggio, mentre guido, mentre sono al supermercato… Insomma può capitare in ogni momento. Si tratta quasi sempre di melodie vocali, ovvero ciò che proporrò al cantante. Chiaramente  in un secondo momento inizio a lavorare in maniera concreta su tutto, registrando con un sequencer  le parti indicative di batteria, basso e tastiera, in modo da mettere i ragazzi della band in condizione di ascoltare quello che ho in testa”.

IL NUOVO ALBUM VEDE LA PRESTIGIOSA FIRMA DI DUE SINGER QUALI KENNY LUBCKE E HENRIK BROCKMANN, POTRESTI RACCONTARCI COME E’ AVVENUTA LA COLLABORAZIONE CON LORO?
“Henrik e Kenny sono nella lista dei miei cantanti preferiti sin da quando ero ragazzino. Con Henrik entrai in contatto via myspace ai tempi dell’uscita del nostro primo album, gliene inviai una copia e gli piacque molto. In seguito poi, ho stretto amicizia con lui anche su facebook e un giorno, mentre mi ci trovavo a chattare, gli iniziai a parlare delle registrazioni del nuovo cd. Henrik capì a volo dove volevo arrivare e proprio mentre gli stavo scrivendo il messaggio d’invito a partecipare come special guest, mi anticipò scrivendomi: ‘Forse ti andrebbe di avere la mia voce su uno dei tuoi brani, sarebbe fantastico!’. Quando alcuni giorni dopo gli inviai il brano su cui desideravo che cantasse ne rimase entusiasta e confermò la sua partecipazione. Ha registrato le sue parti a Copenaghen presso i North Point Studios di Andrè Andersen, leader dei  Royal Hunt. In quello studio sono stati registrati molti dei miei album preferiti in assoluto, non avrei mai immaginato che un giorno sarebbe stato registrato lì anche qualcosa di mio!
Per quanto riguarda Kenny, invece, l’ho contattato tramite facebook. Inizialmente gli inviai semplicemente una mail in cui gli scrissi di essere suo grande fan da anni e gli chiesi di ascoltare alcuni brani del nostro primo album dal nostro myspace, per avere un parere e magari qualche prezioso consiglio. Dopo aver ascoltato i brani, si offrì di aiutarmi a capire come arrangiare meglio le backing vocals, così a quel punto non esitai ad invitarlo a prendere parte al nuovo album. Ritengo che il suo contributo sia stato determinante nei brani a cui ha preso parte, ci ha aiutato moltissimo a portare il tutto ad un livello  superiore ed ha partecipato con un coinvolgimento pari a quello di noi membri della band. A mio parere, oltre ad essere un ottimo cantante solista, è il miglior corista in ambito melodic rock/metal. Non a caso, infatti, Andrè Andersen continua da tanti anni ad ingaggiarlo per i cori  sugli albums dei Royal Hunt”.

IL VOSTRO SOUND HA UN IMPORTANTE BASE HARD ROCK, MA NON MANCANO INFLUENZE PROGRESSIVE A MIO PARERE, A QUALE DI QUESTI DUE GENERI VI SENTITE PIU’ LEGATI?
“Beh non saprei sinceramente. Forse le linee vocali sono più legate alla tradizione hard-rock, mentre le parti strumentali sono più varie e con diverse influenze stilistiche, quindi in un certo senso definibili progressive.

SE NON SBAGLIO RISPETTO AL DEBUTTO C’E’ STATO ANCHE UN AVVICENDAMENTO ALLA BATTERIA, PUOI RACCNTARCI COME SONO ANDATE LE COSE?
“Luigi DiBernardo lasciò la band pochi mesi dopo la fine delle registrazioni del nostro album di debutto. Lo split fu causato dal fatto che lui vive un po’ troppo lontano da noi per essere a tutti gli effetti membro della band. Era  difficile vederci con una certa continuità in vista di esibizioni live e pertanto decidemmo di comune accordo di separarci. Al momento di entrare in studio per registrare il secondo CD ci trovavamo ancora senza batterista fisso, così a quel punto decidemmo d’investire parte del nostro budget per ingaggiare un turnista di ottimo livello. Ci fu suggerito il batterista romano Alessandro Beccati (ex Scenario, Vitalij Kuprij) e devo dire che siamo rimasti veramente molto soddisfatti della sua performance”.

