Gli Stamina sono una nuova band di Salerno, tanto preparata tecnicamente quanto ricca di idee, virtù che hanno alla base un bagaglio musicale decisamente ampio rispetto alla media delle formazioni hard rock e metal. Influenze che pescano dal metal classico, dall’ hard rock melodico-AOR, dal progressive e che derivano persino dal jazz, dal funky e dalla fusion. Il chitarrista del gruppo, nonchè mastermind, Luca Sellitto, ci ha introdotto questa nuova e promettente realtà dell’hard rock italiano.
BENE LUCA, DAL MOMENTO CHE SIETE NUOVI SULLA SCENA, VUOI INIZIARE COL PARLARCI DELLA STORIA DELLA BAND?
“Certo! La band è stata formata da me e da Andrea Barone, il nostro tastierista, a giugno del 2001 e, dopo i soliti cambi di line-up tipici di ogni gruppo che inizia a suonare, si sono aggiunti alla squadra il cantante Giorgio Adamo e il bassista Roberto Chiumiento. Per quanto riguarda invece il batterista, ne abbiamo cambiati veramente un sacco, fino a scegliere Luigi Di Bernardo, che ha poi partecipato alle registrazioni dell’album di debutto”.
“Certo! La band è stata formata da me e da Andrea Barone, il nostro tastierista, a giugno del 2001 e, dopo i soliti cambi di line-up tipici di ogni gruppo che inizia a suonare, si sono aggiunti alla squadra il cantante Giorgio Adamo e il bassista Roberto Chiumiento. Per quanto riguarda invece il batterista, ne abbiamo cambiati veramente un sacco, fino a scegliere Luigi Di Bernardo, che ha poi partecipato alle registrazioni dell’album di debutto”.
PRIMA DI REGISTRARE IL VOSTRO ALBUM “PERMANENT DAMAGE”, SIETE PASSATI PER UN PAIO DI DEMO. E’ STATO DIFFICILE PER VOI ARRIVARE AL DEBUTTO DISCOGRAFICO?
“Sì, è stato abbastanza difficile. La registrazione dei due demo, di cui il primo nel 2003 e il secondo nel 2004, ci ha portato un po’ di esperienza in studio, cosa che nessuno di noi aveva prima. La vera difficoltà è stata mettere da parte tutto il budget necessario per registrare il lavoro”.
NON DEV’ESSERE STATO TANTO FACILE EMERGERE DA UN’AREA GEOGRAFICA COME LA VOSTRA, DOVE IL METAL NON SEMBRA AVERE GRANDI SPAZI…
“Sì, infatti. Qui non c’è spazio per gruppi che propongono un genere come il nostro ed è anche difficile suonare dal vivo. Ci sono state diverse difficoltà quindi. C’è anche da dire che nel periodo in cui registrammo l’album non c’era grande unione all’interno della band, cosa che invece abbiamo recuperato una volta terminato il lavoro.
“Sì, infatti. Qui non c’è spazio per gruppi che propongono un genere come il nostro ed è anche difficile suonare dal vivo. Ci sono state diverse difficoltà quindi. C’è anche da dire che nel periodo in cui registrammo l’album non c’era grande unione all’interno della band, cosa che invece abbiamo recuperato una volta terminato il lavoro.
OK, PARLIAMO QUINDI DI “PERMANENT DAMAGE”: HO NOTATO CHE CI SONO VARIE INFLUENZE, DAL METAL AL PROGRESSIVE ALL’AOR, CON ELEMENTI CHE SPAZIANO ANCHE FINO AL FUNKY, ALLA FUSION E AL JAZZ…
“Come dicevi tu, ‘Permanent Damage’ è un mix di diverse sonorità che vanno dall’hard rock melodico anni ‘80 al progressive metal, alla fusion e al funky. Diciamo che questa scelta di unire varie influenze nel mio songwriting è stata presa con l’obiettivo di creare un genere non troppo simile a quello di altri gruppi già esistenti e più famosi. Ho quindi cercato di formare una mia personalità come songwriter, unendo diverse influenze che ho maturato nel corso degli anni e quindi di creare un sound se non originale, almeno personale”.
