Metalitalia.com viene convocata presso un hotel in zona Stazione Centrale in quel di Milano per intervistare Steve Lukather, conosciuto non solo per essere il chitarrista dei leggendari Toto, ma anche come proficuo e richiestissimo session man ed artefice di una solida carriera solista iniziata nel lontano 1989. Particolarmente affabile e loquace, Steve presenta con marcato e rinnovato entusiasmo “Transition”, il suo nuovo (ed ispirato) disco di inediti che sancisce il ritorno di un uomo finalmente libero dai propri demoni, pronto ad intraprendere un nuovo percorso umano e musicale…
IL TITOLO DEL TUO NUOVO ALBUM “TRANSITION” RIFLETTE UN MOMENTO PARTICOLARE DELLA TUA VITA?
“Il disco descrive gli ultimi quattro o cinque anni della mia vita, che hanno portato ad una radicale trasformazione della mia persona. Sono uscito dalla parte più buia della mia vita, ho ripulito il mio corpo, la mia mente e la mia anima. Ho smesso anche di bere e di fumare, mangio esclusivamente cibo organico e faccio molta meditazione. Sono solo ora, perché il mio matrimonio è naufragato ed ho impiegato circa tre anni e mezzo per riabilitarmi del tutto, senza l’ausilio di nessun tipo di clinica”.
PUOI SPIEGARCI COME QUESTE TUE ESPERIENZE VENGONO NARRATE NELLE TUE CANZONI?
“L’intero album è completamente autobiografico e si distingue dal precedente (‘All’s Well That Ends Well’, ndR) per un approccio decisamente più solare alle composizioni. In questa occasione ho lasciato da parte la tristezza e mi sono basato su ciò che questi avvenimenti mi hanno insegnato. Per questa occasione ho riarrangiato “Smile”, un brano scritto da Charlie Chaplin, dedicandolo a mia madre, una donna che amava tanto ridere. Sono orgoglioso del risultato complessivo, perché mi sono ritrovato a lavorare con le persone giuste, che hanno trasformato nel miglior modo possibile in musica le mie parole”.
COME SI E’ SVILUPPATO IL PROCESSO DI SONGWRITING?
“Questa volta le cose sono andate in maniera completamente diversa. Mi presentavo in studio già di prima mattina e mi mettevo subito al lavoro con il mio co-produttore CJ Vanston. Partivamo da un riff o da un assolo, sapendo quale era il giusto groove da donargli e nel giro di un paio d’ore avevamo già completato lo scheletro di una traccia. Di volta in volta, abbiamo aggiunto dei piccoli dettagli, che si sono rivelati indispensabili per donare una certa organicità al risultato finale”.
DI COSA PARLANO I TESTI?
“Certamente non narrano di belle ragazze e macchine veloci (ride, ndR), questi argomenti li lascio volentieri ai ragazzi più giovani di me. Seriamente, le liriche sono esclusivamente autobiografiche e non credo che avrei saputo parlare di altro in questo momento della mia vita”.
QUALI CHITARRE E QUALE TIPO DI EFFETTI HAI USATO PER QUESTO DISCO?
“Ho utlizzato una L-3 della Music Man, una nuova chitarra che ha conferito a ‘Transition’ un vibe più organico e naturale. In post produzione abbiamo sperimentato con una serie di effetti, eco e riverberi, forse strani, ma che ci hanno permesse di ottenere un sound pulito e cristallino. Penso che sia molto più difficile suonare bene poche note, piuttosto che puntare esclusivamente sulla velocità come fa buona parte della nuova generazione di chitarristi. Questi ragazzi abusano anche della tecnologia, infarcendo con effetti esagerati i loro brani, il tutto a discapito della melodia”.
QUALI PENSI SIANO I TUOI BRANI PIU’ ISPIRATI A LIVELLO CHITARRISTICO DELLA TUA CARRIERA?
“Non ne ho la più pallida idea (ride, ndR)! Sarebbe come scegliere quale dei miei quattro figli preferisco, non penso di essere la persona più adatta per giudicare me stesso. Ho sempre cercato di non ripetermi nelle mie canzoni, suonando più con il cuore, che con la testa. Penso che il giudizio del mio operato spetti ai giornalisti e ai fan”.
TU E CJ VANSTON SIETE I PRODUTTORI DI “TRANSITION”. VI SIETE AVVALSI DI QUALCHE COLLABORATORE ESTERNO?
“No, ce ne siamo occupati noi dalla prima nota fino all’ultima sessione di mastering ed il tutto è avvenuto nello studio di CJ”.