MI HANNO COLPITO MOLTO I CAMBI D’ATMOSFERA DI “POWER OF LOVE” POTRESTI DIRCI QUALCOSA IN PIU’ SU QUESTO BRANO?
“E’ un brano che presenta vari colpi di scena, come del resto molti altri brani del nostro CD. Immagino che il cambio di atmosfera che ti ha più colpito sia l’intermezzo di solo voce e tastiera a metà canzone; volevo che in quel punto la canzone offrisse qualcosa di nuovo, di diverso ed inatteso. Per essere più preciso, una parte molto soft e dolce che desse qualche attimo di respiro, in vista della ripartenza della batteria in doppio pedale per introdurre al solo di chitarra”.

UN ALTRO PEZZO MOLTO INTERESSANTE MI E’ SEMBRATO “MAKER OF THE UNIVERSE” IN CUI HO PERCEPITO DELLE INFLUENZE ’70 COSA CI PUOI DIRE SU QUESTA CANZONE?
“In ‘Maker Of The Universe’ ho osato un po’ di più dal punto di vista compositivo. Ho racchiuso al suo interno molte influenze stilistiche differenti: hard-rock anni ‘70, fusion, progressive, blues, neoclassico e lievi sfumature soul nella linea vocale… Insomma, un po’ tutto quello che mi piace”.

C’E’ UN FILO CONDUTTORE CHE LEGA LE CANZONI A LIVELLO LIRICO OPPURE OGNUNA SEGUE UNA PROPRIA STORIA? POTRESTI APPROFONDIRE MAGGIORMENTE I TEMI TRATTATI ATTRAVERSO I TESTI DELLE CANZONI?
“No, non c’è nessun filo conduttore comune tra i vari testi delle canzoni. In ognuno parlo di qualcosa di diverso ed i temi trattati sono molto vari. ‘Eyes Of The Warrior’ è per tutte quelle persone che affrontano le delusioni e le difficoltà della vita con coraggio ed a testa alta, senza mai mollare; ‘Burn Your Fears’ è un’ esortazione a sconfiggere tutte le paure che ci portiamo dentro, in modo da cercare di vedere tutto ciò che ci circonda sotto una luce differente e migliore; ‘Too Tired To Live’ è forse il testo a cui mi sento più legato, dal momento che lo scrissi in periodo veramente molto difficile per me. A volte capita di sentirsi sopraffatti dalla negatività e non si riesce più ad apprezzare nulla di ciò che si ha, ma per fortuna poi si trova sempre il modo di andare avanti se lo si vuole veramente”.

NON DEV’ESSERE STATO FACILE EMERGERE DA UNA PROVINCIA CHE NON SEMBRA MOLTO “ROCK” COME SALERNO, QUALI SONO LE VOSTRE SENSAZIONI AD AVER TAGLIATO IL TRAGUARDO DEL SECONDO ALBUM E QUALI SONO LE ARMI CHE AVETE UTILIZZATO PER OTENERE I VOSTRI RISULTATI?
“Le uniche armi che abbiamo utilizzato sono la dedizione, l’impegno, la passione e la fiducia nei nostri mezzi. Come dici tu, non viviamo certo in un ambiente adatto alla nostra proposta musicale, ma non abbiamo mai permesso che ciò ci buttasse troppo giù. La sensazione principale che avvertiamo è quella di voler continuare sulla nostra strada, cercando di migliorarci sempre di più come singoli e come band”.

A LIVELLO VOCALE, NELLA STRUTTURA DELLE LINEE INTENDO, SI SENTE IN PIU’ DI UN OCCASIONE LA MARCATA INFLUENZA DEI ROYAL HUNT, E’ UNA BAND CHE STIMATE PARTICOLARMENTE?
“I Royal Hunt sono tra i miei gruppi preferiti sin da quando a 16 anni  comprai il loro album ‘Fear’ appena uscito. Da lì a poco acquistai tutto il resto della loro discografia e ancora oggi continuo a seguirli e supportarli con grande interesse.

AVETE IN PROGRAMMA DEI CONCERTI PER PROMUOVERE AL MEGLIO LA VOSTRA MUSICA PROSSIMAMENTE?
“Abbiamo già tenuto una serata di presentazione del nostro nuovo album e siamo rimasti contenti del fatto che sia venuta molta gente a sentirci. Abbiamo altre date in programma, ma per il momento soltanto nella nostra zona. Speriamo che in futuro avremo l’occasione di andare a suonare anche lontano da casa nostra”.

VUOI LASCIARE UN MESSAGGIO A TUTTI I LETTORI DI METALITALIA.COM?
“Continuate sempre a supportare le vostre band preferite comprando i loro album e andando ai concerti, è l’unico modo per tenerle in vita! Se vi và di dare un ascolto a qualche nostro brano, visitate www.myspace.com/staminaband
Grazie e ciao a tutti!”.

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