“Come dicevi tu, ‘Permanent Damage’ è un mix di diverse sonorità che vanno dall’hard rock melodico anni ‘80 al progressive metal, alla fusion e al funky. Diciamo che questa scelta di unire varie influenze nel mio songwriting è stata presa con l’obiettivo di creare un genere non troppo simile a quello di altri gruppi già esistenti e più famosi. Ho quindi cercato di formare una mia personalità come songwriter, unendo diverse influenze che ho maturato nel corso degli anni e quindi di creare un sound se non originale, almeno personale”.
COME DEFINIRESTI QUINDI IN POCHE PAROLE LO STILE DEGLI STAMINA?
“Direi hard rock melodico ‘contaminato’!”
“Direi hard rock melodico ‘contaminato’!”
BENE, VISTO CHE HAI UN BAGAGLIO MUSICALE PIUTTOSTO AMPIO, VUOI DIRCI QUALI SONO LE BAND CHE NON SOLO HANNO SEGNATO LA CARRIERA TUA MA ANCHE QUELLA DEGLI ALTRI RAGAZZI?
“Io all’inizio ascoltavo soprattutto Malmsteen, Europe, Royal Hunt, gruppi che mi piacciono e che ascolto ancora. Per quanto riguarda invece le influenze un po’ più lontane dal metal e dall’hard rock, posso citare Alan Holdsworth, Mike Stern, la Chick Corea Electric Band, anche il progressive anni settanta con grandi gruppi come Genesis, Yes, PFM e Banco Di Mutuo Soccorso.
“Io all’inizio ascoltavo soprattutto Malmsteen, Europe, Royal Hunt, gruppi che mi piacciono e che ascolto ancora. Per quanto riguarda invece le influenze un po’ più lontane dal metal e dall’hard rock, posso citare Alan Holdsworth, Mike Stern, la Chick Corea Electric Band, anche il progressive anni settanta con grandi gruppi come Genesis, Yes, PFM e Banco Di Mutuo Soccorso.
E TRA I CHITARRISTI A CUI PIU’ TI SEI ISPIRATO, QUALI VORRESTI CITARE?
“In ambito metal direi soprattutto John Norum e Yngwie Malmsteen, mentre per quanto riguarda i chitarristi rock o jazz-fusion citerei Brett Garsed e un po’ Allan Holdsworth… ovviemente per quanto possibile (ride, ndr)!”.
“In ambito metal direi soprattutto John Norum e Yngwie Malmsteen, mentre per quanto riguarda i chitarristi rock o jazz-fusion citerei Brett Garsed e un po’ Allan Holdsworth… ovviemente per quanto possibile (ride, ndr)!”.
“Per quanto riguarda la composizione, mi occupo io della scrittura sia dei pezzi che dei testi e delle linee vocali. Diciamo che i ragazzi curano insieme a me l’arrangiamento dei brani. Soprattutto il tastierista mi aiuta inserendo parti di tastiera alle quali non avevo pensato in precedenza e quindi mi aiuta a definire meglio tutti i dettagli. Io creo i brani con il sequencer della mia tastiera e anche per quanto riguarda i suoni stessi di tastiera, dò ad Andrea un’idea di quello che voglio ottenere, poi lui li cura meglio e mi propone la sua versione”.
MI INDICHERESTI UN PAIO DI PEZZI CHE SECONDO TE RAPPRESENTANO MEGLIO IL VOSTRO STILE E IL VOSTRO DISCO?
“Consiglierei sicuramente ‘Tell The Truth’, che è il brano di apertura, e ‘What Do You Think About It’ che è un po’ la sintesi del nostro stile variegato e con diverse influenze”.
“Consiglierei sicuramente ‘Tell The Truth’, che è il brano di apertura, e ‘What Do You Think About It’ che è un po’ la sintesi del nostro stile variegato e con diverse influenze”.
RIGUARDO INVECE ALLE TEMATICHE DEI VOSTRI TESTI COSA PUOI DIRCI?