NELLA TUA LUNGA CARRIERA HAI LAVORATO CON MIGLIAIA DI MUSICISTI COME EDDIE VAN HALEN, MICHAEL JACKSON, PAUL MC CARTNEY ED ELTON JOHN. COME SEI RIUSCITO A FONDERE IL TUO STILE CON REALTA’ COSI’ DIVERSE TRA LORO?
“Mi hanno sempre chiamato loro! Evidentemente è piaciuto loro il mio modo di suonare la chitarra. Ho sempre cercato di dare il meglio ed ho interpretato le mie parti entrando nella loro ottica compositiva. Avevo molte idee e spesso mi è capitato di creare i miei solos in breve tempo. Per me non era un problema suonare una sera con Aretha Franklin ed il giorno dopo con Alice Cooper, infatti ascolto ed apprezzo svariati generi musicali, anche molto distanti tra loro. Spesso molti musicisti amano rimanere confinati in un ambito ristretto, mentre a me viene naturale spaziare attraverso atmosfere e stili differenti. Per me si tratta di una sfida continua ed è un onore aver collaborato con queste leggende della musica”.
I TOTO HANNO AVUTO TRE CANTANTI (BOBBY KIMBALL, FERGIE FREDERIKSEN E JOSEPH WILLIAMS) CON ATTITUDINI E QUALITA’ COMPLETAMENTE DIFFERENTI…
“Credo che Bobby e Joseph abbiano svolto un lavoro egregio nella band, soprattutto perché hanno impresso il loro marchio di fabbrica in epoche distinte tra loro. Con Bobby la collaborazione è terminata nuovamente qualche anno fa per svariate ragioni, ma molti si dimenticano che il cuore dei Toto siamo io, i fratelli Porcaro e David Paich, cinque ragazzi che hanno condiviso il loro amore per la musica sin dai tempi del liceo. Infatti i Toto non hanno mai avuto un cantante solista fisso nella loro carriera. Questi cambi di line up, con le differenze di stile che ne comportavano, ci hanno permesso di continuare il nostro progetto per tutti questi anni”.
NON VUOI PROPRIO SPENDERE DUE PAROLE PER FERGIE?
“(Il tono di voce sale di un’ottava, ndR) Cosa posso dirti… è stato veramente difficile registrare un disco come ‘Isolation’ e la convivenza non è stata delle migliori. Comunque sia è un bravo ragazzo, non ho niente di male da dire nei suoi confronti, semplicemente gli auguro il meglio”.
CI PUOI DIRE SECONDO TE QUALI SONO I TRE ALBUM MIGLIORI DEI TOTO, QUALI I TRE PEGGIORI E PERCHE’?
“Non posso dire quali sono i dischi peggiori dei Toto, perché in ogni occasione abbiamo sempre cercato di sperimentare nuove soluzioni. In molte occasioni abbiamo ottenuto un successo notevole e nonostante la nostra vecchia casa discografica ci facesse pressione per bissare il risultato del lavoro precedente, ci ponevamo l’obiettivo di diversificare il nostro stile e la nostra proposta. Questo ci è stato possibile anche perché l’alternanza di tre cantanti ha dato un sapore diverso alle nostre produzioni”.
CHIUNQUE VOGLIA INIZIARE A SUONARE LA CHITARRA DOVREBBE AVERE ALMENO UN MODELLO DA SEGUIRE…
“Ovviamente ogni persona viene influenzata dalla musica che preferisce. Io amo i Beatles, perciò all’inizio volevo emulare i miei idoli, come tutti! Ho avuto occasione di suonare con Ringo Starr e per me è stato molto emozionante, davvero un onore, pensa che ora siamo addirittura amici. Consiglio ai ragazzi di mantenere la mente aperta, perché in ogni genere musicale si possono trovare nuovi spunti, nonché notevoli interpreti”.
COSA PENSI DELLA RECENTE RIELEZIONE A CAPO DEGLI STATI UNITI DI BARACK OBAMA?
“Politica (ride, ndR)! Penso che abbiamo fatto la scelta giusta, nonostante sia rimasto scoraggiato dalla campagna denigratoria di Romney contro Obama e viceversa. Io voglio ciò che desiderano la maggior parte delle persone sparse per il mondo: pace, amore, rispetto e fratellanza. Sono consapevole che non sia veramente fattibile per tutti, ma ritengo che serva una persona determinata e autorevole per portare gli States ad una maggiore prosperità”.