British Lion, il progetto parallelo del bassista e fondatore degli Iron Maiden Steve Harris sta per riprendere il giro di concerti che cominciò nel tardo 2012, a supporto dell’allora appena uscito omonimo debutto. Tramite una telefonata contattiamo pochi giorni fa Steve Harris, il quale nel corso di questi tre o quattro anni di ‘assenza’ dei British Lion è stato più che giustamente impegnato nelle varie fasi di creazione e promozione del monumentale “The Book Of Souls”. Tramite una breve ma interessante intervista siamo quindi riusciti a tastare il polso di un artista che sembra non aver proprio mai perso l’entusiasmo per quello che fa, strappandogli anche qualche dichiarazione inaspettata.
CIAO STEVE… TI CONTATTIAMO COME BEN SAI PER LA TUA IMMINENTE ATTIVITÀ CON IL TUO PROGETTO PARALLELO,I BRITISH LION. POTRESTI RACCONTARCI UN PO’ DI STORIA DIETRO LA BAND, A BENEFICIO DI COLORO CHE MAGARI SI SONO PERSI QUESTA PARTE DELLA TUA CARRIERA?
“Bravo che l’hai chiamata band! In molti pensano a British Lion come a un mio disco solista, ma non è proprio così. E’ più un progetto parallelo, appunto. Comunque, l’inizio di questa storia va indietro di anni, si arriva addirittura agli Anni ’90. Fu in quel periodo che tutto prese il via”.
CE LO RACCONTI?
“Fu Graham Liesle (chitarra, ndR) a venire da me, portando un nastro di idee tra heavy e hard rock davvero buone… quello che sentii mi piacque, e pensai quindi che gli avrei dato una mano, magari in veste di manager o produttore. Alla fine cominciai a lavorarci un po’, e scrissi quindi anche qualche brano insieme con lui e la sua band di allora. La formazione originale si sfaldò per in fretta, ma io rimasi in contatto con due di loro, Graham appunto e Ritchie (Taylor, voce, ndR),il quale poi tirò dentro Hawkins (David Hawkins, chitarra, ndR). Il progetto quindi non si fermò mai veramente, si mosse solo molto piano per via degli impegni con i Maiden, ma riuscimmo comunque a scrivere qualche pezzo nei vari anni. Ora finalmente riesco a dedicare un po’ di tempo a loro, e sono felice!”.
INFATTI TRA POCO VI VEDREMO IN ITALIA PER IL CONCERTO A TREZZO. LE VOCI DICONO CHE SUONERETE ANCHE UN PAIO DI BRANI INEDITI… C’È PER CASO UN ALBUM NUOVO ALLE PORTE?
“Sì, c’è. Stiamo registrando alcuni pezzi dai vari concerti per un live album che penso vedrà a luce l’anno prossimo, e poi, sì, stiamo lavorando a un secondo album in studio. Non è finito, si deve lavorare ancora ad alcune canzoni,ma siamo a buon punto. Come sempre il problema è il tempo”.
IMMAGINO CHE I MAIDEN ABBIANO ANCORA QUALCOSA A CHE FARE CON CIÒ…
“Già. Sono stato molto impegnato nell’ultimo periodo. Pensa, ora sono in tour con British Lion, ma non sarebbe proprio l’ideale, visto che non c’è appunto un disco da promuovere, ma questo è quello che sono riuscito a fare. Diciamo che c’era un occasione e l’abbiamo presa al volo! Per fortuna ora però posso concentrarmi su questa bella esperienza. Non vedo l’ora!”.
IMMAGINO PERALTRO CHE L’ASPETTO LIVE SIA IN EFFETTI IL GROSSO DELLA RAGIONE CHE TI SPINGE A FARE PARTE DEI BRITISH LION! SI TRATTA DI UN ESPERIENZA LIVE DIVERSA DA QUELLA CON GLI IRON MAIDEN, NO?
“Puoi dirlo! Adoro suonare nei piccoli club! Le arene sono bellissime, ma il club è sempre eccitante. Intimo. E poi è uno dei motivi per cui non produssi e basta British Lion ma ne entrai a far parte. Negli Anni ’90 le possibilità dei Maiden di suonare nei club erano minime e la cosa un po’ mi mancava. Lì c’è il contatto col pubblico, senti di più il calore della gente.. è un esperienza diversa. Davvero diversa”.
IN MOLTI DICONO CHE ORAMAI HAI RAGGIUNTO IL TOP DI CIÒ CHE PUOI RAGGIUNGERE COME MUSICISTA, MA TU NON TI FERMI E CERCHI NUOVI STIMOLI. E’ IMPORTANTE QUESTO TIPO DI APPROCCIO NELLA CARRIERA DI UN ARTISTA?