“Sono quasi tutti argomenti di vita reale comune come il tema dell’amore o della perdita della fede, tutte esperienze personali che ho voluto raccontare nei testi. In alcuni testi parlo anche, ad esempio, dell’inquinamento globale e di questo pericolo che purtroppo incombe sull’umanità. E’ il caso di ‘Seven Sins’ dove voglio esprimere il fatto che da questo punto di vista stiamo andando verso la fine e, anche se sappiamo bene quello che stiamo facendo, continuiamo a farlo comunque. Ovviamente il testo non è incentrato specificamente su questo argomento ma lo tocca indirettamente perché secondo me alla base c’è sempre il fatto che l’uomo, essendo imperfetto, è sempre schiavo dei peccati e proprio per questo continua a sbagliare. In altri testi sono un po’ più positivo, come su ‘Wild Against The Flow’, dove esorto tutti a vivere contro corrente o a seguire quello che si sente dentro, anche se tutti gli altri intorno ci dicono che stiamo sbagliando”.
“Sono quasi tutti argomenti di vita reale comune come il tema dell’amore o della perdita della fede, tutte esperienze personali che ho voluto raccontare nei testi. In alcuni testi parlo anche, ad esempio, dell’inquinamento globale e di questo pericolo che purtroppo incombe sull’umanità. E’ il caso di ‘Seven Sins’ dove voglio esprimere il fatto che da questo punto di vista stiamo andando verso la fine e, anche se sappiamo bene quello che stiamo facendo, continuiamo a farlo comunque. Ovviamente il testo non è incentrato specificamente su questo argomento ma lo tocca indirettamente perché secondo me alla base c’è sempre il fatto che l’uomo, essendo imperfetto, è sempre schiavo dei peccati e proprio per questo continua a sbagliare. In altri testi sono un po’ più positivo, come su ‘Wild Against The Flow’, dove esorto tutti a vivere contro corrente o a seguire quello che si sente dentro, anche se tutti gli altri intorno ci dicono che stiamo sbagliando”.
LA COPERTINA INVECE NON MI HA CONVINTO MOLTO, MI SEMBRA DECISAMENTE POCO ADATTA A VOI. COSA NE PENSI A RIGUARDO?
“Purtroppo mi trovi pienamente d’accordo ma l’artwork non l’abbiamo curato noi ma la casa discografica, quindi ce lo siamo tenuto. A mio parere è una copertina che si addice di più ad un gruppo power o epic metal . Noi magari qualche influenza di questi generi ce l’abbiamo ma non siamo di certo catalogabili all’interno di essi. Però vedi, non volevamo prolungare troppo le trattative con l’etichetta. Pensa che il disco era già pronto a febbraio 2007 ed è uscito a gennaio 2008. Non volevamo quindi accumulare altri ritardi per far rifare l’artwork”.
“Purtroppo mi trovi pienamente d’accordo ma l’artwork non l’abbiamo curato noi ma la casa discografica, quindi ce lo siamo tenuto. A mio parere è una copertina che si addice di più ad un gruppo power o epic metal . Noi magari qualche influenza di questi generi ce l’abbiamo ma non siamo di certo catalogabili all’interno di essi. Però vedi, non volevamo prolungare troppo le trattative con l’etichetta. Pensa che il disco era già pronto a febbraio 2007 ed è uscito a gennaio 2008. Non volevamo quindi accumulare altri ritardi per far rifare l’artwork”.
COME E’ STATO ACCOLTO ‘PERMANENT DAMAGE’ DALLA CRITICA, SIA ITALIANA CHE ESTERA?
“Bene! Siamo molto soddisfatti delle recensioni che abbiamo ricevuto finora in Italia e questo ci incoraggia a proseguire sempre con il massimo dell’impegno, cercando di migliorarci sempre di più. All’estero invece sino ad ora non abbiamo avuto una grande promozione quindi sono uscite solo un paio di recensioni. Il nostro disco è comunque in distribuzione sia in Europa che in Giappone e anche negli Stati Uniti. Soprattutto dal Giappone stanno arrivando delle buone notizie”.
“Bene! Siamo molto soddisfatti delle recensioni che abbiamo ricevuto finora in Italia e questo ci incoraggia a proseguire sempre con il massimo dell’impegno, cercando di migliorarci sempre di più. All’estero invece sino ad ora non abbiamo avuto una grande promozione quindi sono uscite solo un paio di recensioni. Il nostro disco è comunque in distribuzione sia in Europa che in Giappone e anche negli Stati Uniti. Soprattutto dal Giappone stanno arrivando delle buone notizie”.