“Non posso rispondere per tutti,ma per quanto riguarda me stesso, sì, di sicuro. Mantenere un approccio in cui si cercano nuove sfide aiuta secondo me a rimanere capaci di produrre idee fresche e originali. Però se ti chiedi se suono così tanto per cercare nuove sfide, beh, devo dirti che non è solo quello. Io adoro davvero suonare, lo faccio tantissimo e voglio farlo finchè riuscirò, per quanto più tempo sarà possibile. E’ la passione che non mi fa fermare,che mi fa cercare sempre nuove sfide. Solo quella”.
I BRITISH LION SONO UNA BAND DI HARD&HEAVY PIUTTOSTO CLASSICA, COSÌ COME I MAIDEN, CHE SONO UN NOME STORICO, MA OSSERVANDO DA FUORI LA SCENA, CREDO CHE I VALORI DELL’HEAVY METAL DAGLI ANNI ’80 A OGGI SIANO CAMBIATI? IN CHE MODO?
“Non penso siano del tutto cambiati. No, non del tutto. E’ cambiata la scena, la musica, sono cambiati i generi forse, ma non i valori. L’heavy metal è sempre musica potente, energica, il cui scopo è scuoterti. Penso che il motivo per cui ascoltare metal sia sempre quello: cercare qualcosa che ti emozioni, ti esalti. Ecco, forse un tempo di scrivere musica rock lo facevano in meno, la creatività era quindi presente su una percentuale maggiore dei dischi che uscivano… ora la creatività è troppo sparsa,un po’ nascosta dall’alto numero di band, e quindi si sente di meno. Ma è solo una mia opinione ”.
TU COSA ASCOLTI ORA? DOVE STA ADESSO LA CREATIVITÀ DI CUI PARLAVI PRIMA?
“Beh, ascolto ancora molto della musica che ascoltavo decenni fa. Rock classico, prog rock… non passerà mai di moda secondo me, e questo genere di musica e questi artisti continueranno sempre a piacermi. Ascolto anche band attuali però, ad esempio i Nightwish ad esempio mi piacciono molto. Li ho seguiti con le diverse line-up e mi piacciono tanto ‘Dark Passion Play’ e ’Imaginaerum’. Bei lavori! Ci sono decisamente un po’ di band che mi piacciono tra quelle attuali, di band valide ne sono comunque nate tante dai ’90 ad adesso”.
COSA PROVI NEL PENSARE DI AVER CREATO QUALCOSA CHE SIGNIFICA TANTO PER COSÌ TANTE PERSONE?
“Sono orgoglioso, che altro? Certo con i Maiden abbiamo un grande seguito, e vedo la fedeltà dei fan che si avvicinano ai British Lion chiedendosi che musica faranno, visto che ci suono io. E’ molto lusinghiero se ci pensi. E’ una cosa difficile da mettere in parole, comunque… la consapevolezza che la tua musica è importante per molte persone ti circonda e ti fa sentire bene. E con questa band, con la quale il rapporto con i fan è addirittura più intimo, la cosa è anche amplificata. Sono davvero felice e orgoglioso di tutto ciò”.
INCONTRERAI DEI FAN DURANTE QUESTO TOUR?
“Certo! Il fatto che siano concerti più raccolti aiuta a non compiere ingiustizie. Con i Maiden i fan sono troppi, non puoi incontrare solo qualcuno, con quale criterio poi? Qui si può cercare di dare attenzione un po’ a tutti. Sarà un tour diverso, non dovrò abbandonare il palco appena finito lo show per tornare al tour bus e volare via… qui la cose saranno più rilassate, meno frenetiche, e quindi penso proprio che organizzeremo qualcosa per i vari fan che verranno a vederci!”.
PRIMA DI CHIUDERE, CI DICI COME ESSERE FELICI E TRANQUILLI IN UN MONDO FRENETICO E ALLE VOLTE UN PO’ CRUDELE COME QUELLO DEL ROCK?
“In pratica devi accettarlo. Non resistergli. Prendere le cose come vengono, e trarne fuori il meglio ogni volta, devi prendere quello che ti fa felice. Sembra facile detto così, ma devi sempre seguire quello che credi ti farà stare meglio con te stesso. Ci sono delle difficoltà, ma se non presti troppo caso a chi parla di te, vivi appieno le cose belle e non cedi alle pressioni, questo sarà il più bel lavoro che potrai mai fare”.