QUINDI STAI GIA’ PENSANDO AL PROSSIMO LAVORO?
“Sì, sì, io ho già diversi brani pronti e con la band ci stiamo già trovando in sala prove. Stilisticamente sarà più o meno come ‘Permanent Damage’ anche se mi viene da dire che i nuovi brani saranno migliori rispetto a quelli presenti sul primo disco. Sto infatti cercando di raffinare un po’ il songwriting e la struttura dei brani e anche il gruppo sta diventando più coeso nel curare gli arrangiamenti”.
“Sì, sì, io ho già diversi brani pronti e con la band ci stiamo già trovando in sala prove. Stilisticamente sarà più o meno come ‘Permanent Damage’ anche se mi viene da dire che i nuovi brani saranno migliori rispetto a quelli presenti sul primo disco. Sto infatti cercando di raffinare un po’ il songwriting e la struttura dei brani e anche il gruppo sta diventando più coeso nel curare gli arrangiamenti”.
PER QUANTO RIGUARDA INVECE LE DATE DAL VIVO, AVETE GIA’ PROGRAMMATO UN TOUR O COMUNQUE QUALCHE CONCERTO?
“Finora abbiamo fatto una serata di presentazione di ‘Permanent Damage’ qui al nostro paese e siamo rimasti molto soddisfatti perché è venuta un bel po’ di gente e siamo stati accolti benissimo. Abbiamo anche fatto una data a Napoli e un’altra invece qui in provincia di Salerno e poi siamo entrati da poco in contatto con un’agenzia che dovrebbe farci suonare in Nord Italia”.
“Finora abbiamo fatto una serata di presentazione di ‘Permanent Damage’ qui al nostro paese e siamo rimasti molto soddisfatti perché è venuta un bel po’ di gente e siamo stati accolti benissimo. Abbiamo anche fatto una data a Napoli e un’altra invece qui in provincia di Salerno e poi siamo entrati da poco in contatto con un’agenzia che dovrebbe farci suonare in Nord Italia”.
PRIMA ABBIAMO ACCENNATO ALLA VOSTRA ZONA E AL FATTO CHE DALLE VOSTRE PARTI IL METAL E L’HARD ROCK SONO UN PO’ SOFFOCATI. COSA CREDI CHE BISOGNEREBBE FARE PER MIGLIORARE UN PO’ LA SITUAZIONE?
“Purtroppo il problema di fondo è sempre che il metal e l’hard rock sono generi di nicchia. Io capisco anche i gestori dei locali che ti dicono: ‘tu vieni qua a suonare ma poi quanta gente mi porti?’. Per loro d’altronde è un business quindi per migliorare le cose credo che innanzitutto dovremmo essere più unite noi band e collaborare per cercare di organizzare serate e festival. Purtroppo noto che molto spesso c’è tra i gruppi un atteggiamento di rivalità e questo mi mette una grande tristezza. I gruppi metal dovrebbero aiutarsi tra di loro, dovrebbe esserci più solidarietà”.
“Purtroppo il problema di fondo è sempre che il metal e l’hard rock sono generi di nicchia. Io capisco anche i gestori dei locali che ti dicono: ‘tu vieni qua a suonare ma poi quanta gente mi porti?’. Per loro d’altronde è un business quindi per migliorare le cose credo che innanzitutto dovremmo essere più unite noi band e collaborare per cercare di organizzare serate e festival. Purtroppo noto che molto spesso c’è tra i gruppi un atteggiamento di rivalità e questo mi mette una grande tristezza. I gruppi metal dovrebbero aiutarsi tra di loro, dovrebbe esserci più solidarietà”.
PAROLE SANTE. GRAZIE MILLE… VUOI LASCIARE UN ULTIMO MESSAGGIO AI NOSTRI LETTORI?
“Certo! Un saluto tutti i lettori di Metalitalia.com e vi invito ad ascoltare i quattro brani tratti dal nostro album che potete trovare sul nostro MySpace!”.
“Certo! Un saluto tutti i lettori di Metalitalia.com e vi invito ad ascoltare i quattro brani tratti dal nostro album che potete trovare sul nostro MySpace!”.